http://kollinos.blogspot.it/2015/12/rothschild-zionist-ties-to-jfk.html
Rothschild zionist ties to the JFK assassination
Fonte: www.rebelion.org
http://www.informarexresistere.fr
4 aprile 2014
Si…Israele ha Ucciso John F. Kennedy
di Said Alami
Traduzione di Gianluca Martin
Recentemente si è commemorato il 50° anniversario dell’assassinio del presidente degli #StatiUniti John F. #Kennedy, il 22 di Novembre del 1963 nella capitale texana #Dallas.
Non spiegheremo come si sono svolti i fatti ma faremo luce sul ruolo, più che ipotetico, che hanno avuto nell’assassinio i servizi segreti israeliani, il Mossad, tanto che nel mondo nessuno ha beneficiato di questo avvenimento come Israele. Tuttavia la stampa americana dell’epoca ignorò questo fatto e di conseguenza i media europei fecero lo stesso.
E’ incredibile come dopo mezzo secolo continui ad essere ancora poco chiaro alle autorità statunitensi il più importante assassinio della sua storia. A quanto pare non interessò neppure all’FBI e alla CIA, ampiamente infiltrate dal Mossad, risolvere questo caso
Il fatto delle infiltrazioni del Mossad nell’FBI e nella CIA è stato frequentemente dimostrato dai ripetuti casi di spionaggio israeliano contro gli Stati Uniti scoperti negli ultimi decenni e archiviati misteriosamente, senza conseguenze, lo stesso fu per il famoso caso di spionaggio a favore di Israele da parte del cittadino statunitense-israeliano Jonathan Jay Pollard, alto funzionario dell’amministrazione americana. Numerosi ufficiali e funzionari di entrambi gli organi di Sicurezza e Intelligence sono anche cittadini americani,ebrei naturalizzati con nazionalità israeliana e a volte con molti anni di residenza in Israele.
Le teorie sull’assassinio
Sono numerose le teorie sull’assassinio di Kennedy diffuse ampliamente dai media americani. Una delle più importanti è quella sulla cospirazione della CIA per uccidere il presidente. Tuttavia questa teoria conduce in realtà ad accusare Israele visto che l’Agenzia è da sempre fortemente infiltrata dal Mossad.
Questa teoria si basa nella profonda inimicizia che regnava tra Kennedy e la CIA a causa del rifiuto di JFK di sostenere militarmente l’agenzia durante l’invasione della Baia dei Porci nel 1963, fallita poi miseramente, che ha portato a rafforzare la rivoluzione di Castro a Cuba. Kennedy era stanco degli eccessi della CIA e disse al suo collaboratore Clark Clifford, poco tempo dopo il disastro della Baia dei Porci, di voler smantellare in mille pezzi la CIA. Israele , attraverso i suoi uomini nella CIA, era a conoscenza di questi rapporti di tensione tra Kennedy e la CIA.
Altra teoria è quella che implica il crimine organizzato come responsabile dell’omicidio di Kennedy perché aveva dichiarato guerra alla mafia. Vedremo più avanti come molti dei principali capi della malavita statunitense erano ebrei fortemente legati a Israele e al sionismo.
Perché Israele ha assassinato Kennedy
Documenti declassificati negli ultimi anni tanto da Israele come dagli Stati Uniti rivelano con dati concreti quello che già era noto in quel fatidico giorno del 22 novembre del 1963: la forte tensione tra l’allora presidente Kennedy e il primo ministro israeliano David Ben Guriòn riguardo l’insistenza del presidente americano sulla necessità che Israele permetta agli scienziati americani di ispezionare periodicamente l’impianto nucleare di nuova costruzione a Dimona, nel deserto di Nèguev, opera realizzata dalla Francia.
Tutto è cominciato quando nel 1960 l’Amministrazione del Presidente uscente degli Stati Uniti, Eisenhower (che nella guerra di Suez del 1956 aveva chiesto di sospendere immediatamente gli attacchi sull’Egitto all’Inghilterra la Francia e Israele) chiese a Ben Guriòn spiegazioni riguardo una misteriosa costruzione a Dimona, in pieno deserto. Gli israeliani dissero che si trattava di una fabbrica tessile del tutto innocua. Tuttavia la CIA continuò ad indagare e ottenne foto dell’installazione di Dimona che furono classificate come “top secret” ma poco dopo il The New York Times le pubblicò in prima pagina.
