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Fonte: www.counterpunch.org Comprendere o non comprendere Putin In Germania di questi tempi, molti cittadini non sono d’accordo con gli interminabili attacchi verbali rivolti alla Russia da parte dei mass media allineati alla NATO. Questi portano all’attenzione il fatto che il cambiamento di regime sostenuto dagli Usa a Kiev, che ha messo al potere un governo di transizione di ultra-destra desideroso di aderire alla NATO, ha posto una minaccia urgente per l’unica base navale russa in acque calde che si trova in Crimea. Viste le circostanze, e dato che la popolazione della Crimea ha approvato a grande maggioranza, reintegrare la Crimea all’interno della Federazione russa è stata una mossa difensiva necessaria. In Germania, chiunque dice una cosa del genere può essere denigrato con l’appellativo “Putinversteher” (una persona che comprende Putin n.d.t). Questo la dice tutta. Non siamo tenuti a capire. Noi dobbiamo odiare. I media esistono per questo motivo. Mentre l’Occidente si rifiuta ostinatamente di capire Putin e la Russia, Vladimir Putin, d’altra parte, sembra comprendere gli avvenimenti abbastanza bene. Sembra comprendere che lui e la sua nazione vengono sistematicamente attirati con l’inganno in una trappola mortale da un nemico che eccelle nell’arte contemporanea della “comunicazione”. In una situazione di guerra, la comunicazione della NATO dimostra che non è importante chi fa cosa. L’unica cosa che conta è chi racconta la storia. I media occidentali stanno raccontando la storia in un modo che dipende dalla mancata comprensione della Russia, e dalla mancata comprensione di Putin. Nella versione occidentale Putin e la Russia diventano i cattivi immaginari, sono soltanto la più recente reincarnazione di Hitler e della Germania nazista. Il massacro orribile ad Odessa il 2 maggio lo ha dimostrato. Le prove fotografiche, le testimonianze di numerosi testimoni oculari, i corpi fumanti e le grida degli assassini sono lì a dare prova di quello che è successo. I Tendoni eretti per raccogliere firme a favore di un referendum per introdurre un sistema federale in Ucraina (oggi politicamente divisa, ma stato totalmente centralizzato), sono state date alle fiamme da una milizia di criminali fascisti che hanno attaccato i federalisti locali in quanto “separatisti” (accusandoli di volersi “separare” dall’Ucraina per aderire alla Russia, quando questo non è quello che stanno cercando di ottenere). Gli attivisti locali sono fuggiti nel grande edificio del sindacato sulla piazza dove sono stati inseguiti, aggrediti, uccisi e dati alle fiamme dai “nazionalisti ucraini”, che agiscono per conto del regime illegittimo di Kiev sostenuto dall’Occidente. Non importa quanto gli assalti siano stati feroci, i media occidentali non hanno notato atrocità, non hanno sentito di alcuna violenza, non hanno riferito di crimine alcuno. Hanno solamente condannato una “tragedia” che era appena accaduta in un qualche modo imprecisato. Odessa è la dimostrazione che qualunque cosa accada, la classe politica della NATO, unita ai leader politici e ai media, hanno puntato sulla loro storia e stanno attenendosi ad essa. I nazionalisti che hanno preso il potere a Kiev sono i buoni, mentre le persone che vengono assaltate a Odessa e nell’est dell’Ucraina sono “filo-russi” e di conseguenza, i “cattivi”. Comprendere Putin Così malgrado tutto, cerchiamo di comprendere il presidente Putin, che in realtà non è molto difficile. Dietro ogni azione consapevole ci dovrebbe essere una motivazione. Diamo un’occhiata alle motivazioni. Oggi, il ministro degli Esteri britannico William Hague, che senza dubbio mostra ogni sintomo di non comprendere o desiderio di comprendere nulla, ha ribadito la linea della NATO, ovvero che la Russia stava “cercando di orchestrare conflitti e provocazioni” nel sud e nell’est dell’Ucraina. Ciò non ha senso. Putin non ha assolutamente alcun motivo di volere che la guerra civile imperversi nella vicina Ucraina, e ha le sue buone ragioni per fare tutto il possibile per evitarla. Questo lo pone davanti a un grave dilemma. I continui feroci attacchi da parte dei nazionalisti fanatici dell’Ucraina occidentale sui cittadini a est e a sud del paese possono solo incitare i perseguitati cittadini Ucraini di lingua russa a chiedere aiuto alla Russia. Ma allo stesso tempo, Putin deve essere a conoscenza che i russofoni ucraini non vogliono davvero essere invasi dalla Russia. Probabilmente vogliono qualcosa di impossibile. Ed è perfettamente ovvio che qualsiasi uso della forza militare della Russia per proteggere le persone in Ucraina scatenerebbe una demonizzazione ancora più feroce di Putin che verrebbe considerato “il nuovo Hitler” che sta invadendo i paesi “senza motivo”. E la NATO userebbe questo pretesto, come ha già utilizzato la riunificazione della Crimea con la Russia, come “prova” che l’Europa deve rafforzare la sua alleanza, stabilire basi militari in tutta l’Europa orientale e (soprattutto) spendere più soldi nel settore della “difesa” (acquistando equipaggiamenti militari USA). La presa di potere occidentale del governo di Kiev è chiaramente una provocazione per attirare Putin in una trappola che alcuni strateghi occidentali (dei quali Zbigniew Brzezinski è il più importante