Pubblicato da Russia Insider 30 Gennaio 2016 The Saker febbraio 02, 2016
Perché uso il termine “Anglo-Sionista” e perché esso è importante The Saker Tradotto da Mario
“Fino a quando continueremo a permettere che l’1% degli Ebrei goda di una bizzarra forma di immunità politica solo perché essi si nascondono dietro la memoria di altri Ebrei uccisi durante la Seconda Guerra Mondiale…” “Dobbiamo incominciare a parlare liberamente dell'”elefante nella stanza” e smetterla di temere rappresaglie…” Uno dei punti su cui sono più ferocemente criticato, anche da amici che hanno tutte le migliori intenzioni, è quello che riguarda l’uso da parte mia del termine “Anglo-Sionista”. Dopo avere attentamente analizzato tutte le argomentazioni dei miei critici, due anni fa scrissi sul mio blog uno speciale articolo esplicativo, per essere sicuro che le mie motivazioni non lasciassero spazio a dubbi di sorta. Lo riporto qui sotto come una introduzione (anche se piuttosto lunga) al pezzo che segue, che altro non è, se non un ulteriore sviluppo delle idee già presenti nel mio post del 2014.
“Se volete sapere chi vi comanda, dovete semplicemente scoprire chi non vi è permesso criticare”. Voltaire
Il pezzo citato qui sotto proviene (con leggere modifiche) dal Saker Blog del settembre 2014. Perché parlo di “Anglo-Sionisti”? In passato mi hanno fatto molte volte questa domanda, e così ho deciso di farne l’argomento di un post separato, per cercare (speriamo) di spiegarlo una volta per tutte.
1) Anglo. Gli Stati Uniti sono un impero. Con circa 1000 basi all’estero (dipende da come le contate), un’ideologia indubbiamente messianica, un bilancio militare che supera quello complessivo di tutto il resto del pianeta, 16 e più agenzie di intelligence e il dollaro come valuta mondiale, non c’è dubbio che gli Stati Uniti siano un impero planetario. E da dove è scaturito l’Impero degli Stati Uniti? Di nuovo, e non ci vuole un genio per capirlo, dall’Impero Britannico. Inoltre l’Impero Americano si basa essenzialmente su un ristretto gruppo di nazioni: i paesi “Echelon“: Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e, naturalmente, Stati Uniti. Che cosa hanno in comune queste nazioni? Sono quello che resta dell’Impero Britannico e in tutte si parla inglese. Noterete che Francia, Germania o Giappone non fanno parte di questa élite, anche se indubbiamente sono altrettanto (o più) importanti per gli Stati Uniti della Nuova Zelanda, per esempio, e molto più potenti. Così, la parte “Anglo” (della locuzione) è indiscutibile.E comunque, anche se “Anglo” è una categoria etnica/linguistica/culturale, e “Sionista” è politica/ideologica, molto raramente ricevo obiezioni quando parlo di “Anglo” o di “Anglosfera”.
2) Sionista Prendiamo la (politicamente ipercorretta) definizione di Wikipedia del termine “Sionismo”: è un “movimento nazionalistico di Ebrei e cultura ebrea che propugna la creazione di una patria ebraica nei territori definiti coma la Terra di Israele”. Apparentemente nessun riferimento a Stati Uniti, Ukraina o Timbuktu, giusto? Ma pensateci. Perché gli Ebrei, intesi sia come religione che come gruppo etnico, avrebbero comunque bisogno di una patria? Perché non potrebbero semplicemente vivere dove sono nati, come fanno i Buddisti (una religione) o i Boscimani africani (un’etnia) che vivono in molte nazioni differenti?
