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03-07-06

 

La Sinarchia Universale, progetto di un nuovo ordine mondiale

di Alfredo Bonatesta

 

Brano tratto dal libro: La Sinarchia Universale.

di Alfredo Bonatesta

edizioni il Cinabro

 

I. Il Grande Parassita dell'Umanità

 

Dal 1500 ad oggi le istituzioni sociali, economiche e politiche del mondo

hanno subito un sovvertimento totale. La Rivoluzione Protestante, la

Rivoluzione Inglese, la Rivoluzione Americana, la Rivoluzione Francese, la

Rivoluzione Russa, la I e la II Guerra Mondiale, il Patto di Yalta; queste

sono state le tappe fondamentali del sovvertimento.

 

" Viviamo in una delle piú decisive epoche della storia e nessuno se ne

rende conto, nessuno lo comprende ... La Rivoluzione Mondiale avanza

inarrestabile verso i suoi ultimi risultati ... Chi predica la sua fine o

crede addirittura di averla sconfitta non l'ha compresa ... La lotta si

combatte anche nell'interiorità del singolo uomo, sebbene egli non lo sappia

affatto. Per questo così pochi giungono a vedere chiaramente da quale parte

essi veramente si trovano"; sono parole di Oswald Spengler, l'insigne

studioso dei cicli storici(Spengler, Anni decisivi, Edizioni del Borghese,

Milano 1973, p. 25). Esse esprimono esattamente la tragedia dell'uomo

contemporaneo, convinto di essere libero ed arbitro del proprio destino

terreno, senza avvedersi del Grande Parassita, che tende reti di

sfruttamento e di dominio sull'umanità intera.

 

In verità, del Grande Parassita dell'umanità non si parla in alcun libro.

Nessun giornale, nessuna radio, nessuna televisione lo menziona mai. La

gente di ogni parte della terra, nella sua compatta generalità, ne ignora

insomma l'esistenza. Eppure il Grande Parassita esiste veramente e, celato

nell'ombra, occultamente trae la sua linfa vitale dal sudore, dalle fatiche,

dalle sofferenze dell'umanità intera.

 

Fuori di metafora, il Grande Parassita dell'umanità è il Potere Economico

Mondiale.

 

Il Potere Economico Mondiale è il Padrone del Mondo. "Autorizzatemi ad

emettere moneta ed a controllare il sistema monetario di un paese, ed io non

mi preoccupo più di chi fa le leggi", era solito affermare Mayer Amschel

Rothschild, iniziatore nel XVIII secolo della maggiore dinastia di banchieri

mai apparsa fra gli uomini.

 

Sulla medesima falsariga concettuale si esprimeva William Paterson,

fondatore nel 1694 della Banca d'Inghilterra: "La Banca guadagna grazie agli

interessi maturati sui denari creati dal nulla".

 

Ecco, queste due frasi, accuratamente omesse dalle pagine di tutti i libri

ufficiali di storia oggi esistenti, sono già in grado, pure nella loro

estrema concisione e stringatezza, di dare bene il senso della trama

d'inganni, nella quale il Grande Parassita ha avviluppato il mondo intero,

grazie ad un abilissimo e paziente lavoro di sovvertimento del modo di

pensare e di vivere degli uomini (A. Bonatesta, Il sovvertimento

intellettuale come premessa delle rivoluzioni politiche del mondo moderno,

in "L'uomo libero" n' 9 del gennaio 1982, Milano). diuturnamente condotto

innanzi negli ultimi cinque secoli con un coerente processo rivoluzionario,

iniziatosi con la pubblicazione delle 95 tesi di Lutero e giunto alla sua

fase piú avanzata e significativa con la "spartizione del mondo" orchestrata

da Roosevelt e Stalin.

 

Occorre a questo punto precisare, per una esigenza di chiarezza propedeutica

nell'esposizione, che il Potere Economico Mondiale non è un soggetto

indeterminabile e quindi generico; esso è reale e concreto.

 

Il Potere Economico Mondiale è costituito dai Manipolatori di Capitali,

ossia dai Grandi Speculatori Internazionali, i quali formano tutti insieme

l'Usurocrazia Mondiale, vale a dire la Tirannia dell'Usura su tutti i popoli

del mondo.

 

Il potere Economico Mondiale agisce prevalentemente per mezzo delle Società

Anonime di Capitali.

 

Queste ultime sono strumenti per dare vita alle Banche ed alle

Multinazionali di Produzione e di Commercio, che sono le strutture operative

nelle quali si sostanze l'Impero Mondiale del Capitale.

 

E' attraverso di esse, infatti, che il Potere Economico Mondiale si

procaccia parassitariamente le ricchezze, sfruttando il lavoro e

l'ingegnosità altrui.