teorico) sperano possa causare la caduta di Putin e gettare la Russia in una crisi che possa portare al suo potenziale smembramento. Putin può solo desiderare di trovare una soluzione pacifica al caos ucraino. Mentre Washington ritorna alla politica di “contenimento” della guerra fredda per “isolare” la Russia, Putin ha tenuto oggi dei colloqui a Mosca con Didier Burkhalter, il presidente svizzero e attuale presidente dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), nella speranza di avviare una sorta di mediazione pacifica. Putin si ritira a causa del piano di un attacco False Flag? In questa circostanza, Putin ha annunciato di aver ritirato le truppe russe dal confine con l’Ucraina. Egli ha indicato che ciò è stato fatto per alleviare le preoccupazioni sul loro posizionamento, riguardo alle affermazioni che la Russia si stava preparando a un’invasione. Ha inoltre sconsigliato di tenere dei referendum per una maggiore autonomia nelle aree a maggioranza russofona fino a quando non possano essere create “le condizioni per il dialogo”. Tuttavia, le notizie riferiscono che questo presunto ritiro dei militari ha causato nuove preoccupazioni tra alcuni cittadini ucraini, i quali ritenevano che la Russia li stesse abbandonando nel momento del bisogno, e tra alcuni russi, i quali temevano che il presidente stesse facendo marcia indietro sotto la pressione occidentale. Non è escluso che l’ordine del ritiro sia stato collegato a una relazione dell’agenzia RIA Novosti del 6 maggio, che segnalava che il servizio segreto ucraino stava progettando un’operazione false flag (sotto falsa bandiera n.d.t) con il fine di accusare la Russia di violare il confine con l’Ucraina. L’ agenzia di stampa RIA Novosti ha detto di aver appreso da ambienti della sicurezza di Kiev che i servizi segreti ucraini dell’SBU avevano segretamente inviato circa 200 uniformi dell’esercito russo e una settantina di documenti d’identità contraffatti di ufficiali Russi nella roccaforte delle proteste di Donetsk nell’est dell’Ucraina, da utilizzare per mettere in scena un falso attacco contro le pattuglie di frontiera ucraine. L’ agenzia RIA Novosti ha detto che questi rapporti non erano verificati, ma potrebbero comunque essere stati presi sul serio dai russi. “Il piano sarebbe quello di simulare un attacco contro truppe di frontiera ucraine e filmarlo per i media”, sosteneva il rapporto. In relazione a questo piano, una dozzina di combattenti dal Settore della Destra ultra-nazionalista avrebbero dovuto attraversare il confine e rapire un soldato russo, al fine di presentarlo come “prova” dell’incursione militare russa. L’operazione era prevista per l’8 o il 9 maggio. Mettendo le truppe russe più distanti dal confine, Putin potrebbe sperare di rendere l’operazione false flag meno plausibile, e magari scongiurarla. L’intera operazione ucraina, almeno in parte diretta da Victoria Nuland del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, è stata caratterizzata da operazioni false flag, tra cui quelle maggiormente note tramite i cecchini che hanno improvvisamente propagato i massacri e il terrore in piazza Maidan a Kiev, distruggendo di fatto l’accordo di transizione sponsorizzato a livello internazionale. I ribelli “filo-occidentali” hanno accusato il presidente Yanukovich di aver inviato gli assassini, e costretto il resto del parlamento a dare il potere di governo al protetto della signora Nuland, Arseniy “Yats” Yatsenyuk. Tuttavia, sono uscite fuori un gran numero di prove a dimostrare che i misteriosi cecchini erano mercenari filo-occidentali: prove fotografiche, seguite dalla dichiarazione telefonica dal ministro degli Esteri estone in tal senso, e infine, dal canale televisivo tedesco ARD il cui documentario del programma Monitor ha concluso che i cecchini provenivano dai gruppi di estrema destra anti-russi coinvolti nella rivolta di Maidan. Infatti, tutte le prove conosciute portano a un un’operazione false flag da parte dei fascisti, eppure i media e i politici occidentali continuano ad addossare tutte le colpe alla Russia. Quindi, qualunque cosa faccia, Putin deve ora rendersi conto che lui sarà volutamente “frainteso” e rappresentato in maniera distorta dai leader occidentali e dei media. Sopra le teste del popolo americano, sopra le teste dei tedeschi, dei francesi e degli altri europei, un accordo privato per rianimare la Guerra Fredda è certamente stato raggiunto tra le persone che potremmo descrivere a modo nostro come gli “oligarchi” occidentali, al fine di garantire all’Occidente un “nemico” abbastanza serio tale da salvare il complesso militare-industriale e unire la comunità transatlantica contro il resto del mondo. Questo è ciò che sono obbligati a capire i leader russi. La cosa di cui hanno più bisogno per salvare il mondo da un conflitto interminabile e inutile, è la comprensione di tutti quei cittadini americani ed europei che non sono mai stati consultati o informati riguardo questo cambiamento pericoloso nella strategia, che, se lo comprendessero, non si dichiarerebbero certamente d’accordo. Diana Johnstone è l’autrice del libro “Fools’ Crusade: Yugoslavia, NATO, and Western Delusions”. Può essere raggiunta al seguente indirizzo mail: diana.johnstone@wanadoo.fr
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