La Nonviolenza In Cammino Numero 929 del 31 agosto 2009
5. LUTTI.
Antonello Catacchio Ricorda Fernanda Pivano

[Dal quotidiano "Il manifesto" del 22 agosto 2009 col titolo "Ciao signora
America" e il sommario "America. Celebrati ieri i funerali di Fernanda
Pivano, tornata nella Genova del suo amato De Andre'"]


Poco piu' di dieci anni fa una folla sterminata aveva voluto trovarsi alla
chiesa di Santa Maria Assunta di Carignano per dare l'ultimo saluto a
Fabrizio De Andre'. Era gennaio, faceva freddo. Ieri era caldo, il periodo
quello delle vacanze, eppure moltissimi amici si sono ritrovati nella stessa
chiesa per salutare una grande amica di Faber: Fernanda Pivano. Dopo
novantadue anni spesi a studiare e a far conoscere la Nanda se n'e' andata,
lasciando in tutti un gran vuoto e un grandissimo patrimonio.
Anche questa volta l'orazione funebre tocca a don Gallo "mi chiamano prete
di strada, mi piace, mi piace la strada, mi piace on the road, libro della
liberta'", e l'applauso parte, spontaneo, perche' li' c'e' un po' tutto, il
prete, e gli ultimi, Nanda, i beat e la liberta'. "Fabrizio ci ha insegnato
l'alfabeto dell'amore, Fernanda l'antologia dell'amore" aggiunge don Gallo.
Molti sono in chiesa, ma non sono credenti, le parole del sacerdote pero'
arrivano a tutti: "Fernanda ci ha insegnato a osare la speranza" e Dio solo
sa quanto ce ne sia bisogno "nella deriva in cui siamo noi oggi e per tanta
gioventu' smarrita". Gli occhi sono lucidi, la morte e' morte, e allora c'e'
bisogno di parole, di qualche parola che aiuti e viene in soccorso la rete,
il blog perche' "in queste ore la rete e' viva di blog di ragazze e ragazzi
che la ricordano come una di loro". E' vero, e lo sottolineava Dori Ghezzi,
moglie di Fabrizio e grande amica di Fernanda Pivano, dicendo che con lei le
distanze generazionali crollavano.
Ognuno degli amici venuti a salutarla ha un suo personale ricordo, perche'
Nanda sapeva un sacco di cose, ma era curiosa, chiedeva sempre. Sapeva
essere umile, come quel lavoro di traduttrice in cui ci si deve quasi
annullare per dare voce a un altro. Ma non e' questione di tecnica, guardate
l'orrore del traduttore automatico del computer, e' questione di feeling, di
empatia, di comprensione, di affinita', di compassione, mica solo di lingua.
Per questo Nanda non era solo la traduttrice, neppure la portavoce della
letteratura statunitense, lei era una di loro. Hemingway la stimava come un
collega, per Corso, Kerouac, Ginsberg e tutti gli altri era una della beat
generation tanto quanto loro (e ora li ha raggiunti di nuovo). E ha ragione
don Gallo quando dice che "lei era proprio un ponte che unisce, riduceva le
distanze tra le persone". Questione di sensibilita', quella stessa
sensibilita' che la porto' a innamorarsi di Spoon River in un attimo. Quel
libro che, tra gli altri, le aveva dato il suo insegnante Cesare Pavese.
Quella stessa sensibilita' per cui mai diede in pasto al pubblico le lettere
personali scritte dallo stesso Pavese.
Libertaria, pacifista, buddista, "Fernanda non ha mai creduto nella
violenza - prosegue don Gallo -, tutta la sua vita e' avvolta in una
rivoluzionaria tenerezza, col volto solare e il sorriso. Una volta le avevo
citato la Pacem in terris di papa Giovanni, lei sapeva il latino meglio di
me, dove un passaggio venne cosi' tradotto 'e' impensabile portare la
democrazia con le armi', ma in realta' l'originale latino diceva 'chi pensa
di portare la democrazia con le armi e' pazzo'"; l'aggancio con il presente
e' immediato, tanto quanto l'applauso che parte irrefrenabile.
Nel sito ufficiale c'e' una frase di Nanda sconsolata "con molto dolore per
i morti e per la tragedia devo dichiararmi perdente e sconfitta perche' ho
lavorato 70 anni scrivendo esclusivamente in onore e in amore della
nonviolenza e vedo il pianeta cosparso di sangue". Una frase da momento di
sconforto, come quelli che vengono assistendo a tutte le violenze che
succedono in questo mondo. Ma Nanda non era assolutamente una musona, amava
cantare e scherzare: "una personalita' sensibile - continua don Gallo -, io
sentivo che mi amava e lei mi disse anch'io sento che mi ami. Quattro o
cinque anni fa davanti ai giornalisti, scherzando, disse 'devo darvi una
notizia, con don Gallo questa sera ci siamo fidanzati' e poi per dire qual
era il suo spirito aggiunse 'sono gia' incinta'. Lei mi spingeva a studiare
e approfondire, era la mia grande maestra di laicita', io scherzavo dicendo
che il mio quinto vangelo era quello secondo De Andre', e lei era contenta
che oltre agli apocrifi ci fosse anche un cantante, il suo amato Fabrizio,
il piu' grande poeta del '900, antifascista, nonviolento e, finalmente la
devo dire questa parola, anarchico".
Poi, poco prima di andare al cimitero di Staglieno, dove Nanda riposera'
accanto a sua madre e poco lontano da Fabrizio, don Gallo chiude: "Cara
Nanda ti saluto, shalom, salam, pace, ciao signora America, ciao signora
liberta', ciao signorina anarchia".
*
Postilla
Nata a Genova il 18 luglio del 1917, adolescente si trasferisce con la
famiglia a Torino. Tra i suoi insegnanti al liceo classico "Massimo
D'Azeglio" c'e' Cesare Pavese, che le trasmettera' la passione per la
letteratura americana. Nel 1941 si laurea in lettere con una tesi su Moby
Dick di Herman Melville. Nel '43 inizia la sua carriera letteraria con la
traduzione dell'Antologia di Spoon River. Traduce poi Faulkner, Fitzgerald,
Hemingway, con il quale ha un intenso rapporto professionale e di amicizia.
Tradurra' l'intera sua opera. Nell'ottobre '58 pubblica il saggio sulla
"Beat generation". Quindi fara' conoscere in Italia Ginsberg, Burroughs,
Kerouac, Corso, Ferlinghetti.

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