Mao Valpiana Colloquia Con Alberto Perino sulla Lotta Nonviolenta in Val di Susa Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: mao@sis.it, e anche presso la redazione di "Azione nonviolenta", via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax 0458009212, e-mail: an@nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per averci messo a disposizione l'editoriale che apre il fascicolo di "Azione nonviolenta" di dicembre 2005. Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nello scorso mese di giugno ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 di questo notiziario. Alberto Perino, gia' animatore del Gruppo valsusino di azione nonviolenta, e' uno degli animatori del movimento che si oppone al devastante progetto Tav in Val di Susa In Val di Susa c'e' un esemplare movimento di resistenza nonviolenta. L'intera popolazione valligiana si oppone al progetto di una nuova linea ferroviaria ad alta velocita' che dovrebbe collegare Torino a Lione. Nelle ultime settimane, per bloccare l'inizio dei lavori di carotaggio del territorio, c'e' stato un crescendo di mobilitazione, fino allo sciopero generale e totale di tutta la Valle il 16 novembre, con una marcia di otto chilometri alla quale hanno partecipato dalle 50 alle 70.000 persone. Praticamente tutti gli abitanti si riconoscono nel movimento No Tav e hanno adottato la nonviolenza come metodo per difendere il loro futuro in Valle. Per tutta risposta il governo, che vuole fortemente realizzare l'opera a partire dalla costruzione della galleria di 53 chilometri sotto le montagne valsusine, ha militarizzato il territorio, per permettere alle ditte di iniziare i lavori di trivellazione per preparare lo scavo. La reazione popolare e' stata unanime. Si sono attuati ovunque nella Valle dei presidi che sono diventati luoghi di aggregazione in cui si leggono i giornali, ci si scambiano informazioni, si discute di politica, si preparano castagnate. Luoghi di democrazia partecipata che - essendo prati e campi - sono stati attrezzati per resistere al freddo invernale. Questa sollevazione e' di tutte le forze politiche della Valle (tutti i Consigli comunali hanno deliberato all'unanimita' contro l'opera): anche i parroci sono nei presidi; e' stata costruita un'edicola spostabile con la statua della Madonna del Rocciamelone che accompagna i manifestanti su tutti i luoghi di lotta. Giovani e anziani, donne e uomini hanno sempre rispettato la scelta di nonviolenza. Abbiamo sentito Alberto Perino, che fu animatore del Gruppo valsusino di azione nonviolenta (in sigla: Gvan), ed ora, che e' pensionato bancario, e' uno degli esponenti di punta del movimento. * - Mao Valpiana: Dunque la nonviolenza e' l'elemento costitutivo del movimento No Tav. Possiamo dire che c'e' una continuita' storica con la presenza a Condove, all'inizio degli anni '70, del Gruppo valsusino di azione nonviolenta? - Alberto Perino: I semi germogliano. Non rivendichiamo l'esclusiva primogenitura, ma certamente il Gruppo valsusino di azione nonviolenta di Condove e' stato uno degli attori che ha fatto crescere e maturare la coscienza della Valle. Molti altri elementi hanno contribuito; in Valle durante la guerra ci fu un importante movimento di resistenza antifascista; in quegli anni il direttore didattico nella nostra scuola era un certo Carlo Carretto; poi c'e' stato un forte movimento sindacale; e poi figure importanti come Achille Croce (il primo operaio obiettore) e don Giuseppe Viglongo, fondatore del giornale "Dialogo in Valle". E poi voglio segnalare, seppur in negativo, che in Valle abbiamo avuto una significativa presenza di lotta armata negli anni '70. Alcuni di coloro che fecero la scelta terrorista, hanno poi riconosciuto gli errori, hanno pagato i debiti con la giustizia, sono cambiati ma non se ne sono andati, e oggi partecipano attivamente alla nostra lotta nonviolenta. Insomma, nella terra di questa Valle non e' mancato il sale. * - Mao Valpiana: Come pensate di rispondere alla militarizzazione in atto del vostro territorio? - Alberto Perino: La presenza massiccia di polizia e carabinieri nei nostri paesi, che limitano la liberta' di movimento, e' un fatto gravissimo. Dopo l'ottima prova dello sciopero generale in Valle, penso che dovremo considerare la possibilita' di utilizzare altre tecniche della nonviolenza anche piu' radicali, fino allo sciopero della fame. * - Mao Valpiana: Come spieghi il successo della vostra azione? - Alberto Perino: Noi abbiamo un vantaggio. Siamo partiti molto presto e non abbiamo aspettato di trovarci davanti al fatto compiuto. La nonviolenza ci insegna che e' meglio prevenire prima, piuttosto che protestare dopo. La nostra lotta inizia nel 1989, quando Tav era solo uno slogan. Abbiamo un gruppo di docenti del Politecnico che ci offre da allora tutto il supporto scientifico. Siamo sempre preparati, in anticipo rispetto alle mosse di chi propone l'alta velocita' devastante. Muoversi solo all'arrivo delle ruspe sarebbe perdente. Per questo abbiamo iniziato prima dell'avvio dei lavori. Vogliamo stare sempre un passo avanti. * - Mao Valpiana: Come pensate di proseguire? - Alberto Perino: Alcuni sindaci hanno proposto una "tregua olimpica", in vista dei giochi invernali del 2006. Ma naturalmente questa moratoria deve valere per tutti. Devono ritirarsi le trivelle, e noi ritiriamo i presidi. Tutti un passo indietro. * - Mao Valpiana: Cosa chiedete all'opinione pubblica? - Alberto Perino: Chiediamo solidarieta' a tutti. La nostra non e' una lotta localistica. In gioco non e' solo il futuro della nostra Valle. Stiamo parlando di sperpero di denaro pubblico, di distruzione di risorse naturali, di distruzione del territorio italiano. Dalla Val di Susa contro il Tav, allo stretto di Messina contro il Ponte, e' la stessa lotta. Dobbiamo salvare il futuro di tutti, con la nonviolenza. |