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17 settembre 2004

I Massacri di Sabra e Shatila
di Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina - FPLP


Ventidue anni fa [oggi 30], tra il 16 ed il 18 settembre 1982, il popolo di Palestina ed il mondo intero, furono colpiti da un orrendo crimine: i sanguinosi massacri dei campi profughi di Sabra e Shatila a Beirut, in Libano.

A Sabra e Shatila, abitavano migliaia di rifugiati palestinesi cacciati dalla Palestina nel 1948 durante l’occupazione Sionista delle loro case e delle loro terre. Furono circondati e rinchiusi durante l’aggressione Sionista e l’occupazione di Beirut. Noi ora leviamo le nostre voci in onore di quei nostri martiri che morirono lottando per la nostra libertà nei campi di Sabra e Shatila e per la loro continua dedizione per la giustizia e la libertà.

Le forze Sioniste, sotto il comando di Ariel Sharon, prima ministro della difesa ed oggi primo ministro dello stato Sionista, hanno accerchiato i campi ormai svuotati dai combattenti della resistenza e abitati soprattutto da donne e bambini palestinesi e libanesi. A questo punto, Sharon ha ordinato l’entrata a Sabra e Shatila delle Forze libanesi, una milizia di falangisti di destra con stretti legami con gli occupanti Sionisti, e l’Esercito del Libano del Sud, l’esercito manovrato dell’entità Sionista in Libano. Per i due giorni che sono seguiti, aiutati dall’illuminazione dei razzi notturni e da altri appoggi dell’esercito Sionista che circondava i campi, queste milizie hanno torturato, stuprato ed assassinato migliaia di rifugiati palestinesi, con la piena approvazione ed appoggio degli invasori Sionisti.

Il sangue di migliaia di rifugiati palestinesi dei campi di Sabra e Shatila è rimasto impresso sulle mani di Ariel Sharon, che continua tutt’oggi il suo brutale massacro di Palestinesi.

Le radici del massacro di Sabra e Shatila sono da ricercare nel 1948 e nell’espropriazione ed espulsione di centinaia di migliaia di Palestinesi durante la colonizzazione Sionista e l’occupazione della nostra terra. I Palestinesi furono costretti a riparare in campi profughi sparsi in tutta la nazione Araba, gli furono negati i loro diritti e la loro identità, e furono le vittime designate dello sterminio di una nazione.

Dal 1948, i Palestinesi sono stati dappertutto oggetto di attacchi alle loro vite, ai loro diritti e vivono sotto costanti e barbare aggressioni; i crimini di guerra ed il massacro di Sabra e Shatila è solo uno dei più terribili esempi.

Comunque, i massacri non sono finiti il 18 settembre 1982; non si sono mai fermati e continuano tutt’oggi. Ed i crimini continueranno fino a che non verrà realizzata la vera giustizia e la liberazione per tutti i rifugiati palestinesi con il riconoscimento del diritto a ritornare nelle proprie case e terre, e finché non verranno realizzati i diritti alla liberazione nazionale, alla sovranità e all’autodeterminazione.

L’unica difesa per i rifugiati palestinesi è l’esercizio del loro fondamentale diritto al ritorno. Le migliaia di assassinati nei campi di Sabra e Shatila sono morti lottando per quel diritto, e quello è un diritto che ancora oggi è vitale e fondamentale per i Palestinesi.

Sì, il sangue ed il massacro di Sabra e Shatila sono i crimini di Ariel Sharon; ma rappresentano di più di un crimine di un solo individuo.

Sono i crimini del Sionismo, i crimini dell’entità Sionista ed i crimini del progetto Sionista basato sull’espulsione e lo sterminio del popolo palestinese. Quindi nello stesso momento in cui Ariel Sharon è un criminale di guerra, lo sono anche Ehud Barak, Benjamin Netanyahu, Shimon Peers, Yitzhak Rabin, Yitzhak Shamir, Menachem Begin, Golda Meir, ed ogni altra persona coinvolta in quel progetto razzista di sterminio ed oppressione. La sola esistenza dell’entità Sionista in Palestina è un crimine di guerra; è basata sul massacro continuo e sull’espropriazione dei Palestinesi, la rapina e lo sfruttamento continuo delle loro risorse, e la colonizzazione continua della loro terra.

Inoltre, i crimini del Sionismo, in quanto progetto di insediamento coloniale, fanno parte dei crimini commessi dall’imperialismo degli Stati Uniti nella nazione Araba ed in tutto il mondo. Così come i Sionisti ed i loro seguaci devastarono Sabra e Shatila, gli Stati Uniti ed i suoi seguaci hanno devastato Guatemala, El Salvador, Nicaragua, Angola, Mozambico, Cambogia e molte altre nazioni – nel loro piano di conquista di potere, controllo e risorse.

L’invasione Sionista del Libano ebbe la piena approvazione ed appoggio degli USA; oggi, l’entità Sionista riceve miliardi di dollari ogni anno dal governo degli USA, e continua la sua aggressione furiosa contro il popolo palestinese col patrocinio dell’imperialismo USA. Nello stesso tempo gli Stati Uniti occupano, opprimono e terrorizzano il popolo dell’Iraq, Afghanistan, Haiti, Colombia, Filippine e numerosi altri nel mondo. La brutalità ed i crimini del colonialismo Sionista e dell’imperialismo degli Stati Uniti non possono e non dovrebbero essere separati l’uno dall’altro da chi lotta contro quei crimini.

Noi stiamo lottando per la giustizia e la liberazione contro l’enorme brutalità del progetto coloniale Sionista, testimoniata a Sabra e Shatila e a Deir Yassin; a Safsaf, Lydda, Tantura e Kufr Qasem; a Qibya, Qana, Jenin, Nablus, Rafah ed in tutta la Palestina occupata. Noi ci stiamo adoperando per assicurare che crimini come quelli di Sabra e Shatila e i crimini del 1948, e tutti quelli prima, dopo e durante, non colpiscano più la nostra gente e la nostra terra; e che tutti i rifugiati palestinesi ottengano il loro pieno, incondizionato e non negoziabile diritto al ritorno alle loro case e terre d’origine.

Per ottenere la giustizia, la vittoria, la liberazione ed il ritorno, per noi è imperativo che l’unità nazionale del popolo palestinese, della sua leadership e delle sue istituzioni sia rafforzata e sviluppata. Noi abbiamo bisogno di un comando nazionale unificato, che coinvolga tutte le forze, le organizzazioni e le istituzioni Nazionali ed Islamiche di tutta la Palestina; e di rianimare la struttura dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) - dentro e fuori la Palestina - su una base democratica che comporta la rappresentanza per ogni Palestinese.

Noi guardiamo indietro con memoria ed orgoglio. Noi guardiamo avanti con costanza, sicurezza e impegno per resistere ai crimini Sionisti, per lottare per il ritorno di tutti i nostri rifugiati e per la liberazione della nostra terra.

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