Una BioBibliografia A cura della redazione di La Nonviolenza e in Cammino Pat Patfoort, antropologa e biologa, e' impegnata nei movimenti nonviolenti e particolarmente nella formazione alla nonviolenza. Dal sito del Centro documentazione scuola dell'infanzia (www.centrodocumentazione.net) riprendiamo la seguente scheda: "Antropologa fiamminga belga e' docente, trainer e mediatrice a livello internazionale nel campo della trasformazione e della gestione nonviolenta dei conflitto sulla base di un approccio teorico da lei stessa elaborato; e' autrice di diversi libri e articoli, tradotti in varie lingue; e' cofondatrice e direttrice del Centro per La gestione nonviolenta del conflitto "De Vuurbloem" ("Il fiore di fuoco") a Brugge-Bruges, in Belgio. Tiene lezioni e conferenze in molte Universita' del mondo (Belgio, Italia, Olanda, Svezia, Spagna, Stati Uniti, Russia, ecc.); lavora con una grande varieta' di gruppi sia a livello educativo (con bambini, adolescenti, genitori, insegnanti, educatori), sia con adulti in situazioni di conflitto (relazioni familiari, colleghi di lavoro, prigionieri); ha svolto attivita' di facilitazione anche in progetti di dialogo e riconciliazione tra gruppi etnici in conflitto, come in Caucaso, Kossovo, Rwanda, Congo e Senegal; ha lavorato in collaborazione con i quaccheri, con organizzazioni cattoliche come Pax Christi o la Caritas, con istituzioni come l'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), il Consiglio d'Europa, il Ministero degli affari esteri belga e le Nazioni Unite". http://www.patpatfoort.be/ Pat Patfoort e' oggi una delle piu' note e apprezzate formatrici alla nonviolenza. Il suo approccio, particolarmente semplificato, ha il vantaggio di essere immediatamente comprensibile ed agevolmente applicabile in varie situazioni di conflitto in cui gli attori, lo scenario e i moventi siano riducibili a posizioni chiaramente configurabili e a un numero relativamente ristretto di elementi, ed in cui un intervento di mediazione nonviolenta puo' essere di grande efficacia. In situazioni complesse, e di solito i conflitti politici, sociali e culturali sono complessi ed un ruolo decisivo in essi lo ha "l'ordine del discorso" (ovvero la catena ermeneutica attraverso cui i vari soggetti coinvolti interpretano gli eventi e le relazioni), non sempre e' facile o accettabile - e talvolta e' anzi decisamente impossibile - l'operazione riduzionista alla base dello schema e quindi conseguentemente del metodo proposto dalla studiosa e attivista belga. Qualora esso venisse adottato ed applicato in modo astratto e dogmatico vi e' anzi il rischio che certe improprie semplificazioni ed abusive banalizzazioni invece di chiarire confondano, e si rivelino astratte e subalterne, e interne a un'ideologia che per il fatto di presumersi non-ideologica non e' meno ma piu' ideologica, alienata e inadeguata. E si danno altresi' situazioni in cui il risalire a quelli che Pat Patfoort definisce "fondamenti" (intendendo le ragioni fondanti, in contrapposizione a cio' che chiama "argomenti", intendendo con tale parola le ragioni o pseudoragioni superficiali) non da' luogo al rinvenimento di motivi condivisibili, bensi' di motivi realmente ed assolutamente inaccettabili: sono situazioni come quella su cui si diede un appassionato dibattito tra Gandhi, Buber ed altri illustri amici della nonviolenza impegnati contro il nazismo. E' infatti ovviamente illusorio ritenere che sempre - o spesso - si possano raggiungere conciliazioni senza passare attraverso la lotta che sconfigge la violenza dispiegata e contrasta quanto le fa da retroterra. E' un equivoco frequente quello secondo cui la nonviolenza sia prevalentemente riconciliazione raggiungibile attraverso un'opportuna mediazione: essa e' invece fondamentalmente e decisivamente lotta: solo attraverso la lotta - la lotta nonviolenta - si raggiunge la conciliazione interumana nel caso di conflitti che abbiano alla base opposizioni reali in rapporti di effettuale dominio e oppressione (e non rapporti dialettici che possano dar luogo ad un superamento sulla base dello schema triadico di hegeliana memoria). Ma detto tutto questo, il lavoro di Pat Patfoort resta - nei limiti e con le avvertenze che abbiamo sommariamente indicato - indubbiamente di grande interesse ed utilita', ed in molti casi una sua meditata, esplicita e condivisa proposizione e applicazione in forma di persuasa e persuasiva mediazione apporta un contributo cospicuo alla interpretazione, gestione, trasformazione e fin risoluzione nonviolenta dei conflitti in una prospettiva costruttiva di coscientizzazione, di reciproco riconoscimento, di responsabilizzazione condivisa e di autentica riconciliazione. Tra le opere di Pat Patfoort: Una introduzione alla nonviolenza. Presentazione di uno schema di ragionamento, Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona 1988; Costruire la nonviolenza. Per una pedagogia dei conflitti, La Meridiana, Molfetta (Bari) 1992; Io voglio, tu non vuoi. Manuale di educazione nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2001; Difendersi senza aggredire. Il potere della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2006. |