Rachel Corrie A cura della Redazione di La Nonviolenza e in Cammino Molte notizie e documenti di e su Rachel Corrie (1979-2003) sono reperibili nel sito www.rachelcorrie.org Rachel Corrie, giovane pacifista nonviolenta americana, nata a Olympia (Washington) nel 1979, impegnata nell'associazione umanitaria International Solidarity Movement come osservatrice per i diritti umani e in azioni di accompagnamento ed interposizione nonviolenta, il 16 marzo 2003 veniva uccisa da un bulldozer dell'esercito israeliano a Rafah, nella striscia di Gaza, mentre cercava di impedire l'abbattimento di una casa interponendo il proprio corpo. Aveva 23 anni. Le seguenti e-mail di Rachel Corrie sono state rese pubbliche dalla sua famiglia e dai suoi amici subito dopo la sua morte. Le abbiamo riprese dal sito www.obiezione.it che a sua volta le ha ripresa dal quotidiano "Il manifesto" del 31 marzo 2003, nella traduzione dall'inglese a cura di Miguel Martinez, Lucia De Rocco, Silvia Lanfranchini, Nora Tigges Mazzone, Andrea Spila, dei "Traduttori per la pace". Sono lettere di una giovane generosa impegnata a recare umana solidarieta' e ad opporsi all'ingiustizia con la forza della nonviolenza in una realta' tremenda. Vanno lette come una preziosa testimonianza, e se qualche espressione potesse sembrare inadeguata o inesatta o insufficiente si consideri che si tratta appunto di lettere familiari, e che la profonda verita' che esse recano e' appunto nella loro nuda umanita'. Persuasi come siamo che al popolo palestinese e al popolo israeliano deve essere offerta tutta la nostra solidarieta', e che ambedue hanno diritto a vivere in un proprio stato, lo stato di Palestina e quello di Israele, in pace, sicurezza e benessere; e che le conseguenze degli errori e degli orrori commessi dai governi e dalle leadership israeliane e palestinesi del passato e del presente non devono ricadere sulle popolazioni provocando ulteriori indicibili sofferenze in una atroce catena di sangue e dolore; e che solo con il dialogo e la scelta della comprensione, solo con il ripudio di tutte le uccisioni e di tutte le sopraffazioni, solo con la scelta del riconoscimento e della convivenza, in un comune cammino delle vittime e degli eredi delle vittime verso la costruzione della pace si potra' creare un futuro di liberta', felicita' e solidarieta' per tutti; e che li' come ovunque occorre scegliere la nonviolenza e sostenere quanti sulla via della nonviolenza si sono gia' posti; di tutto cio' persuasi, valga questa testimonianza come segnavia di una fraternita' e sororita' che a tutti gli esseri umani si offre e si affida. |