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Perla Pace Perpetua di Immanuel Kant


Breve introduzione al Progetto "Per la pace perpetua"

A partire dall’equazione libertà-dovere, occorre quindi domandarsi come Kant si accosti ad un ideale politico, traendone indicazione per creare le premesse della storia. A questo scopo dobbiamo prima far luce sulla valenza attribuita da Kant alla storia e rifarci essenzialmente alla trattazione della storia nel progetto "Per la pace perpetua".

1.              La storia: essa è per Kant prodotto degli uomini, è positiva quando è segnata dalla ragione (si consideri l’influenza dell’Illuminismo - come fuoriuscita da una condizione di minorità –che contribuì anche a diffondere una sensibilità nei confronti del diritto).

2.             Il progetto per la pace perpetua è un progetto filosofico: l’intenzione di Kant è di proporre il proprio discorso come una teoria intesa ad articolare i diversi elementi del problema della pace e a proporre il modo per affrontarlo e avviarne la soluzione.

3.             Le due sezioni del saggio: il volume "Per la pace perpetua" è suddiviso in due sezioni che vanno interpretate come una ricostruzione "critica" del problema della pace, intesa a porre in evidenza la "forma" del problema, ovvero il dovere di evitare alcuni atteggiamenti a fronte di altri.

•                Pars destruens: gli articoli preliminari sono quelli accettati dalla tradizione pacifista che prevedono ad esempio la scomparsa progressiva degli eserciti permanenti.

•                Pars costruens: gli articoli definitivi vogliono istituire lo stato di pace e sono:

a.              La costituzione civile di ogni stato deve essere repubblicana.

b.             Il diritto internazionale deve essere fondato su un federalismo di liberi stati.

c.              Il diritto cosmopolitico deve essere limitato alle condizioni di universale ospitalità.

I tre articoli costituiscono le condizioni per istituire lo stato di pace e le immediate espressioni di questo. Tali condizioni possono essere soddisfatte solo con il passaggio da una minaccia permanente di guerra a una situazione altrettanto permanente di pace; inoltre, in quanto prive di qualsiasi riferimento a istituti o istituzioni concreti, esse mirano a individuare la forma ottimale in cui la volontà politica può esprimersi.

La forma repubblicana è quindi l’unica che possa garantire la pace perpetua, giacché essa è fondata su:

1.              sui principi della libertà dei membri della società (in quanto uomini)

2.             sui principi della dipendenza da un’unica legislazione comune (in quanto sudditi)

3.             sulla legge dell’uguaglianza di tutti (in quanto cittadini)

L’istituzione repubblicana è da preferirsi anche poiché lo stato guidato da un tiranno non consente di perseguire l’obiettivo della pace; inoltre in essa permangono gli eserciti mercenari, le persone sono dunque  caute nel deliberare la guerra a fronte di una concezione patrimoniale dello Stato.

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