 

Nell'opinione pubblica è generalizzato l'equivoco che le strutture anzidette

operino soltanto in quella parte del mondo ch'è oggi organizzata secondo gli

schemi economico politico-sociali del Liberalcapitalismo.

 

Ciò non è assolutamente vero. Le medesime strutture di dominio sono

compiutamente operanti anche nella restante parte del mondo, ossia in quella

attualmente di pertinenza del Socialcomunismo.

 

Il libro intitolato Vodka-Cola, di Charles Levinson (C. Levinson,

Vodka-Cola, Vallecchi, Firenze 1978, pp. 336.), è una buona fonte

d'informazioni al riguardo. In particolare,esso documenta:

 

a) che le principali banche dell'area liberalcapitalista, prime fra tutte

quelle targate Morgan e Rockefeller, hanno proprie filiali nei paesi

socialcomunisti, e che le banche dell'area socialcomunista hanno anch'esse

filiali proprie nei paesi liberalcapitalisti;

 

b) che i governi del sistema socialcomunista affittano i loro lavoratori, a

basso salario e senza diritto di sciopero, alle Multinazionali del sistema

liberalcapitalista;

 

c) che l'economia liberalcapitalista sorregge quella socialcomunista con un

flusso continuo di credito agevolato.

 

Un dossier pubblicato dal periodico OP Nuovo nel maggio 1982 ha reso noto

inoltre che la GOSBANK, ossia la Banca Centrale Sovietica, è una società per

azioni, con partecipazione di capitali privati stranieri. Luigi d'Amato,

docente universitario e giornalista, ha scritto sul Giornale d'Italia del 21

giugno 1982: " La storia del grande capitale finanziario è quella di un

potere demoniaco,- essa gronda sangue ". Questa frase lapidaria condensa

molto bene i tre millenni di storia ch'è necessario prendere in

considerazione, qualora si voglia avere una visione chiara, inclusiva di

ogni nesso causale, circa l'origine e l'evoluzione del sistema di potere dei

Manipolatori di Capitali. Insegna infatti Giacinto Auriti (G. Auriti,

L'ordinamento internazionale del sistema monetario, Solfanelli, Chieti

 

1981, p.33),che la radice originaria del lunghissimo processo storico, che

in epoca moderna ha condotto all'avvento tra i popoli dell'Usurocrazia

Mondiale, è situata appunto tre millenni addietro nel tempo; per

l'esattezza, al 1250 a.C., momento presunto dell'Esodo degli Ebrei

dall'Egitto.

 

2. L'invenzione del denaro senza valore.

 

Per quanto è possibile ricostruire, le cose allora dovettero svolgersi - piú

o meno - nel modo seguente. Gli Ebrei, nell'abbandonare il paese che li

ospitava, fecero man bassa di gioielli e provocarono anche la morte dei

figli primogeniti degli Egiziani, attribuendo quest'ultimo misfatto a Jahvè.

Con intenzioni del tutto intuibili, l'esercito del Faraone si pose alle

calcagna dei fuggiaschi, i quali sotto la guida di Mosè, trovarono scampo

nel deserto del Sinai, dove rimasero nascosti per ben quarant'anni, non

osando uscirne per timore di un duro castigo.

 

In quella situazione, il Popolo Ebraico non aveva che una alternativa per

sopravvivere: spendere il tesoro sottratto agli Egiziani, consumando

definitivamente la ricchezza accumulata, oppure escogitare un espediente per

appropriarsi, senza costo e senza fatica, dei beni prodotti da altri popoli.

Scelse questa seconda soluzione.

 

Incominciò a comprare merci, tutto ciò che gli occorreva per tirare avanti,

per sfamarsi, per vestirsi: ma invece di pagare con oro o argento,

introdusse nel mercato, come mezzi di pagamento, dei documenti che valevano

come titoli rappresentativi dell'oro e dell'argento e che i mercanti

stranieri erano bene disposti ad accettare in luogo delle monete metalliche

poichè, con tale espediente, evitavano di essere rapinati dai predoni, del

tutto ignari del valore di quei documenti. A parte ciò, i mercanti avevano

la massima fiducia nei simboli di pagamento inventati dagli Ebrei poichè

quelle primitive cambiali erano garantite solidalmente da tutta la

collettività ebraica.

