Contro la Violenza di Davide Melodia Da "La nonviolenza e' in cammino" n. 187 La nonviolenza, da Gandhi a Martin Luther King a Capitini, ha significato molto piu' che il rifiuto della guerra. Sebbene questa sia il massimo esercizio tragico della violenza, ed al momento rappresenti una enorme e distruttiva realta' in vari continenti, e' ancora solo una parte della violenza contro cui ci ergiamo. Essa puo' precedere, accompagnare o seguire una serie di violenze organizzate, puo' provocarle, tradurle in atto, sommarle. Talvolta, mentre altre forme di violenza si abbattono su vittime di ogni categoria umana, e non solo, la guerra e' latente e cova tra le file delle Forze Armate dei Paesi che le addestrano per la "Difesa della Patria". E cosi', mentre le forze finalizzate alla violenza armata si preparano all'uopo, altre cento, sotto forma di potere politico, economico, religioso esercitano, ovunque hanno ottenuto spazio di manovra, la loro distruttiva e comunque coercitiva capacita'. - Abbiamo quindi forme di violenza che occupano ogni modulo educativo per formare o deformare le coscienze dei discenti; - abbiamo forme di violenza sociale che stravolgono la natura stessa degli organismi sindacali, politici, della giustizia e dei diritti umani; - abbiamo forme di violenza nel monopolio dell'informazione. Per non parlare di quelle forme di violenza che, sfruttando a fondo le risorse di Paesi tecnologicamente sottosviluppati, li portano ad abissi di debito economico tali da renderli schiavi dei Paesi ricchi. Ed ecco diffondersi, a motivo della violenza iniziale prodotta dai Paesi forti, problemi insolubili di fame, di sete, di disoccupazione, di degrado ambientale e sociale di intere comunita' umane. Dalla violenza delle nuove forme di colonialismo, di imperialismo militare, economico e culturale, procedono le ondate inarrestabili delle emigrazioni e le conseguenti reazioni di chi nega ai profughi, ai perseguitati, ai disperati ogni elemento di diritto, di asilo, di educazione, di liberta'. Ad antiche forme di violenza se ne sono sostituite altre, che comportano egualmente pena di morte, persecuzioni, torture, prigionia, genocidi, schiavitu' - visibili e invisibili - attuati sia in Paesi che si considerano civili sia in Paesi che sono considerati barbari. Questi e mille ulteriori atti di violenza su adulti e bambini, anche questi ultimi sottoposti a emarginazione, a prigionia, a tortura, all'uso delle armi, al lavoro minorile, e in modo particolare soggetti alla pedofilia, sono e devono essere oggetto della nostra lotta nonviolenta. |