Amrita Mukherjee Intervista Mehmooda Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59@libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione la seguente intervista del 24 giugno 2006 di Amrita Mukherjee, di "India Times", a Mehmooda, dell'Associazione rivoluzionaria delle donne afgane (Rawa)] - Amrita Mukherjee: E' ancora obbligatorio per le donne, in Afghanistan, indossare il burqa? - Mehmooda: No, e' facoltativo, ma in molte regioni, specialmente nelle aree controllate da comandanti fondamentalisti armati, molte donne lo indossano per motivi di sicurezza. Gran parte di loro non lo vogliono, ma si sentono piu' sicure ad indossarlo, perche' in queste aree le giovani e le donne vengono rapite e stuprate dai gruppi armati. Persino a Kabul, dove stazionano migliaia di militari dell'Isaf, numerose donne fanno lo stesso. E' importante ricordare che sotto il dominio dei Talebani era assolutamente obbligatorio per tutte le donne, in ogni angolo del paese. * - Amrita Mukherjee: Le donne possono uscire da sole, ora, o devono ancora essere accompagnate da un parente di sesso maschile? - Mehmooda: Di nuovo, dipende dalla zona. Nelle grandi citta' ci sono parecchie donne che escono da sole, ma in quelle piu' piccole sono sempre accompagnate da un uomo della famiglia. La situazione della sicurezza e' critica in molte parti dell'Afghanistan, percio' le famiglie non consentono alle donne e alle bambine di uscire, temendo che vengano uccise o che subiscano violenze di ogni tipo. * - Amrita Mukherjee: Quindi una donna che e' per strada da sola deve temere di essere insultata, assalita e stuprata? In pubblico? - Mehmooda: Decisamente si'. Un largo numero di milizie armate, appartenenti a diversi gruppi fondamentalisti (in special modo all'Alleanza del Nord), sono responsabili della condizione delle donne afgane. Sfortunatamente, nella maggior parte dei casi la polizia o i funzionari del governo sono complici, percio' le donne tendono a non denunciare le violenze. Ci sono numerosi casi di abusi e stupri specialmente nei villaggi, dove il governo centrale non ha il controllo, ed i comandanti dell'Alleanza del Nord si sono creati i propri governi locali. Ben pochi di questi fatti raggiungono i media, perche' non ci sono giornalisti nelle aree remote del paese a causa dei pericoli che la presenza di gruppi armati comporta. Uno di questi casi e' stato lo stupro di gruppo di Rahima, dodicenne, da parte dei signori della guerra. * - Amrita Mukherjee: Prima del dominio dei Talebani, c'erano donne insegnanti, mediche, funzionarie governative. Sono state in grado di tornare a svolgere normalmente le loro professioni? - Mehmooda: Raramente. Pero' ad un certo numero di vedove e di donne provenienti da famiglie bisognose e' stato offerto lavoro, per quanto non sia sempre sicuro. Non sono impieghi offerti dal governo, ma dalle agenzie internazionali di aiuto umanitario e dalle ong. L'Afghanistan ha un tasso di disoccupazione superiore al 40%. Solo Kabul e' un'eccezione, li' un buon numero di donne ha un lavoro. In altre zone dell'Afghanistan le donne hanno paura di avere un impiego "ufficiale", giacche' vengono uccise dai Talebani e da altri uomini armati se solo vanno agli uffici delle ong (che sono le sole ad offrire loro lavoro, attualmente). Il 30 maggio 2006 sono state assassinate cosi' sei persone che lavoravano nel campo degli aiuti umanitari, e tre erano donne. Sino a quando criminali notori sederanno in Parlamento, potranno solo far passare leggi discriminatorie per le donne, e nessuno puo' aspettarsi che facciano qualcosa in loro favore. * - Amrita Mukherjee: Ci sono donne in posizioni di potere? - Mehmooda: