Un testo trovato nel computer di Langer, datato 4 marzo 1990
http://palabre.altervista.org
Cosa ci può realmente motivare?
Cambiare il mondo o salvaguardarlo?
Solidarietà come autocompiacimento?
Abbandonare la radicalità?
Etica della rivoluzione?
Conseguenze della rivoluzione nonviolenta all'est
Navigare a vista?
Esiste da qualche parte una linea di demarcazione tra amici e nemici?
A chi ci si può affidare?
Esiste un'ascesi che uno aiuta e uno forgia?
Negare se stessi - credibile o pericoloso (disumano, burocratico, ipocrita)?
Cosa ti dice il sud del mondo? Solo cattiva coscienza?
Perché cercare la salvezza altrove (perché poi dover andare lontano...)?
Vivresti effettivamente come sostiene si dovrebbe vivere?
Passeresti il tuo tempo con coloro ai quali rivolgi la tua solidarietà?
Professionalità. Potresti vivere anche senza politica?
Ti sei davvero domandato cosa ti procura e ti ha procurato?
Altruismo/egoismo?
Quali costanti?
Quali sintesi (p. es. giustizia, pace, salvaguardia del creato)?
Cosa faresti diversamente?
Potenzialità della disobbedienza civile...
Tu che ormai fai "il militante" da oltre 25 anni e che hai attraversato le esperienze del pacifismo, della sinistra cristiana, del '68 (già "da grande"), dell'estremismo degli anni '70, del sindacato, della solidarietà con il Cile e con l'America Latina, col Portogallo, con la Palestina, della nuova sinistra, del localismo, del terzomondismo e dell'ecologia - da dove prendi le energie per "fare" ancora?