La risposta classica è che gli Ebrei sono stati perseguitati dovunque e che perciò hanno bisogno di una propria madrepatria che serva come rifugio sicuro in caso di persecuzioni. Senza addentrarci su perché gli Ebrei siano stati vessati dovunque e, apparentemente, in ogni epoca, questa affermazione implica, se non proprio l’inevitabilità di ulteriori persecuzioni, almeno un’alta possibilità di rischio. Accettiamolo per amore della discussione e vediamo che cosa, a sua volta, questo implichi. In primo luogo, questo significa che gli Ebrei sono sempre e comunque minacciati dai non-Ebrei, che sono tutti, come minimo, potenziali antisemiti. Questa minaccia è così grave che bisogna creare una madrepatria libera dai Gentili, come unico, migliore e definitivo modo per proteggere gli Ebrei di tutto in mondo. Tutto questo a sua volta implica che l’esistenza, garantita nel tempo, di questa madrepatria dovrebbe diventare una priorità vitale ed essenziale per gli Ebrei di tutto il mondo, nel caso si verificasse improvvisamente una qualche forma di persecuzione ed essi non avessero alcun posto dove fuggire. Inoltre, fino a che tutti gli Ebrei non si saranno “trasferiti” in Israele, farebbero meglio a stare molto, molto attenti, dal momento che tutti i goyim che li circondano potrebbero in qualunque momento esplodere in una furia di antisemitismo genocida. Da qui la nascita di tutte quelle organizzazioni anti-anti-Semitiche, come l’ADL o la UEJF, i Betar Club, la Rete Sayanim, ecc.
In altre parole, ben lungi dall’essere un fenomeno locale “che ha a che fare solo con Israele”, il Sionismo è un movimento mondiale che ha lo scopo di proteggere gli Ebrei dall’antisemitismo, apparentemente incurabile, che affligge tutto il resto del pianeta. Come ha correttamente fatto notare Israel Shahak, il Sionismo postula che gli Ebrei debbano “pensare limitatamente ed agire globalmente” e quando venga data loro la possibilità di scegliere un indirizzo politico, dovrebbero sempre porsi LA domanda cruciale: “Ma questo, va bene per gli Ebrei?“ Così, invece di focalizzarsi esclusivamente su Israele, il Sionismo è in realtà una ideologia globale e planetaria, che, inequivocabilmente, spacca tutta l’umanità in due gruppi (Ebrei e Gentili). Presume che i secondi siano tutti potenziali maniaci genocidi (e questo è razzismo) e crede che salvare le vite degli Ebrei sia qualitativamente diverso e più importante che salvare quelle dei Gentili (e anche questo è razzismo). Chiunque dubiti della ferocia di questo modo di pensare dovrebbe chiederlo ad un Palestinese o studiarsi la festa del Purim, o tutte due le cose. Ancore meglio, leggere Gilad Atzmon e la sua definizione di quella che lui argutamente chiama “sindrome da stress pre-traumatico”.
3) Anglo-Sionista L’Impero Britannico e gli Stati Uniti dei primi anni erano in pratica completamente Anglo. Certo, gli Ebrei esercitavano una forte influenza (nel settore bancario, per esempio), ma il Sionismo non era una priorità, non solo per i non-Ebrei, ma anche per gli stessi Ebrei americani. Inoltre, gli Ebrei religiosi erano spesso assai ostili all’idea di una Stato di Israele, mentre agli Ebrei secolari non importava molto di questo modo di pensare quasi-biblico. La Seconda Guerra Mondiale ha dato un grosso impulso al movimento sionista, anche se, come ha spiegato Norman Finkelstein, l’argomento “Olocausto” è diventato la parte centrale dell’indirizzo e dell’identità ebraica solo molti anni dopo. Non voglio entrare nei dettagli dell’ascesa al potere degli Ebrei negli Stati Uniti, ma questa, dalla presidenza Ford fino ai Neoconservatori di George W. Bush è stata praticamente ininterrotta.E, anche se all’inizio Obama aveva allontanato i Neoconservatori, questi sono subito rientrati dalla porta posteriore. In questo momento l’unica domanda da porsi è se gli Ebrei americani abbiano più potere degli Anglo o viceversa. Prima di andare avanti, lasciatemi dire subito che non sto parlando degli Ebrei o degli Anglo intesi come gruppo, ma mi riferisco a quell’1% che sta in cima ad ogni gruppo. Inoltre non credo che questo 1% al vertice abbia a cuore gli interessi di Israele più di quanto lo abbia l’altro 99% di Ebrei, la stessa cosa vale per l’1% degli Anglo statunitensi rispetto al rimanente 99%.
