Lo Sciismo nel mondo contemporaneo.
Tratto da www.shia-islam.org

Secondo alcune statistiche oggi ci sono al mondo più di centocinquanta milioni di sciiti in differenti parti del mondo. Essi sono concentrati in maggior parte in Iran, Iraq, Pakistan, India, Indonesia, Siria, Giordania,Yemen, Libano, Arabia Saudita, Afganistan, Kuwait, Turchia, Caucaso, Egitto ed altri paesi musulmani dell’Africa Centrale e del Nord.

Da un punto di vista quantitativo lo sciismo comprende circa un quarto della popolazione islamica del mondo. Mentre da un punto di vista delle attività intellettuali una notevole parte dei tesori intellettuali del mondo islamico sono stati creati da sapienti e studiosi sciiti.

Sfortunatamente c’è ancora molta gente che non è a conoscenza dei principi del pensiero sciita. I nostri fratelli sunniti che rappresentano i tre quarti della popolazione islamica e che in molti paesi vivono al nostro fianco, non sono bene informati del nostro credo e del nostro pensiero.

Fortunatamente grazie al risveglio islamico, ai nuovi mezzi di comunicazione e allo sbiadirsi di sgradevoli pregiudizi, questa situazione sta cambiando.

Indicativo di questo cambiamento è il fatto che circa quaranta anni fa, il direttore dei Seminari Islamici dell’Università di Al-Azhar a Città del Cairo (uno dei principali centri d’insegnamento religioso della scuola sunnita) creò, con un gruppo di ulama sciiti, “il Centro di Riavvicinamento delle Scuole Islamiche”.

L’obiettivo di questo centro, come spiegato dal nome stesso, fu di creare una reciproca conoscenza e familiarità tra le varie scuole di pensiero islamiche e tra i musulmani del mondo.

I suoi membri sono noti sapienti sciiti e sunniti.

Questo centro ha anche un periodico intitolato Risalat-al-Islam nel quale, esperti di entrambi le scuole, pubblicano articoli scritti basandosi su irrefutabili prove allo scopo di illuminare le menti del pubblico musulmano di tutto il mondo.

Il deceduto rettore dell’Università di Al-Azhar e Gran Mufti dei sunniti, Shaikh Mahmud Shaltut, per la prima volta dichiarò apertamente il riconoscimento ufficiale del fiqh (giurisprudenza) sciita

Egli permise a tutti i sunniti di praticare le loro regole religiose anche secondo la scuola sciita, (naturalmente alla base di questa decisione fu decisivo il confronto, per via epistolare, con personalità come Sheikh Abdal Majid Salim). Questa dichiarazione ebbe un effetto positivo sull’opinione pubblica musulmana e fu molto utile nel creare una mutua comprensione tra vari gruppi.

Soltanto alcuni gruppi fanatici non accolsero questa iniziativa di buon grado.

Centri d’insegnamento sciiti

Esistono vari luoghi dove si comprende la scienza e la dottrina islamica secondo la visione della scuola sciita. Attualmente i centri più importanti si trovano in Iran (a Qom e Masnad) e in Iraq (a Najaf). La maggior parte dei grandi sapienti sciiti provengono da questi centri teologici, dove hanno insegnato o tutt’ora insegnano. In questi ed altri centri di studio vi sono numerosi esperti, scrittori, intellettuali e propagatori della fede islamica.

Attualmente studiano a Qom, Mashad e Najaf un gran numero di studenti. Terminati gli studi, questi studenti qualificatisi in scienze islamiche, saranno inviati in varie parti del mondo a dirigere le attività religiose delle varie comunità o, se necessario, diventeranno professori ed insegnanti nei seminari.

Un importante segmento del tesoro intellettuale dell’Islam è stato scritto da studiosi e sapienti sciiti.

Secondo fonti affidabili ed autentiche documentazioni esistenti, tutte o la maggior parte delle scienze islamiche sono state fondate da sapienti sciiti, ovvero sono stati i primi a creare ed instaurare quelle scienze.

La grande guida spirituale del mondo sciita, il defunto Ayatollah Burujardi, mostrò grande interesse per la propagazione nel mondo della scuola islamica sciita.

Egli era convinto che se il credo islamico secondo la scuola sciita fosse stato reso noto con un adeguata campagna di propagazione, avrebbe avuto un rapido successo e la gente avrebbe trovato in esso rifugio e soluzione ai problemi sociali e morali che affliggono il mondo moderno. L’Islam può dare una risposta alle domande ed ai bisogni dell’ umanità.

Fu per questo motivo che egli fu propenso a mandar uomini religiosi ed esperti islamici in Europa ed America.

