La Nonviolenza in Cammino Numero 917 del 19 agosto 2009
10. MEMORIA.
Anna Bravo Ricorda Maria Occhipinti

[Riproponiamo ancora una volta il seguente testo di Anna Bravo
originariamente apparso nell'ampio lavoro collettaneo, a cura di Eugenia
Roccella e Lucetta Scaraffia, Italiane, 3 voll., Roma 2004 (nel volume
terzo, alle pp. 206-207).
Per un accostamento alla figura di Maria Occhipinti, dalla tesi di laurea di
Silvia Ragusa, "Maria Occhipinti: una ribelle del Novecento" (sostenuta
all'Universita' di Catania nell'anno accademico 2003-2004, disponibile nel
sito www.tesionline.it) riportiamo per stralci la seguente utile
bibliografia: a. Opere di Maria Occhipinti: Monito alle donne siciliane, in
"La comune anarchica", Siracusa 1947; Chi sono i colpevoli della
prostituzione?, In "Anarchismo", Napoli, numero unico maggio-marzo
1950-1951; Una donna di Ragusa, prefazione di Paolo Alatri e nota di Carlo
Levi, Landi Editore, Firenze 1957; Una donna di Ragusa, prefazione di Enzo
Forcella, Feltrinelli, Milano 1976; Lettera a Feliciano Rossitto, in
"L'Unita'", 5 maggio 1977; Mani in alto e fuori la terra!, in "L'Europeo", 8
novembre 1979; Sull'ospedale civile di Ragusa, in "Sicilia Libertaria", anno
IV, n. 15, novembre 1980; I terremoti, quelli creati dallo Stato, in "Lotta
Continua", 12 dicembre 1980; Una donna di Ragusa, nota di Carlo Levi,
Sellerio, Palermo 1993; Il carrubo ed altri racconti, introduzione di Gianni
Grassi, Sellerio, Palermo 1993; Una donna libera, nota di Marilena Licitra,
Sellerio, Palermo 2004. b. Studi critici in libri e riviste: Addonizio
Michele, Una donna contro il governo, la chiesa, la guerra, in "Lotta
Continua", 22 novembre 1979; Anonimo, A "Donna di Ragusa" di Maria
Occhipinti il premio Brancati, in "Corriere della Sera", 30 dicembre 1976;
Antoci Franca, Maria, la Pasionaria di Ragusa, in "La Sicilia", 8 marzo
1994; Eadem, Nelle lettere ai grandi la rabbia della ribelle, in "La
Sicilia", 8 marzo 1994; Asciolla Enzo, La Sicilia esca dal suo "letargo", in
"Gazzetta del Sud", 31 dicembre 1976; Barone Laura, Maria Occhipinti. Storia
di una donna libera, Sicilia Punto L, Ragusa 1984; Eadem, Il carrubo ed
altri racconti della ragusana Maria Occhipinti, in "Ragusa Sera", 17 luglio
1993; Eadem, Maria Occhipinti, in Rivolta e memoria storica. Atti del
convegno 1945-1995: le sommosse contro il richiamo alle armi, cinquant'anni
dopo, Sicilia Punto L, Ragusa 1995; Eadem, Una donna di Ragusa: Maria
Occhipinti, in Nella Sicilia del passato tra figure femminili e vecchi
mestieri, Fidapa, Distretto Sicilia 2002; Eadem, Maria Occhipinti, in Tra
terra e cielo. Due secoli di storia iblea al femminile, Donna e Comunita',
Ragusa 2002; Bonina Gianni, Dalla Russia con dolore, in "La Sicilia", 1
aprile 1995; Bravo Anna, La ribelle di Ragusa messa in galera dagli
antifascisti, in "Liberal", 21 maggio 1998; Calapso Jole, Donne ribelli,
Flaccovio, Palermo 1980; Cambria Adele, Un'isola di rabbia, in "Il
Messaggero", 5 luglio 1976; Catalfamo Antonio, Scrittori umanisti e
"cavalieri erranti" di Sicilia, Sicilia Punto L, Ragusa 2001; Chemello
Adriana, Una donna di Ragusa, in "Azione nonviolenta", novembre-dicembre
1976; Eadem, Una donna contro la guerra, in "Azione nonviolenta",
novembre-dicembre 1981; Cotensin Ismene, Maria Occhipinti e la rivolta di
Ragusa (gennaio 1954): un percorso intellettuale, politico e letterario,
Sicilia Punto L, Ragusa 2003; D'Aquino Alida, Maria Occhipinti, in Sarah
Zappulla Muscara' (a cura di), Letteratura siciliana al femminile: donne
scrittrici e donne personaggio, Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta,
1987; D. S., Una donna di Ragusa - veicolo al verbo comunista, in "Avvenire
Ibleo", 22 febbraio 1958; Giarratana Letizia, Ciao Compagna, in "Sicilia
Libertaria", XX anno, n.146, Ragusa, settembre 1996; Giubilei Giuliano, Lo
Stato ruba la terra ai contadini ragusani, in "Paese Sera", 25 gennaio 1980;
G. V, Occhipinti-Cambria: meta' premio per ciascuna, in "Espresso Sera", 31
dicembre 1976; Mafai Simona, Le siciliane, in AA. VV., Essere donna in
