L'Unione Europea intende far crescere Hamas ?
di Luisa Morgantini

Parlamentare europea gruppo Gue-Ngl,
Presidente della Commissione Sviluppo

Bruxelles, 15.12.2005

La decisione assunta dai 25 Ministri di Affari esteri dell'unione Europea,
il passato 12 Dicembre a Bruxelles, di non pubblicare la bozza di rapporto
che fortemente critica l'attività israeliana a Gerusalemme Est, nello
specifico per quanto riguarda il Muro di separazione e l'espansione degli
insediamenti illegali è un aiuto oggettivo alle forze estremiste
palestinesi e alla politica di annessione territoriale israeliana.

Nella dichiarazione ufficiale relativa alla decisione presa, il Ministro
degli Affari Esteri inglese Jack Straw parla del "cambiamento delle
circostanze in Israele e nei territori occupati" e aggiunge " pubblicare il
rapporto ora sarebbe inappropriato perchè l'Unione Europea non vuole
coinvolgersi in questioni politiche interne ad Israele in un momento di
corsa verso le elezioni".

Questa non è una buona ragione per oscurare la bozza del rapporto, scritto
dalle delegazione dei 25 dell'Unione Europea presenti a Ramallah;
Gerusalemme e Tel Aviv, e che invece avrebbe dovuto essere discusso al
Summit Europeo di Bruxelles il 15 e 16 Dicembre.

Il documento critica Israele per le demolizione delle case palestinesi a
Gerusalemme est, per la riduzione dei permessi di lavoro per i palestinesi
e per l'imposizione di di tasse discriminatorie; l'attività israeliana
presso Gerusalemme est viene definita dal rapporto: "una violazione delle
obbligazioni della Road Map e del diritto internazionale" riferendosi ai
quartieri di Ramot, French Hill, East Talpiot, Gilo, Pisgat Ze'ev and Har
Homa come "insediamenti illegali". Sottolinea inoltre che la barriera di
sicurezza è stata costruita contro la sentenza emessa nel 2004 dalla corte
internazionale di giustizia dell'Aja contro il Muro. Come cita il rapporto
stesso, le attività israeliane a Gerusalemme Est "dimostrano una chiara
intenzione da parte israeliana di trasformare l'annessione di Gerusalemme
Est in un fatto concreto". Queste attività "riducono la possibilità di
raggiungere un accordo sullo status finale di Gerusalemme, e minaccia di
far si che qualsiasi soluzione fondata sulla coesistenza di due stati
viabili diventi fisicamente impossibile e sono inoltre contrarie alla legge
internazionale".

Non c'è dubbio che il ritiro da Gaza, è un fatto positivo anche se fatto
unilateralmente dal governo Sharon come non c' è dubbio alcuno che il
coinvolgimento Europeo nel dopo ritiro e con la presenza al confine di
Rafah è altrettanto importante. Ma è necessario avere chiaro che Gaza non è
la Palestina ma solo una piccola parte dei territori occupati nel 1967. E
non si può dire come ha detto Solana, che questo rapporto "sta da una parte
sola" perché questo rapporto sta dalla parte dei fatti, che invece l'Unione
Europea intende oscurare.

Bisogna essere conseguenti, naturalmente con la necessaria diplomazia, ma
se si afferma come fa l'Unione Europea nel rapporto annuale sui diritti
umani in cui richiama Israele "di facilitare le chiusure, di congelare
l'espansione degli insediamenti e di fermare la costruzione della
barriera all'interno dei territori palestinesi occupati", allora non si può
accontentare della nostra presenza a Rafah e lasciar correre e non
intervenire fino a dopo le elezioni israeliane, a quel tempo ci sarà ben
poco territorio per uno stato palestinese che coesista con lo stato
israeliano.

Sostenere il presidente palestinese Mahomoud Abbas nella sua lotta per la
democrazia, la pace e la fine di ogni violenza significa fermare la
politica di incursioni militari israeliani nei villaggi e città
palestinesi, cessare le uccisioni mirate, gli arresti indiscriminati,
l'espansione delle colonie e riprendere i negoziati, altrimenti le forze
più oltranziste. Mi auguro che l'Unione Europea sappia usare la sua forza
diplomatica per la pace e la realizzazione di due popoli e due stati con
Gerusalemme capitale condivisa.

Chiedo a tutti coloro che vogliono la pace con giustizia e la fine di ogni
atto di violenza e terrorismo,da qualunque parte provenga di chiedere all'
Unione Europea di non nasconderè la verità."

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