La Nonviolenza In Cammino Numero 929 del 31 agosto 2009 6. LUTTI. Francesco Paterno' Ricorda Fernanda Pivano [Dal quotidiano "Il manifesto" del 19 agosto 2009 col titolo "Bye bye Nanda" e il sommario "Fernanda Pivano scompare a 92 anni a Milano. Ha scoperto per prima la beat generation"] Alla beat generation e' arrivata per prima, e questo potrebbe bastare. Fernanda Pivano si e' spenta all'eta' di 92 anni, compiuti il 18 luglio scorso, in una clinica di Milano. Venerdi' i funerali. L'ultima sua apparizione pubblica la dobbiamo a una delle sue grandi passioni dichiarate, Fabrizio De Andre'. L'altra, per cui e' piu' nota, e' l'America. L'anno scorso, Fabio Fazio dedica uno speciale tv "Che tempo che fa" al cantautore genovese e convince la Pivano a partecipare. La vediamo su una sedia a rotelle, la si sente parlare con una voce flebile mentre sullo schermo Jovanotti si collega in diretta dall'America, anzi da Spoon River sulle note della poesia di Edgar Lee Masters che De Andre' ha messo in musica nell'album Non al denaro ne' all'amore ne' al cielo. Il tutto sara' molto televisivo, ma fa effetto. E' Fernanda Pivano a tradurre parzialmente per la prima volta in Italia per Einaudi quell'Anthology, sotto la guida del suo gia' professore di liceo al "Massimo D'Azeglio", Cesare Pavese. Traduttrice, prima ancora che scrittrice e giornalista con una lunga collaborazione al "Corriere della sera", lei appassionata d'America si e' appena laureata nel 1941 con una tesi su Moby Dick di Herman Melville. Nello stesso anno prende la laurea anche in filosofia con Nicola Abbagnano, di cui sara' assistente per alcuni anni. E' del 1948 il suo primo incontro con Ernest Hemingway, inizio di una lunga relazione professionale e di amicizia. Di Hemingway, Pivano traduce Addio alle armi subito dopo essersi laureata e per la quale, nei giorni dell'occupazione nazista di Torino, viene arrestata. Curera' successivamente l'intera opera dello scrittore americano, incontrandolo a piu' riprese sia a Cuba, nella sua magnifica casa alle porte de L'Avana, che negli Stati Uniti. Sempre come traduttrice, dal 1949 al 1954 cura le edizioni italiane dei maggiori titoli di Francis Scott Fitzgerald, da Tenera e' la notte al Grande Gatsby. Nel 1956 compie il suo primo viaggio negli Stati Uniti. "Quando negli anni '50 - si legge sul suo tito ufficiale www.fernandapivano.it - Fernanda Pivano si reca per la prima volta negli Stati Uniti e' una giovane studiosa innamorata dell'America di quegli anni e desiderosa di incontrare dal vivo, sul campo, i maestri di una narrativa che in Italia si era appena cominciato a conoscere, grazie a Cesare Pavese ed Elio Vittorini. Immediatamente scopre un mondo, di sogni, ideali, valori, che non si stanchera' piu' di celebrare". Giusto cinquant'anni fa, e' il 1959, esce la sua prefazione a Sulla strada di Jack Kerouac edito dalla Mondadori. La scoperta della beat generation e' l'incontro di una vita. Nel 1964 scrive l'introduzione a Poesie degli ultimi americani per la Feltrinelli e traduce Juxebox all'idrogeno di Allen Ginsberg per la Mondadori. Lavora per far conoscere quella generazione di scrittori contemporanei americani che messi insieme sono gli anni Sessanta e altro, e oltre. Dai citati Kerouac e Ginsberg ai Burroughs, Corso, Ferlinghetti, e Wright, Bukovski e McInerney, Foster Wallace, Palahniuk. Fernanda Pivano e' di Genova, come Fabrizio De Andre'. Lui per lei e' amicizia, poesia, letteratura, anzi il "piu' grande" poeta italiano della seconda meta' del Novecento. Nel 1997, quando tocca a lei consegnare al cantautore il Premio Tenco, dice: "Sarebbe necessario che invece di dire che Fabrizio De Andre' e' il Bob Dylan italiano, si dicesse che Bob Dylan e' il Fabrizio De Andre' americano". Esagera, certo, ma non che il suo cuore non batta altrettanto forte per Dylan. Nel 1965 al Community Theater di Berkeley, a due passi da San Francisco, i due si incontrano per la prima volta. Nel 1972 cura l'introduzione alla prima raccolta di testi e traduzione italiane di Dylan, Blues, ballate e canzoni, per la Newton Compton. Ci vorranno altri trentatre' anni perche' Pivano e Dylan si rivedano. Accade a Roma nell'estate del 1988, dove il cantautore tiene un concerto all'Eur, sulle scalinate del Palazzo della civilta' del lavoro. Le cronache raccontano di lei molto emozionata che si accomoda nel backstage di fronte a lui vestito di bianco: "Bob, sono passati trent'anni ma non sei cambiato per niente: sei proprio come ti ho visto quella sera del 1965". Abbracci, "It's not possible, Nanda, not possible". |
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