Vincenzo Marras Ricorda l'Abbe' Pierre [Dal mensile "Jesus", n. 2, febbraio 2007, col titolo ""La "vendetta" dell'Abbe' Pierre"] Ci sono uomini e donne che sanno parlare al cuore di tutti, superando barriere, accompagnandosi in particolare a quanti arrancano nella vita... Una virtu' preziosa e rara, oggi. L'Abbe' Pierre era di questi. Quando ci raggiunge la notizia della sua morte, tutte le pagine di "Jesus" sono chiuse. Cosi', ora, questa pagina ha una vita da raccontare, un volto da ricordare, una scelta da abbracciare. Aveva 94 anni, l'Abbe'. Diceva di aver scelto la sua vita per vendetta, e precisava: "Bisogna vendicare l'uomo e vendicare Dio con la sola forza dell'amore". Una vita spesa fino all'ultimo istante a servizio degli ultimi: clochard, stracciaioli, diseredati, senza casa. Oggi, che non e' piu' tra noi, ci si chiede quale fosse il segreto di questo "povero di Dio". Henri Antoine Groues, detto Abbe' Pierre, nasce il 5 agosto 1912 a Lione, quinto di otto figli. A 16 anni, durante una gita in Italia, ad Assisi decide di seguire le orme di san Francesco tra i Cappuccini. Nel 1938 viene ordinato sacerdote, assistito da padre Henri De Lubac (un altro gigante!). L'anno successivo, per motivi di salute, lascia la vita monastica e viene incardinato nella diocesi di Grenoble. Nel 1942 comincia, per caso, un'intensa azione di salvataggio delle vittime della tirannia nazista. E' in questa occasione che l'Abbe' Groues diventa l'Abbe' Pierre, salvando diverse persone (ebrei, polacchi) ricercate dalla Gestapo: falsifica passaporti, diventa guida alpina e trasporta attraverso le Alpi e i Pirenei le persone in pericolo. Nel 1943 diventa partigiano, partecipando attivamente alla Resistenza francese. Verso la fine del 1944 viene arrestato dalla Gestapo. Riesce a scappare e viene spedito ad Algeri in aereo nascosto in un sacco postale. Dopo la guerra, rientra a Parigi e viene eletto deputato all'Assemblea nazionale. Verso la fine del 1949, accoglie a casa sua George, un assassino, ergastolano, mancato suicida. Con lui inizia il Movimento Emmaus, la sua creatura piu' cara, cui da subito si dedico' lasciando il Parlamento, e che e' descritta dalla prima regola cui forma i suoi discepoli: servire per primo il piu' sofferente. I francesi cominciano a conoscere il prete dallo sguardo buono, con il basco in testa, la barba missionaria, che non si rassegna alle tante tragedie della miseria. Il primo febbraio 1954, da Radio Lussemburgo li scuote: "Mes amis, au secours!", "Amici miei, aiuto!". Da allora la sua voce non ha mai smesso di levarsi per protestare contro le ingiustizie della societa' opulenta, l'abbandono dei piu' deboli, le offese ai poveri, per battersi sulla frontiera di un mondo piu' giusto. L'Abbe' Pierre e' un sacramento di Dio. Lo si e' detto a ragione di madre Teresa di Calcutta, di dom Helder Camara, di don Tonino Bello, di don Luigi Di Liegro. Anche nell'Abbe' Dio si e' fatto padre, amico, fratello. Una trasparenza e una forza di bonta' cosi' immediata e incisiva che semplicemente affascina. L'Abbe' Pierre ha fondato le sue scelte e le sue azioni sul Vangelo, con lo stile del Santo di Assisi, su una spiritualita' che concedeva poco o nulla al "colore" e al folclore. Una delle frasi che ripeteva con convinzione era questa: "Essere credenti non basta, occorre essere credibili". Questa credibilita' l'Abbe' Pierre ce l'ha mostrata con l'essere in prima fila ogniqualvolta ha visto calpestati i diritti dei piu' deboli e tradita la legge dell'amore. Era la sua vendetta. |