Le università religiose dove insegnano l’Islam secondo la scuola sciita, in modo particolare quelle di Najaf, Qom, Mashad ed anche Tehran, hanno grandi biblioteche contenenti libri scritti da sapienti islamici.

È interessante sapere che la grande università di Al-Azhar in Egitto e l’Università Islamica di Qrawiyin in Marocco, che sono considerate tra le più antiche università nel mondo, furono fondate da sciiti, la prima dai califfi Fatimidi e la seconda dai sultani di Idrisid.

Le origini dello Sciismo

Occasionalmente alcune persone, a causa della loro disinformazione o cattiva intenzione, tendono a voler fare apparire la scuola sciita come qualcosa di lontano dagli insegnamenti del Santo Profeta Mohammad (saw), come qualcosa sviluppatasi durante i secoli successivi.

La verità è che lo sciismo non è niente altro che l’Islam, e gli sciiti rifiutano tutto ciò che contraddice la religione del Profeta (S) ed il Santo Corano.

Bisogna ricordarsi che lo sciismo non è una religione particolare in contrapposizione all’Islam, le cui origini sono in discussione. Lo sciismo non è altro che il vero Islam Mohammadiano. Semplicemente lo sciismo crede che il mezzo migliore per conoscere l’Islam e gli insegnamenti del Santo Profeta Mohammad (saw), sia conoscere la sua Famiglia, costituita da quelle persone a lui più vicine (non solo fisicamente) e cresciute nell’atmosfera della rivelazione divina. Perciò la data dell’origine dello sciismo è la stessa dell’Islam.

Il Sacro Corano, secondo gli insegnamenti sciiti, è la fonte incontaminata e più pura dell’Islam. Infatti esso è il criterio per distinguere il vero dal falso. Qualsiasi detto che ci è stato tramandato, se è in accordo con il Corano, lo si può considerate autentico, altrimenti viene rigettato. Tenendo in considerazione questo principio non vi è più bisogno di ribadire che lo sciismo iniziò quando la prima rivelazione divina discese sul Santo Profeta dell’Islam (S).

Gli sciiti e gli altri musulmani

Cosa distingue gli sciiti dagli altri musulmani?

La risposta a questa domanda è chiara. Il primo punto sul quale si differenziano gli sciiti dai sunniti è la questione della successione al Profeta (saw).

Nello sciismo si ritiene che la posizione di successore e di vicario (califfato) del Profeta è una funzione sacra che, come quella del Profeta, deve essere assegnata da Dio. Una persona che occupa questa posizione è chiamato Imam.

Il Primo Imam ad essere scelto da Dio tramite il Profeta Mohammad (saw) fu Ali ibn abi Taleb (as). Dopo di lui, undici discendenti dalla famiglia del Profeta furono scelti per questa posizione.

Il primo Imam, Ali ibn Abi Taleb (as), era il cugino e genero del Profeta (S e secondo le dichiarazioni di studiosi dell’Islam sia sciiti che sunniti, egli era il più sapiente, più coraggioso ed il più disposto al sacrificio tra tutti i compagni del Profeta. Fu lui il primo uomo ad accettare l’Islam e durante tutta la sua vita fu vicino al Profeta (S).

Durante l’ultimo anno della sua vita, il Profeta (S), mentre ritornava dal pellegrinaggio, diretto verso Medina, in un luogo chiamato Ghadir Khumm, designò ufficialmente Ali come suo successore davanti ad una moltitudine di musulmani.

Prima di quest’evento, il Profeta (S) aveva fatto riferimento a questa posizione di Ali (as). Inoltre il grado intellettuale, spirituale e religioso di Ali (as) fu tale da porlo al di sopra di tutti gli altri compagni del Profeta, rendendolo suo degno successore. Ad ogni modo, dopo la morte del Profeta, rivalità politiche e tribali non gli permisero di esercitare questo suo sacrosanto diritto.

Molte personalità di rilievo della storia dell’Islam e molti compagni del Profeta (S) rimasero fedeli ad Ali (as) e furono orgogliosi di seguirlo. Per evitare dissensi e spaccature tra i musulmani, essi non si opposero ai califfi del loro tempo.

Dopo 25 anni ed il califfato di tre altri predecessori, i Musulmani si rivolsero a lui scegliendolo come loro capo.

Senza dubbio il periodo del califfato di Ali (as), che fu sfortunatamente breve, durato 5 anni e concludendosi con il suo martirio, fu il più perfetto ed esaltante esempio dell’implementazione di giustizia e di lotta contro l’oppresione e le disuguaglianze. Questo punto non può essere contestato da nessuno storico. I suoi detti, colmi di sapienza e di verità, sono giunti fino a noi rendendo evidente la conoscenza di questo grande uomo e successore del Santo Profeta dell’Islam (S).

