Come Soldati, Come Patrioti, Come Esseri Umani
ci Opponiamo alla Guerra Illegale e Criminale
di Ehren Watada


Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59@libero.it) per
averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente intervento
tenuto dal tenente statunitense Ehren Watada al convegno dei Veterani per la
pace il 12 agosto 2006. Ehren Watada il 22 giugno scorso si e' rifiutato di
partire per l'Iraq, considerando illegali la guerra e l'occupazione:
"Poiche' l'ordine di prendere parte ad un atto illegale e' ovviamente contro la legge, io devo rifiutare quest'ordine".
Mentre si accingeva a fare il suo intervento, oltre cinquanta membri dei Veterani che hanno fatto esperienza del conflitto iracheno si sono posti in fila alle sue spalle in un simbolico sostegno al suo gesto. Il tenente Watada ha iniziato a parlare visibilmente commosso


Grazie a tutti. Grazie per questo enorme sostegno.
Non so dirvi quanto sono onorato e felice di essere nello stesso luogo con
voi. Sono profondamente, umilmente riconoscente di essere in compagnia di
tali meravigliosi oratori.
Voi siete tutti veri patrioti americani. Sebbene non vestiate piu'
l'uniforme, voi vi attenete ai principi che un tempo avete giurato di
praticare e difendere. Nessuno conosce la devastazione e la sofferenza della
guerra meglio di chi l'ha provata, ed e' per questo che noi veterani
dovremmo essere i primi a prevenirla.
Non ero troppo sicuro di cosa avrei detto stasera. In generale, come
comandante di uomini, dovrei parlare per motivare altri. Ma questo non e'
l'esercito, e poi sono solo un tenente. Siamo tutti cittadini di questo
paese e cio' che ho da dire non concerne la mia autorita', parlo quindi da
cittadino ad altri cittadini.
Noi tutti abbiamo visto questa guerra lacerare il nostro paese negli ultimi
tre anni. Sembra che nulla di cio' che abbiamo fatto, dalle veglie alle
proteste, alle lettere al Congresso, abbia avuto un minimo effetto nel
persuadere i potenti. Stasera vorrei parlarvi delle mie idee a proposito di
un mutamento di strategia. Sono qui adesso perche' ho fatto idealmente un
salto in avanti. La mia azione non e' la prima di questo tipo, e certamente
non sara' l'ultima. Pure, per il bene di coloro che mi seguiranno, io
richiedo il vostro aiuto, un vostro sacrificio, lo chiedo a voi e a numerosi
altri americani.
Posso fallire. Potremmo fallire. Ma nulla di quello che abbiamo tentato sino
ad ora si e' spinto molto lontano. E' tempo di cambiare, e il cambiamento
comincia con ciascuno di noi. Sto qui davanti a voi, oggi, non come un
esperto; non sono uno che pretende di avere tutte le risposte. Sono
semplicemente uno statunitense ed un servitore del popolo statunitense. La
mia opinione e' questa.
Capisco che potrete non essere d'accordo con tutto quel che ho da dire.
Tuttavia, non ho fatto la scelta che ho fatto per essere popolare. L'ho
fatta per spirito di servizio, e per rendere migliori i soldati di questo
paese. E giuro di portare avanti questo impegno in modo onorevole, sotto il
dettato della legge.
Vi parlo di un'idea radicale, che nasce dallo stesso concetto di soldato
americano, o membro in servizio. E' stata cruciale nel porre fine alla
guerra in Vietnam, ma da molto tempo giace dimenticata. Ed e' la seguente:
per porre fine ad una guerra illegale ed ingiusta, i soldati devono
scegliere di non combatterla.
*
Non che sia un compito facile per chi e' sotto le armi. Lui o lei deve
essere consapevole di essere usato/a in un gioco sporco. Deve saper essere
responsabile per le proprie azioni individuali. Deve ricordare che il suo
primario dovere verso la Costituzione ed il popolo e' superiore alle
ideologie dei leader.
Il soldato deve avere la volonta' di affrontare l'ostracismo dei suoi pari,
la preoccupazione per la propria famiglia e ovviamente per la possibilita'
di perdere la propria liberta' personale. Deve capire che resistere ad un
governo autoritario a casa propria e' importante quanto combattere un
aggressore esterno. Infine, coloro che vestono un'uniforme devono sapere
senza ombra di dubbio che se rifiutano di obbedire ad ordini immorali ed
illegali, saranno sostenuti dalla gente non con semplici parole, ma con
azioni.
Il soldato americano deve saper vedere oltre l'addestramento che gli dice di
obbedire all'autorita' senza porre domande. Il grado dovrebbe essere
rispettato, ma mai seguito ciecamente. La consapevolezza della storia di
atrocita' e distruzioni commesse in nome dell'America, sia con interventi
militari diretti che sostenendone altri, e' cruciale. I soldati devono
capire che questa guerra non e' stata intrapresa per autodifesa ma per
scelta, per il profitto e la dominazione imperialistica. Le armi di
distruzione di massa, i legami con Al Qaida, le connessioni con l'11
settembre [da parte dell'Iraq - ndr], tutto questo non e' mai esistito.
