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08 Luglio 2014

Sei in guerra, e non lo sai.
di Enrico Carotenuto

Fin dall'inizio del secolo scorso, con l'avvento e la diffusione capillare dei mass-media, lo strumento principale per il mantenimento e l'uso del potere é la "guerra psicologica". Un termine spesso usato, ma poco compreso. Si fatica infatti a comprendere la reale portata delle attivitá intraprese dai poteri di controllo e condizionamento delle societá. Fin dall'infanzia, tutti i messaggi che ci arrivano, tendono a farci credere di essere liberi, di vivere in societá democratiche, che le nostre libere scelte contano. Ma quanto sono libere queste scelte? Quanti pensieri che noi diamo per scontato come nostri, ci sono stati in realtá "impiantati" attraverso la scuola, la manipolazione delle cariche istituzionali, i libri, il cinema e la tv? Pensiamo invece che il web sia libero, ma é cosí? 

La stragrande maggioranza delle persone non riesce a concepire la vastitá delle risorse umane e materiali impiegate giornalmente per disinformarci. In realtá gli enormi costi per gli interventi militari classici, quelli con le armi ed i morti, costi che scandalizzano quando divengono di pubblico dominio, sono cosa veramente piccola, se paragonati a quelli per la guerra alle nostre menti. Una guerra in cui siamo tutti in prima linea, ma quasi nessuno sa di esserlo. Certo, moltissimi di noi sanno che l'informazione dei mass-media é pilotata, o per lo meno accomodante in favore dei potenti di turno. In moltissimi sono a conoscenza del fatto che i governi utilizzino la propaganda, ma spesso si cade nella trappola di credere che basti guardare l'orientamento politico ufficiale di un giornale o di una tv, per poter capire dove sta la distorsione, oppure si pensa che la propaganda era una cosa che usavano i nazisti, o i comunisti, ai tempi che furono. Ma non è così. la propaganda parte da molto più lontano nel tempo ed è molto più ampia nei modi, di quanto siamo abituati a pensare, ed influenza alla radice i nostri comportamenti.

In realtá la piú grande dose di propaganda ce la beviamo quotidianamente noi cittadini degli stati "democratici". Questo, appunto, perché ci mancano informazioni fondamentali a capire quanto sia realmente profonda la tana del coniglio, ma soprattutto perché sono stati creati in noi, fin da piccoli, dei "binari" del pensiero. Binari che siamo cosí abituati ad utilizzare, da non sapere neanche che esistono. Pensiamo di andare dove ci pare con le nostre gambe, e invece siamo passeggeri di un treno la cui destinazione e le cui fermate, sono state stabilite da altri.

Per chi voglia comprendere il concetto in maniera approfondita, consigliamo vivamente il libro "Psyops" di Solange Manfredi. (http://www.lulu.com/shop/solange-manfredi/psyops/paperback/product-21676812.html) Un libro dettagliatissimo, da cui attraverso un enorme lavoro di collage di atti desecretati dagli archivi di vari servizi segreti (dalla CIA all' OVRA) fatto dall'autrice, emerge l'incredibile quadro della disinformazione attuata in Italia negli ultimi 70 anni, attraverso i protocolli delle "Psychological Operations". Chi pensa di sapere come è andata la storia del nostro paese negli ultimi 70 anni, farebbe bene a leggere questo libro. Quello che hanno creduto i nostri nonni ed i nostri padri? Balle. Quello che crediamo noi, generalmente parlando? Pure.

Per cominciare a capire che la tana del coniglio c'é, e che é di gran lunga piú profonda di quanto pensiamo normalmente, dobbiamo prima guardare i principi fondamentali della guerra psicologica che si articolano in:

1) Propaganda

2) Operazioni psicologiche

3) Personale straniero di rinforzo

"We'll know our disinformation program is complete when everything the American public believes is false" (Sapremo che il nostro programma di disinformazione sarà completato quando tutto quello che il pubblico americano crede, è falso) - William J. Casey, Direttore della CIA dal 1981 al 1987.

Ecco come il manuale d'intelligence per la propaganda occulta del 1946 (Meno male che gli americani fanno manuali di questo genere, altrimenti ne sapremmo molto di meno!) definisce la propaganda: "qualsiasi genere di persuasione organizzata...che tenta di manipolare i comportamenti, le idee e le azioni di una persona...Tutti i mezzi di comunicazione di massa sono usati come veicolo per la propaganda. E possono essere divisi in due categorie, quelli parlati e quelli scritti...La propaganda occulta parlata comprende voci false, i contatti personali, le agitazioni e le dimostrazioni, l'uso dell'istruzione, della cultura e della religione, la radio, il teatro e il cinema. La propaganda occulta scritta comprende i volantini, i manifesti, i libri ed i saggi, i quotidiani e le agenzie di stampa, i documenti contraffatti, le lettere e le petizioni..." (fonte S.Manfredi - Psyops, pag.2)

Sembra non abbiano dimenticato nulla, no? Ah, il "manual" è del 1946, e non c'era il web. E sappiamo tutti come sul web sia ancora più facile far circolare balle...

Ecco, è ora di cominciare a realizzare che tutti i mezzi sopraelencati non vengono utilizzati sporadicamente, per dirigere l'opinione pubblica di tanto in tanto. Al contrario, vengono usati COSTANTEMENTE, sia per operazioni tattiche (argomenti o situazioni specifiche), che per quelle strategiche (la circolazione costante di disinformazione è un'arma fondamentale per mantenere la popolazione fondamentalmente disunita e diffidente). Ne deriva che che tutto quello che sappiamo, fin dalla più tenera età, che viene dai mass-media o dalle autorità o dalla scuola è talmente pieno di balle che per noi diventa praticamente impossibile, se non con un grande lavoro di coscienza, pensare al di fuori dei binari che ci hanno imposto. Binari, appunto, fatti di menzogna. Cosa dice ciò sui nostri processi mentali? Cosa ci dice dei nostri gusti, delle nostre necessità, dei nostri orientamenti politici, degli odi, degli squadrismi, delle appartenenze?