 

La certezza dell'adempimento da parte degli Ebrei divenne tale che il

possessore del titolo di credito incominciò a considerare piú conveniente

servirsi di esso per i propri commerci, piuttosto che presentarlo per la

conversione in metalli preziosi. Il portatore del titolo, in altre parole,

incominciò a sentirsi soddisfatto del proprio credito per il fatto stesso

del possesso del documento; con ciò, il titolo di credito cessava di essere

un mezzo per conseguire un valore ed assumeva valore esso stesso, al pari

dell'oro. Ciò consentí dunque agli Ebrei di realizzare scambi commerciali a

tutto loro vantaggio, giacchè essi offrivano semplici simboli, privi di

valore intrinseco, e ne ottenevano in cambio merci d'uso e di consumo, tutte

viceversa provviste di valore intrinseco effettivo.

 

Fu precisamente in quella lontana fase che prese consistenza l'abilità

finanziaria degli Ebrei. Essi, una volta scoperto il meccanismo che

consentiva di ottenere ricchezza senza nulla dare in cambio, non fecero

altro, da quel momento in poi, che perfezionare sempre piú la loro scoperta,

.attuando alla fine una vera e propria strategia di dominazione su tutti i

mercati, per mezzo della creazione di un sistema bancario sempre piú vasto.

 

A datare circa dal 732 a.C., infatti ebbe inizio la Diaspora Ebraica; gli

Ebrei cioè presero a sparpagliarsi in tutti luoghi del mondo. E ovunque essi

puntarono a conquistare la sovranità monetaria, mediante il monopolio del

conio dei simboli monetari di costo nullo.

 

Ciò fu reso possibile, oltre che dalla esclusività del segreto scoperto

durante i quarant'anni d'isolamento nel Sinai, anche dal vincolo di

solidarietà, mai piú decaduto, che la Legge Mosaica aveva instaurato fra le

comunità ebraiche e che continuò in perpetuo a tenerle collegate fra loro.

 

I dodici secoli successivi alla morte di Gesú rappresentarono un crescendo

ininterrotto di attività speculative, di tipo prevalentemente parassitario,

da parte degli Ebrei. Costoro prestavano denaro a tutti: ai Governi per le

loro funzioni ed i loro eserciti, ai Nobili per i loro lussi, ai piccoli

artigiani ed ai poveri contadini per la piú elementare sopravvivenza.

Perfino ai Papi.

 

Gli interessi pretesi come contropartita erano così elevati ed era tanto

diffusa e capillare tale attività di strozzinaggio che il termine ebreo finì

col confondersi completamente con quello di usuraio.

 

Può sembrare strano, quasi incredibile, che nessuna autorità - Re o

Feudatario o Prelato - sia mai insorta per decretare la fine di un così

metodico sistema di sfruttamento del bisogno e della miseria da parte di una

cerchia minoritaria di persone, ma la spiegazione di ciò è semplice; gli

Ebrei erano ormai riusciti a diventare così indispensabili nel puntellare le

finanze dei vari Governanti che costoro addirittura se ne contendevano l'un

l'altro la presenza.

 

Così rimanendo sempre omogenei e solidali fra loro, gli Ebrei andavano

attraversando molti secoli di storia senza mai mutare la propria occupazione

fondamentale: dare denaro, ricevere denaro, accumulare denaro, investire

denaro.

 

In tale loro lucrosa inclinazione essi erano, per così dire, incentivati e

legittimati da un Comandamento del Deuteronomio, che cosí recitava:

 

"Non farai a tuo fratello prestiti ad interesse, nè di denaro, nè di viveri,

nè di qualsivoglia cosa che si presti ad interesse. Allo straniero potrai

prestare ad interesse, ma non a tuo fratello, affinchè l'Eterno Iddio tuo ti

benedica in tutto ciò a cui porrai mano, nel paese dove stai per entrare per

prenderne possesso".

 

Con ogni evidenza si trattava di un comandamento pensato da Ebrei per uso e

consumo degli Ebrei. Per il Cristiano infatti qualsiasi uomo era fratello:

dunque a nessuno poteva prestare ad interesse. Per l'Ebreo invece soltanto

l'Ebreo era fratello: col Non-Ebreo dunque si poteva praticare l'usura.

 

Tuttavia le grandi esplorazioni, lo sviluppo delle vie di comunicazione, le

stesse Crociate andavano intanto propiziando la trasformazione

dell'economia, sempre più intollerante dei lacci e delle limitazioni che

dalla norma deuteronomica discendevano. Perciò fu esattamente in tale fase

dell'evoluzione storica che incominciò ad evidenziarsi una convergenza

d'interessi, via via piú perfetta, fra gli speculatori Ebrei e quelli

Cristiani: ambedue, per potere lucrare a pieno ritmo e senza problemi,

avevano bisogno che fosse rimosso qualsiasi ostacolo al libero estrinsecarsi

degli affari e, tanto per cominciare, che venisse a cadere qualsiasi divieto

sui prestiti ad interesse.

 

Ebbene, nella prima metà del 1500, la Rivoluzione Protestante soddisfece

pienamente l'aspirazione degli affaristi Cristiani e degli usurai Ebrei.