Quando il presidente Kennedy prese possesso del suo incarico, il 20 gennaio del 1961, il caso Dimona era diventato un autentica bomba a orologeria nelle relazioni tra Tel Aviv e Washington. L’amministrazione Kennedy continuò con le sue richieste su Dimona, Tel Aviv disse poi che era sì una centrale nucleare ma per scopi pacifici. Washington, come metodo di pressione su Israele, evitò d’invitare Ben Guriòn a visitare la Casa Bianca.
Per abbassare un po’ la tensione e poter ottenere un colloquio con Kennedy, Ben Guriòn acconsentì ad un ispezione di scienziati americani all’installazione di Dimona, visita realizzata poi al 20 maggio del 1961. Le autorità americane selezionarono per questa missione due scienziati, Ulysses Staebler e Jess Croach, che arrivarono in Israele tre giorni prima dell’appuntamento per la visita a Dimona. Tutti e due dichiararono a Washington, in un rapporto, che la centrale nucleare israeliana era per scopi pacifici.
Questo rapporto permise un incontro tra Kennedy e Ben Guriòn il 30 maggio del 1961 presso l’Hotel Waldorf Astoria, a New York, incontro dominato dall’affaire Dimona, tutto si svolse in un clima tranquillo.
Ben Guriòn, cosciente del fatto che Israele era allora uno stato debole ed economicamente dipendente dalle grosse donazioni delle potenti famiglie ebree e da organizzazioni sioniste all’estero, specialmente negli Stati Uniti, temeva possibili sanzioni economiche, che sarebbero state una catastrofe per il nuovo Stato appena creato. Così il presidente israeliano si limitò ad ascoltare le nuove richieste di Kennedy e stabilire di comune accordo nuove visite d’ispezione da parte di scienziati americani a Dimona, la volpe israeliana però nei due anni successivi al colloquio non mantenne le promesse.
Quando poi Kennedy si stancò scrisse personalmente a Ben Guriòn una lettera, era il 13 maggio del 1963 e questa missiva conteneva chiare minacce di isolare a livello mondiale Israele nel caso non permettesse le visite periodiche al sito di Dimona agli ispettori americani. Invece di rispondere alla lettera Ben Guriòn rassegnò le dimissioni dal suo incarico.
“Alcune delle lettere scambiate tra JFK e Ben Guriòn continuano ad essere segrete. Nemmeno agli alti dirigenti dell’intelligence statunitense è permesso prendere visione di questi documenti potenzialmente esplosivi”. (Final Judgment, The Missing Link in the Assassination Controversy, Michael Collins Piper)
Una nuova lettera di Kennedy fu consegnata a Levi Eshkol dieci giorni dopo aver preso possesso del suo incarico di Primo Ministro d’Israele, il 16 giugno 1963. Da quel forte messaggio inviato da Eisenhower a Ben Guriòn in piena guerra di Suez (1956), Israele non aveva più ricevuto una lettera così impegnativa da Washington come quella di Kennedy a Eshkol. Il presidente americano avvertiva Israele che l’impegno degli Stati Uniti nei suoi confronti poteva essere seriamente danneggiato se Tel Aviv non lascia che gli Stati Uniti prendano “informazioni attendibili” sulle attività nucleari israeliane. Nella lettera Kennedy specificava nei dettagli come dovevano essere eseguite le ispezioni periodiche a Dimona. Eshkoll prese quella lettera come una chiaro ultimatum.
Implicati cinque primi ministri israeliani?