Ed ecco così la mia tesi: L’Impero Americano è controllato da una élite (1% o anche meno), che può essere chiamata “Stato Profondo”, formata da questi due gruppi principali, Anglo ed Ebrei. Queste due formazioni sono per molti versi ostili fra loro (proprio come le SS e le SA o i Trozkisti e gli Stalinisti), ma hanno in comune 1) una visione razzista di tutto il resto dell’umanità, 2) un’ideologia messianica, 3) una straordinaria propensione alla violenza, 4) l’avidità, l’ossessione per il denaro e per la sua capacità di corrompere. E così, il più delle volte lavorano insieme. Ora, questo potrebbe sembrare elementare, ma siccome parecchia gente non ci arriva, mi tocca dirlo in modo esplicito.
Dire che la maggior parte delle élites americane sono Anglo o Ebree non significa che la maggior parte degli Anglo o degli Ebrei facciano parte dell’élite americana. Questa è un’argomentazione da uomo di paglia che ignora deliberatamente la proprietà non commutativa della mia tesi, per trasformarla in una dichiarazione razzista che accusa di comportamenti sbagliati la maggior parte (o tutti) degli Anglo o degli Ebrei. Così, per essere ancora più chiari: quando parlo di Impero Anglo-Sionista mi riferisco all’ideologia predominante di quel’1% di élite che rappresenta lo “Stato Profondo” dell’Impero. E comunque ci sono Sionisti non-Ebrei (Biden, come dichiarato da lui stesso) e ci sono tantissimi Ebrei antisionisti. Come ci sono imperialisti non-Anglo e Anglo anti-imperialisti in quantità. Parlare di “Germania nazista”o “Russia sovietica” non implica in nessun modo che tutti i tedeschi fossero nazisti o tutti i Russi comunisti. Significa che le ideologie predominanti in queste nazioni, in un certo momento storico, erano il Nazional-Socialismo e il Marxismo. Tutto qui.
La mia opinione personale adesso: Primo, non credo che gli Ebrei siano una razza o un’etnia. Ne ho sempre dubitato, ma la lettura di Shlomo Sand mi ha veramente convinto. Gli Ebrei non possono essere definiti neanche dalla religione (molti o la maggior parte di essi sono laici). In verità gli Ebrei sono una tribù (che l’Oxford Dictionary definisce così: “una divisione sociale in una società tradizionale, costituita da famiglie o comunità collegate da interessi sociali, economici, religiosi o legami di sangue, con cultura e dialetto comuni, di solito con un capo riconosciuto”). Un gruppo a cui si può scegliere di appartenere (Elizabeth Taylor), oppure di uscirne (Gilad Atzmon).
In altre parole, io considero l’Ebraismo una cultura o un’ideologia o un’educazione o molte altre cose, ma non certo qualcosa che ha a che fare con la biologia. Sono completamente d’accordo con Atzmon quando dice che gli Ebrei possono essere razzisti, ma questo non li rende certo una razza.
Secondo, non credo affatto che il concetto di razza sia stato propriamente definito, per cui non ha nessun significato obiettivo. Di conseguenza io non faccio differenziazioni fra gli esseri umani sulla base di un criterio indefinito.
Terzo, essere ebreo (o no) rappresenta una scelta, come appartenere, aderire o affiliarsi ad una tribù (per gli Ebrei laici), o ad una religione (Giudei). Ogni scelta implica un atto di libera volontà e pertanto può essere normale oggetto di scrutinio e critica.