Abbiamo 68 deputate nel Parlamento nazionale, ed anche una ministra. Ma piu' dell'avere un paio di donne in posizioni di rilievo, e' importante dare uno sguardo alla situazione generale delle donne nel paese. Molte di queste donne in posizioni rilevanti hanno connessioni strette con i fondamentalisti, o si stanno compromettendo con essi. Basta guardare alle dozzine di rapporti di Amnesty International e di Human Rights Watch per avere le prove che l'amministrazione afgana non e' stata in grado di proteggere le donne. * - Amrita Mukherjee: Se una donna vuole uscire da un matrimonio violento come puo' farlo? Che difficolta' incontra se vuole risposarsi o avere un'altra relazione? - Mehmooda: E' praticamente impossibile. Cultura, tradizioni e costumi familiari fanno si' che le donne neppure tentino di sfuggire a tali situazioni. Nei pochi casi in cui e' successo, le donne abusate sono state arrestate, messe in prigione, o riconsegnate alla famiglia. I tribunali afgani non le aiutano, percio' esse non denunciano le violenze che subiscono. * - Amrita Mukherjee: Se una donna non puo' avere bambini, viene maltrattata? - Mehmooda: Si'. Di solito suo marito ha il permesso di prendersi un'altra moglie, tenendosi anche lei. E la prima moglie continuera' a lavorare per il marito e la di lui famiglia come una serva. In molti casi l'uomo si prende una seconda moglie se la prima non da' alla luce un maschio. Una bambina e' perlopiu' non benvenuta. Sfortunatamente questi usi disgustosi sono ancora in auge: alcuni dei miliziani fondamentalisti hanno quattro mogli, e sposano ragazzine che hanno 30-40 anni meno di loro. Alcune le rapiscono, altre le comprano da famiglie poverissime. E le famiglie non potrebbero comunque rifiutarsi, sanno quanto pericoloso sarebbe il farlo. * - Amrita Mukherjee: Sul sito web di Rawa si dice che c'e' stato un aumento nel tasso di suicidi di donne in Afghanistan? Come mai? - Mehmooda: Secondo la Commissione indipendente afgana per i diritti umani, nel 2005 sono stati riportati 154 casi di "autoimmolazione" di donne nella zona occidentale del paese, e 34 nelle zone a sud e orientali. Ma i numeri reali sono piu' alti. Molte di queste donne trovano tutte le porte chiuse e non riescono a trovare altro modo che il suicidio per sfuggire agli orribili problemi familiari e sociali che devono affrontare. * - Amrita Mukherjee: Qual e' lo stato dell'istruzione nel paese, ora? - Mehmooda: Nelle grandi citta' come Kabul, Herat, Mazar-e-Sharif e Jalalabad ci sono alcune universita', e scuole per ragazze, ma nelle piccole citta' e nei villaggi non ci sono ne' scuole ne' progetti educativi. Per la maggior parte le famiglie non vogliono mandare a scuola i loro bambini, perche' e' pericoloso. * - Amrita Mukherjee: Rawa, ai tempi del regime talebano, organizzava scuole clandestine. Alcuni dicono che avevate anche saloni di bellezza clandestini. Adesso i vostri progetti sono alla luce del sole? - Mehmooda: Tutti i nostri progetti sociali e umanitari vanno avanti nello stesso modo. Siamo ancora un'organizzazione non registrata, non legale, e non possiamo portare avanti le nostre iniziative con il logo di Rawa. Abbiamo ancora molti dei problemi che avevano sotto i Talebani. Essendo fortemente contrarie ai leader fondamentalisti, criminali che stanno condizionando il governo, e criticando i loro sostenitori ed il ruolo negativo che altri governi hanno in Afghanistan, e' difficile per noi operare apertamente. Alcune persone, considerando il carattere orgoglioso e non compromesso della nostra lotta, credono sia suicida farsi nemici tanto potenti, ed hanno paura di entrare in contatto con noi, sebbene molti di loro