Non si può racchiudere in poche righe l’emozione che suscita le lettura di questo piccolo grande libro, scritto da Mario Pavan, autore particolarmente caro a chi legge Realtà Vicentina, e dedicato alla Palestina, ai suoi territori e alla sua gente.
Scritto al termine di un breve soggiorno “sul posto” e arricchito dunque di suggestive immagini fotografiche, il libro è però quanto di più lontano si possa immaginare dal “reportage”. E’ piuttosto uno zibaldone, come spiega lo stesso Pavan nelle prime pagine, un insieme di poesie, descrizioni e riflessioni.
Pavan scrive appunti di un viaggio vero, con impressioni forti, l’impatto dei colori, dei sapori, degli odori, le facce sempre diverse delle persone, e nello stesso tempo racconta un viaggio dell’anima, un’ammissione di debolezza, una riflessione sulle radici della nostra Fede, della quale troppo spesso di ricordiamo quando ci fa comodo, noi gente privilegiata che troppo spesso tende a guardarsi vivere.
Non c’è nulla di freddo e documentaristico, nulla di preconfezionato o di scontato. Ogni riga è raccontata e vissuta con una partecipazione e una sofferenza che, al di là di quelle che possono essere le idee personali sul conflitto che da troppi anni martirizza la Palestina, sono troppo sincere per non commuovere e coinvolgere. Il ricavato dalle vendite verrà in parte devoluto ad un progetto per la Palestina.
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