Gerolamo fazzini Ricorda l'Abbé Pierre Tratto da La Nonviolenza e' in Cammino Dal quotidiano "Avvenire" del 23 gennaio 2007 riprendiamo il seguente articolo Con la morte dell'abbe' Pierre se ne va uno dei giganti della carita' del XX secolo. Nella sua vita non mancarono le ombre, ma la sua carita' sovrasto' tutto. Per l'ex partigiano della Resistenza francese, pero', per il prete che ha incrociato spesso le lame con i potenti di turno, per l'amico dei barboni e dei fuorilegge "gigante della carita'" e' un'etichetta che va stretta. Personalita' vulcanica e carismatica, a momenti controversa, questo sacerdote dall'inseparabile basco nero e dalla tonaca lisa, e' stato un uomo dagli orizzonti grandi. Orizzonti talmente sconfinati, progetti talmente rivoluzionari, da risultare spesso scomodi. Non e' retorica affermare che l'abbe' Pierre e' stato un uomo capace di sognare, e di farlo a occhi aperti. Come nel caso di Raoul Follereau, siamo in presenza di un sovversivo dell'amore; uno capace di colpire i cuori con sciabolate che a distanza di anni ancora fanno sanguinare: "La miseria giudica il mondo e rovina ogni possibilita' di pace". Oppure: "Vivere, e' rendere credibile l'Amore; e' vendicare l'Uomo, amando". Se l'abbe' Pierre ha iniziato l'avventura di Emmaus - lui stesso l'ha ripetuto in mille circostanze - e' tutta colpa di George, il barbone incontrato casualmente a Parigi nel lontano 1949, "l'uomo che mi ha cambiato la vita". In realta', la vita di Henri Antoine Groues era gia' cambiata: all'eta' di 16 anni, ad Assisi, aveva incontrato san Francesco e si era misurato con la radicalita' del Vangelo. Ad Assisi, a tu per tu col Crocifisso, Henri prende la decisione di farsi cappuccino: di li' a qualche anno entra nel convento di Lione, dopo aver distribuito ai poveri la sua parte di eredita'. Negli ultimi tempi l'abbe' Pierre ha fatto parlare di se' piu' per le sue affermazioni sul celibato dei preti che per le proprie scelte coraggiose. Ma i giovani che non l'hanno conosciuto e coloro che, compulsando Google, vedranno sfilare soprattutto i titoloni scandalistici all'indomani di una sua confessione-choc, faranno bene a non dimenticare la statura spirituale del personaggio e l'energia morale di un uomo che e' stato per decenni una coscienza critica della Francia. Fondando Emmaus - una rete di comunita' oggi presente in tutto il mondo - l'abbe' Pierre ha realizzato un piccolo-grande-miracolo: quello di donne e uomini considerati "scarti della societa'" - al pari dei cartoni e dei vestiti che da oltre mezzo secolo vanno raccogliendo per le strade - restituiti alla gioia di vivere. "O luxo da lixo", recita il proverbio portoghese: dall'immondizia, la ricchezza. Il segreto dell'abbe' Pierre e di Emmaus e' qui: in un amore dolce e gratuito, capace di vincere ogni solitudine, restituendo alle persone innanzitutto la stima per se stessi e la coscienza della propria umanita'. "La prima livrea del povero e' la dignita'": e' una frase di don Tonino Bello che l'abbe' Pierre avrebbe sottoscritto. Ma promuovere la dignita' del povero puo' chiedere - anche - di cambiare le strutture di peccato, di battersi contro l'ingiustizia. Accade nel terribile inverno 1954: l'abbe' Pierre mobilita la Francia per i suoi senzatetto e ottiene non solo il necessario per la sopravvivenza, ma una legge che promuove abitazioni di emergenza. Quando lo incontrai nel 1999 per i 50 anni di Emmaus, mi racconto' un aneddoto che non ho dimenticato. "Anni fa, il sindaco di Parigi sembrava deciso nel volerci cacciare. Andai da lui e gli dissi: lei e' come un leone, detiene il potere, mentre noi di Emmaus siamo insetti che vengono dall'immondizia. Ma non si e' mai visto il leone riuscire ad acciuffare gli insetti; mentre questi, se vogliono, possono infastidire il re della foresta. Nella nostra debolezza siamo piu' forti dei potenti". Gli chiesi cosa augurasse ad Emmaus per gli anni a venire. Mi rispose: "Che gli insetti continuino a dar fastidio al leone. In nome e per conto dei poveri". |