Non è sicuro chi tra Ben Guriòn e Eshkol prese la decisione di uccidere Kennedy però ambedue hanno un passato da terrorista consumato. Ben Guriòn era il promotore e fondatore del gruppo armato Hashomer in Palestina nel 1909 oltre ad essere stato membro della Legiòn ebraica dell’esercito britannico nella prima guerra mondiale. Eshkol non era da meno essendo uno dei capi dell’organizzazione terroristica Haganah la cui origine era proprio Hashomer. Qualsiasi di questi due criminali, reclamati tra l’altro negli anni ’30 e ’40 dalla Polizia britannica in Palestina e nel resto del mondo per i loro numerosi omicidi e attentati, eletti poi alla carica di Primo Ministro, potrebbero aver ideato l’assassinio di Kennedy, ma chi l’ha poi messo in pratica è Eshkol.
Un terzo terrorista e futuro Primo Ministro d’Israele, Yitzhak Shamir, prese parte alla cospirazione per ammazzare Kennedy. Durante il mandato in Palestina Shamir era membro del gruppo terroristico ebraico Irgun entrando più tardi in Lehi, altra organizzazione terroristica in Palestina.
Quando Eshkol diventò Primo Ministro Shamir era a capo del comando omicidi del Mossad, dove ha servito dal 1955 al 1965, periodo in cui risiedeva per la maggior parte del tempo a Parigi, luogo dove si trovava l’ufficio europeo del Mossad. Shamir serviva il Mossad, tra le altre cose, per eseguire l’Operazione Damocle, operazione in cui vennero uccisi vari scienziati tedeschi trasferiti in Egitto dopo la Rivoluzione Ufficiali Liberi in Egitto nel 1952 e l’arrivo al potere di Nasser.
Un ex alto ufficiale dei Servizi Segreti francesi accusò Shamir di avere avuto personalmente contatti con i futuri organizzatori ed esecutori dell’omicidio Kennedy.
Il quarto terrorista e anch’egli futuro Primo Ministro di Israele, Menachem Begin, a sua volta ricercato dalla giustizia britannica durante il suo mandato in Palestina, partecipò anche lui, nel 1963, alla cospirazione per assassinare Kennedy. Begin ha militato nell’organizzazione terrorista Irgun per diventarne leader nel 1943. E’ stato colui che ordinò la mattanza all’Hotel Rey David, a Gerusalemme, nel 1946, dove morirono 91 persone. Due anni più tardi 132 terroristi di Irgun, comandati proprio da Begin, furono protagonisti della famosa strage di Deir Yasin, in cui vennero assassinati a centinaia in due villaggi palestinesi, donne e bambini compresi.
E‘ stato dimostrato, grazie ad alcune testimonianze e documenti declassificati, che settimane prima dell’omicidio di Dallas, Begin ha avuto conversazioni con Micky Cohen, l’uomo di fiducia della costa ovest degli Stati Uniti della figura più importante del crimine organizzato americano, l’ebreo Meyer Lansky, personaggio centrale nella cospirazione contro la vita di Kennedy come vedremo più avanti. Cohen reclutò l’ebreo Jack Ruby, appartenente a sua volta al sindacato del crimine di Lansky, per assassinare Lee Harvey Oswald, accusato di essere l’autore materiale dell’omicidio Kennedy. Secondo il libro di Collins Piper, Micky Cohen collaborò a stretto contatto con Menachem Begin le settimane antecedenti l’omicidio Kennedy.
Quinto futuro Primo Ministro d’Israele, Yitzhak Rabin, si trovava a Dallas il giorno dell’omicidio Kennedy, così come dice la vedova di Rabin, Leah Rabin, nella biografia scritta sul marito dopo il suo assassinio. Si tratta di una gigantesca casualità? Non sarebbe proprio una coincidenza tenendo conto del fatto che Rabin lavorava per il Mossad. Rabin potrebbe essere stato uno dei giornalisti che intervistarono Jack Ruby, l’assassino di Oswald, due giorni dopo che questi fu arrestato e accusato d’aver ucciso Kennedy. Cosa ci faceva un giornalista israeliano intervistando Ruby nel quartier generale della Polizia di Dallas il giorno prima dell’assassinio di Oswald? Era davvero un giornalista? E perché intervistare Ruby al quartier generale della Polizia e non in un altro luogo? (Final Judgment, The Missing Link in the JFK Assassination Controversy, Michael Collins Piper) Vanunu e Collins Piper, tra gli altri.