Grazie ad essa, la pratica del prestito ad interesse risultò completamente

liberalizzata.

 

Ispiratori della Rivoluzione Protestante furono Lutero e Calvino. Dal

matrimonio tra l'Ebraismo ed il Protestantesimo era dunque nato il Grande

Parassita, ancora sommamente incerto e malfermo sulle gambe ma subito

proteso a dare la scalata alla somma dei poteri terreni, pronto all'uso di

qualunque mezzo, lecito o illecito, pacifico o cruento, idoneo allo scopo. I

Manipolatori di Capitali infatti puntarono in grande.Essi cioè non si posero

affatto l'obiettivo limitato di conquistare per sè uno spazio di tolleranza

e di rispetto nell'assetto politico e sociale egemonizzato fino ad allora

dalla Nobiltà e dal Clero ma, sin dall'inizio, mirarono al sovvertimento

completo di tutte le strutture di vita in atto e, perciò, impostarono un

attacco articolato ed avvolgente contro tutti i poteri teocratici e contro

tutti i princìpi esistenziali che all'assetto teocratico inerivano.

 

Di tutto ciò la Rivoluzione Protestante fu semplicemente il prologo. Essa

innanzi tutto rappresentò, al di là delle sue molteplici motivazioni

contingenti, il rifiuto dell'elemento gerarchico e spirituale, ch'era

componente basilare della migliore tradizione cattolica. Introdusse inoltre

nella storia uno sfrenato individualismo religioso, che fu battistrada del

liberalismo in campo economico e politico. Infine fece venire meno ogni

esigenza di eticità della vita economica, giacchè accreditò la concezione

puritana del guadagno come segno della benevolenza divina: e ciò,

fatalmente, finì col giustificare qualsiasi pratica speculativa, anche la

più abietta, purchè fosse produttiva di lucro.

 

Trecento anni piú tardi, nel XIX secolo, la diffusione generalizzata,

uniforme, consolidata del Liberalcapitalismo sulle due sponde dell'Oceano

Atlantico aveva ormai date stabili basi all'Impero Mondiale del Capitale, il

sistema sovranazionale di potere dei Manipolatori di Capitali.

 

A quel punto, per conseguimento del fine, l'impulso rivoluzionario sarebbe

dovuto cessare.

 

Le cose invece andarono diversamente perchè la componente ebraica della

Plutocrazia Cosmopolita Rivoluzionaria al principiare del 1900, mostrò di

voler puntare con improvvisa virulenza, per mezzo del Socialcomunismo,a

demolire gli archi di volta della stessa ideologia borghese, nell'intento di

dare infine una qualche concretezza alla mai obliata promessa biblica di

dominio del popolo eletto sulle genti e sui paesi di tutta la terra.

 

Non è possibile alcun dubbio circa la matrice ebraica della Rivoluzione

Russa. Ebrei furono i teorizzatori del Socialcomunismo : Marx, Engels, per

tacere di Weishaupt e di Moses Hess. Ebrei furono molti dei terroristi russi

prerivoluzionari: Goldemberg, Helfmann, Mloditskj, Hirsh, Gershuni,

Karpovich, Stillman, Bogrov, ecc. Ebrei furono i capi della Rivoluzione:

Trotskj, Martov, Zinoviev, Uritzkj, Axelrod ed infiniti altri. Ebrei furono

i finanziatori principali: Schiff, Warburg.

 

Un libro molto interessante di Joaquin Bochaca, intitolato La historia de

los vencidos, prossimo ad apparire anche in lingua italiana per le Edizioni

Barbarossa, rivela che gli stessi Lenin e Stalin erano di discendenza

ebraica e che il secondo dei due aspirava addirittura a proporsi quale

Messia del popolo d'Israele.

 

3. Il sistema della disinformazione e della menzogna.

 

Il Grande Parassita dell'Umanità, inveramento storico dell'Oscuro Signore

del Male, ideato da J.R.R. Tolkien, ha fondato i suoi strumenti di

sfruttamento e di dominio sulla menzogna, sull'inganno, sul sovvertimento

intellettuale meticolosamente pianificato per centinaia di anni". Attraverso

il Liberalcapitalismo ha soggiogato gli esseri umani col fantasma della

libertà e col miraggio della ricchezza, ammiccanti a due passi e sempre

inafferrabili.

 

Attraverso il Socialcomunismo ha ipnotizzate le masse con l'utopia della

giustizia e con la menzogna della uguaglianza, facendole poi ridestare

nell'Arcipelago Gulag, dietro cortine di ferro e muri di cemento. Il patto

di Yalta ha dato infine stabile equilibrio all'insieme, in un mondo che

Norimberga, Hiroshima e Piazzale Loreto hanno dissuaso da eresie politiche,

sociali, economiche.