Gli sciiti non possono che essere orgogliosi di avere avuto una tale guida. La parola Scia, che etimologicamente significa “seguace”, “partigiano”, è un riferimento a quel gruppo di persone che dopo la morte del Santo Profeta hanno seguito o parteggiato per Ali.

Gli sciiti credono che dopo Ali (as), undici dei suoi successori consecutivamente divennero ‘eredi’ e vicari del Profeta. Questi costituiscono, con lo stesso Ali (as), i 12 Imam immacolati, che anche secondo alcune autorevoli tradizioni sunnite avrebbero dovuto succedere al Profeta (S).

I loro nomi sono:

1) Ali ibn abi Taleb

2) Hasan ibn Ali

3) Hussein ibn Ali

4) Ali ibn Hussein

5) Mohammad ibn Ali

6) Jafar ibn Mohammad

7) Musa ibn Jafar

8) Ali ibn Musa

9) Muhammad ibn Ali

10) Ali ibn Mohammad

11) Hasan ibn Ali

12) Muhammad ibn Hasan (Al-Mahdi).



Da queste guide per eccellenza e designazione divina abbiamo ricevuto tesori di scienze islamiche.

Gli sciiti credono che la terra non può in nessun momento restare senza un rappresentante speciale di Dio, e gli Imam hanno svolto questo ruolo dopo la morte del Profeta (saw), essi sono stati designati come guide per l’umanità, ed attualmente il dodicesimo Imam Mohammad ibn Hasan, Al-Mahdi, vivo ma in occultamento, continua a svolgere questa funzione. Sarà lui, secondo la visione sciita, a guidare quella sacra rivoluzione, che riporterà nel mondo pace e giustizia e fede in Dio. Soltanto nella scuola sciita il capo di tale rivoluzione è già esistente ed è stato identificato nella persona del dodicesimo Imam.

Credo Sciita

Gli sciiti credono che l’Islam non è soltanto una serie di comandi e di regole rituali, a cui l’uomo adempie in particolari momenti del giorno. Piuttosto, credono che la religione è composta da una serie di norme e credenze che debbono guidare la vita, sia a livello sociale che individuale, dell’essere umano. L’obbiettivo ultimo è di condurre l’uomo ad un esistenza felice in questo e nell’altro mondo.

Tre dei principi basilari del credo Sciita sono condivisi da tutti musulmani:

Unicità di Dio

I musulmani sciiti credono che Dio sia Uno, senza associati né uguali o progenie. Lo sciismo si oppone veementemente a qualsiasi forma di politeismo, venerazione di idoli e deviazioni dall’Unicità di Dio così come a qualsiasi forma di credo che considera un altro uomo come suo signore alla pari di Dio e lo veneri in preghiera.

Gli sciiti credono che Dio è il creatore di tutto l’universo, sostenendo che in tutto l’universo niente è stato creato senza motivo e beneficio.

Gli sciiti credono che Dio non è né corpo ne materia. Egli è al di sopra di tutto ciò che è materiale e pertanto non ha un luogo specifico od una locazione. Egli è onnipresente ed onnisciente. Egli è più vicino a noi di noi stessi. Egli vede tutto e sente ogni suono, ma la Sua vista ed il Suo udito non hanno bisogno come noi di occhi ed orecchie.

Ciò che è vicino e lontano, passato o futuro, è lo stesso per Lui. Egli è il creatore del tempo e della distanza. Tutto è a Lui evidente. Egli ha conoscenza dei pensieri che attraversano la nostra mente. Egli è uno in tutti i sensi e non consiste di parti. Anche le sue Qualità come il Suo potere e la Sua conoscenza sono identiche alla Sua Pura Essenza. Il Suo Essere non ha né inizio né fine, precede e succede l’eternità da Lui creata. Egli è l’Essere Assoluto in tutti i sensi. Le Sue Qualità non assomigliano a quelle delle Sue creature, poiché queste sono in tutti i sensi limitate, mentre Egli è illimitato. Il perdono dei peccati dei suoi servitori è a Sua assoluta discrezione e nessuno, neanche il Profeta dell’Islam o gli Imam immacolati, può rimettere quei peccati.

L’invio di Profeti

Gli sciiti credono che Dio, per guidare le Sue creature e per condurle dalla miserie e l’oscurità dell’ignoranza alla felicità della luce della conoscenza, ha mandato un certo numero di profeti. Dio ha creato l’uomo per la sua felicità e la sua gioia ed ha creato i mezzi per ottenerla all’interno stesso di questo universo.