lodino il nostro coraggio. Una cosa spiacevole, molto importante, e' che certi scrittori e poeti afgani sono diventati i portavoce delle bande fondamentaliste, le quali usano la loro arte ed il loro talento per ingannare la gente, e presentare una visione annacquata, ripulita, dei fondamentalisti. Costoro sono contrari a Rawa, e si oppongono agli obiettivi di Rawa. Oggi la maggior parte di essi ha posizioni di rilievo nel governo. L'8 marzo 2006, quando tenemmo una grande manifestazione per il Giorno internazionale della donna a Kabul, la gente era meravigliata dal grosso rischio che Rawa correva e i media, spaventati dai fondamentalisti, non hanno dato notizia dell'evento. Non possiamo mettere in vendita la nostra rivista in nessuna libreria, ne' a Kabul ne' in altre citta' dell'Afghanistan, perche' in diversi posti i librai sono stati maltrattati e minacciati da uomini armati affinche' non tenessero in negozio le pubblicazioni di Rawa. I soldati dei signori della guerra hanno piu' volte raccolto le nostre riviste dai negozi e le hanno bruciate, ed hanno fatto pressione sui negozianti perche' denunciassero le donne di Rawa che avevano portato da loro il materiale. In uno di questi incidenti, imprigionarono e torturarono un sostenitore di Rawa scoperto in un mercato di Kabul a copiare un nostro comunicato, che voleva distribuire ad altri. E' stato rilasciato dopo 24 ore, avendo accettato di pagare un riscatto ai suoi rapitori. Quello che ti dico e' solo la punta dell'iceberg dei problemi e delle durezze che affrontiamo in Afghanistan. Lavoriamo ancora in semiclandestinita', percio' per noi e' difficile raggiungere le persone. Abbiamo ancora una lunga strada davanti, per raggiungere ogni zona del paese e lavorare con le donne. Ci sono zone in cui non siamo mai riuscite ad andare, e in cui le persone conoscono Rawa per via di qualche intervista radiofonica o perche' hanno visto il nostro giornale. Puoi sicuramente trovare donne ed uomini che di Rawa non hanno mai sentito parlare. Ma non abbiamo mai avuto "saloni di bellezza", in nessun angolo dell'Afghanistan. In effetti non ci piacciono. Nella situazione attuale, in cui le donne afgane vivono problemi cosi' gravi ed urgenti, aprire saloni di bellezza significa prenderle in giro. * - Amrita Mukherjee: Secondo te quali azioni immediate dovrebbe intraprendere il governo per migliorare la condizione delle donne afgane? - Mehmooda: Sino a che i terroristi fondamentalisti saranno al potere ed avranno posti chiave nel governo, non ci sara' alcun cambiamento: solo una democrazia basata sulla laicita' potra' migliorare la condizione delle donne. Non ci aspettiamo che il governo attuale, cosi' com'e' composto, faccia qualcosa per aiutare le donne.Come ho detto prima, l'Alleanza del Nord ha i suoi criminali al governo. L'Alleanza del Nord comprende questi stupratori ricchissimi, indaffarati a trafficare eroina sotto il naso dell'esercito statunitense. Sono loro le persone dietro l'insicurezza, i rapimenti, la sparizione di miliardi di dollari di aiuti stranieri, le ingiustizie, le regole anti-donne, le coperture di omicidi che avvengono alla luce del sole, e cosi' via. Vari eprsonaggi al potere si sono macchiati del sangue di migliaia di persone. Tutti questi gentiluomini e signore hanno il disgraziato marchio di inumane brutalita' commesse contro il nostro popolo negli anni piu' neri, dal 1992 al 1996. Ora sono i nostri ministri, vicepresidenti, consiglieri del presidente. La maggior parte degli ambasciatori, dei governatori, dei funzionari d'alto rango sono affiliati alla mafia dell'Alleanza del Nord. Fino a che costoro saranno al potere, un miglioramento per le