Sicilia, Editori Riuniti, Roma 1976; Marzocchi Umberto, Un documento umano: una donna di Ragusa, in "Umanita' Nova", 3 ottobre 1957; Mughini Giampiero, Essere donna a Ragusa nel 1945, in "Paese Sera", 3 gennaio 1977; Nicolosi Casimiro, Le donne protagoniste al "Brancati-Zafferana", in "La Sicilia", 28 dicembre 1976; Santi Correnti, Donne di Sicilia, Tringale Editore, Catania 1990; Stajano Corrado, Una donna di Ragusa, in "Linus", n.10, ottobre 1976; Seroni Adriano, Una donna di Ragusa, in "L'Unita'", 17 settembre 1957;
Simonelli Giovanni, Una donna di Ragusa, in "6 gennaio 1945", Ragusa, maggio 1976; Teodori Maria Adele, La pasionaria di Ragusa, in "L'Europeo", 8
novembre 1979; c. Opere storiche d'inquadramento: AA. VV., Rivolta e memoria storica. Atti del convegno 1945-1995: le sommosse contro il richiamo alle armi, cinquant'anni dopo, Sicilia Punto L, Ragusa 1995; La Terra Giovanni, Le sommosse nel ragusano: dicembre 1944 - gennaio 1945, Sicilia Punto L, Ragusa 1980; Mangiafico Antonio, Gurrieri Pippo, Non si parte! Non si parte!
Le sommosse in Sicilia contro il richiamo alle armi, Sicilia Punto L, Ragusa
1991; Mangiamieli Rosario, La regione in guerra 1943-1950, in Storia
d'Italia. Dall'unita' a oggi: la Sicilia, Einaudi, Torino 1987; Nicolosi
Salvatore, Sicilia contro Italia (il separatismo siciliano), Tringali
Editore, Catania 1981; Nobile Giuseppe, Questi miserabili, S. E. I., Genova
1953; Ragionieri Ernesto, La storia politica e sociale, in Storia d'Italia.
Dall'unita' ad oggi, tomo III, Einaudi, Torino 1976; Romano Giosue' Luciano,
Moti rivoluzionari nel ragusano: dicembre 1944 - gennaio 1945, Sicilia Punto
L, Ragusa 1998. d. Altri saggi letterari: (...) [sono segnalati testi di
riferimento non specifici di Salvatore Battaglia, Italo Calvino, Franco
D'Intino, Danilo Dolci, Marizano Guglielminetti, Carlo Levi, Carlo Salinari,
Manfred Schneider, Leonardo Sciascia, Rocco Scotellaro, Ignazio Silone,
Carlo Varese - ndr]. e. Fonti internet, audio e video: (...) Adele Cambria,
La rivolta dei Non si parte, 17 settembre 2002, Raisat Album 2002; Silvana
Mazzocchi, Le ribelli del Novecento, 22 febbraio 2003, Raisat Album; 16
aprile 2004: Presentazione libro di Ismene Cotensin: Maria Occhipinti e la
rivolta di Ragusa (gennaio 1945). Un percosrso intellettuale, politico e
letterario, Sicilia Punto L, Sala Avis, Ragusa. Relatori: Laura Barone,
Marilena Licitra Occhipinti, Pippo Gurrieri, Ismene Cotensin; 10 luglio
2004: Intervista personale, riportata in appendice [alla tesi di laurea da
cui citiamo - ndr], con Marilena Licitra Occhipinti, Ragusa; 12 novembre
2004: Presentazione del libro postumo di Maria Occhipinti Una donna libera,
Sellerio, Centro Studi "Feliciano Rossitto", Ragusa. Relatori: Salvatore
Assenza, Laura Barone, Marilena Licitra Occhipinti, Pippo Gurrieri, presente
in sala Franco Leggio"]


Povera, combattiva, di sinistra, la giovane ragusana Maria Occhipinti
(1921-1996) non si capacitava che a chiuderla in galera in quel gennaio 1945
fosse la nuova Italia democratica e antifascista. Lei figlia di un muratore
e di una cucitrice, costretta a lasciare la scuola a dispetto dell'amore per
i libri, lei con la sua storia di sofferenze e riscatto, dall'infanzia
difficile alla guerra, da una gravidanza di stenti alla morte della bimba
appena nata, dalla ripresa degli studi all'approdo al comunismo, alle grandi
speranze all'arrivo degli americani, alle lotte contro il carovita. Quasi un
prototipo di biografia militante da portare a esempio - ma solo fino
all'inverno '44-'45, quando il governo Bonomi emana i bandi di leva per un
contingente da affiancare alle truppe alleate: al nord partigiano si addice
il volontariato, al sud toccano le cartoline rosa. Di fronte alla renitenza
generalizzata in tutto il centro-sud e nelle isole, si passa ai
rastrellamenti casa per casa e alle retate, e ne nascono scontri
violentissimi con migliaia di arresti, decine di morti e feriti. E' la
rivolta chiamata dei "non si parte", che cambia segno alla vita di Maria.
