Il Sinistro Scenario Mondiale di Davide Melodia Tratto da "La nonviolenza e' in cammino" n. 262 Fino a ieri i cittadini dei Paesi occidentali potevano realisticamente dire: "nubi minacciose si addensano nel cielo del mondo", pensando alle guerre nel resto del pianeta Terra, provocate, foraggiate e armate dai propri governi e dai fabbricanti di armi. Tali guerre non li riguardavano salvo che economicamente. Al contempo, dove guerre non c'erano, cercavano, assimilavano e sfruttavano nel terzo mondo le fonti di petrolio ed ogni prodotto del sottosuolo o della superficie, utilizzando mano d'opera locale a basso costo, e perfino lavoro minorile, vendendo il tutto in occidente e altrove col massimo profitto. I problemi non mancavano, quali l'urbanizzazione delle masse contadine, col conseguente abbandono di terre coltivabili; l'esplosione demografica, col conseguenze disequilibrio delle masse umane; le crisi politiche, sociali, economiche, dovute alla caduta di regimi e di sistemi fondati sulle ideologie; l'avvento e il dilagare di un neocapitalismo liberista, e la crescente disoccupazione risultante da questo e dalle invenzioni e trasformazioni tecnologiche; l'arrivo massiccio, imprevisto e irrefrenabile di immigrati dalla aree povere del mondo - o in stato di guerra o di conflitti etnici, religiosi, politici interni -, nei ricchi paesi occidentali; la crescita progressiva del divario economico tra Nord e Sud del mondo; l'inquinamento dei tre regni della natura, piu' l'aria ed altre componenti del globo terracqueo. Ed ecco che, all'alba del terzo millennio dell'era cristiana - si fa per dire - altre nubi, sinistre, cupe, e piu' che minacciose in quanto segni reali di due uragani, dal nome tragico di terrorismo su larga scala e di risposta armata al terrorismo, figli a loro volta dello sfruttamento e di una mentalita' antica, dura a morire: il ricorso alla guerra santa. Sia i terroristi infatti, che i loro degni corrispettivi, con nomi diversi, invocano tale guerra, e la santificano nella terminologia e nella propaganda, in modi diversi ma equivalenti, senza tenere in alcun conto le sofferenze inaudite delle masse umane sul cui capo cade la lama micidiale della loro violenza. In questo scenario mondiale, improvvisamente aggravatosi in poche settimane, occorrono urgenti risposte, diverse dalla violenza, mediante forme di prevenzione del terrorismo e di rinuncia alla risposta bellica. L'occidente doveva e deve porre in essere, in quanto e' capace di farlo, atti intelligenti e concreti di intervento sociale, economico e umanitario, tempestivi e massicci, accettando in partenza il fatto che occorrera' molto tempo perche' tutto cio' produca effetti positivi e irenici. La risposta bellica richiederebbe altrettanto e piu' tempo, e dopo non lascerebbe frutti positivi, ma solo morte, distruzione e disperazione. E cio' non solo per una visione irenica e generosa della vita, ma soprattutt o per una corretta e intelligente assicurazione di un futuro che il puro egoismo puo' negare alle prossime generazioni. E cioe': I. Sul piano dell'economia e su quello socio-politico: - Ripensare la globalizzazione, per correggerne gli effetti distorti che arrecano ulteriori squilibri economici e sociali nei Paesi del terzo mondo, prevedendo in alternativa forme di assistenza tecnica, umanitaria ed egualitaria nel rispetto dei diritti umani globali. - Intervenire sulle economie del terzo mondo, che hanno accumulato debiti insolubili con le banche occidentali, mediante la riduzione o la cancellazione dei loro debiti, si' da non essere costretti a svendere i prodotti del suolo e del sottosuolo, e parte dei loro territori ad economie fiorenti. - Tenere in considerazione la proposta della Tobin Tax che, incidendo in modo lieve sulle transazioni internazionali, permette il coacervo di una immensa somma disponibile per interventi di solidarieta'. II. Sul piano dell'ecologia mondiale: - Ricercare le cause dell'"effetto serra", del buco dell'ozono, degli uragani, della desertificazione avanzante, fra cui il disboscamento di foreste tropicali e non, e rimuoverle con uno sforzo globale, fra cui il rispetto dell'Accordo di Kyoto. - Interrompere le ricerche biotecnologiche laddove, mediante prodotti transgenici, quali gli OGM, incidono sulla naturalita' dei cibi, ed hanno riflessi negativi sulla salute di esseri umani e di animali. - Ridurre progressivamente l'uso di energie pesanti, inquinanti ed esauribili, quali il petrolio e l'energia nucleare, per introdurre energie pulite, rinnovabili, inesauribili e non inquinanti, come l'energia solare, che inoltre non incidono negativamente sulle fragili economie del terzo mondo. III. Sul piano della guerra e della pace: - Bloccare immediatamente ogni intervento bellico dei Paesi occidentali contro ogni Paese del terzo mondo, quali che siano le sue presunte responsabilita'. - Bloccare la vendita di armi e di tecnologie belliche a qualsiasi Paese del terzo mondo. - Bloccare la produzione di qualsiasi arma biologica, chimica o batteriologica, e la loro vendita a Paesi del terzo mondo, distruggendo le riserve delle stesse nei Paesi occidentali. - Bloccare la produzione di armi nucleari e di bombe a contenuto nucleare. - Ridurre gli eserciti nazionali e la loro potenza distruttiva nei Paesi occidentali, e mettere reparti degli stessi a disposizione dell'Onu o di organismi internazionali controllabili. - Autorizzare e legalizzare in tutti i Paesi occidentali, ed in quelli che sono disponibili, l'obiezione di coscienza al servizio militare, e realizzare la formazione di un servizio civile non armato, addestrato ad intervenire per operazioni di soccorso in zone di conflitto o ad alto rischio di conflitto. - Prendere in seria considerazione i principi e la prassi della nonviolenza attiva, che puo', in una vasta gamma di situazioni, ovviare il rischio di conflitti, interromperli mediante l'intermediazione con corpi civili disarmati, la mediazione, il dialogo, le ambasciate di pace. |