90 bombe nucleari in Italia al servizio degli Usa


Nucleare, rivelazione dagli Usa
"In Italia 90 bombe atomiche"

di Lidia Menapace (Prc):
"Lo denunciamo da molto tempo"


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9 maggio 2007

90 bombe nucleari in Italia al servizio degli Usa
Ad Aviano (Pordenone) e Ghedi Torre (Brescia) 90 bombe nucleari in Italia al servizio degli Usa Tra l'altro in violazione del Trattato di non proliferazione nucleare Cinque pordenonesi citano in giudizio gli Stati Uniti

Ormai è certo: l'Italia ospita bombe atomiche Usa, ne ospita un numero cospicuo, ben 90, di cui 50 nella base di Aviano (Pordenone) e 40 nella base di Ghedi Torre (Brescia), e ciascuna di loro può distruggere diverse città come Hiroshima. La notizia, che circolava ormai da tempo, è stata confermata da un impressionante reportage trasmesso il 5 aprile scorso da Rainews24, firmato dai giornalisti Mauro Sanna, Angelo Saso e Maurizio Torrealta dal titolo "Quelle imbarazzanti 90 atomiche in giardino".

Il filmato, accessibile sul sito di Rainews24, prende le mosse dalla prima udienza che il 28 marzo scorso si è svolta presso il Tribunale di Pordenone riguardo all'azione civile intentata da cinque cittadini di quella città contro il governo degli Stati Uniti affinché le bombe atomiche custodite nella base aerea di Aviano siano rimosse al più presto dal nostro territorio.

L'azione giudiziaria, che i cinque pordenonesi hanno promosso il 22 dicembre 2005 accogliendo l'appello dell'Associazione internazionale giuristi contro le armi nucleari (IALANA), si basa sul possibile pericolo di una contaminazione radioattiva della zona e soprattutto sull'ipotesi che la presenza degli ordigni nucleari vìoli palesemente il Trattato di non proliferazione nucleare a cui l'Italia aderisce. Per il momento la causa è stata sospesa dal giudice in accoglimento della richiesta avanzata sia dalla controparte che dal pm di attendere il pronunciamento della Cassazione che stabilisca la competenza o meno del giudice ordinario sulla materia.

Davanti al Tribunale si è svolta anche una manifestazione di diverse centinaia di persone organizzata dal Comitato "Via le bombe" (www.vialebombe.org), nato in appoggio all'iniziativa legale, con la presenza di delegazioni del neocostituito Comitato contro le atomiche di Ghedi e dell' Assemblea permanente contro il Dal Molin di Vicenza. Immagini della manifestazione, con interviste ai partecipanti, sono state trasmesse anche nel servizio di Rainews24.

Le direttive di Clinton e i governi di "centro-sinistra"

Nel servizio compare anche un'intervista a Hans M. Kristensen, lo studioso che per conto della Ong americana Natural resources defence council (NRDC) è riuscito a ricostruire la quantità e la dislocazione degli ordigni nucleari americani disseminati in Europa, che sono ben 480 distribuiti in otto basi aeree in sei paesi aderenti alla Nato: 150 in tre basi in Germania; 110 in una base inglese; 90 in una base in Turchia; 20 in Olanda e altrettante in Belgio e infine 90 in Italia divise tra le due basi di Aviano e Ghedi. Le bombe sono delle varianti modificate del vecchi tipo B-61 costruite negli anni '60, e variano da 45 fino a 170 kilotoni (quella che distrusse Hiroshima era da 14 kilotoni).

Secondo un rapporto del NRDC basato su documenti ufficiali declassificati (US nuclear weapons in Europe, pubblicato nel 2005), fu il presidente Clinton a decidere nel novembre 2000, cioè molti anni dopo la caduta del muro di Berlino e la fine della "guerra fredda", con la direttiva NSC-74 il mantenimento in Europa delle 480 bombe nucleari. Per quanto riguarda l'Italia era stato il governo D'Alema nell'aprile 1999 a firmare un accordo segreto, senza sottoporlo al parlamento, sulla "pianificazione nucleare collettiva" della Nato, in cui si stabilisce che "l'Alleanza conserverà forze nucleari adeguate in Europa, con caratteristiche di flessibilità e capacità di sopravvivenza tali da essere percepite come un elemento credibile ed efficace nella strategia atlantica di prevenzione dei conflitti". Tale aberrante strategia da "guerra preventiva" seguiva la "direttiva 60" promulgata nel 1997 da Clinton. Essa stabiliva, diversi anni prima del nuovo Hitler della Casa bianca, Bush, che le armi nucleari rimangono sul suolo europeo, puntate non solo contro Russia e Cina, ma anche contro "Stati canaglia" e contro "soggetti non-statali che minaccino gli Stati Uniti, le loro truppe all'estero e i loro alleati con armi di distruzione di massa".

Perché i governi italiani hanno sempre tenuto segreti questi accordi, compresi i governi di "centro-sinistra" e l'attuale governo Prodi? Delle 480 bombe atomiche europee, 300 sono a disposizione degli F-15 e F-16 americani, ma le altre 180 sono assegnate agli F-16 e ai Tornado dei paesi europei che le ospitano. Tra questi i Tornado italiani, che ne hanno a disposizione ben 40, quelle stanziate a Ghedi Torre. Tant'è vero che i piloti italiani vengono addestrati per portare e lanciare bombe atomiche. In base agli accordi Nato sulla "doppia chiave", la decisione di usare le bombe spetta agli americani ma agli italiani spetta comunque il compito di usare la parte loro assegnata.