 

La disinformazione è oggi lo schermo protettivo dell'impero Mondiale del

Capitale.

 

Fra la primavera e l'estate del 1982 si è svolto negli USA, presso

l'università di Stanford, un convegno sulla crisi dell'informazione (L.

Lami, I media della menzogna, in "Il Giornale Nuovo" del 17 luglio 1982). In

quell'occasione, il giudice della Corte Suprema della California ha

apertamente accusato i mass-media di mentire sistematicamente. "La TV tiene

da tempo in ceppi l'opinione pubblica", gli ha fatto eco la saggista Rose

Bird. Altri congressisti hanno lanciato, a loro volta, un grido di allarme

contro il pilotaggio dell'opinione pubblica, condotto oggi attraverso il

mezzo televisivo con raffinatissime ed ultramoderne tecniche subliminali.

 

Wall Street e la City, attraverso le Fondazioni dei Ford, dei Carnegie, dei

Rockefeller, dei Rotschild, alimentano con inesauribili fiumi d'oro la

macchina che tiene in piedi il gigantesco inganno (C. Quigley, Tragedy and

hope, The MacMillan Company, New York, 1974, pp.1348).

 

Giustamente Enrico Ronzoni, acuto interprete della Tradizione ha scritto: "I

tempi oscuri in cui viviamo si caratterizzano, rispetto alle epoche

trascorse, per il modo totalitario e capillare con cui vengono condizionate

le masse e per il modo in cui, in nome della Democrazia, vengono

subdolamente tenute all'oscuro su quanto viene deciso contro di loro. Dietro

il paravento della moderna Democrazia si nasconde una tecnica di

condizionamento intellettuale che oggi, con l'ausilio della tecnologia e dei

mass-media, risulta la piú potente e pericolosa, quanto nessun'altra sin qui

conosciuta. Di un vero e proprio esercito d'iniziati al segreto giurato ha

bisogno questo marchingegno leviatano. La proliferazione delle sette

massoniche e del Sionismo all'ombra di ogni democrazia sta a dimostrare che

democrazia e potere occulto sono le due facce di una medesima realtà"..( E.

Ronzoni, Il paradosso di Celine, in "L'uomo libero" n'l 1 del 12 luglio

1982,Milano).

 

Ma queste isolate denunzie si sono spente immediataunente, come sempre,

grazie alle tecniche di sviamento dell'attenzione, nelle quali il Potere

Economico Mondiale ha raggiunto ormai una perizia assoluta. "Nel mondo

comunista", ha lamentato piú volte Solgenitzin, "la verità è ignorata dal

popolo perchè l'autorità di governo, puramente e semplicemente, le impedisce

di circolare. Nell'occidente capitalista invece lo stesso risultato viene

ottenuto con metodologia opposta, ossia con l'eccesso d'informazione. Un

diluvio di notizie eterogenee, spesso contrastanti è rovesciato

clamorosamente ed incessantemente sul cittadino, privato in tale modo della

dimensione temporale indispensabile alla riflessione, all'analisi, al

discernimento, mentre la sua attenzione, ormai divenuta del tutto

superficiale, è continuamente sollecitata da nuovi richiami".

 

Tale situazione è sostanzialmente confermata da Peter L. Berger. "Nelle

società industriali avanzate di tipo capitalistico", egli rileva, "la

pubblicità fa da sfondo onnipresente e sofisticatissimo alla vita

quotidiana. La sua incidenza deriva in parte dal fatto che il più delle

volte la sua presenza non viene registrata a livello cosciente: è integrata

nella trama, data per scontata, della realtà ordinaria ... L'assenza di

pubblicità nei paesi socialisti o la sua minore quantità non implica un

ruolo inferiore delle comunicazioni di massa ... Il posto della pubblicità è

preso dalla propaganda governativa (P. L. Berger, Le piramidi del

sacrificio, Einaudi, Torino 198 1, p. 37.). Esplicando in termini piú

elementari: il messaggio pubblicitario è nel sistema liberalcapitalista

sostanzialmente messaggio politico, poichè attraverso di esso si alimenta la

concezione del mondo economicistico-consumistica, ch'è alla base del sistema

stesso. Nel sistema socialcomunista invece il messaggio ideologico

sostituisce quello pubblicitario, dato che la concezione del mondo

messianistico-collettivistica, sottesa al sistema stesso, richiede per non

inaridirsi una ininterrotta e potente opera di propaganda ideologica, ossia

d'indottrinamento dei cittadini.

