Sogni Non Realizzati
di Martin Luther King

[Nuovamente riproduciamo il seguente testo e nuovamente ringraziamo Fulvio Cesare Manara per averci messo a disposizione l'antologia di scritti e
discorsi di Martin Luther King da lui curata, Memoria di un volto: Martin
Luther King, Dipartimento per l'educazione alla nonviolenza delle Acli di
Bergamo, Bergamo 2002, che reca traduzioni di discorsi e scritti del grande
maestro della nonviolenza. Il testo seguente e' quello del sermone
pronunciato nella chiesa battista di Ebenezer, ad Atlanta, il 3 marzo 1968]


Immagino che uno dei grandi tormenti della vita sia che non smettiamo mai di cercare di terminare quel che non puo' essere terminato. Ci viene imposto di farlo. E cosi' anche noi, come Davide, in tante circostanze della vita
dobbiamo arrenderci ai fatti: i nostri sogni non si sono realizzati.
La vita e' una serie continua di sogni infranti. Il Mahatma Gandhi si e'
adoperato per anni e anni per l'indipendenza del suo popolo. Ma Gandhi ha
dovuto arrendersi al fatto di essere stato assassinato e di morire con il
cuore spezzato, perche' il paese che voleva unificare alla fine e' stato
diviso fra India e Pakistan, in conseguenza del conflitto fra indu' e
musulmani.
Woodrow Wilson sognava una Lega delle Nazioni, ma e' morto prima che la
promessa fosse esaudita.
L'apostolo Paolo a un certo punto dice di voler andare in Spagna. Era il suo
sogno piu' grande, portare il vangelo in quella regione. Paolo non e' mai
andato in Spagna; e' finito nella cella di un carcere a Roma. Cosi' e' la
vita.
Tanti fra i nostri antenati cantavano canti di liberta'. E sognavano il
giorno in cui sarebbero potuti uscire dalla schiavitu', dalla lunga notte
dell'ingiustizia. E cantavano certe piccole canzoni: "Nessuno sa i guai che
ho patito, nessuno lo sa, soltanto Gesu'". Pensavano a giorni migliori e
accarezzavano il loro sogno. E dicevano: "Sono tanto felice, perche' i
dolori non durano per sempre. Tra poco, tra poco, potro' deporre il mio
pesante fardello" (1). E cantavano cosi' perche' avevano un sogno grande e
potente; ma molti di loro sono morti senza vederlo realizzato.
E ciascuno di voi, in un certo modo, sta costruendo una specie di tempio.
La lotta c'e' sempre. Ogni tanto ci fa perdere di coraggio. Ogni tanto
diventa molto deludente. Alcuni di noi cercano di costruire un tempio della
pace. Facciamo dichiarazioni contro la guerra, protestiamo, ma e' come se
con la testa volessimo abbattere un muro di cemento. Sembra che non serva a
niente. E molto spesso, mentre si cerca di costruire il tempio della pace si
rimane soli; si resta scoraggiati; si resta smarriti.
Ebbene, cosi' e' la vita. E quel che mi rende felice e' che attraverso la
prospettiva del tempo riesco a sentire una voce che grida: "Forse non sara'
per oggi, forse non sara' per domani, ma e' bene che sia nel tuo cuore. E'
bene che tu ci provi". Magari non riuscirai a vederlo. Il sogno puo' anche
non realizzarsi, ma e' comunque un bene che tu abbia un desiderio da
realizzare. E' bene che sia nel tuo cuore.
*
Adesso, lasciatemi aggiungere un altro punto. Ogni volta che vi accingete a
costruire un tempio creativo, di qualunque genere sia, dovete accettare il
fatto che nel cuore dell'universo esiste una tensione tra bene e male.
L'induismo descrive questa situazione come una lotta fra illusione e
realta'. La filosofia platonica la descriveva come una lotta fra il corpo e
l'anima. Lo zoroastrismo, una religione antichissima, la descriveva come una
tensione fra il dio della luce e il dio delle tenebre. Il giudaismo
tradizionale e il cristianesimo la descrivono come una tensione fra Dio e
Satana. Comunque vogliate chiamarla, nell'universo esiste la lotta fra il