donne e' fuori questione. * - Amrita Mukherjee: In che modo i signori della guerra e gli ex Talebani sono arrivati in Parlamento? - Mehmooda: E' ovvio che le elezioni non sono state ne' pulite ne' libere. Mentre i candidati democratici venivano minacciati, arrestati e persino uccisi, i fondamentalisti hanno usato il loro denaro, le loro armi e la corruzione per vincere. Sono andati in Parlamento non per risolvere il piu' piccolo dei problemi del nostro popolo devastato, ma per raggiungere i loro scopi politici. * - Amrita Mukherjee: C'e' stato qualche cambiamento nel comportamento degli uomini, in Afghanistan? - Mehmooda: Lasciando da parte la dominazione fondamentalista, la violenza contro le donne ha radici profonde nella nostra societa'. Rawa crede che solo attraverso uno sforzo continuo, garantendo istruzione e suscitando consapevolezza, potremo rendere piu' sensibili sia gli uomini sia le donne. * - Amrita Mukherjee: Malalai Joya, deputata, e' stata aggredita perche' ha parlato contro la presenza dei signori della guerra in Parlamento. Donne parlamentari si unirono ai deputati uomini nell'assalto. Pensi che questo incidente sia emblematico della reale situazione afgana? - Mehmooda: E' esatto. Prova ancora che costoro non sono rappresentanti del popolo ma solo signori della guerra, fondamentalisti ignoranti e mafiosi coinvolti nel traffico di droga. Durante le elezioni hanno usato potere, denaro, fucili e frodi non solo per se stessi, ma per insediare donne fantoccio nei seggi riservati alle donne. Si', sfortunatamente in Afghanistan abbiamo anche "signore della guerra", ed alcune di esse ora sono in Parlamento. * - Amrita Mukherjee: Si dice che i Talebani non abbiamo mai lasciato l'Afghanistan. Come si fa sentire la loro presenza? - Mehmooda: Soprattutto nelle aree che confinano con il Pakistan ci sono stati incidenti, come attacchi e roghi di scuole, omicidi di impiegati maschi e femmine delle ong, stranieri presi come ostaggi, e cosi' via. Distribuiscono volantini in cui minacciano le donne e spesso tengono trasmissioni radiofoniche. * Amrita Mukherjee: I media sono recentemente tornati ad occuparsi dell'Afghanistan. Questo in qualche modo aiuta la vostra causa? - Mehmooda: Purtroppo negli ultimi dieci anni di guerra in Afghanistan, i media occidentali non si sono interessati della questione. Dopo il collasso del regime filosovietico e l'occupazione di Kabul da parte dei fondamentalisti nel 1992, si sostenne che era in corso una guerra civile, e che essa era parte della cultura e della tradizione afgane. Nella maggior parte dei casi, i media devono dire cio' che piu' fa comodo ai governi. Fu solo dopo l'11 settembre che l'interesse venne creato, e le persone cominciarono a parlare dell'oppressione subita dalle donne. La situazione era presente nel nostro paese da anni ed anni, ma passava del tutto sotto silenzio. Sino a che i media internazionali hanno parlato di noi, cio' e' servito per ottenere sostegni e donazioni. Ma gli aiuti sono drasticamente diminuiti dopo breve tempo, perche' i media occidentali sostenevano che l'Afghanistan era stato liberato, e che le donne afgane erano ormai al sicuro e si godevano la vita. * - Amrita Mukherjee: Potresti rilasciare un'intervista come questa ad un giornale locale, in Afghanistan? - Mehmooda: Mai. In primo luogo perche' e' un'intervista a Rawa, e nessuno avrebbe il coraggio di pubblicarla per le conseguenze pericolose che cio' potrebbe comportare. In secondo luogo, noi chiamiamo per nome i peggiori criminali, che oggi sono politici, e questo e' un tabu'. La stampa in Afghanistan riceve fortissime pressioni, e non puo' criticare apertamente il governo. |