http://www.recensionifilosofiche.it/ 24/11/2003
Discorsi alla nazione tedesca Recensione di Isabella Ferron
I Reden an die Deutsche Nation furono pronunciati da Fichte a Berlino tra il dicembre 1807 e il 20 marzo 1808. La prima domanda che ci si pone, considerando che Fichte parlava a un pubblico eterogeneo appartenente alla società colta berlinese, riguarda l'identificazione del destinatario dei Discorsi. Lo stato tedesco non esiste ancora; come afferma Metternich, è un "concetto geografico"(geographischer Begriff). Esiste un deutsches Volk che tuttavia non sembra essere il destinatario dei Discorsi. Il termine Volk ha una radice germanica, il termine Nation designa invece un concetto storico-politico sviluppatosi durante l'Illuminismo. Non si tratta, in ogni caso, di un'identità di stato basata sul diritto e sul concetto d'ordine sociale, bensì riguarda l'identificazione con una specifica comunità linguistica. Ciò che Fichte sostiene nei suoi Discorsi è la necessità di una rigenerazione della Germania, in primo luogo intellettuale spirituale (geistig), come condizione fondamentale per la liberazione dalla dominazione straniera. Fichte pronuncia i suoi Discorsi durante il periodo napoleonico, quando le truppe francesi sfilano sul territorio di lingua tedesca. Nel primo Discorso, Fichte inizia la sua trattazione con un'analisi della situazione politico-sociale: "Ciò che ha perduto la sua indipendenza, ha in pari tempo perduto la facoltà di intervenire nel flusso del tempo e di determinare liberamente il contenuto; se persiste in questa condizione, il suo tempo, ed esso stesso assieme a questo suo tempo, è diretto dalla violenza estranea che comanda sul suo destino [...] a condizione che per esso sorga un nuovo mondo" (p. 6). Afferma di rivolgersi "semplicemente" ai tedeschi, senza alcuna distinzione d'età, sesso e ceto, per precisare poco dopo che il suo destinatario è la parte più colta della nazione tedesca. È questa, a mio avviso, una precisazione di circostanza. Nei Discorsi emerge, infatti, la constatazione che tutte le innovazioni in territorio tedesco sono avvenute per opera del popolo. Ora, per la prima volta, la responsabilità passa nelle mani dei ceti colti, a coloro i quali sono in grado di accogliere il messaggio di chi parla loro e che possono mettere in pratica l'auspicato miglioramento. Egli parla di un'azione futura, che però deve già agire nel presente con l'ascolto di tali Discorsi. Il gruppo di persone che li ascolta costituisce una continuità ideale che si assume la responsabilità del miglioramento della società tedesca. La loro responsabilità diviene reale ed effettiva solo nel momento in cui diviene una risposta a una situazione d'emergenza, che viene dall'esterno, dalla società, non dall'interno del soggetto. Significativa, da parte di fiche, è la presa di parola di fronte a tale situazione di urgenza e quindi un vero e proprio atto di responsabilità di fronte a un presente precario, proteso verso il futuro, bisognoso di una totale rigenerazione, ma ancor troppo influenzato dal passato. Ciò che si propone Fiche, nei Discorsi, è di creare un nuovo linguaggio, che deve fungere da legame tra le varie parti della società. Il linguaggio diviene la condizione basilare su cui si deve fondare l'identità di una comunità: tale comunità è caratterizzata dalla pluralità de suoi componenti accomunati dall'uso di una lingua comune. Tale comunità si sviluppa incessantemente da una generazione all'altra. Con la riflessione sul linguaggio Fiche posa l'attenzione sul popolo, in cui la lingua è "viva", palpabile. Connesso al linguaggio vi è il discorso sull'originarietà del popolo e il valore che il popolo assume nella formazione della società. Dal concetto di popolo scaturisce il concetto di nazione, cometa presa di coscienza di ciò che il popolo è nella sua acce<ione linguistica e storica. Nel concetto di nazione il popolo è coscienza di se stesso, delle sue tradizioni. Nella nazione si esprime, in ciascun singolo individuo, lo spirito del popolo, il Geist des Volkes, che si concretizza nelle variegate forme della realtà. Connesso all'espressione dello spirito del popolo è il concetto di libertà da intendersi non come l'autocoscienza di ogni singolo io che subordina la realtà ai propri fini, o a un principio superiore. Libertà è ciò che permette la comunicazione tra assoluto e fenomeno, non può essere ridotta al libero arbitrio, bensì è la capacità di autodeterminazione. I Discorsi intendono esser sin da subito azione, prassi, e non solo mera