 

Ancora una testimonianza, quella di Gore Vidal: "Io credo che la maggior

parte di quella che noi consideriamo la Storia Umana sia probabilmente un

falso. Noi non abbiamo alcun modo di sapere, a parte quello che ci hanno

raccontato. Ciò che sappiamo è che la storia è stata scritta da coloro che

vinsero le guerre, pertanto ne conosciamo solo un lato... Noi non conosciamo

tante cose e dobbiamo accettarne come vere moltissime. Certamente è

possibile che si creino delle immagini totalmente false e che poi ognuno vi

creda: non c'è nulla di piú semplice. Per mantenere la pace e l'ordine in

una grande società, occorre fornire determinate immagini per evitare che la

gente possa fare domande importanti... Chi governa vuole che nessuno giunga

alla radice dei problemi perchè, se vi giungesse, allora il popolo potrebbe

cambiare il governo. Oggi chi governa esercita il suo potere attraverso la

televisione.e la stampa, dando false immagini del mondo" (L'Informatore

Librario" n.1 del 1984). Tale diagnosi è lapidariamente condivisa dal

filosofo G.B.Mondin: "Oggi la verità sono i mass-media, piú esattamente

gl'interessi di coloro che ne detengono il controllo(B. Mondin, Il valore

uomo, Ed. Dino, Roma 1983)". Chi non sia del tutto persuaso circa

l'efficacia soggiogante, condizionante, plagiante, omogeneizzante, che gli

attuali strumenti per le comunicazioni di massa sono in grado di dispiegare

verso i destinatari dei loro messaggi, può consultare, fra i tanti, i tre

libri seguenti, agevolmente reperibili in bìblioteca ed in libreria:

Psicologia delle folle, di Gustave Le Bon, I riflessi condizionati, di Ivan

P.Pavlov, Ipersuasori occulti, di Vance Packard.

 

Nè si deve credere che l'intuizione dei meccanismi del coartamento

comportamentale risalga a tempi del tutto recenti: Cartesio, ad esempio, già

alla metà del secolo XVII enunciava che determinati stimoli esterni

provocano risposte determinate da parte dell'organismo umano.

 

E' del tutto comprensibile e naturale che il lettore di queste note possa

provare il morso del dubbio e domandarsi come sia possibile tutto ciò, ossia

come possa accadere che la generalità degli uomini sia olimpicamente ignara

del Grande Parassita annidato sulle sue spalle. Bene, è un dubbio del tutto

lecito ma infondato, che può essere dissipato con talune autorevoli

testimonianze. Si può incominciare con una celebre frase di Disraeli: "Il

mondo è governato da persone ben diverse da quelle immaginate da chi non

conosce i retroscena" . Si può rammentare che le ultime parole pronunziate

da Walter Rathenau, morente per l'attentato che subì nella Germania di

Weimar, furono un'angosciata, sibillina allusione ai settantadue che guidano

il mondo (S. Hutin, Governi occulti e società segrete, Mediterranee, Roma

1973, p. 3 i.), inoltre, alcuni anni or sono, padre P.Arrupe, all'epoca

Superiore dell'Ordine dei Gesuiti, fece la seguente dichiarazione,

assolutamente inequivocabile: "E' in atto una strategia perfettamente

congegnata. Essa realizza il controllo pressochè perfetto delle

Organizzazioni Internazionali, dei Circoli Finanziari e del settore delle

comunicazioni di massa: stampa, cinema, radio, televisione".

 

E' così dunque: il Potere Economico Mondiale riesce a mantenersi occulto

perchè oggi ha il pieno controllo di tutti i centri di potere della terra. I

governi sono fantocci nelle sue mani. Le Organizzazioni Internazionali sono

sue emanazioni. La stampa, la televisione, la radio, il cinema sono sue

dipendenze, nonchè strumenti attraverso i quali si attua il condizionamento

mentale dei popoli. La massoneria è il suo braccio onnivigilante ed

onnipervadente. D'altra parte, fra gli intellettuali, nessuno osa uscire dal

solco della storiografia consentita e della sociologia omologata, ben

consapevole ciascuno di essi che la pur minima trasgressione troncherebbe di

netto carriere accademiche, prebende, onori e trasformerebbe in tragedia la

sua vita.