Tutto ciò è in flagrante violazione del Trattato di non proliferazione nucleare che l'Italia ha ratificato nel 1975, e che impegna da un lato "gli Stati nucleari a non lasciare a disposizione di nessuno, né in modo diretto, né indiretto, armi nucleari" , e dall'altro impegna "gli Stati non nucleari a non acquisire, direttamente o indirettamente, la disponibilità ed il potere di disporre di armi nucleari". Ecco perché i governi italiani non hanno mai ammesso l'esistenza delle bombe atomiche nel nostro Paese, e il governo Prodi non fa eccezione, e continua a reggere il sacco al governo guerrafondaio Usa né più né meno di Berlusconi. E tutto ciò mentre ha la faccia tosta di partecipare con gli Usa e l'Onu all'infame campagna di accuse all'Iran di violare il Trattato di non proliferazione solo perché intende esercitare il suo legittimo diritto a sviluppare il nucleare civile.

Via le bombe nucleari Usa dal nostro Paese

E non ci venga a raccontare ancora una volta, il governo Prodi, la bugia degli "accordi internazionali da onorare"! l'Italia non ha nessun obbligo di tenere le bombe atomiche, tant'è vero che Grecia, Danimarca e Canada le hanno già rifiutate e fatte rimuovere con una semplice decisione dei rispettivi parlamenti. C'è anzi il sospetto che quelle greche siano state trasferite segretamente in Italia. Lo stesso Direttore del Gruppo di pianificazione nucleare della Nato, Guy Roberts, intervistato da Rainews24, ha ammesso che non c'è nessun obbligo per i governi europei e che "ogni decisione in questo campo è rimessa alla sovranità nazionale". E allora, perché il governo Prodi continua a fare orecchie da mercante, ora che la questione è di dominio pubblico e si sono dovuti muovere i cittadini di loro propria iniziativa?

Occorre dare vita subito a una larga mobilitazione popolare su questo tema per stanare il governo Prodi e obbligarlo a fare il suo dovere in difesa della pace e della sicurezza del nostro paese restituendo subito le bombe atomiche al mittente. Anche perché c'è il pericolo che le bombe vengano prima o poi modificate o sostituite (se non lo sono già state) trasformandole nelle cosiddette "miniatomiche" tattiche B61-11, capaci di penetrare nel terreno e distruggere bunker sotterranei, che potrebbero aggirare il Trattato di non proliferazione perché non contemplate. Rendendo con ciò "legale" di fatto l'infame accordo segreto guerrafondaio che permette lo stoccaggio delle atomiche Usa in Italia e il loro possibile uso nella "guerra asimmetrica" contro il "terrorismo" decretata dal criminale Bush.

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http://www.repubblica.it
15 settembre 2007

Nucleare, rivelazione dagli Usa
"In Italia 90 bombe atomiche"
di Lidia Menapace
(Prc): "Lo denunciamo da molto tempo"

ROMA - Lo vieta la legge e in più occasioni in passato lo ha dichiarato anche il governo, ma l'Italia è un paese nucleare. A rivelarlo è uno studio americano, secondo il quale sul territorio italiano ci sono 90 bombe atomiche statunitensi. Una presenza della quale si parla molto poco, ma che ha un peso strategico importante negli equilibri internazionali. Sul tema sono intervenuti alcuni esponenti di Rifondazione, che stanno anche promuovendo una raccolta di firme.

A rigor di legge, la presenza di questi ordigni non sarebbe consentita: la legislazione la vieta espressamente dal 1990. Il nostro Paese ha inoltre sottoscritto i trattati internazionali di non proliferazione nucleare e ha dichiarato di non far parte del club atomico, con tutti gli obblighi internazionali che ne derivano.

Secondo il rapporto "Us nuclear weapons in Europe" dell'analista statunitense Hans Kristensen del Natural Resources Defence Council di Washington, invece, l'Italia ospita 90 delle 481 bombe nucleari americane presenti nel Vecchio continente. Cinquanta sono nella base di Aviano, in Friuli, e altre 40 si trovano a Ghedi, nel Bresciano.

Tra Italia e Stati Uniti esisterebbe anche un accordo segreto per la difesa nucleare, rinnovato dopo il 2001. William Arkin, un esperto dell'associazione degli scienziati nucleari, ne ha rivelato recentemente il nome in codice: "Stone Axe" (Ascia di Pietra). Le bombe atomiche in Italia sono di tre modelli: B 61-3, B 61-4 e B61-10. Il primo ha una potenza massima di 107 kiloton, dieci volte superiore all'atomica di Hiroshima; il secondo modello ha una potenza massima di 45 kiloton e il terzo di 80 kiloton.

Il governo di George Bush ha ribadito molte volte di non escludere l'opzione nucleare per rispondere ad attacchi con armi biologiche o chimiche ed ha avviato la produzione di bombe atomiche tattiche di potenza limitata, non escludendo di servirsene contro i Paesi considerati terroristi. Almeno due di questi, Siria e Iran, si trovano nel raggio dei bombardieri di stanza in Italia.

I risultati dello studio hanno dato forza alle proteste di alcuni esponenti di Rifondazione. "E' da molto tempo che denunciamo la presenza di bombe atomiche sul territorio italiano", dice la senatrice Lidia Menapace della commissione Difesa. "Quando siamo stati ad Aviano in missione per la commissione abbiamo chiesto al comandante italiano se era a conoscenza della presenza di armi nucleari nella base e lui rispose che non lo sapeva". "Stiamo raccogliendo le firme per una legge di iniziativa popolare per liberare il territorio dalle armi nucleari americane", aggiunge il senatore Francesco Martone, capogruppo Prc in commissione Esteri.

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