L’invio di profeti fa appunto parte anche di quest’obiettivo. Gli insegnamenti di profeti e le leggi divine sono un supplemento necessario affinché l’essere umano si possa organizzare in sintonia con la sua natura primordiale e qualsiasi legge che va contro questa natura non può essere rivelata da Dio.

Secondo il credo sciita è impossibile che i profeti di Dio abbiano propagato messaggi incomprensibili. Il loro obbiettivo è stato quello di correggere, istruire ed educare l’umanità rafforzando i suoi principi morali nelle relazioni tra uomo e uomo, tra l’uomo ed il mondo circostante ed instaurare il principio della giustizia tra la gente.

Il Corano in molti versi ci ricorda questo chiaramente.

Lo sciismo rispetta tutti i profeti di Dio senza eccezioni, ma crede che con il passare del tempo rivelazioni precedenti come il Vecchio Testamento ed il Vangelo siano state contaminate con falsità e superstizioni e pertanto presentano deviazioni dai testi originali. Un chiaro esempio di ciò lo si evince dal modo in cui essi attribuiscono a Dio ed i suoi profeti qualità e comportamenti bambineschi ed ingiusti.

Secondo la scuola islamica sciita tutti i profeti di Dio, tra i quali Mohammad, Mosè, Gesù, sono servitori di Dio e sono considerati servitori obbedienti inspirati da Dio. Gli sciiti quindi credono con convinzione che i profeti ed Imam non hanno mai commesso nessun peccato né sono mai venuti meno alla loro religione durante la loro vita.

Il Giorno della resurrezione.

Gli sciiti credono che tutti gli esseri umani, in un determinato momento, risorgeranno in un altro mondo, duraturo ed eterno, e qui riceveranno le loro ricompense o punizioni per il bene o male commesso. La più piccola delle nostre azioni, siano esse buone o cattive, verrà considerata. Nessuno sarà trattato ingiustamente.

Coloro che hanno fatto buone azioni andranno nel paradiso eterno, nel quale esiste qualsiasi tipo di piacere spirituale e corporeo. Mentre quelli che hanno fatto il male, bruceranno nell’inferno. Il pentimento sincero in questo mondo può modificare il giudizio finale di una persona. Per pentimento sincero, viene inteso quel pentimento per mezzo del quale l’individuo, in uno stato di sottomissione a Dio, vergognoso di ciò che ha fatto, si sforza affinché non ripeta lo stesso peccato, riparando anche eventuali danni fatti ad altri con le sue cattive azioni.

Distinzioni dello Sciismo.

Nello sciismo oltre ai tre principi già menzionati (comuni a tutti i musulmani) ne troviamo altri due:

1- Il credere nei Dodici Imam infallibili ritenuti i vicari del Profeta Mohammad (saw).

2- Il credere nella Giustizia di Dio. Gli sciiti credono che Dio non si comporta mai ingiustamente o in modo oppressivo con le sue creature. Una conseguenza di questo principio sta nel credere che tutti gli esseri umani hanno una propria libertà e volontà di agire. Nessuno è forzato ad obbedire o a ribellarsi. Il destino di ogni persona è nelle proprie mani. Nessuno porta sulle proprie spalle il peso dei peccati di un altro, né è punito per i peccati di un altro.

Le fonti dell’insegnamento sciita.

Gli sciiti hanno ricevuto le loro regole religiose, concernenti gli aspetti della vita privata e sociale, dalla più vicina fonte di conoscenza al Profeta (S), cioè la sua progenie (i Dodici Imam), i quali hanno tramandato l’uno all’altro la conoscenza profetica. Gli sciiti aderiscono alla tradizione profetica (riportata anche dai maggiori trasmettitori sunniti) nella quale il Profeta Mohammad (saw) dichiarò:

“Sto per andare, ma lascio tra voi due cose preziose: il Corano e la mia famiglia, che non si separeranno mai l’una dall’altra”.

Per distinguere e discernere gli obblighi religiosi, gli sciiti seguono oltre al Corano e le tradizioni del Profeta (S) e degli Imam, l’ijma (il consenso) degli ulama (guide religiose) e ciò che l’aql (l’intelletto, la ragione) riesce a giudicare con certezza. Questi quattro principi (il Corano, le tradizioni Profetiche e degli Imam, il consenso degli esperti in religione e la ragione), vengono definite le quattro prove.

Gli sciiti credono che è un dovere dei sapienti religiosi investigare queste fonti ed estrapolarne gli obblighi e le regole religiose dell’Islam per l’uomo. Da qui la dichiarazione che nello sciismo le porte dell’ijtihad (quel processo usato dagli esperti giurisperiti per dedurre la sharia dalla fonti), sono aperte.