Cosa è realmente nostro? 

***

- fine prima parte - Nel prossimo articolo, in uscita il 15/7/2014, parleremo delle altre due branche della guerra psicologica.


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15 Luglio 2014

Sei in guerra e non lo sai - 2
di Enrico Carotenuto

Propaganda...tutti sappiamo che c'è, ed intuitivamente ne conosciamo persino le tecniche, perchè le abbiamo sotto il naso tutta la vita, e spesso ne cogliamo e ne discutiamo l'effetto,  ma molto difficilmente le vediamo mai elencate tutte insieme una accanto all'altra. Difficilmente pensiamo che quel problema di cui ci accorgiamo o di cui discutiamo, che percepiamo come problema a se, è solo una parte di un quadro ben più ampio. Prese singolarmente, queste tecniche, sembrano cose separate tra loro, ma analizzando i messaggi che ci arrivano costantemente dai media alla luce della seguente lista, si rischia uno shock.

Tecniche di propaganda

Messaggio credibile: messaggi non necessariamente veri, non riconoscibili come propaganda dall'obiettivo. Si costruiscono messaggi simili fra loro nella forma per essere trasmessi da un ampio numero di fonti d'informazione.

Stereotipi brillanti: l'uso di parole o frasi così intimamente associate a idee o credenze comunemente accettate da essere di per se stesso convincente, senza che vi sia bisogno dell'apporto dell'informazione. Frasi che si accettano senza sottoporle ad un processo ragionativo. (esempi: democrazia, socialismo, eguaglianza, libertà). Questi stereotipi devono fornire risposte semplici a problemi complessi. Le affermazioni devono essere concise. "Semplificazione e slogan soddisfano l'ego dell'obiettivo, dandogli da un lato la percezione di aver, in poco tempo, capito tutto del problema, e dall'alro la possibilità di non cadere nel timore che il problema possa essere effettivamente al di la della sua comprensione: le semplificazioni eccessive sono gli strumenti per guadagnare il consenso sia delle masse democratiche, sia di quelle di fanatici" (Solange Manfredi - Psyops, pag. 3)

Testimonianza:    "Attraverso la tecnica della testimonianza l'obiettivo è portato a identificare il messaggio propagandistico con l'autorità e, quindi, ad accettare la convinzione o l'opinione di questi come la propria" (Psyops, pag. 4) Questa tecnica ormai dovremmo riconoscerla al volo, perchè siamo bombardati di testimonials nelle pubblicità commerciali, ma non siamo abituati a riconoscerla in operazioni come quella di Nayrah, ovvero in contesti non esplicitamente pubblicitari.

Linguaggio:  Al nostro cervello piace quando riduciamo problemi complessi in formule semplicistiche, e il propagandista, ad esempio, chiama un'invasione "guerra di liberazione", oppure "esportazione di democrazia". Ovviamente gli invasori si chiameranno "truppe alleate",  mentre chi difende il proprio paese diventa "terrorista" o "fedelissimo di Saddam, di Gheddafi, di Assad", ecc.

Insinuazione: "L'insinuazione viene utilizzata per creare o stimolare nell'obiettivo determinate idee, ovvero per divedere e creare contrasti nell'avversario" (ibid. pag.7) Qualcuno vuole fare una retata nei centri sociali? Ecco che esce fuori una "fonte sicura" su un giornale che s'inventa una nuova sigla terrorista-anarco-comunista-insurrezionalista... "Così, ad esempio...per alimentare il contrasto tra la classe politica e l'elettorato è sufficiente che (l'insinuazione) si concentri sul costo dei parlamentari e la corruzione dei partiti, insinuando che, a causa di tutto ciò, non sia stato possibile attuare riforme socialmente desiderabili, ecc. Creato il pregiudizio il propagandista agisce sull'obiettivo con la "domanda pilota", cioè una domanda che sottintende una sola possibile risposta". (ibid. pag.8) Ecco un esempio di domanda pilota:"Se i politici sono tutta una casta di ladri, qual'è l'unico modo per liberarci dei furti?"

Ripetizione:   Questa è quella che molti riconoscono come propaganda, per via della celebre frase di Goebbels, il ministro della propaganda  Nazista: "Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità". Ecco cosa dice Gustav Le Bon in "Psicologia delle folle, pag.56" "L'affermazione pura e semplice, svincolata da ogni ragionamento e da ogni prova, costituisce un sicuro mezzo per far penetrare in'idea nello spirito delle folle. Più l'affermazione è concisa, sprovvista di prove e di dimostrazione, più essa ha autorità....Quest'ultima non acquista tuttavia reale influenza se non a condizione d'essere costantemente ripetuta, e il più possibile, negli stessi termini".

Ora, dopo aver avuto sotto gli occhi tutte insieme queste tecniche, ripensiamo un attimo ai notiziari, ai giornali, ai film, ai libri di scuola... roba da far venire le vertigini. Quando si comincia a guardare da questa prospettiva, la "realtà" in cui siamo immersi quotidianamente, comincia ad apparirci veramente per ciò che è: virtuale. Non solo è tutto nella nostra testa, ma gran parte del mondo lavora in maniera più o meno cosciente, per riempire questa nostra testa di menzogne. Ci si sente un po' come Neo quando prende la pillola rossa nel film "Matrix"...parecchio disorientati. Però è anche un passo verso un punto di vista migliore, più obiettivo ed equilibrato.

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