Quarto, credo che il Sionismo, anche nella sua forma secolare, strumentalizzi i valori, le idee, i miti e il carattere del Giudaimo rabbinico (Talmudismo o Fariseismo) ed entrambi sono razzisti nelle loro supposizioni e nei loro valori fondamentali.
Quinto, Sionismo e Nazismo sono gemelli, nati entrambi dallo stesso malvagio ventre: il nazionalismo europeo del 19° secolo (Brecht aveva ragione, “Il ventre che partorì la bestia immonda è ancora fecondo”). Nazisti e Sionisti possono odiarsi fino in fondo all’anima, ma sono tuttavia gemelli.
Sesto, io rigetto ogni forma possibile di razzismo perché è il ripudio della nostra comune umanità, la negazione della libertà di scelta che ogni essere umano ha a sua disposizione e, come Cristiano Ortodosso, lo ritengo anche un’eresia (in realtà una forma di iconoclastia).
Per me, coloro che scelgono di identificarsi con, e come, Ebrei non sono in alcun modo diversi da tutti gli altri esseri umani e meritano ne più e ne meno gli stessi diritti e le stesse forme di protezione di ogni altro essere umano. Vorrei notare qui che, sebbene la stragrande maggioranza dei miei lettori sia Anglo, quasi mai qualcuno trova da ridire sulla parte “Anglo” del termine “Anglo-Sionista”. La stragrande maggioranza delle obiezioni si concentra sul “Sionista”. Potreste provare ad immaginare perché le cose stiano così e cosa questo ci dica sul tipo di potere che i Sionisti hanno sull’ideologia corrente. Potrebbe essere questo il motivo per cui il (chiaramente razzista e veramente genocida) Primo Ministro Israeliano ottiene più applausi a scena aperta (29) del Presidente degli Stati Uniti (25)? Probabilmente, ma questa è la pura verità.
Questa è la fine dell’articolo sul blog del 2014. Il pezzo attuale inizia sotto.
E’ innegabile che gli Ebrei abbiano subito maltrattamenti in passato e che i Nazisti li abbiano perseguitati orrendamente durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo è importante perché al giorno d’oggi siamo tutti condizionati ad associare e anche ad identificare ogni critica agli Ebrei o al Sionismo con quel tipi di retorica anti-ebraica e anti-sionista che i Nazisti usavano per giustificare le loro atrocità. Questo è abbastanza comprensibile, ma è anche completamente privo di logica, perché ciò su cui si basa questa reazione è l’implicita assunzione che ogni forma di critica verso gli Ebrei o il Sionismo dev’essere nazista nella sua argomentazione, motivazione, scopo e metodo. Questo va oltre il ridicolo. San Giovanni Crisostomo (349-407), la “bocca d’oro” della prima Cristianità, riconosciuto come uno dei maggiori santi della storia, sia dai Cristiani Ortodossi che dai Cattolici Romani, scrisse una serie di omelie, Kata loudaion, che sono molto critiche nei confronti degli Ebrei, e comunque nessuno sano di mente lo accuserebbe di essere un Nazista. E Crisostomo non è stato neanche l’unico. Fra gli altri grandi santi critici verso gli Ebrei possiamo includere San Cipriano di Cartagine, San Gregorio di Nissa, Sant’Efrem il Siro, Sant’Ambrogio di Milano, San Giustino Martire e molti altri. Ma se questi santi non erano nazisti, allora può essere che fossero razzisti, vero? Questo dipende naturalmente dalla vostra definizione di “razzismo”.