Nei principi della legge Islamica non esistono differenze tra Sciiti e Sunniti

Sia sciiti che sunniti ritengono che l’Islam sia una religione eterna, facile da accettare, praticabile da tutti gli esseri umani, in qualsiasi luogo e periodo.

Sapienti religiosi sciiti hanno raccolto nei dettagli le regole della religione, per il singolo individuo o la società, in libri specifici di giurisprudenza islamica (fiqh) ed hanno creato varie scienze per rifinire e perfezionare la conoscenza di questi precetti religiosi.

Gli sciiti, come gli altri musulmani, credono che un musulmano debba: compiere 5 preghiere doverose (wajib) al giorno; digiunare un volta all’anno durante tutto il santo mese di Ramadhan; se possiede i mezzi finanziari necessari, deve partecipare almeno una volta nella sua vita al grande congresso annuale di tutti i musulmani del mondo, l’Hajj.; che ogni musulmano è moralmente obbligato a pagare una tassa sui suoi beni per aiutare i poveri e i bisognosi e per promuovere la religione. La carità in generale è considerato un atto di grande merito specialmente se fatta in incognito. Difendere le frontiere di un paese musulmano è anche considerato uno dei doveri di un musulmano. Gli sciiti credono che se le terre dei musulmani vengono invase da un nemico, è dovere di tutti quelli che non hanno impedimenti, lottare per liberarle, se è necessario fino alla morte. Il martirio su questa strada è considerato un grande onore.

Inoltre tutti i musulmani hanno il dovere di agire per correggere e guidare gli individui che hanno abbandonato la retta via, diffondere il bene e ostacolare la corruzione sociale. Questo principio di supervisione lo si trova nel Corano ed è conosciuto con il termine di “amr be maruf wa nahy az munkar”.

Doveri etici sociali.

Gli sciiti credono che un vero musulmano sia colui che non dimentica Dio in nessuna circostanza, che è veritiero, affidabile, giusto, sincero, amichevole, consapevole delle condizioni dei suoi fratelli o sorelle ed è disponibile ad aiutarli quando ne ha i mezzi. I musulmani si riferiscono l’uno a l’altro con il termine di “fratello” o “sorella”. Questa è la relazione più intima che esiste tra due esseri umani, basata sul rispetto reciproco ed equità uesta Que

Questo è un insegnamento inspirato dal Corano che dice “Tutti i musulmani sono fratelli”. Non esiste nessuna razza, classe o distinzione famigliare che rende un uomo superiore all’altro. La sola distinzione concerne la taqwa (il timore di Dio) e la purezza d’animo. L’Islam rigetta qualsiasi forma di discriminazione razziale.

Secondo gli insegnamenti dell’Islam sciita anche gli animali hanno diritti. Molestarli senza motivo o ragione, è severamente proibito, al contrario essi vanno protetti.

Lo sciismo asserisce che nessuno deve rinunciare a guadagnarsi da vivere lavorando e tutti devono contribuire in una società islamica. Allo stesso tempo nel lavorare impegnandosi ad avere un vita migliore ed un lavoro più lucrativo, la persona non deve mai perdere di vista i valori etici.

L'Islam proibisce l’uso di alcolici, narcotici, carne di maiale, il gioco d’azzardo, promiscuità sessuali, l’usura e cose simili.

Esso considera il principio della cooperazione tra individui come una base importante per una vita sociale ed il primo dovere tra musulmani. Come gli altri musulmani, gli sciiti considerano la vita umana sacra a tal punto che il codice penale islamico prevede gravi punizioni per l’assassinio, strage, ferite inflitte agli altri etc….

La famiglia nell’Islam ha un ruolo molto importante e ci sono determinati doveri verso genitori e familiari, anche distanti, che vanno trattati con cortesia e gentilezza. Questo vale anche per i vicini di casa.

Come nel resto dell’Islam, anche nello sciismo i diritti della donna vanno rispettati.

Gli sci°iti credono che tutti i Musulmani debbano partecipare in tutte le attività sociali e politiche della comunità. Una vita in solitudine, isolati dal resto del mondo, è sconsigliata.

Gli sciiti credono che una comunità islamica dovrebbe basare le sue regole sugli insegnamenti e le leggi dell’Islam e perseguire il benessere dell’individuo seguendo i principi religiosi, ma nello stesso tempo considerando i bisogni ed i requisiti dell’epoca in cui si vive.

I musulmani sono esortati a fare di tutto per avanzare nel dominio sia spirituale che materiale

La Pace sia con voi

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