"Transnational Foundation For Peace And Future Research":
Lettera Aperta Al Presidente Dell'assemblea Generale Dell'ONU
Dal Centro studi "Sereno Regis" di Torino


(per contatti: info@cssr-pas.org)
Riceviamo e volentieri diffondiamo la seguente lettera aperta promossa dalla Transnational Foundation for Peace and Future Research e sottoscritta da varie autorevoli personalita'
Per adesioni collegarsi direttamente al sito della Tff:
www.transnational.org


Al Presidente dell'Assemblea generale dell'Onu, Jan Eliasson
Lund, Svezia 14 agosto 2006
Il Consiglio della Transnational Foundation for Peace and Future Research
[in sigla: Tff] (Svezia) invia la seguente lettera aperta allo scopo di
stimolare un'ampia discussione sulle precondizioni per un autentico processo
di pace dopo la Risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell'Onu.
Gia' sottoscritta da autorevoli esponenti della societa' civile mondiale,
incoraggiamo tutti coloro, singoli e organizzazioni, che condividono questa
proposta a firmarla e diffonderla.
*
Uniti per la pace
La storia di questo conflitto permette di capire con chiarezza che la
violenza dell'una o dell'altra parte non ha alcuna possibilita' di alleviare
la sofferenza di tutte le parti in conflitto. Continuando su questa strada,
si avranno conseguenze devastanti per la sicurezza globale.
Un processo globale, che comprenda tutti i soggetti, costruito sul dialogo,
su iniziative civili e sulle moderne tecniche di risoluzione del conflitto
e' l'unica strada verso la pace e la giustizia.
Mentre vi sono stati sforzi sinceri da parte di alcuni governi per porre
fine al massacro da entrambe le parti, vi e' stato anche un grave ritardo
nel giungere a un armistizio nel confronto tra Israele e il Libano.
Purtroppo, ancora una volta il Consiglio di sicurezza dell'Onu e' stato
vittima di voluti ritardi.
Al tempo stesso la tragedia della Palestina mantiene il suo irrisolto
carattere onnipervasivo e la situazione in Iraq si e' ulteriormente
aggravata.
Alla luce di tutto cio', chiediamo al presidente dell'Assemblea generale
dell'Onu di avviare la preparazione di una risoluzione Uniti per la Pace al
fine di imboccare con urgenza la lunga strada verso la sicurezza umana, la
risoluzione del conflitto, la giustizia e la riconciliazione in tutta la
regione.
La base di questa proposta e' data dalla risoluzione 377 dell'Assemblea
generale dell'Onu, nota anche come risoluzione "Uniti per la pace": essa
afferma che, qualora il Consiglio di sicurezza dell'Onu non sia in grado di
mantenere la pace internazionale, una iniziativa puo' essere presa
dall'Assemblea generale.
La risoluzione fu proposta dagli Stati Uniti nel 1950 come mezzo per poter
aggirare eventuali veti dell'Unione Sovietica.
"... se il Consiglio di sicurezza, a causa della mancanza di unanimita' dei
membri permanenti, fallisce nell'esercitare la sua responsabilita' primaria
nel mantenimento della pace e della sicurezza internazionale in qualsiasi
caso in cui vi sia una minaccia per la pace, una rottura della pace, o un
atto di aggressione, l'Assemblea generale prendera' immediatamente in
considerazione la questione al fine di formulare raccomandazioni appropriate
ai membri per assumere misure collettive, compreso, nel caso di una rottura
della pace o di un atto di aggressione, l'uso di una forza armata, qualora
sia necessario, per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza
internazionale".
L'Assemblea generale, non meno dei governi degli stati membri, dovrebbe
occuparsi essa stessa della insidiosa questione dell'arricchimento
dell'uranio da parte dell'Iran, che aggrava ulteriormente le condizioni del
Medio Oriente. E' importante osservare che sin dal 1974 diverse risoluzioni
dell'Assemblea generale e la risoluzione 687 (1991) del Consiglio di
sicurezza dell'Onu propongono una "zona libera da armi nucleari"
(Nuclear-Free Zone) in Medio Oriente, ma non sono state implementate. La
proliferazione nucleare non e' l'unica questione; finche' le potenze
nucleari ignoreranno il loro obbligo a disarmare, stabilito dal Trattato di
non proliferazione, la proliferazione sara' inevitabile.
Per prevenire l'ulteriore perdita di vite umane e la distruzione di
infrastrutture, le parole debbono essere tradotte nelle dovute azioni.
- La prima priorita' e' fermare la guerra in corso tra Israele e il Libano,
a cui dovra' seguire una conferenza internazionale sul Medio Oriente secondo
il modello Osce in Europa.
- Questa conferenza offre l'opportunita' di iniziare un nuovo e olistico
processo di pace nella regione.
- Tale iniziativa tuttavia puo' avere successo solo se tutte le parti dei
vari conflitti in corso partecipano. Questo vuol dire: Libano compreso
Hezbollah, Israele, Palestina con Hamas e Fatah, Siria, Iran, Iraq, Arabia
Saudita, Giordania, Lega Araba, Usa, Gran Bretagna, Russia, Turchia e Unione
Europea. E' essenziale che i governi incoraggino le organizzazioni della
societa' civile a inviare proposte a questa conferenza, prima, durante e
dopo.
- Questo processo dovrebbe essere guidato dall'Onu. Nessuno deve porre
alcuna precondizione per questo incontro. Ognuno deve avere il diritto di
porre le sue questioni e preoccupazioni al tavolo di discussione.
- C'e' urgente bisogno di un mediatore autentico e imparziale.
- La maggior parte dell'opinione pubblica mondiale non e' piu' disposta ad
accettare modalita' politiche finalizzate al proprio potere che non
rispettino elementi fondamentali della legge internazionale.
- I cittadini in tutto il mondo chiedono una risposta globale e nonviolenta
all'inazione dei leader politici in questo difficile momento della storia, e
sono preoccupati che anni di interventi grossolani e disonesti
nell'affrontare questo insieme di conflitti in Medio Oriente possano
provocare proteste violente contro lo status quo e alimentino, invece che
limitare, la minaccia di una guerra piu' vasta e anche quella del
terrorismo.
- Sollecitiamo urgentemente gli Stati Membri a garantire che l'Onu, se
assumera' un ruolo di peacekeeping e peacebuilding, abbia un mandato preciso
e risorse materiali e umane adeguate a compiere la sua missione.
Cordialmente,
Christian Harleman presidente Tff, Hans von Sponeck, Annette Schiffmann,
Annabel McGoldrick, Bo Rybeck, Jan Oberg e Christina Spannar soci fondatori
*
Primi ulteriori firmatari della lettera aperta: Gunnar Westberg, Fiona
Dove,,Dietrich Fischer, Farhang Jahanpour, Edward Canfor-Dumas, Eirwen
Harbottle e Diana Basterfield, Claire Hickson, Kevin Clements, Paul Ingram,
Scilla Ellworthy, Johan Galtung, Gabriel Carlyle, Tun Mahathir Mohamad, John
Sloboda, David Krieger, Richard Falk, Stuart Rees, Kathy Kelly e Jeff Leys,
James A. Paul, Barbara Mueller, Stella Cornelius, Jens-Peter Steffen.
*

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