http://www.legambienteverbano.com Abbiamo sempre creduto fermamente che la trasparenza degli atti sia eccellenza di democrazia e quindi abbiamo colto con entusiasmo la possibilità - attraverso il nostro sito internet - di mettere a disposizione di tutti tutti i documenti di cui entravamo in possesso e le nostre riflessioni. Il testo che pubblichiamo ci incoraggia di aver fatto una scelta tipicamente nonviolenta. Ne ringraziamo Peppe Sini. Il Segreto E' Incompatibile con la Nonviolenza di Peppe Sini La nonviolenza ripudia l'uso del segreto, dell'inganno, del sotterfugio. Quindi non è possibile aderire alla nonviolenza o adottare tecniche nonviolente se non si accetta questo principio; ed a maggior ragione non è possibile realizzare una campagna o un'azione diretta nonviolenta se non si accetta questo principio. Vi sono dei motivi fondamentali per questo; vediamone alcuni a nostro avviso decisivi. a) La nonviolenza è democrazia integrale, condizione della democrazia è che tutti siano messi in grado di sapere tutto ed attraverso la conoscenza siano quindi messi in grado di giudicare e di agire liberamente; la menzogna e la segretezza violano alla radice la democrazia. b) La nonviolenza è antiautoritaria, poiché essa si fonda non sul principio di autorità (l'obbedienza cieca e incondizionata ad un potere esterno) ma sul principio di libertà di critica e di responsabilità personale; il segreto implica sempre una gerarchia, ed attribuisce a chi lo detiene un potere in danno degli altri; inoltre le decisioni prese sulla base di informazioni occultate ad altri, intrinsecamente impediscono agli altri la piena libertà di critica e quindi tendono ad imporre comportamenti mistificati e dunque coatti. c) La nonviolenza è riconoscimento della dignità di ogni essere umano: ingannare un uomo, anche semplicemente non facendogli sapere qualcosa che lo riguarda e che è di effettiva importanza per lui, ed anche se questo uomo è proprio il nostro avversario, quello con cui stiamo lottando, ebbene, ingannarlo con la menzogna o col segreto implica disconoscerne ed umiliarne la dignità, il che viola alla radice un convincimento fondativo della nonviolenza come concetto e come metodo. d) La nonviolenza è comunicazione: il segreto disturba la comunicazione, la confonde e falsifica e di fatto quindi la impedisce. Poiché nella lotta nonviolenta una corretta comunicazione è assolutamente indispensabile, e ad essa occorre dedicare la massima cura, e la possibilità che l'interazione comunicativa fallisca è comunque elevatissima, la presenza del segreto lede alla radice e quindi annulla la possibilità dell'azione nonviolenta. e) La nonviolenza richiede un'assoluta limpidezza morale: essa è quindi incompatibile con tutto ciò che questa limpidezza impedisce. Il segreto implica sempre un cono d'ombra, una diversità di trattamento tra persone che lo condividono o no, un non poter dire tutto ciò che si sa, frequentemente impone tattiche di mascheramento, ed in ogni caso un modo di presentare gli argomenti connessi che in quanto omissivo è ipso facto menzognero ed in piccola o grande misura comunque truffaldino. Il segreto è incompatibile col rigore morale. f) La scelta dell'azione nonviolenta è un atto di autonomia morale: chi fa questa scelta non si aspetta dall'avversario una condotta analoga, non istituisce un rapporto contrattuale, un do ut des; bensì garantisce della propria condotta poiché liberamente la sceglie sulla base di un giudizio ponderato del tutto autocentrato; il segreto offusca l'autonoma morale, esso implica un relativismo di valori e di condotta che di fatto riduce alla subalternità: la scelta del segreto infatti implica che una cosa (un convincimento, una conoscenza, una decisione, un dato) si afferma o si nasconde a seconda di chi si ha di fronte; è quindi il contrario esatto dell 'autonomia morale. g) Nella lotta nonviolenta è fondamentale la lealtà: come specificazione della scelta di fondo, ma anche per le sue ricadute pratiche contestuali, ovvero perché essa implica la stima da parte degli altri soggetti coinvolti nel conflitto. Il segreto impedisce una condotta leale, e distrugge la stima. h) Nella lotta nonviolenta è fondamentale costruire fiducia: lo stesso avversario deve sapere con certezza che del lottatore nonviolento può fidarsi, che la sua condotta sarà coerente con i suoi princìpi. Il segreto è invece inganno e minaccia, distrugge la fiducia, vanifica il senso profondo dell'azione nonviolenta. Nella lotta nonviolenta quindi la segretezza e la clandestinità sono bandite, così come è bandita la minaccia, il ricatto, il trucco, la sorpresa; così come è ripudiata la condotta meschina, il sottrarsi alla responsabilità delle proprie azioni e delle conseguenze delle proprie azioni. Si può decidere di aderire o non aderire alla nonviolenza, ma chi sceglie di farlo deve sentirsi rigorosamente impegnato a una condotta limpida e coerente. Concludendo: il segreto è incompatibile con la scelta della condotta nonviolenta perché esso è una forma di menzogna e di inganno. Il segreto è negazione di valore all'altro: nel suo bene maggiore, che è l'intelletto; nel cuore stesso della sua identità, che è la capacità di accedere a verità. Sul segreto non si fonda una società libera, mentre una qualità specifica della condotta nonviolenta è che ogni suo atto deve poter essere istitutivo di una società libera. Il segreto in quanto tale corrompe ed opprime, la nonviolenza in quanto tale libera e degnifica. La "Carta" del Movimento Nonviolento Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. |
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