I soldati devono sapere in che modo funzionari eletti hanno intenzionalmente
manipolato le prove portate al Congresso, all'opinione pubblica e al mondo,
per giustificare la guerra. Devono sapere che ne' il Congresso ne' il
governo hanno autorita' bastante a violare la proibizione della guerra
preventiva: e' una legge americana che e' ancora in vigore oggi.
Questa stessa amministrazione ci usa per commettere flagranti violazioni di
leggi esistenti da lungo tempo, che bandiscono la tortura e l'umiliazione
dei prigionieri di guerra. Anche se un soldato americano volesse comportarsi
giustamente, l'illegittimita' dell'occupazione, le politiche di questa
amministrazione, e le regole di ingaggio di disperati comandanti sul campo,
lo forzeranno ad essere complice di crimini di guerra. I soldati
statunitensi devono venire a conoscenza almeno di alcuni di questi fatti, se
non di tutti, per poter agire.
Mark Twain una volta lo rimarco': "Ogni uomo deve decidere per se stesso
cio' che e' giusto e cio' che e' sbagliato, quale condotta sia patriottica e
quale no. Non puoi evitare questo e rimanere umano. Decidere in maniera
contraria alle tue convinzioni e' diventare un traditore senza scusanti, un
traditore di te stesso e del tuo paese". Percio' ogni soldato americano,
ogni marine, ogni pilota, ogni marinaio, e' responsabile delle sue scelte e
delle sue azioni. Il giuramento che abbiamo prestato ci lega non ad un uomo,
ma ad un documento fatto di principi e leggi, disegnato per proteggere il
popolo.
Arruolarsi non significa abiurare al proprio diritto di cercare la verita',
ne' e' una scusante che ci priva del pensiero razionale o della capacita' di
distinguere fra cio' che e' giusto e cio' che e' ingiusto.
"Eseguivo gli ordini" non e' mai una giustificazione. I processi di
Norimberga hanno dimostrato che la cittadinanza ed i soldati hanno
l'inalienabile obbligo di rifiutare la complicita' in crimini di guerra
perpetrati dai loro governi.
Tortura e trattamento inumano dei detenuti sono crimini di guerra.
Una guerra di aggressione nata da una politica non legittima di supposta
prevenzione e' un crimine contro la pace.
Un'occupazione che viola l'essenza stessa delle leggi umanitarie
internazionali e la sovranita' di un paese e' un crimine contro l'umanita'.
Sono crimini che si nutrono dei soldi delle nostre tasse. Se i cittadini
dovessero rimanere silenti, imponendosi di ignorarlo, cio' li renderebbe
complici quanto i soldati.
*
La Costituzione non e' un semplice pezzo di carta, ne' e' vecchia, obsoleta
o irrilevante. E' l'incarnazione di cio' che tutti gli statunitensi sentono
prezioso: verita', giustizia, uguaglianza per tutti. E' la formula di un
governo del popolo che lavora per il popolo. Un governo trasparente e
responsabile verso coloro che serve. La Costituzione disegna un sistema di
controlli e contrappesi, e la separazione dei poteri, per prevenire il male
della tirannia. Ma per forte che sia, la Costituzione non e' a prova di
bomba. Non tiene completamente in conto la fragilita' dell'umana natura.
Profitto, avidita', fame di potere, possono corrompere gli individui cosi'
come le istituzioni. I redattori della Costituzione non avrebbero neppure
potuto immaginare quanto il denaro avrebbe infettato il nostro sistema
politico. Ne' avrebbero potuto credere che un intero esercito sarebbe stato
usato per il profitto ed interessi privati. Come in ogni comune dittatura,
ai soldati viene ordinato di commettere atti di natura cosi' infame da
essere indegni di un paese libero.
Il soldato statunitense non e' un mercenario. Non combatte semplicemente
guerre a pagamento. Forse, il suo status e' un po' peggiore di quello di un
mercenario, perche' quest'ultimo puo' semplicemente andarsene, se gli atti
del suo datore di lavoro lo disgustano. Invece, e particolarmente quando si
arriva alla guerra, il soldato americano e' un servitore con un contratto
scritto, che sia andato volontario per patriottismo o che lo abbia spinto
all'arruolamento la disperazione economica. Che importanza ha cio' che il
soldato crede essere moralmente giusto? Quando si arriva alla guerra
ideologica, la divisione fra giusto e sbagliato diventa confusa. E' tragico
che sia il "comma 22" a descrivere cio' che e' l'esercito americano oggi.
In teoria, il militare americano avrebbe tratti piu' nobili. Semplice
soldato o ufficiale che sia, giura alla Costituzione ed al popolo. Se i
soldati comprendono che la guerra e' contraria a cio' che la Costituzione
dice, se si alzano in piedi e depongono le armi, nessun presidente puo' piu'
iniziare una guerra per sua scelta privata. Nel giuramento diciamo "Contro
tutti i nemici esterni ed interni": ma cosa succede se a diventare nemici
sono i nostri rappresentanti eletti? A che ordini obbediremo? La risposta e'
che c'e' una coscienza in ogni soldato, in ogni americano, in ogni essere
umano. Il nostro dovere verso la Costituzione non puo' essere messo in
discussione.