bene e il male.
Ebbene, non si tratta di una lotta collocata da qualche parte laggiu', nelle
forze esterne dell'universo, e' una lotta strutturale alla nostra stessa
vita. Gli psicologi hanno cercato di affrontare la questione alla loro
maniera, e quindi la descrivono in vari modi. Secondo Freud, questa tensione
e' la tensione fra quelli che egli chiama Es e Super?io. Alcuni di noi
pensano che sia una tensione fra Dio e l'uomo.
Comunque, in ciascuno di noi, c'e' una guerra in corso. E' una guerra
civile. Non conta chi sei, non conta dove vivi, nella tua vita c'e' una
guerra civile in corso.
E ogni volta che tu ti disponi a essere buono, qualcosa ti strattona, ti
dice di essere malvagio. Succede nella tua vita. Ogni volta che ti
predisponi ad amare, qualcosa comincia a tirarti dalla sua parte, cercando
di farti arrivare a odiare. Ogni volta che vorresti essere buono e dire cose
gentili sugli altri, qualcosa ti spinge a essere geloso e invidioso e a
diffondere malignita' sul loro conto. C'e' una guerra civile in corso.
In tutti noi esiste una sorta di schizofrenia, come la chiamerebbero gli
psicologi e gli psichiatri. E a volte tutti noi in qualche modo sappiamo di
avere dentro un mister Hyde e un dottor Jekyll. E alla fine dobbiamo
esclamare, insieme a Ovidio, il poeta latino: "Vedo le cose migliori della
vita e le approvo, ma quelle che faccio sono le cose malvagie". Alla fine ci
tocca essere d'accordo con Platone, e dire che l'indole dell'uomo e' come un
uomo che guida un carro con due cavalli testardi, ciascuno dei quali vuole
andare in una direzione diversa. Oppure, a volte ci tocca esclamare
addirittura, come fa sant'Agostino nelle Confessioni: "Signore, purificami,
ma non subito" [Confessioni, lib. VIII, cap. 7]. Alla fine, ci tocca
esclamare con l'apostolo Paolo: "E cosi' non faccio quel bene che voglio;
faccio invece il male che non voglio" [Rm, 7, 19]. Oppure, alla fine
dobbiamo dire con Goethe che "in me c'e' stoffa sufficiente per un
galantuomo e per un farabutto".
Nel cuore della natura umana esiste una tensione: e ogni volta che ci
disponiamo a sognare i nostri sogni o a costruire i nostri templi, dobbiamo
essere cosi' onesti da riconoscerlo.
*
In ultima analisi, Dio non ci giudica per i singoli incidenti o per i
singoli errori che commettiamo, ma per la tendenza generale della nostra
vita. In ultima analisi, Dio sa che i suoi figli sono deboli e sono fragili.
In ultima analisi, quel che Dio chiede e' che il vostro cuore sia retto.
E' la questione che vorrei sollevare con voi: il vostro cuore e' retto? Se
non lo e', raddrizzatelo oggi; chiedete a Dio di raddrizzarlo. Fate che di
voi si possa dire: "Magari non avra' raggiunto la vetta piu' alta, magari
non avra' realizzato tutti i suoi sogni, pero' ha tentato". Non e' forse
meraviglioso che si possa dire di voi una cosa simile? "Ha tentato di essere
un uomo buono. Ha tentato di essere un uomo giusto. Ha tentato di essere un
uomo onesto. Aveva buon cuore". E mi sembra di sentire una voce che
attraverso l'eternita' grida: "Io ti accetto. Tu hai ricevuto la mia grazia
perche' era nel tuo cuore. Ed e' molto bene che fosse nel tuo cuore".
Non so per quanto riguarda voi, ma io posso rendere una testimonianza. Non
e' il caso che andiate a dire in giro che Martin Luther King e' un santo. No
davvero. Stamani voglio che sappiate che sono un peccatore come tutti i
figli di Dio. Pero' voglio essere un uomo buono. E un giorno voglio sentire
una voce che mi dice: "Ti accolgo e ti benedico, perche' hai tentato. E'
bene che cio' fosse nel tuo cuore".
*
Note
1. King cita due celebri esempi della tradizione spiritual: Nobody Knows e
By and By.




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