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Hanno "ucciso" lo Statuto dei Lavoratori Quello che scriverò non è frutto della mia immaginazione. E', ahimè, tutto reale e poco regale. Tristemente reale. Dopo la festa della Liberazione, dopo la festa del Primo Maggio, ora è il momento dello Statuto dei Lavoratori. Ora capisco perché hanno deciso che il primo maggio non si deve festeggiare. Perché non c'è più un cavolo da festeggiare!
Il DECRETO-LEGGE 13 agosto 2011, n. 138, all'articolo 8, sotto la dicitura MISURE A SOSTEGNO DELL'OCCUPAZIONE, in poche righe, svuota e raggira quella che è una delle poche conquiste dei lavoratori, ovvero la Legge 300 del 1970, conosciuta come lo Statuto dei Lavoratori. Vi riporto come prima cosa l'estratto, che ora ci riguarda, del detto articolo: I contratti collettivi di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale da associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale ovvero dalle rappresentanze sindacali operanti in azienda possono realizzare specifiche intese finalizzate alla maggiore occupazione, alla qualità dei contratti di lavoro, alla emersione del lavoro irregolare, agli incrementi di competitività e di salario, alla gestione delle crisi aziendali e occupazionali, agli investimenti e all'avvio di nuove attività. Le specifiche intese di cui al comma 1 possono riguardare la regolazione delle materie inerenti l'organizzazione del lavoro e della produzione incluse quelle relative: a) agli impianti audiovisivi e alla introduzione di nuove tecnologie; b) alle mansioni del lavoratore, alla classificazione e inquadramento del personale; c) ai contratti a termine, ai contratti a orario ridotto, modulato o flessibile, al regime della solidarieta' negli appalti e ai casi di ricorso alla somministrazione di lavoro; d) alla disciplina dell'orario di lavoro; e) alle modalita' di assunzione e disciplina del rapporto di lavoro, comprese le collaborazioni coordinate e continuative a progetto e le partite IVA, alla trasformazione e conversione dei contratti di lavoro e alle conseguenze del recesso dal rapporto di lavoro, fatta eccezione per il licenziamento discriminatorio e il licenziamento della lavoratrice in concomitanza del matrimonio. Sembra una presa in giro, perchè il titolo che caratterizza questo articolo è misure a sostegno dell'occupazione. Il giusto titolo, dovrebbe essere, misure a sostegno del padrone.
La legge 20 maggio 1970, n. 300, norme sulla tutela della libertà e dignità del lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nel luoghi di lavoro e norme sul collocamento, al suo interno già disciplina, in modo compiuto preciso e puntuale quanto ora viene rimesso alla contrattazione aziendale.
Basta pensare per esempio all' ART. 4 - Impianti audiovisivi, ART. 13. - Mansioni del lavoratore, ART. 18. - Reintegrazione nel posto di lavoro.
Invece, con questa norma, già efficace, nell'attesa di essere convertita in Legge, e ovviamente e con grande rammarico, ma non stupore, firmata dal Presidente della Repubblica, si raggirano le tutele previste dallo Statuto dei Lavoratori rimettendole pienamente all'autonomia delle parti sindacali e negoziali, ovvero padronali. Cosa vuol dire ciò? Che i padroni, che molti continuano a chiamare datori di lavoro, sulla scuola Agnelli/Marchionne, minacceranno i sindacati ed i lavoratori. O firmate il contratto come da noi richiesto oppure chiudiamo baracca e tutti a casa. E dovete firmarlo alle nostre condizioni! Quindi, visto che tale decreto riconosce ampi poteri alle parti, ora si possono normare discipline già previste nello Statuto dei Lavoratori, ma che possono essere derogate. Siano esse questioni correlate ai controlli nei confronti dei lavoratori, siano esse questioni correlate all'assunzione, siano esse questioni correlate al licenziamento. Il Governo, in modo solare, ha detto che, beh noi non abbiamo toccato l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Certo. Avete fatto di peggio. Avete dato la possibilità al sistema padronale di contrattare la disciplina sui licenziamenti come meglio credono, derogando anche in peius quanto previsto nello Statuto dei Lavoratori. Il ricatto? O si accolgono a braccia aperte le volontà padronali, oppure tutti a casa! Bravi. Alla fine ci siete riusciti. Avete distrutto lo Statuto dei Lavoratori. Per la difesa dello Statuto dei Lavoratori, protestiamo, tutti uniti, tutti insieme, contro questi oppressori dei diritti dei lavoratori.
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