 

Henry Ford, Robert Brasillach, Ezra Pound, Aleksandr Solgenitzin, Andrei

Sacharov, Robert Faurisson: questi nomi esemplificano compiutamente

l'assunto. Se poi, nonostante l'accurata vigilanza dispiegata in via

preventiva su scala mondiale, ancora si fa avanti qualche incorrotto,

qualche coraggioso, qualche indomabile, un Richard Harwood ad esempio, o un

Paul Rassinier , o un Arthur R. Butz, oppure un altro qualsiasi, che miri a

fare centro, costi quel che costi, nella coscienza di qualche lettore o

ascoltatore di buona volontà, per farvi esplodere la consapevolezza

dell'esistenza e della trama del Grande Parassita, allora entra in funzione

l'estremo ed il piú subdolo espediente dell'Usurocrazia Mondiale,

preordinato alla sterilizzazione della verità, onde questa evapori in

fretta, senza avere fecondato alcun seme (Richard Harwood è autore di

Hauschwitz o della soluzionefinale.- storia di una leggenda, Le Rune, Milano

MCMLXXVIII. Paul Rassinier è autore di alcuni libri di demistificazione sul

genocidio ebraico da parte dei Nazisti. Arthur R. Butz è autore di The hoax

of the twentieth century, Historical Review Press,Brighton, England 1976) .

Il marchingegno del caso è la teoria cospirativa della storia. Questa teoria

viene tirata immancabilmente in ballo quando nel sistema censorio

dell'Impero Mondiale del Capitale si apre una falla e ne sfuggono dati e

notizie che il Potere Economico Mondiale, per salvaguardare la propria

esistenza, intende invece mantenere incognite o incomprese sulla terra. In

tale caso, non potendosi negare l'evidenza , se ne prescinde del tutto,

sminuendone la forza d'impatto nell'opinione pubblica in via surretizia e

cioè incollandole sopra, ben visibile, un'etichetta dogmatica, concepita

come squalificante e discreditante: quella, appunto, della teoria

cospirativa della storia.

 

Et voilà, les jeux sont faits! Questo metodo di distruzione per denigrazione

delle argomentazioni dell'avversario politico, del dissenziente, del non

conformista ha un'efficacia straordinaria, dato che i Manipolatori di

Capitali hanno il pieno controllo, già lo si è detto, di tutti i mass-media.

Si tratta di un metodo repressivo che ha fatte vittime illustri negli ultimi

due secoli. Si pensi, ad esempio, all'abbè Barruel, autore di una

monumentale, demistificante storia della Rivoluzione Francese (Abbè Augustin

Barruel, Memoires pour servir a l'histoire du jacobinisme, Edition de Chirè,

2 voll., Vouillè 1973, France). Si pensi come altro esempio, a Lèon de

Poncins, autore di libri fondamentali sulla Massoneria, sull'Ebraismo, sul

Comunismo, con i quali ha svelato molti dei retroscena della Rivoluzione

Mondiale. Si pensi anche a Nesta H.Webster, a Maurice Pinay, al Werner

Sombart del libro Gli Ebrei e la vita economica. Per tutti la medesima

sorte: la scomunica da parte della intellighentia ufficiale ed il confino

nel ghetto dei visionari, dei volgari contafrottole, dei farneticanti, degli

inattendibili.

 

Da questo tipo di censura repressivo, basato sulla distruzione della verità

per falsificazione e dell'avversario per denigrazione, nessuno dei momenti

angolari della storia moderna e contemporanea è uscito indenne. Il senso

vero e profondo degli avvenimenti è stato sistematicamente schermato

dall'ordo clausus degli intellettuali organici. Dei fatti sono state

rappresentate ed evidenziate le apparenze di comodo, non l'intima sostanza.

Le voci discordi sono state private di ogni cassa di risonanza. Ciò,

appunto, al servizio e nell'interesse del Grande Parassita.

 

4. Fascismo e Nazionalsocialismo: il riaffiorare della Tradizione.

 

"L'immenso catechismo della storia in divenire", ha scritto Adriano

Romualdi, "pone in luce filoni di vero oro per poi ricoprirli e nuovamente

farli riapparire agli occhi di uomini nuovi, remoti nel futuro. Queste vene

auree, affioranti a tratti dall'oscurità come dal buio delle viscere dei

monti, affondano le loro invisibili radici nell'essere. Noi chiamiamo valori

questi filoni spirituali".

 

Al primo volgere degli anni '20 di questo secolo, tutto procedeva nel modo

migliore per i Manipolatori di Capitali. L'Impero Germanico era stato

battuto ed umiliato, l'Impero Austro-Ungarico frantumato, l'Autocrazia

Zarista cancellata. Nella forma del Liberalcapitalismo oppure in quella del

Socialcomunismo, il dominio del Potere Economico Mondiale era esteso, senza

eccezioni, a tutta la terra. I popoli, devitalizzati dai dogmi rivoluzionari

dell'egalitarismo e dell'internazionalismo, irretiti nei rituali

democratico-parlamentari, apparivano impossibilitati ed incapaci a

scrollarsi di dosso l'occulto giogo. Ma proprio in quei medesimi anni '20

tornò improvvisamente a discoprirsi agli uomini il filone spirituale della

primigenia Tradizione, assumendo in Italia le forme del Fascismo, in

Germania quelle del Nazionalsocialismo.