In realtà, la teoria che Israele stia dietro all’omicidio Kennedy non è ne nuova ne strana, però non fu mai presa sul serio dalle autorità di Washington e dai media americani, due aree, queste, controllate dai sionisti e da Israele attraverso un potente lobby politico-finanziaria ebrea che le tiene sottomesse.
Un esempio è quello del dissidente israeliano Mordechai Vanunu che per dieci anni lavorò nello stabilimento nucleare di Dimona e che nel 1986 rivelò al londinese The Sunday Times il programma segreto israeliano per la produzione di ordigni nucleari. Vanunu rivelò inoltre che Israele aveva già in suo possesso circa 200 ordigni nucleari, oltre ad un numero imprecisato di bombe all’idrogeno e altre a neuroni. Accusato di aver rivelato segreti che minacciano la sicurezza nazionale, Vanunu fu detenuto in Israele per 18 anni, 11 dei quali trascorsi in una cella d’isolamento. Beh, Vanunu assicurò, in un intervista con Al Wasat, supplemento settimanale del quotidiano Al Hayat, pubblicato a Londra il 25 luglio del 2004, di avere indizi quasi certi che Israele è stato coinvolto nell’assassinio di Kennedy, con l’obiettivo di porre fine alla pressione che Kennedy faceva per ottenere che gli Stati Uniti ispezionassero periodicamente il sito nucleare di Dimona. Le sue dichiarazioni fecero il giro del mondo essendo notizia da prima pagina e di ampio commento, tranne che negli Stati Uniti, dove continuò a regnare il silenzio mediatico sul ruolo di Israele nell’omicidio Kennedy.
In questo contesto c’è da segnalare, tra l’altro, il libro del giornalista e investigatore statunitense Michael Collins Piper, “Final Judgment, The Missing Link in the JFK Assassination Controversy”, pubblicato nel 1995 da Wolfe Press. Si tratta di un libro denunciato e criticato istericamente dai sostenitori della sempre falsa immagine che ha Israele in Occidente, accusando il suo autore di antisemitismo, un accusa questa con cui Israele e il sionismo internazionale intendono tappare qualsiasi voce che denunci in Occidente i suoi innumerevoli crimini perpetrati nei cinque continenti.
Collins Piper dice, riferendosi a come nacque l’idea di scrivere questo libro, che leggendo “Coup d’Etat in America” di A.J.Weberman e Michael Canfield, pubblicato nel’75 che racconta sull’omicidio Kennedy, lo richiamò all’attenzione un paragrafo, alla pagina 41, che dice così: “dopo l’assassinio di Kennedy un informatore dei Servizi Segreti e dell’FBI, che si era infiltrato in un gruppo di esuli cubani anticastristi a cui stava cercando di vendere mitragliatrici, ha riferito che il 21 novembre del ’63 (il giorno prima dell’attentato) alcune persone di questo gruppo gli dissero: ”ora abbiamo molti soldi, i nostri nuovi alleati saranno gli ebrei una volta liquidato JFK”. Questo informatore in passato ha sempre dato informazioni affidabili.
Nella stampa statunitense alcuni difensori d’Israele hanno cercato di distogliere l’attenzione da questo riferimento agli ebrei in quel paragrafo del libro, affermando che lo scrittore in realtà si riferisce a mafiosi ebrei come il gangster Meyer Lansky che prima della rivoluzione castrista aveva il predominio nel gioco d’azzardo e nei Casinò a Cuba. Larivista israeliana Maariv pubblicò un articolo su Lansky nell’aprile del 2103 descrivendolo come “il più grande gangster ebreo della storia”(Elder of Ziyon, 18 aprile 2013). Secondo Maariv, Lansky ha pagato milioni di dollari per sostenere la creazione dello stato di Israele.
Collins Piper continuò ad investigare in questa direzione arrivando alla conclusione, attraverso numerosi dati presenti nei libri sulla vita di Lansky e altri documenti, che questo gangster era in realtà il rè della delinquenza nella Cuba precastrista e in California. Inoltre, numerosi libri, documenti e rapporti investigativi inerenti al omicidio JFK segnalavano dei mafiosi come implicati nella cospirazione. Tutte quelle persone non erano altro che uomini di Lansky. Tuttavia la maggioranza dei media continuano ad ignorare le carte che danno a Lansky un ruolo nell’affare.