L'esercito ha pure in se' sentimenti di fraternita', di vicinanza. La
pressione del gruppo di pari esiste, e assicura coesione, ma pure si fonda
sugli individui, e sul pensiero individuale. L'idea di questo tipo di
fratellanza e' difficile da respingere, se le alternative sono la solitudine
e l'isolamento. Se vogliamo che i soldati scelgano il sentiero piu' giusto
ma piu' difficile, dobbiamo fare in modo che sappiano senza il minimo dubbio
che saranno sostenuti dagli americani. Per sostenere le truppe che faranno
resistenza, dovete far sentire le vostre voci. Se vedono che in migliaia
sosterrete me, lo sapranno.
Sempre piu' militari si stanno domandando cosa si vuole da loro. In
maggioranza non conoscono una verita' seppellita dai titoli dei giornali.
Molti non vedono alternative all'obbedienza cieca. Dobbiamo offrire
un'opportunita' a quelli dalla mente piu' aperta, dando loro il coraggio
necessario ad agire.
Tre settimane fa, il sergente Hernandez della 172a Brigata Stryker e' stato
ucciso, ed ha lasciato la moglie e due bambini. In un'intervista, sua moglie
ha detto che Hernandez ha sacrificato la sua vita affinche' la sua famiglia
potesse sopravvivere. Io sono sicuro che il sergente apprezzava il
cameratismo dei commilitoni, ma sono altrettanto sicuro che se avesse avuto
una scelta non si sarebbe messo a rischio di lasciare una famiglia senza
marito e senza padre.
E' questo il punto, vedete. Persone come il sergente Hernandez non hanno una
scelta. Combattere in Iraq o far morire di fame i tuoi, ecco le scelte che
hanno. Molti non rifiutano totalmente questa guerra perche' valutano le loro
famiglie piu' delle loro stesse vite e forse della loro coscienza. Chi
passerebbe volentieri anni in prigione per i propri principi, se questo
negasse la sussistenza alla propria famiglia?
Vi dico questo perche' dovete sapere che per fermare questa guerra, se
volete che i soldati smettano di combatterla, essi devono avere
l'incondizionato sostegno popolare. Io l'ho visto con i miei stessi occhi.
Per me si e' trattato di quel balzo in avanti che vi dicevo, un balzo in
avanti ideale, nella fede. Altri soldati non hanno questo lusso. Devono
poterlo avere, e voi potete mostrarglielo.
Dovete convincerli che non ha importanza per quanto tempo resteranno seduti
in prigione, non ha importanza quanto ci mettera' il nostro paese a
raddrizzare se stesso, per tutto questo tempo le loro famiglie avranno un
tetto sopra la testa, cibo negli stomaci, opportunita' ed istruzione. E' un
compito assai difficile. Richiede dei sacrifici da tutti noi. Perche' devono
essere i canadesi a dare riparo e nutrimento ai soldati statunitensi che
hanno fatto la scelta giusta? Dovremmo essere noi a prenderci cura di cio'
che e' nostro. O siamo cosi' poco desiderosi di rischiare qualcosa per
coloro che veramente possono mettere la parola fine a questa guerra? Fate
sapere a costoro che la resistenza alla partecipazione ad una guerra
illegale non e' futile, e non e' senza futuro.
*
Io non ho violato leggi, tranne il codice del silenzio e della cieca
lealta'. Se sono colpevole, sono colpevole di aver appreso troppo, e di aver
sofferto troppo profondamente dell'insensata perdita dei miei compagni
soldati, e dei miei simili esseri umani. Se devo essere punito, devo essere
punito per aver eseguito gli ordini immorali di un solo uomo sotto la
parvenza della legge. Se devo essere punito, e' per non aver agito prima.
Martin Luther King Jr. disse: "La storia dovra' registrare come la piu'
grande tragedia di quest'epoca non lo stridente clamore dei malvagi, ma lo
spaventoso silenzio degli onesti". Vedete, io non sono un eroe. Sono un
comandante di uomini che ha detto "quando e' troppo e' troppo". Quelli che
chiamavano alla guerra prima dell'invasione paragonavano i tentativi
diplomatici con Saddam Hussein alla compromissione con Hitler. Io dico che
ci stiamo compromettendo ora, permettendo ad un governo che usa la guerra
come prima opzione di continuare ad agire impunito.
Dopo le Due Torri, molti hanno detto: "Mai piu'". Sono d'accordo. Mai piu'
dobbiamo permettere a chi minaccia la nostra liberta' di spadroneggiare,
siano essi terroristi o funzionari eletti. Il momento di contrattaccare e'
adesso, il momento di alzarci in piedi e' ora.
Vorrei terminare con un'altra citazione di Martin Luther King: "Chi infrange
una legge perche' la sua coscienza gli dice che e' ingiusta, ed accetta
volontariamente la pena della carcerazione per poter innalzare la coscienza
della comunita' su tale ingiustizia, sta in realta' esprimendo il piu' alto
rispetto per la legge".
Grazie, e siate benedetti.

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