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27 dicembre 2009

Rosa Parks, il simbolo del movimento per i diritti civili statunitensi.

Il maltrattamento che subivamo non era giusto e io era stanca di questo. Continuavo a pensare a mia madre e ai miei nonni e a quanto fossero stati forti. Sapevo che c’era la possibilità di essere maltrattata ma mi fu data l’opportunità di fare quello che pretendevo dagli altri[1994 Quit Strength].

Rosa Parks (Rosa Louise McCauley) è stata un’attivista statunitense afroamericana nonché  simbolo del movimento per i diritti civili. La sua storia pubblica inizia quando, nel 1955, rifiuta di alzarsi da un posto “per bianchi” su di un autobus e viene arrestata. Figlia di un falegname e un’insegnante di confessione metodista, frequentò una scuola rurale per poi studiare all'età di 11 anni nella Industrial School for Girls a Montgomery. Si iscrisse al college ma fu costretta ad abbandonare per prendersi cura della madre malata. Concluderà gli studi nel 1933 grazie all’esortazione del futuro marito. A quel tempo meno del 7% degli afroamericani possedevano un diploma.

Negli anni dell’infanzia si rese bene conto della segregazione che le persone di colore stavano subendo. Ogni giorno prendeva l’autobus e la separazione fra bianchi e neri era ben delimitata. “ L’autobus fu il primo segnale grazie al quale realizzai che esisteva un mondo bianco e un mondo nero”. Un altro episodio che le rese impossibile ignorare l’esistenza del razzismo fu quando vide il Ku Klux Klan marciare davanti alla sua casa e il nonno proteggere l’edificio con un fucile da caccia.

Nel 1932 sposò Raymond Parks, attivo nel movimento per i diritti civili e membro del NAACP, National Association for the Advancement of Colored People. Dopo il matrimonio Rosa ebbe numerose e diverse occupazioni, e nel 1943 divenne segretaria del presidente della sezioni di Montgomery del NAACP, dove rimarrà fino al 1957. Nell’estate del ’55, anno che segnerà la sua storia personale e quella americana, inizia a frequentare un centro educativo per i diritti dei lavoratori e l’uguaglianza razziale, la Highlander Folk School. Il primo dicembre dello stesso anno, dopo un giorno di lavoro, sale sull’autobus, paga il biglietto e si siede su di un sedile libero nel settore riservato ai neri. L’autobus inizia a percorrere la sua solita strada, ma quando ad ogni fermata sono sempre di più le persone a salire, i posti riservati ai bianchi non ci sono più. Pratica ormai consolidata dell’epoca era quella di chiedere ai neri di alzarsi dai loro sedili per lasciare il posto ai bianchi, ed anche in questo caso la pratica fu rispettata. La linea di demarcazione fra bianchi e neri fu spostata con un gesto semplice a favore dei primi. Ma Rosa Parks non si alzò. L’autista fermò l’autobus e chiamò la polizia, Rosa fu arrestata. In seguito, in un'intervista, quando fu chiesto all'attivista perché avesse deciso di non alzarsi, rispose: “volevo per una volta dimostrare quali diritti avevo come essere umano e cittadina”. Rosa Parks fu accusata di aver violato la legge razziale di Montgomery City. La notte dell’arresto, cinquanta leader della comunità afro-americana, guidati dall’allora sconosciuto pastore protestante Martin Luther King, si riunirono per decidere come reagire all’accaduto. Il giorno successivo iniziò, spontaneo, il boicottaggio dei mezzi pubblici; questa protesta durò 381 giorni, fino a quando cioè non fu rimossa la legge che permetteva la segregazione. Non mancarono reazioni violente contro il boicottatori in quel periodo.

Nel 1956 il caso Parks arrivò alla Corte Suprema degli USA, la quale all’unanimità decretò incostituzionale la segregazione sugli autobus pubblici dell’Alabama. Da quel momento, Rosa divenne un’icona del movimento dei diritti civili.

Ma perché proprio quella sera quella donna di colore, Rosa Parks, decise di reagire? Forse la risposta si trova nei molti episodi precedenti a cui aveva assistito. “ La mia resistenza di quella sera non iniziò con l’arresto… avevo già camminato a lungo per le strade di Montgomery”. Nel 1943 Rosa Parks era già stata lasciata a piedi dall’autobus per il colore della sua pelle.

Quella sera la sua lotta per i diritti civili prese una via più decisa e non solitaria. Nel febbraio 1987 Rosa fondò il Rosa and Raymond Parks Institute for Self Development, in onore del marito morto di cancro nel 1977. L’istituto, che nasce con l’intento di avvicinare i giovani afroamericani alla consapevolezza dei propri diritti civili e umani,  ha creato un tour per il paese chiamato “Sentiero per la libertà”, che esplica in modo pratico ai ragazzi il concetto di diritto e rispetto.

L’attivista ha lasciato un’importante testimonianza con la sua biografia Rosa Parks: My story, in cui spiega ai giovani i pensieri e le esperienze che l’hanno portata a non lasciare quel sedile quella sera del 1955.

Le onorificenze e i molti premi che ricevette sono la conferma del suo “ruolo” nella storia afroamericana. Nel 1979 ricevette il più alto premio del NAACP, l’anno successivo il Premio Martin Luther King ed entrò nella Michigan Women’s Hall of Fame nel 1983. Nel 1992 riceve il Premio Peace Abbey Courage of Conscience. Seguirono la Presidential Medal of Freedom,  la Congressional Gold Medal, il Detroit Windsor International Freedom Festival Award, l’Alabama Academy of Honor, la Governor’s Medal of Honor for Extraordibary Courage,  fu membro onorario di Alpha Kappa Alpha Sorority e ricevette due dozzine di dottorati dalle Università del mondo.

Rosa Parks è morta a 92 anni nel 2005, il suo funerale si è svolto all’interno della Greater Grace Temple Church e sulla sua bara fu posata la bandiera americana. La bara fu trasportata a Washington DC a bordo di un autobus simile a quello su cui Rosa aveva iniziato la sua protesta, per riposare all’interno del US Capitol Rotunda. Fu la prima donna e la seconda afroamericana ad avere questo onore. L’evento fu trasmetto in tv e 50.000 è il numero stimato di persone che resero omaggio alla salma. Per due giorni la salma rimase al Charles H. Wright Museum della storia afro americana. Fu sepolta, poi, fra la madre e suo marito a Detroit

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