Altra conclusione cruciale cui arrivò Collins Piper nelle sue investigazioni fu l’esistenza di strette relazioni tra Lansky e Israele. Di fatto questo mafioso fuggì in Israele quando l’aria negli Stati Uniti si fece incandescente a seguito dell’omicidio. Negli anni ’70 cercò rifugio in Israele appellandosi, in quanto ebreo, alla Legge del Ritorno, però l’enorme pressione esercitata da Washington impedì ad Israele di accoglierlo arrivando ad estradarlo negli Stati Uniti per comparire di fronte ad un Tribunale per vari delitti, nessuno dei quali implicato nel delitto Kennedy. Fu un patto tra le autorità statunitensi ed israeliane l’accordo per cui Lansky venga consegnato agli americani in cambio di ignorare il suo coinvolgimento nell’assassinio? Tale accordo appare più che probabile se pensiamo che le relazioni tra Tel Aviv e Washington erano eccellenti negli anni ’70 e che la lobby ebreo-sionista a Washington era molto potente.
Permindex Connection
L’autore di “The Final Judgment” dice: “Conoscere le forze che ci sono dietro a Permindex significa comprendere il mistero più grande del ventesimo secolo: chi assassinò John F.Kennedy?”
Permindex, conosciuta pure come Permanent Industrial Exposition, è un organizzazione commerciale internazionale con quartier generale a Basilea, sede del Movimento Sionista Internazionale. Permindex secondo molti specialisti dei Servizi Segreti non è altro che un organizzazione di facciata della CIA, accusata da più di un investigatore dell’assassinio di JFK. Questa organizzazione è pesantemente infiltrata, come vedremo più avanti, dal Mossad israeliano ed è l’anello mancante che collega Israele non solo con l’omicidio del 22 novembre 1963 ma anche con il mantenere il mistero sul più importante assassinio del secolo scorso.
I personaggi centrali di Permindex nel 1963 e negli anni immediatamente prima avevano forti legami non solo con Meyer Lansky ma proprio col Mossad stesso.
Ad esempio c’era Clay Shaw, direttore del The International Trade Mart di New Orleans. Il primo marzo del 1967 fu arrestato per ordine del procuratore generale di quella città, Jim Garrison. Garrison lo accusò formalmente di cospirazione per l’assassinio di Kennedy. Successive indagini accertarono i forti legami di Shaw con Lee Harvy Oswald, l’unico accusato di aver sparato a Kennedy, il Mossad, Permindex e il Crime Syndicate di Meyer Lansky. Dichiarazioni di testimoni, ex agenti e direttori della CIA confermarono, assieme a prove concrete, la partecipazione di Shaw al complotto per uccidere Kennedy. Misteriosamente, l’1 marzo del 1969, la giuria in solo un ora dichiarò innocente Shaw.
Altro personaggio della storia Kennedy è stato uno dei capi Permindex, l’ebreo Louis M.Bloomfield, avente base a Montreal (Canada), ha lavorato molti anni per la CIA e ha rappresentato gli interessi della potente famiglia ebreo statunitense Bronfman. Questa famiglia non è stata solo una delle principali garanzie internazionali per lo stato di Israele ma bensì è stata per molto tempo uno dei principali componenti del noto sindacato criminale di Lansky. Inoltre i Bloomfield erano i leader della Histadrut israeliana in Canada per oltre 20 anni, secondo quanto segnalato dal The Canadian Jewish Chronicle. Il gigantesco sindacato israeliano Histadrut arrivò ad essere uno dei pilastri del sionismo non solo all’interno d’Israele ma anche all’estero. Bloomfield morì a Gerusalemme nel luglio dell’84.
All’interno di Permindex si trovava anche un altro milionario ebreo, Tibor Rosenbaum. Uno dei padrini dello stato di Israele e primo direttore finanziario del Mossad. Israeliano di nazionalità Rosenbaum fu inoltre uno dei principali finanziatori di Permindex. Come Presidente della Banca di Credito Internazionale fu il responsabile in Europa per il riciclaggio del denaro proveniente dal sindacato criminale di Meyer Lansky.