Ecco la mia. Primo, il razzismo è, secondo la mia opinione, non tanto la credenza che le varie comunità di persone siano differenti l’una dall’altra, come possono esserlo per esempio le diverse razze canine, quanto piuttosto la convinzione che le discrepanze fra i gruppi umani siano maggiori delle similarità all’interno dei gruppi stessi. Secondo, il razzismo è anche la convinzione che le caratteristiche biologiche del proprio gruppo in qualche modo possano predeterminare i comportamenti, le scelte o i valori della vita. Terzo, il razzismo, spesso ma non sempre, presume che fra i gruppi umani ci sia una gerarchia (i Tedeschi ariani più in alto degli Slavi o degli Ebrei, gli Ebrei dei Gentili, ecc.).
Io rifiuto tutte queste assunzioni perché ritengo che Dio abbia creato tutti gli esseri umani con le stesse finalità e noi tutti siamo “fratelli in Adamo”, che condividono tutti allo stesso modo l’immagine (eterna e intrinsecamente portata alla perfezione) di Dio (in contrapposizione alla nostra somiglianza a Lui, che è la nostra temporanea e mutevole condizione individuale). Secondo tale definizione, i Padri della Chiesa non erano assolutamente razzisti, dal momento che le loro critiche erano indirizzate esclusivamente alla religione degli Ebrei e non alla loro etnia (il che non è affatto sorprendente dal momento che Cristo, i suoi Apostoli e la maggior parte dei primi Cristiani erano tutti “etnicamente” Giudei). Questo porta alla domanda se sia lecito o no criticare una religione.
Dico subito che tutto quello che risulta da una scelta individuale è oggetto di critica. Anche se si “nasce all’interno” di una comunità religiosa, tutti gli adulti arrivano ad un certo punto della vita dove essi devono decidere, in tutta coscienza, se abbracciare o rigettare la religione in cui essi “sono nati”. Essere Cristiani, Mussulmani o Ebrei (nel senso di Giudei) è sempre una decisione personale. Lo stesso si applica agli orientamenti politici. Si può scegliere di diventare Marxisti, Monarchici o Sionisti. E, dal momento che le nostre decisioni individuali caratterizzano veramente le altre scelte di vita, non né razzista né fuori luogo criticare la Cristianità, l’Islam, il Giudaismo, il Marxismo, la Monarchia o il Sionismo. Essere critici nei confronti di uno di questi, o anche di tutti, non nega in nessun modo la nostra comune umanità, cosa che invece il razzismo fa sempre. Dopo aver detto questo, niente di quanto riportato sopra risolve una questione, assai importante, ma di cui raramente si parla: cosa succede se, nonostante tutte le argomentazioni riportate, l’uso di un espressione come “Anglo-Sionista” offende qualche persona (ebrea o no) e che cosa succede se l’uso di un simile termine la fa arrabbiare così tanto da farle passare la voglia di approfondire ogni argomentazione o punto di vista dove si usi questa espressione?
Questo è un problema molto differente, non etico, morale o filosofico, ma piuttosto pratico: vale la pena perdere lettori, sostenitori e magari anche benefattori per amore di un modo di dire che richiede diverse pagine di spiegazioni per la sua difesa? Questo è un problema con cui ogni blogger, ogni sito Web, ogni fonte alternativa di notizie ha dovuto confrontarsi. Io so che ricevo più mail di protesta su questo argomento rispetto a tutti gli altri psico-reati in cui spesso indulgo. Ammetto volentieri che c’è un costo da pagare nell’uso del termine “Impero Anglo-Sionista”, ma tale prezzo deve essere confrontato con il costo del “non” usare quel termine. C’è qualcuno di voi che dubita seriamente dell’enorme ruolo che la cosiddetta “Lobby israeliana”, o i “Neoconservatori” o, per usare l’espressione del Professore James Petras, la “Configurazione sionista del potere”, ha nella politica moderna? Questo qualcuno poteva esserci vent’anni fa, probabilmente. Ma non oggi. (Oggi) siamo tutti perfettamente consci “dell’elefante nella stanza”, grazie non solo a tipi coraggiosi come Gilad Atzmon, Israel Shahak o Norman Filkenstein, ma anche a personalità Anglo tradizionali come John J. Mearsheimer, Stephen M. Walt o anche Jimmy Carter.