teoria filosofica. Come fa ben notare Gaetano Rametta, i Discorsi si allacciano all'aspetto più insito della dottrina della scienza e sono concepiti da Fiche come esercizio di libertà. L'instaurazione di tale modalità di pensiero porta alla costituzione di una nuova modalità di pensiero e, a esso connesso, il significato primario di nazione. Solo se la comunità di parola e ascolto riesce a costituirsi in nazione, se riesce a trovare in sé stessa le condizioni di tale ascolto, allora e solo allora si può auspicare il miglioramento della società tedesca. Il pensiero è tutto esercitato e praticato per opera della parola, che richiede di essere ascoltata. Non si può più pensare a una scissione tra pensiero "pensato" e pensiero "detto": ciò che si pensa s'invera immediatamente nel linguaggio, il quale diviene istituzione di comunità. Non è solo una semplice trasmissione di contenuti, ma nemmeno una mera comunicazione tra pensieri diversi. Ha in sé una forza performativa, poiché si rivolge a una comunità non ancora realizzata, che tuttavia esso anticipa. Tale aspetto pratico del pensiero è un atto di parola da parte di chi parla del proprio diritto a farlo, non perché egli sia qualificato diversamente rispetto a qualcun altro, ma il semplice fatto di essere stato il primo a farlo. Non si è pertanto sul piano dell'Io che pone sé stesso come principio primo della scienza, ma di un Io che s'inserisce all'interno di un esercizio di parola. Grande influenza ebbero i Discorsi, particolarmente in ambito politico, poiché rappresentano l'assunzione di responsabilità sia da parte di colui il quale li pronuncia, sia da parte di coloro i quali hanno poi il compito di metterli in pratica. La presa di parola rappresenta inoltre espressione di libertà, che emerge come principio interno del fenomeno e modalità primaria di manifestazione dell'Assoluto (inteso da Fichte in maniera completamente diversa rispetto a Schelling). Questa libertà non è tuttavia una semplice espressione della spontaneità condotta a consapevolezza di sé da parte dell'Io che pone sé stesso; il momento in ci si manifesta l'esperienza della libertà è formato dal fenomeno chiamato "decisione della volontà", ossia lo Schweben, l'oscillare fra possibilità diverse. Se tale decisione è libera, il contenuto non si lascia derivare da nessuna circostanza esterna all'atto della decisione presa. Fichte crede che solo rendendosi conto del nesso esistente fra ontologia e politica ci si oppone al modello di "monarchia universale" che minaccia l'Europa dopo la pace di Tilsit. Ciò che è proposto da Fichte è un ordinamento di tipo repubblicano, già presente nelle libere città del Medio Evo. L'appello ai "ceti colti" non è forse da intendersi unicamente rivolto alle persone dislocate in territorio tedesco, bensì è da estendersi anche ai "ceti colti" dell'intera Europa. Tuttavia appare insensato, a mio avviso, trovare delle indicazioni "pratiche" di modelli costituzionali, poiché questo non era l'intento dei Discorsi. In essi è piuttosto da ricercare il tentativo fichtiano di battere una nuova via, l'assunzione di responsabilità da parte della filosofia che prende la parola, dando così inizio a successivi esiti del suo dire.
Fichte, Johann Gottlieb, Discorsi alla nazione tedesca. A cura di G. Rametta, Roma-Bari, Laterza, 2003
Introduzione di Gaetano Rametta
Prefazione Primo Discorso. Considerazioni preliminari e sguardo d'insieme Secondo Discorso. Sull'essenza della nuova educazione in generale Terzo Discorso. Continua la descrizione della nuova educazione Quarto Discorso. La diversità capitale tra i tedeschi e gli altri popoli di provenienza germanica Quinto Discorso. Conseguenze della diversità indicata Sesto Discorso. Presentazione nella storia dei tratta fondamentali dei tedeschi Settimo Discorso. Comprensione ancora più profonda del carattere originario e tedesco di un popolo Ottavo Discorso. Che cos'è un popolo nel più alto significato della parola, e che cos'è amor di patria? Nono Discorso. A quale punto dato nella realtà sia da collegare la nuova educazione nazionale dei tedeschi Decimo Discorso. Per la determinazione più precisa dell'educazione nazionale tedesca Undicesimo Discorso. A chi spetterà l'attuazione di questo programma educativo? Dodicesimo Discorso. Sui mezzi per conservare noi stessi fino al raggiungimento del nostro scopo principale. Tredicesimo Discorso. Continuazione delle considerazioni precedenti Quattordicesimo Discorso. Conclusioni generali. |
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