IL PANGERMANESIMO Come abbiamo già accennato, quasi contemporaneamente al marxismo, gli Illuminati organizzavano un'altra formidabile forza: il Pangermanesimo. Questo movimento, che ha radici affondate in tutta la storia della nazione tedesca, si era sviluppato ad opera della massoneria nel 1700, incarnandosi nell'attività politica di FEDERICO IL GRANDE di Prussia. Sotto i successori di questo re il patto con la massoneria era stato sempre conservato, salvo nel 1848, quando FEDERICO GUGLIELMO IV si era opposto al progetto della Germania Unita sotto la stia Corona Imperiale. Ma con KARL RITTER, professore di Storia, Geografia e Scienze Geopolitiche, il Pangermanesimo rompeva parzialmente la gerarchia tra le forze tendenti ad dominio dei mondo, e si poneva come scopo e allo stesso tempo strumento del dominio mondiale. Le ricerche storiche convinsero questo studioso che un ristrettissimo numero di ricchi ed influenti banchieri internazionali, che non erano legati con alcuna nazione geografica, ma che si immischiavano degli affari di tutte le nazioni, aveva organizzato o finanziato i gruppi rivoluzionari di tutto il mondo per realizzare le sue segrete ambizioni. Il piano a lunga scadenza di questa oligarchia di banchieri era ottenere il controllo della produzione, delle risorse naturali e del potenziale umano della terra intera. Contro questo piano RIITER formulò un altro piano col quale pretendeva che la Germania avrebbe prima dominato l'Europa e poi il mondo. E poiché RITTER aveva notato che quasi tutti, se non tutti, i grandi Banchieri Internazionali appartenevano a quella che è, erroneamente, ritenuta la « stirpe » giudaica, e che nella loro conquista del potere erano appoggiati dal popolo ebraico, egli stabilì che occorreva contrapporre al semitismo imperante un antisemitismo ed una esaltazione dei valori razziali ariano-germanici. Alcuni capi del gruppo pangermanista aderirono al piano di RITTER ed iniziarono la lunga preparazione della loro ribellione al sistema bancario internazionale. All'esaltazione della razza germanica corrispondeva in Russia l'esaltazione dell'elemento slavo. Abbiamo già accennato alle dottrine panslave delle società segrete russe implicate nei moti decabristi e al progetto di confederazione dei popoli dell'Europa Orientale contenuto nel Catechismo degli Slavi Uniti. Questo progetto di Confederazione non venne abbandonato e, nel Convegno Massonico di Strasburgo nel 1847, si auspicò, tra le altre cose, la formazione di tre confederazioni. romana, germanica, slava, come preludio agli Stati Uniti d'Europa. Negli anni seguenti l'ideale slavo fu abbracciato dal nichilista BAKUNIN. Infatti, il socialismo anarchico di questi coincideva col terrorismo nei confronti dell'Impero zarista e con il panslavismo nei confronti degli altri popoli. Nel 1862 BAKUNIN riprese ed allargò il programma dei decabristi; nell'opuscolo «Al MIEI AMICI RUSSI E POLACCHI» egli dichiarava: «Gli Slavi, i Polacchi, ci sono necessari. Essi stessi ci aiuteranno quando l'ora del combattimento panslavista sarà giunta, quando sarà rivendicata tutta la terra stava nella Prussia Orientale, la Bucovina , la Galizia , la Boemia , in tutta l'Austria e, la Turchia... Siamo noi Slavi che dobbiamo aprire la via ai Grandi Eletti». La rivendicazione quindi si estende alla stessa Prussia Orientale, ponendo in aperto contrasto il panslavismo che tende verso l'Europa Centrale ed il pangermanesimo che sogna le pianure dell'Europa Orientale. Vi inoltre, nelle parole di BAKUNIN, un accenno al carattere strumentale del panslavismo, a favore dei misteriosi Grandi Eletti. Il contrasto tra BAKUNIN e MARX fu in realtà dovuto alla diversa visione che avevano del futuro assetto dell'Europa; ciò che Bakunin rimproverava soprattutto ai marxisti era il loro pangermanesimo: «Il sogno dei socialisti è la egemonia tedesca, l'onnipotenza tedesca, prima intellettuale e morale, poi materiale». |
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