http://oubliettemagazine.com/ mar 13, 2015
Protocolli dei Savi Anziani di Sion: un falso russo oppure una verità celata al mondo da più di cento anni? by Amani Salama
“Mi è stato dato, da un amico personale ora defunto, un manoscritto il quale, con una precisione e chiarezza straordinaria, descrive il piano e lo sviluppo di una sinistra congiura mondiale, che ha il preciso scopo di determinare lo smembramento inevitabile del mondo non rigenerato. Questo documento venne nelle mie mani circa quattro anni fa (1901) insieme con l’assoluta garanzia che è la traduzione verace di documenti (originali), rubati da una donna ad uno dei capi più potenti, e più altamente iniziati della Massoneria. Il furto fu compiuto alla fine di un’assemblea segreta degli “Iniziati” in Francia – paese che è il nido della “cospirazione massonica ebraica”. A coloro che desiderano di vedere e udire oso svelare questo manoscritto col titolo di “Protocolli degli Anziani di Sionne”. Questa fu l’introduzione che fece Sergei Nilus, scrittore russo alla prima pubblicazione dei “Protocolli dei Savi di Sion” nel 1905. Questo libro, fra il 1919 e il 1921, ebbe una diffusione straordinaria in Europa e Stati Uniti. Nel 1921 vi fu la prima edizione italiana con il titolo “L’internazionale ebraica. Protocolli dei Savi Anziani di Sion”. Per alcuni sono solo una falsificazione propagandistica antisemita redatta probabilmente da un agente della polizia segreta russa, per altri la prova di un sinistro complotto sionista per la conquista del mondo. I protocolli sono pronunciati in prima persona da un grande vecchio e sono rivolti ad un assemblea di saggi. Il libro si presenta come il resoconto di un’assemblea. Questo congresso segreto si sarebbe svolto in Bale nel 1897. In esso le linee guida di un progetto messianico di governo dell’umanità, per assicurarne il benessere sotto la direzione vigilante e saggia del “sovrano universale ebreo”. Nell’agosto del 1920 il Times di Londra pubblicò un articolo nel quale affermava che i “Protocolli dei Savi di Sion” costituivano in realtà un falso, redatto dalla “Okhrana”, la polizia segreta zarista che si era servita, cambiandone il contesto, di un libro satirico dal titolo originale di “Dialogue aux enfers entre Machiavel et Montesquieu” (Dialoghi agli inferi tra Machiavelli e Montesquieu), scritto dal francese Maurice Joly per attaccare le mire espansionistiche di Napoleone III. Tuttavia la pubblicazione dell’articolo sul quotidiano inglese non fece altro che accrescere l’interesse attorno al documento, creandone un successo editoriale, tuttora letto e commentato. “Parleremo apertamente” dice il grande anziano ai saggi, “per distruggere il nemico e vincere la sua storica battaglia il popolo eletto ha usato spregiudicatamente tutte le armi dell’intelletto e dell’economia [..] Tutto quello che è accaduto nel mondo è il risultato di un disegno segreto concepito da un piccolo gruppo che conosce perfettamente l’arte del burattinaio e sanno come si devono manovrare sulla scena del mondo le marionette cristiane [..] gli ebrei sono ovunque” continua l’oratore “non vi è anticamera reale, gabinetto ministeriale o consiglio di amministrazione in cui i savi di Sion non dispongano di un loro emissario”. Secondo la storiografia ufficiale, questi processi verbali attribuiti ai savi di Sion sarebbero solo una manovra usata per screditare il popolo ebraico dinanzi all’opinione pubblica mondiale. Si sostiene che gran parte del materiale presente nel libro fu frutto di plagio da precedenti opere di satira politica, non correlate agli ebrei. Uno dei libri da cui avrebbe dovuto prendere spunto il documento sarebbe appunto il “dialoghi agli inferi fra Machiavelli e Montesquieu”. Un opera di letteratura di metà ottocento scritta da Maurice Joly, uno scrittore e giornalista francese.
Secondo invece chi asserisce alla veridicità di tale documento, i Protocolli sono antecedenti all’opera di Maurice Joly. I “Dialoghi agli Inferi tra Macchiavelli e Montesquieu” non sono altro che i dialoghi Tra Isaac Moises Cremieux (uno dei veri Savi di Sion) e Maurice Joly. L’autore della famosa opera dalla quale avrebbero dovuto prendere spunto i protocolli, figlio di una donna ebrea sefardita, è stato lui stesso affiliato a più logge massoniche tra cui “L’Union de Peuples” di Parigi, la stessa a cui era affiliato anche l’ebreo Leon Gambetta. La loro veridicità non è dimostrabile ma allo stesso tempo nemmeno la loro non veridicità. Chi dispone dell’informazione non ha interesse che ne vengano valorizzati e diffusi i contenuti. Tuttavia il contenuto dimostra che dicono il vero indipendentemente dal fatto che siano veri o falsi. Potrebbero essere una riproduzione falsa di documenti veri. Direbbero quindi il vero, ma permetterebbero all’informazione di affermare che sono dei falsi. Si mostra di fatto come un documento profetico e apocalittico di un’attualità impressionante. Soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti internazionali sono in molti oggi coloro che sostengono che il documento sia veritiero. Per questo è difficile sostenere che questi fossero semplicemente un espediente zarista per liberarsi degli ebrei in casa propria. Molte delle parti e dei piani dei protocolli sembra essersi realizzata. Da quando sono stati rinvenuti e pubblicati sino ad ora, i piani riportati da tale documento si sono avverati in larghissima percentuale. Ma difatti si preferisce attrarre l’attenzione sulla loro genuinità originale; ma non sul contenuto che si sceglie di non evidenziare. Li ha scritti certamente una persona che conosce l’apparato sionista occulto. Infiltrandosi come “una prodigiosa, efficientissima e segretissima quinta colonna nelle società cristiane” e segnatamente nei centri del potere economico, finanziario, culturale e dell’informazione, gli Ebrei – stando a questo testo – si porrebbero l’obiettivo dichiarato di indebolire la fibra morale di tutte le società non ebree, sovvertendo gradualmente, ma inesorabilmente, tutti i valori, tutte le certezze, tutte le tradizioni, fino a creare le condizioni adatte perché il mondo intero cada, come un frutto maturo, in potere dell’ebraismo internazionale, che agisce per mezzo di banchieri, uomini politici, giornalisti ed esponenti del mondo della cultura. Probabilmente un documento di una tale importanza e segretezza difficilmente sarebbe sfuggito dalle loro mani e reso pubblico. Ma il punto è che non ci si dovrebbe focalizzare materialmente sull’autenticità propriamente detta delle origini di tali protocolli ma valutare la corrispondenza oppure meno dei concetti espressi all’interno di questo documento nello sviluppo della storia moderna e nelle prescrizioni e invocazioni del “Talmud”. Il piano e il complotto non riguarda tutti gli ebrei ma riguarda tutti i sionisti. Vi è una differenza sostanziale fra comunità ebraica e sionismo. I Protocolli di Sion vanno letti anche solo per farsi un idea, conoscere o valutare ed ogni uno tragga poi le sue personali conclusioni.
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