.... Ita Ford ..... Jean Donovan . Dorothy Kazel ... Maura Clarke

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24.01.2016

 

El Salvador: donne martiri come Romero

 

Trentacinque anni fa l’uccisione delle quattro missionarie americane: tre di loro erano religiose, la quarta una volontaria laica

 

Sono trascorsi 35 anni da quando in Salvador non venne versato solo il sangue di Oscar Romero ma anche quello di tre suore e una missionaria laica americane che il 3 dicembre 1980 vennero ritrovate morte, uccise dopo essere state sequestrate e violentate pochi giorni prima in El Salvador. Erano passati nove mesi dalla violenta morte di Oscar Arnulfo Romero, il loro Vescovo, trucidato sull’altare mentre celebrava la Messa. 

Il caso delle missionarie ebbe forte eco negli Stati Uniti, Paese d’origine delle quattro donne, ma fu subito evidente che per accertare la verità sarebbe passato molto tempo. Ci sono, infatti, voluti anni per avere qualche lume sugli assassini che facevano parte delle forze militari salvadoregne con la connivenza di due generali al comando di bande particolarmente violente e fuori controllo, in un contesto - quello della guerra civile in El Salvador durata ben 12 anni (1980-1992), in cui l’ingerenza anche straniera non venne a mancare. 

 

Maura Clarke e Ita Ford erano dell’ordine di Maryknoll, Dorothy Kazel faceva parte delle Suore Orsoline e Jean Marie Donovan era una missionaria laica. Tutte e quattro erano dedite all’assistenza ai poveri e questo, all’epoca da quelle parti, le rendeva già quattro casi sospetti. Suor Ita Ford aveva lavorato a lungo in Cile quando l’arcivescovo di San Salvador, Oscar Romero, la chiamò in El Salvador per avviare un progetto assistenziale.

 

La religiosa apprese dell’omicidio del Vescovo mentre era in viaggio. Poco tempo dopo Ita Ford venne raggiunta in Salvador dalla Clarke, sua consorella. Maura Clarke era originaria della stessa regione degli Stati Uniti da dove proveniva la Ford. Anche la Clarke era una missionaria di lunga esperienza, con alle spalle vent’anni di lavoro in Nicaragua.

 

Il 2 dicembre 1980 la Clarke e la Ford stavano rientrando da un incontro del loro ordine religioso svoltosi a Managua. Le due donne si incontrarono all’aeroporto di El Salvador con Dorothy Kazel e Jean Mary Donovan. La Kazel, entrata nell’Ordine delle Orsoline, aveva lavorato per un periodo come insegnante negli Stati Uniti, poi aveva raggiunto nel 1970 un gruppo di missionari in Salvador. La Donovan invece era una laica del Cleaveland che spinta da una forte motivazione religiosa, aveva deciso di unirsi ad un progetto missionario in Salvador portato avanti dalla sua Diocesi di origine. 

 

Quattro donne unite da un’unica missione: quella di servire il Vangelo tra i poveri in un momento storico dove chi svolgeva questo compito, spesso non piaceva ai vari regimi al potere in quei Paesi e a chi li proteggeva. Fu così che quel giorno di dicembre del 1980 le quattro donne che si erano date appuntamento per rientrare in zona di missione proprio all’aeroporto di El Salvador, dopo aver lasciato con la loro auto la zona, vennero fermate da uomini armati, rapite e uccise. La Donovan aveva 27 anni, la Kazel 41, la Ford 40 e la Clarke 49.

Un destino, quello del martirio, che accomuna Maura, Ita, Dorothy e Jean Mary con l’arcivescovo Romero ma che, ad oggi, non è stato ancora ufficialmente riconosciuto.

 

Papa Francesco ha portato a termine il processo di beatificazione dell’Arcivescovo ed ha avviato la complessa procedura di canonizzazione di Oscar Romero, ucciso in «odium fidei» mentre si scagliava contro l’efferatezze degli squadroni della morte salvadoregni. A 35 anni di distanza viene naturale chiedersi, come ha evidenziato la giornalista americana Heidi Schlumpf in un suo articolo per la CNN, se non sia opportuno ritenere le quattro donne martiri per lo stesso motivo del loro Vescovo: uccise per il bene che la loro fede le aveva chiamate ad esercitare sempre, anteponendo l’amore per il prossimo al proprio.

Va detto che sulla vicenda - a partire dall’esatto giorno del sequestro, dell’uccisione e del ritrovamento - ci sono ancora molte zone d’ombra perché non c’è mai stato un processo ufficiale, quelli intentati non hanno mai raggiunto una verità giuridica definitiva poiché non c’è stata mai una piena collaborazione di tutte le parti in causa in questa intricata vicenda. D’altronde non fu facile arrivare alla verità anche nel caso dell’omicidio di Romero.

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