E’ semplicemente stupido pretendere di non sapere, quando sappiamo tutti che tutti sanno. Pretendere di non vedere questo elefante nella stanza ci fa apparire sottomessi a quell’elefante o semplicemente dei codardi che non osano dire la verità in faccia al potere. In altre parole, se vuoi veramente ammazzare la tua credibilità fai veramente finta, con tutte le tue forze, di non accorgerti dell’elefante nella stanza: qualcuno dei tuoi sponsor potrebbe volerti bene, ma tutti quanti ti disprezzeranno. E che dire del vero e proprio rischio di essere considerato alla stregua di un Nazista? Certo, il rischio esiste, ma solo se vi permettete di flirtare con idee razziste o anche solo para-razziste. Ma se voi sarete categorici nel rifiutare ogni forma di razzismo (compresa qualunque forma di razzismo anti-ebraico), allora l’accusa finirà semplicemente con il cadere. Certo, i Sionisti cercheranno in tutti i modi di farvi sembrare un Nazista ma non ce la faranno, semplicemente perché non avranno nulla su cui basare le loro accuse, se non delle vaghe dichiarazioni “sopra le righe” o una “mancanza di sensibilità”. Secondo la mia esperienza la gente non è così stupida e riesce rapidamente ad andare oltre a questa consunta accusa di “Antisemitismo” (tanto per cominciare, un concetto senza senso, come Michael Neumann ha così brillantemente dimostrato nel suo saggio “Che cos’è l’Antisemitismo?“).
La verità è che i Sionisti sono potenti solo fino al punto che noi gli permettiamo di essere. Se consentiamo loro di spaventarci fino al silenzio, allora davvero il loro potere è immenso, ma se invece domandiamo semplicemente che la smettano di considerare alcuni esseri umani “più uguali degli altri”, a questo punto il loro vero razzismo diventerà di colpo visibile a tutti e il loro potere svanirà. E’ veramente così semplice nessuno può accusare di razzismo un vero anti-razzista, e perciò, essere veramente anti-razzisti garantisce l’immunità dalle accuse di anti-semitismo. A questo punto, quello di cui abbiamo bisogno è di prendere in considerazione i termini usati. “Lobby israeliana” è carente sotto diversi punti di vista. Primo, implica che chi è in questa lobby abbia veramente a cuore le sorti di Israele e del popolo di Israele. Anche se qualcuno probabilmente c’è, abbiamo anche prove inconfutabili (come la testimonianza di Sibel Edmonds) che molte, o la maggior parte delle persone della “Lobby israeliana”, usa l’argomento Israele per i propri, assai diversi, scopi (di solito il potere, spesso i soldi). Il popolo di Israele ha veramente beneficiato di tutte le guerre scatenate dai Neoconservatori? Lo dubito.
Inoltre, quando sente la parola “Lobby Israeliana”, la maggior parte della gente pensa ad una lobby del Congresso degli Stati Uniti, qualcosa tipo l’NRA o l’AARP. Il problema che però oggi abbiamo di fronte è chiaramente internazionale. Bernard Henri Levi, George Soros o Mikhail Khodorkovsky non hanno nessun legame con l’AIPAC o il Congresso Americano. “Configurazione sionista del potere” va meglio, ma il termine “configurazione” è vago. Quello che abbiamo di fronte è chiaramente un impero. Inoltre è evidente come questo non sia esclusivamente un Impero Sionista, dal momento che la componente Anglo è almeno altrettanto influente, e allora, perché menzionarne solo una e non entrambe? Comunque penso che non dovremmo qui preoccuparci troppo della semantica.
