http://actualidad.rt.com Evasione di massa dei terroristi dalle carceri di mezzo mondo: operazione “mascherata” della CIA e del Mossad? Il governo USA aveva emesso il giorno 2 Agosto un allerta mondiale per i viaggi di tutti i propri cittadini in vigore fino al 31 di agosto, dovuto ad una minaccia non specificata della rete terrorista di Al Qaeda. Il giorno stesso il Dipartimento di Stato USA ha decretato la chiusura temporanea delle ambasciate in Medio Oriente e nel nord Africa. Un giorno dopo, l’Interpool, che sembra andare a rimorchio del Pentagono, ha emesso un comunicato mettendo in allerta circa le evasioni di prigioneri avvenute nell’ultimo mese in 9 paesi membri dell’Interpool, fra questi l’Irak, la Libia ed il Pakistan. La sede della Segreteria Generale dell’Interpool ha pubblicato una allerta mondiale sulla sicurezza per raccomandare un aumento della vigilanza. Si sospetta che la mano di Al Qaeda sia dietro le varie evasioni che hanno permesso la fuga di centinaia di terroristi ed altri delinquenti, pertanto nel suo avviso l’Interpool sollecita l’aiuto dei suoi 190 paesi membri per determinare se questi fatti siano il frutto di un piano coordinato o se siano relazionati fra loro. Tra queste fughe di massa, che si ritiene si siano verificate nell’intervallo di sei giorni, occorre sottolineare quella avvenuta il 23 Luglio, quando un numero tra 700 e 1000 detenuti riuscirono ad evadere dalle carceri di Taj e di Abou Graib, in Irak. Quattro giorni dopo, il 27 Luglio, 1.117 detenuti sono evasi dal carcere di Kuafia nel distretto di Bengasi, in Libia, che sarebbe stata seguita da una evasione di 243 talebani dal carcere di Dera Ismail Khan, la notte del 29 Luglio in Pakistan. Testimoni dell’evasione assicurano che vi sono stati commandos organizzati ad assaltare il carcere in concomitanza con una sommossa all’interno. Altre fonti informano che negli stessi giorni alcune centinaia di terroristi sono stati liberati dalle carceri saudite e giordane per essere infiltrati in Siria. Sia come sia, pochi giorni dopo queste evasioni sospette, varie zone alawite della Siria sono state assaltate dalle milizie yadiste di Al Quaeda, composte da stranieri, in massima parte libici, sauditi, ceceni ed afgani. Questo è accaduto nelle vicinanze della frontiera con la Turchia, dove i terroristi sono riforniti ed addestrati in forma palese dall’inizio del conflitto. L’attacco ha avuto in bilancio di circa 400 morti fra i civili e fra questi molte vittime decapitate e mutilate, oltre a più di 200 sequestrati. Questo massacro avvenuto nelle zone alawite nel circondario di Latakia, non è stato neppure menzionato dai mezzi di comunicazione occidentali ed è stato seguito da assassini di cristiani in diverse zone fra le quali Maaloula, un luogo sacro importantissimo per la Chiesa cristiana e per la sua storia, una città dove si continua a parlare l’Aramico (la lingua di gesù Cristo). Nel corso dello stesso mese, si sono verificati una ondata di attentati giornalmente da parte di Al Quaeda in Irak contro la popolazione sciita, che si sono conclusi con un bilancio di circa 1.000 morti e migliaia di feriti in sole 4 settimane. Il mese più sanguinoso dall’occupazione del 2003, un dramma umanitario quasi dimenticato che dura da circa 10 anni e che ha oltrepassato il bilancio di un milione di vittime, in quello che si presenta come uno stato fallito conquistato dagli USA e dalle sue imprese di contractors. La terza vittima è stato il Libano, dove si sono verificati di colpo attentati l’8 ed il 22 di Agosto che hanno prodotto circa 100 morti e più di 700 feriti e che, secondo esperti libanesi, portano l’impronta certa delle milizie takfiriste di Bandar ben Sultan, il responsabile dei servizi segreti sauditi, che ha l’obiettivco di far scontrare le comunità sciite e sunnite per estendere il conflitto siriano. Trascorse più di 5 settimane da quando era stata emessa l’allerta, forse è arrivato il momento di tirare delle conclusioni e di fare un bilancio della situazione. In primo luogo salta agli occhi che non sono stati attaccati nè cittadini nè interessi occidentali o israeliani in tutta la regione e neppure fuori di questa. Tuttavia si sono avuti più di 1.500 morti in attentati ed attacchi terroristici in Siria, in Irak ed in Libano. Questo tragico bilancio, tenendo in conto le dichiarazioni delle guardie e dei testimoni delle evasioni ed il fatto che gli attacchi terroristici sono avvenuti in questo arco di tempo, ha indotto diversi esperti ad arrivare alla conclusione che sono state, senza alcun dubbio, le forze speciali dell’Esercito USA ad organizzare le evasioni, dovuto al fatto che gli uffici di reclutamento delle organizzazioni militari private hanno sempre più difficoltà a trovare volontari che vadano a partecipare alla “yihad” in Siria. In conseguenza di questo e con la pressione delle recenti sconfitte dei yihadisti in Siria, si è scelto di tirare fuori dalle carceri un certo numero di uomini con esperienza di combattimento e decisi a tutto. Possiamo anche sospettare che si tratta dei più selvaggi e sanguinari. Tutto questo, assieme alle prove, agli indizi ed alle dichiarazioni delle vittime e dei terroristi catturati, ci porta a dedurre che la grande evasione di terroristi di Al Quaeda è stata in realtà una operazione mascherata dei servizi USA e sionisti . Una nuova perla geo strategica della CIA e del Mossad, realizzata con la finalità di ottenere due obiettivi: chiudere con lo scandalo dello spionaggio scoperto per mezzo di Edward Snowden e destabilizzare la regione per ottenere il risveglio di una guerra intersettaria durante o in contemporanea con l’attacco che effettueranno le forze USA sulla Siria.
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