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1 maggio 2013

Alekos Panagulis: morto di libertà
di Ilaria Brusadelli

Combattente per la democrazia e la giustizia in Grecia ucciso in un “incidente”
Il primo maggio 1976, in Grecia, viene ucciso fingendo un incidente stradale Alexandros – Alekos – Panagulis: un uomo, un poeta, un politico che ha speso la sua vita per la libertà e la giustizia in Grecia.
La storia di Alekos Panagulis inizia il 13 agosto 1968 quando il disertore e fondatore dell’organizzazione “Resistenza greca” compì un colpo di stato, fallito, contro il dittatore Papadopulos.
Arrestato e condannato a morte, la sentenza non venne mai eseguita.
Ma Alekos, dopo feroci torture, fu tenuto prigioniero per tre anni e mezzo a Boiati, in una cella di due metri per tre. Nella “tomba”, come lui chiamava la cella, scrisse i suoi poemi migliori sulle pareti della sua cella o su pezzi microscopici di coperta, spesso con il suo stesso sangue (in alcuni momenti della prigionia gli fu impedito di tenere con sé carta e penna). Le sue poesie usciranno in Italia con una presentazione di Ferruccio Parri e Pier Paolo Pasolini.
Fu liberato grazie all’amnistia e andò in esilio in Italia con la giornalista Oriana Fallaci che gli starà accanto fino all’ultimo giorno.
Nel 1974 la Giunta militare abdicò e vennero indette le elezioni democratiche. Alekos si candidò e venne eletto come deputato in Parlamento. Isolato, cercò di dimostrare all’opinione pubblica che, nonostante fosse finito ufficialmente il regime, i vertici più importanti dell’epoca precedente conservavano tutti i loro poteri, primo fra tutti il ministro della di Difesa Evangelos Averoff, capo dell’esercito ancora in parte corrotto e con un potere maggiore del Presidente della Repubblica.
Alekos Panagulis era in possesso dei documenti che avrebbero provato i legami di Averoff con la dittatura ma, due giorni prima della presentazione in Parlamento di quelle carte, fu ucciso in un incidente automobilistico.
Alekos non aveva mai trovato grande seguito tra la folla ma la sua morte ne fa di lui un eroe e ai suoi funerali parteciparono un milione e mezzo di persone. L’inchiesta ufficiale affermerà che si era trattato soltanto di un errore dello stesso Panagulis, la cui vettura era finita nello scivolo di un’autorimessa.

Promessa
di Alekos

Le lacrime che dai nostri occhi
Vedrete sgorgare
Non crediatele mai
Segni di disperazione
Promessa sono solamente
Promessa di lotta

(Prigione militare di Boiati, febbraio 1972)
Vi scrivo da un carcere in Grecia, 1974

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