Sulla provinciale di Ragusa il 4 gennaio 1945 avanzava un camion carico di
ragazzi catturati nel popolare quartiere "Russia"; e tra la piccola folla di
donne disperate c'era lei, incinta di cinque mesi, che quattro anni prima
aveva visto partire il marito e ora, decisa a non sopportare piu' che lo
stato si impadronisca dei giovani, si stende davanti alle ruote, dando il
via alla fuga dei rastrellati. Comincia cosi' la breve epopea della citta',
e comincia la repressione giudiziaria. Identificata come leader, Maria e'
portata al confino a Ustica, dove partorisce la sua seconda bambina e
rischia di perderla per mancanza di cure, poi al carcere di Palermo. Quando
esce per amnistia, il 7 dicembre 1946, scopre che il marito l'ha
abbandonata, peregrina per molte citta', in Svizzera incontra un mondo
diverso, che le sembra piu' adulto, piu' rispettoso ed equilibrato nei
rapporti uomo/donna e che le fa apparire gli uomini siciliani "piccini,
quasi balbettanti". Resta fuori d'Italia per molti anni, mentre sulla lotta
dei "non si parte" c'e' un generale silenzio.
All'estero lavora duramente, ma trova il tempo di scrivere Una donna di
Ragusa, meta' autobiografia meta' cronaca della rivolta. Racconta i
protagonisti, studenti, donne, contadini, reduci da tutti i fronti, molti
socialisti e comunisti. Spiega che semplicemente nessuno voleva piu' saperne
di fare la guerra, tanto meno per Vittorio Emanule e Badoglio; che nessuno
credeva piu' sulla parola a chi prometteva un esercito diverso, epurato
dalle vecchie ingiustizie e gerarchie. Mostra quanto abbiano avuto torto le
forze politiche, compreso il suo partito di riferimento, il Pci, che hanno
liquidato la rivolta come frutto di manovre separatiste o di un rigurgito
fascista.
La calda simpatia di alcuni intellettuali, in primo luogo di Enzo Forcella,
non basta a creare consenso intorno a un testo scomodo e a una figura come
Maria, antifascista che disobbedisce agli ordini dell'antifascismo,
comunista dal cuore anarchico. Una donna di Ragusa resta a lungo un libro
per pochi , mentre nell'autrice si vede soprattutto l'erede delle donne di
ancien regime tante volte insorte a difesa degli interessi della comunita'.
in parte e' cosi'. Ma Maria e' anche una moderna ribelle che fa un gesto
imprevisto: molto prima che nascano l'interesse per la storia "dal basso" e
il mito della spontaneita' popolare, rivendica per se' il diritto di parola
e di giudizio disconoscendo a politici e specialisti il monopolio
dell'interpretazione. Dal suo racconto esce male la nuova Italia,
nordcentrica, sprezzante verso il sud, incapace di riconoscere le proprie
aporie e incline a vedere in ogni lotta "irregolare" un anacronismo o un
complotto; ne esce esaltata l'iniziativa personale, senza capi ne'
organizzazione. Ancora oggi, che abbiamo imparato a distinguere i diversi
dopoguerra e le diverse reazioni popolari, della difficilmente catalogabile
eroina di Ragusa nei convegni sulla Resistenza spesso ci si dimentica di
parlare.
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