Dal mio punto di vista ci sono due punti di vista veramente importanti di cui bisognerebbe preoccuparsi: 1) Dobbiamo incominciare a parlare liberamente dell’elefante nella stanza e smetterla di avere paura delle rappresaglie di quelli che vorrebbero che noi si facesse finta di non vederlo. 2) Dobbiamo smetterla di usare degli eufemismi politicamente corretti nella vana speranza che quelli che vogliono farci tacere li accettino. Non lo faranno. Attualmente, il grosso della discussione sugli argomenti legati all’Ebraismo o al Sionismo è severamente regolamentata. Il solo fatto di dubitare degli obbligatori “6 milioni” di Ebrei uccisi durante la Seconda Guerra Mondiale, in diverse nazioni europee può farvi finire dritti in galera. Stessa cosa se esprimete qualche dubbio sui reali metodi di esecuzione di questi Ebrei (camere a gas piuttosto che plotoni d’esecuzione o malattie). Il “revisionismo”, come su chiama adesso il porsi queste domande, è considerato un crimine o (come minimo) un abominio morale, anche se il “revisionismo” è quello di cui si occupano tutti i veri storici: la storiografia è revisionista per sua stessa natura. Ma anche il solo fatto di avere il coraggio di menzionare simili ovvietà fa diventare, agli occhi di molte persone, dei potenziali Nazisti.
Da quando in qua esprimere un dubbio è diventato sostenere un’ideologia? Roba da matti, vero? Personalmente sono arrivato alla conclusione che l’Occidente è diventato facile preda di un tale “sequestro concettuale” per il senso di colpa di aver lasciato uccidere dai Nazisti così tanti Ebrei europei senza intraprendere alcuna azione degna di nota. E’ un fatto che è stata l’Unione Sovietica a sostenere l’80% dello sforzo volto a distruggere la macchina bellica di Hitler, la maggior parte degli Europei ha resistito vergognosamente poco. E per quanto riguarda gli Anglo, hanno aspettato fino all’evidenza della vittoria dell’Unione Sovietica, prima ancora di impegnarsi nella guerra in Europa. Allora va bene, lasciamo pure che quelli che si sentono colpevoli continuino a sentirsi colpevoli (io personalmente non credo nella colpa collettiva). Ma non possiamo permettere a questa gente di zittire quelli di noi che sono fermamente convinti di non essere colpevoli assolutamente di niente!
Dobbiamo veramente prostrarci davanti a tutti gli Ebrei, compreso quell’1% al vertice a cui, come a tutti gli appartenenti a questo tipo di élite, non importa nulla dell’altro 99%? Per quanto ancora continueremo a permettere che questo 1% di Ebrei al vertice continui a godere di una strana forma di immunità politica, solo per il fatto di nascondersi dietro la memoria di altri Ebrei uccisi durante la Seconda Guerra Mondiale o dietro la sensibilità politica del rimanente 99% di Ebrei con cui essi non hanno comunque nessun legame? Credo veramente che questi dell’1% siano esattamente come tutti gli altri: pensano solo a sè stessi e a nessun altro. Il loro potere, quello che io chiamo l’Impero Anglo-Sionista, si basa su due cose: inganno e violenza. La loro visione del mondo si fonda su due forme di messianesimo: l’Angloimperialismo e il Sionismo (che altro non è se non la versione secolare dell’eccezionalismo razziale giudaico). Questo non ha nulla a che vedere con Nazismo, Seconda Guerra Mondiale o antisemitismo, ma è solo politica imperiale senza scrupoli. Solo se riusciremo a chiamare le cose con il loro vero nome saremo in grado di opporci significativamente a questo Impero e a quell’1% che lo governa. In verità, dal momento che non dobbiamo loro alcunché, eccetto il nostro categorico rifiuto e dissenso, credo sia nostro dovere morale far luce sulla loro vera natura e svelare le menzogne dietro cui cercano così disperatamente di nascondersi. Se il loro modo di agire è attraverso l’inganno, allora il nostro si dovrebbe basare sulla verità perché, come disse Cristo, la verità ci renderà liberi. Gli eufemismi servono solo a renderci schiavi ancora di più.
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