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martedì 30 ottobre 2012

Valutazione dei rischi e delle incertezze dei metodi di Geoingegneria

Nessuno dei metodi di Geoingegneria valutati offre una soluzione immediata al problema dei cambiamenti climatici, poiché lo stato attuale delle conoscenze è senza alcun dubbio insufficiente per una valutazione esaustiva dei rischi che derivano dalla Geoingegneria.

Per molti aspetti, i metodi relativi alla riduzione dell'anidride carbonica (CDR), sembrano comportare meno rischi e incertezze riguardo alle tecniche di gestione della radiazione solare (SRM), poiché inducono i fenomeni climatici ad indirizzarsi maggiormente verso il loro stato naturale.

In linea di principio questi metodi consentono addirittura di generare "emissioni negative" e, al contrario, la presenza di elevate concentrazioni di gas serra nell'atmosfera e una temperatura diminuita tramite tecniche SRM, costituisce per il Pianeta uno stato nuovo, dinamico, caratterizzato da notevoli incertezze.

Tra queste vanno ricordati i valori soglia sconosciuti e i meccanismi di reazione del sistema terrestre, come pure le conseguenze dell'acidificazione degli oceani, che in questo caso progredirebbe in modo illimitato.

Gli effetti di alcune tecniche SRM variano da una regione all'altra ed hanno ripercussioni per esempio sulle precipitazioni, intensità dei venti e correnti oceaniche.

L'applicazione delle metodiche SRM comporterebbe perciò ulteriori rischi, generando costi aggiuntivi. Queste non possono essere considerate una soluzione sostenibile, perché non si conosce bene il momento e il modo di abbandonarle correttamente. Infatti, in base a quanto risulta dai modelli matematici, l'interruzione improvvisa dell'applicazione di una tecnica SRM comporta il rischio di un improvviso e intenso riscaldamento ("Termination Problem"), derivante da un meccanismo di feedback o di retroazione negativo.

Oltre a queste considerazioni di carattere generale, ogni singolo approccio di Geoingegneria implica anche rischi particolari.

A titolo di esempio si citano due processi molto discussi:

* Per quanto riguarda l'applicazione della tecnica CDR di fertilizzazione degli oceani, allo stato attuale delle conoscenze, si possono prevedere massicci effetti collaterali sulla biodiversità marina. La comprensione del problema viene ulteriormente ostacolata dal fatto che i risultati sperimentali in parte si contraddicono. In determinate condizioni la degradazione delle alghe che si depositano sul fondo, pare favorire la formazione di protossido di azoto N2O (il gas esilarante), un potente gas serra, così che alla fine si otterrebbe l'effetto opposto;

* L'immissione continua di aerosol sulfurei nella stratosfera, nell'ordine di grandezza di parecchi milioni di tonnellate all'anno, secondo molti fautori della Geoingegneria sarebbe l'opzione SRM più indicata, che potrebbe ridurre rapidamente la temperatura media globale. Una volta nella stratosfera, le particelle di aerosol riflettono una parte della luce solare disperdendola nello spazio (scattering), contribuendo a raffreddare il pianeta, diminuendo così l'effetto serra. Osservazioni e studi su modelli indicano, altresì, che il ricorso a tale tecnica influirebbe sul quadro globale delle precipitazioni e indebolirebbe i forti monsoni estivi, mettendo eventualmente a rischio l'approvvigionamento alimentare di miliardi di persone in Asia e in Africa. Inoltre, le particelle di aerosol potrebbero indebolire lo strato di ozono, che nella stratosfera assorbe le radiazioni ultraviolette UVc della luce solare, pericolose per gli esseri viventi. Lo strato di ozono si è già indebolito dalla seconda metà del Novecento in poi, fino ai giorni nostri. [...] L’ozono ferma nella stratosfera i raggi ultravioletti del Sole, in particolare gli UVb e gli UVc, cioè i più energetici. Questa radiazione produce mutazioni nelle cellule umane che possono dare origine a melanomi, tumori maligni della pelle.

[...] Tornando ai rischi in ambito della Geoingegneria, considerazioni etiche si impongono anche per quanto concerne la responsabilità generazionale: chi punta sulla Geoingegneria costringe le generazioni future a continuare le misure già avviate, nel peggiore dei casi ancora per parecchi secoli, a costi elevati e con effetti avversi per gli ecosistemi globali che, al momento, sono ancora imprevedibili.

In uno scenario di questo tipo, le generazioni a venire non disporrebbero più di una libera scelta.

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