Ci sono molti altri nomi coinvolti nel complotto israeliano per uccidere Kennedy, molti di loro sono ebrei fortemente legati ad Israele. Si tratta, oltre ai già citati, di altri appartenenti a Permindex, di personalità israeliane e altre appartenenti alla CIA, al gruppo di Lansky, a gruppi dissidenti cubani anticastristi, a influenti settori dei media statunitensi che si presero in carico di creare e diffondere la “carcassa” di Oswald “agitatore pro-castrista e pro- comunista” per distrarre appositamente l’attenzione pubblica dai veri assassini di Kennedy. Questi media sionisti legati ad Israele si incaricarono di diffondere mille storie su molte altre teorie ipotetiche circa l’assassinio di Kennedy per una massiccia opera di disinformazione così da seppellire definitivamente la verità sui fatti.
Un esempio ne è stato quello dei due ebrei americani, i fratelli Edgar e Edith Stern, intimi amici di Clay Shaw e
proprietari dell’impero mediatico WDSU, incaricati di distorcere la verità sul ruolo di Shaw nell’assassinio fino a
quando non fu definitivamente scagionato da una giuria fortemente influenzata da questa vasta campagna mediatica a favore dell’accusato.
La Commissione Warren
Lyndon B.Johnson, vicepresidente di Kennedy inoltre fu liberato dalle accuse di essere implicato nell’omicidio. Dopo essere diventato presidente, una volta venuto a mancare Kennedy, creò una commissione, per investigare sull’accaduto, presieduta da Earl Warren, allora presidente della Corte Suprema, per questo fu conosciuta come Commissione Warren.
La relazione finale della Commissione era di 889 pagine, 552 testimonianze, mille documenti e molte conclusioni. Tutto questo ha “ridotto” scandalosamente l’omicidio avvenuto a Dallas il 22 novembre del 1963 e il successivo assassinio di Lee Harvey Oswald, risolvendo che Oswald ha agito di “motu proprio”, stessa cosa per l’ebreo- statunitense Jack Ruby che ammazzò Oswald due giorni dopo. Secondo questa surrealistica conclusione nessuno cospirò per uccidere il presidente degli Stati Uniti e tutto fu opera di uno squilibrato pro-castrista e che Ruby ha ucciso di sua iniziativa. Alcuni poi smontarono le conclusioni della Commissione Warren, proprio come Collins Piper.
Un altro autore, Mark Lane, nel suo libro Rush to Judgment, 1996, ha concluso che c’è stato un complotto multiplo per assassinare Kennedy. Questo libro, che raccoglie documenti e interviste a numerosi testimoni, diventò un documentario di 122 minuti prodotto dalla BBC.
Lee Harvey Oswald e Jack Ruby
Numerosi investigatori indipendenti del caso Kennedy hanno messo in serio dubbio che Oswald abbia avuto a che fare seriamente con questo omicidio, era un pessimo tiratore, molto lontano dell’essere in grado di centrare un bianco in movimento da lunga distanza, come nel caso del presidente Kennedy montato in auto che circolava per piazza Dealey a Dallas. Di fatto Oswald, come qualsiasi altro Marine, fu addestrato e giudicato al tiro, totalizzando 212 punti nel dicembre del 1956, leggermente al di sopra del minimo per essere classificato cecchino. Nel maggio del ’59 il suo punteggio scese a 191. Che avrebbe incaricato un così pessimo tiratore per un colpo così “storico”? E a quale mediocre tiratore gli sarebbe passato per la testa di assassinare un Kennedy in movimento e da una lunga distanza? Kennedy fu ucciso con tre colpi, che dovrebbero essere stati sparati da più di un cecchino o da un professionista e con molto sangue freddo.
Oswald, arrestato due minuti dopo il colpo e interrogato, ha negato di aver ucciso Kennedy e ha sempre dichiarato in pubblico che lui era solo un capro espiatorio.
Però supponendo che Oswald era l’unico e vero autore degli spari che uccisero Kennedy questo non allontana l’idea che Israele possa aver pianificato il tutto. Le già menzionate investigazioni del Procuratore Generale di New Orleans, Jim Garrison, provarono che il maggior indiziato per il crimine di Dallas, Clay Shaw, aveva forti legami con Oswald, col Mossad, con Permindex e col Sindacato del Crimine dell’ebreo sionista Meyer Lansky.
D’altra parte, e secondo varie fonti, l’ebreo sionista A.L.Botnick, di cui disse il The New York Times il 9 0ttobre del 1995 (poco dopo la sua morte) che era stato direttore regionale dell’ufficio di New Orleans della Lega Anti-Diffamazione di B’nai B’rith (un entità di propaganda israeliana legata al Mossad molto conosciuta) per più di tre decenni, aveva grossi legami col responsabile delle operazioni della CIA in quella città, Guy Banister. Banister era colui che elaborò, nel periodo antecedente l’omicidio Kennedy, il profilo procastrista di Oswald, profilo che una volta perpetrato il crimine fu dato in pasto ai media americani in una gigantesca operazione di disinformazione. Molte evidenze e indizi dicono che la manipolazione di Oswald fino al giorno dell’omicidio è stata fatta sotto la supervisione della Lega Anti-Diffamazione.
In quanto all’ebreo Jack Rubenstein, meglio conosciuto come Jack Ruby, non era affatto uno sconosciuto e cittadino qualsiasi, come descritto dai media: un semplice cittadino che ha voluto vendicare l’assassinio di Kennedy assassinando a sua volta Oswald durante i suoi due giorni di detenzione il 24 novembre del 1963. L’omicidio di Oswald si consumò mentre la polizia lo trasferiva dal quartier generale di Dallas al carcere. C’erano molti fotografi, cineoperatori e giornalisti al seguito di Oswald che camminava a fianco delle sue guardie nel parcheggio sotterraneo del comando di Polizia. Jack Ruby si fece strada in mezzo a quel gruppo di professionisti della stampa e sparò contro Oswald, ferendolo mortalmente.
Nella relazione della Commissione Warren si afferma che Ruby, morto misteriosamente in carcere il 3 gennaio 1967 (si disse di cancro), agì di iniziativa propria, senza far parte di nessuna cospirazione. Senza dubbio Ruby, che fu immediatamente arrestato dopo aver sparato, ad alta voce e di fronte a numerosi testimoni disse che “gli ebrei hanno coraggio” riconoscendo di aver commesso il crimine nel suo essere ebreo.
L’autore di Rush to Judgment, Mark Lane, che era avvocato della madre di Oswald nel giudizio contro Ruby, si chiede alla pagina 18: “Come fu possibile per Ruby arrivare ad Oswald ed essere tanto vicino a lui mentre si trovava sotto custodia della Polizia all’interno del suo quartier generale?”. Lane non scarta l’ipotesi di complicità nella Polizia per dare modo a Ruby di avvicinarsi così tanto a Oswald, inoltre, nella sua veste di avvocato, che ha avuto un ruolo chiave nel processo, presenta nel suo libro numerose testimonianze e prove che l’assassinio di Oswald fu premeditato e fu parte di una cospirazione e che la Polizia di Dallas era largamente corrotta con Ruby prima dell’assassinio di Kennedy. Ruby era un conosciuto gangster del Texas, dove amministrava cabaret e negozi di liquori, e apparteneva, secondo Collins Piper, al gruppo di Lansky. In breve Ruby era l’uomo di Lansky in Texas, col quale si chiude il cerchio d’implicazioni del Mossad nell’omicidio Kennedy.
Se a tutto questo aggiungiamo che l’allora agente del Mossad, e molti anno dopo Primo Ministro d’Israele, Yitzhak Rabìn, si trovava a Dallas lo stesso giorno dell’omicidio Kennedy, si dissipano gli ultimi dubbi sul coinvolgimento diretto di Israele nell’omicidio Kennedy, con la collaborazione della CIA, la lobby ebreo statunitense, il sindacato del crimine di Lansky e i media ebrei di quel paese, ciecamente fedeli, come lo sono oggi, al sionismo e a Israele. |