 

Ciò fu reso possibile dall'apparire di due Capi di eccezionale talento

politico, Benito Mussolini ed Adolf Hitler, fascinatori di masse,

suscitatori di atmosfere teofaniche. "Il fascismo rappresenta", proclamò

Mussolini, "un principio nuovo fra gli uomini. Esso è l'antitesi netta,

categorica, definitiva di tutto il mondo della Democrazia, della

Plutocrazia, della Massoneria: di tutto il mondo, per dirla in una parola,

degli immortali princìpi dell'89". E ancora: "La lotta fra i due mondi non

ammette compromessi: o noi o loro. 0 le nostre idee o le loro. O il nostro

Stato o il loro".

 

Fu dunque chiaro fin dall'inizio che il nuovo movimento politico, che andava

prendendo consistenza in Italia, si proponeva come portatore di una

concezione di vita in tutto antitetica a quella materialistica ed

economicistica, sulla quale aveva poggiate le sue fondamenta l'impero

Mondiale del Capitale. Di fatto, ai sistemi del Liberalcapitalismo e del

Socialcomunismo il Fascismo contrappose il modello dello Stato organico a

struttura corporativa, istituzionalmente inteso ad eliminare la lotta di

classe attraverso la fisiologica Conciliazione degli interessi dei

lavoratori con quelli dei datori di lavoro. Inoltre, per rimarcare la

propria totale estraneità rispetto al regno della quantità dei tempi

moderni, situò le proprie radici spirituali nel Mito della Romanità.

 

"Roma", enunziò Mussolini,"è il nostro punto di partenza e di riferimento.

E' il nostro simbolo, è il nostro mito". E fu come un ponte gettato sopra

uno iato di secoli, per riprendere contatto con l'unico retaggio veramente

valido di tutta la storia svoltasi su suolo italiano.Anche Hitler avvertì la

necessità insopprimibile della lotta ad oltranza contro il Potere Economico

Mondiale, con speciale riguardo alla sua componente ebraica, onnipresente e

potentissima in Germania. In tale Nazione, per ciò, egli dette il via ad una

economia di mercato guidata, facendo entrare in circolazione cartamoneta

autarchica, ossia a fattore-lavoro (R. Sédillot, Storia delle monete,

Armando, Roma 1975, p. 148.) , del tutto svincolata dai circuiti di potere

dell'Alta Banca Internazionale, ed istituendo un rigido controllo degli

scambi, in modo che i partners commerciali esteri della Germania fossero

obbligati, nella maggiore parte dei casi, a spendere in Germania stessa i

loro ricavi. "Ein Reich, ein Volk, ein Fuhrer!", fu questa la parola d'

ordine fondamentale del Nazionalsocialismo, anch'esso radicato sopra un

deposito di verità tradizionali, trasmesso dal fondo delle età. A giudizio

di Savitri Devi, il sistema hitleriano, spogliato di quanto la sua

espressione tedesca poteva avere di contingente, fu un riaffiorare della

Tradizione primordiale iperborea, quella stessa che aveva avuto nel

Brahamanesimo la forma vivente piú antica (Savitri Devi, L'India e il

nazismo, Ed. All'Insegna del Veltro, Parma 1979, p. 49.). Pure

nell'immediata eccellenza dei risultati conseguiti, sia in politica interna

che estera, Mussolini ed Hitler rimasero ben consapevoli che, a lungo

andare, il gioco perverso dei manipolatori di Capitali, arbitri tanto del

mercato finanziario internazionale quanto delle scelte politiche dei Governi

democratici, sarebbe riuscito a soffocare la vitalità economica dell'Italia

fascista e della Germania nazionalsocialista, qualora il Fascismo e il

nazionalsocialismo fossero rimasti anomali fenomeni isolati, incapaci di

ramificare anche altrove.

 

Mussolini, certo della capacità di autoaffermazione della concezione del

mondo fascista nella coscienza dei popoli, mirò apertamente ad assecondare

la spontanea fascistizzazione dell'Europa, preludio alla nascita di una

grande Federazione Europea, affrancata dal dominio dell'Impero Mondiale del

Capitale.

 

"Ovunque in Europa", testimonia Leon Degrelle, "Si guardava a Mussolini, si

studiava il Fascismo, se ne ammirava l'ordine, lo slancio, le prestigiose

realizzazioni politiche e sociali". E che fosse realmente così lo conferma

lo storico contemporaneo H.W.Neulen: "All'inizio degli anni '30 il Fascismo

italiano divenne il modello di tutti i fascismi europei e Roma la Mecca dei

militanti antiliberali ed antimarxisti della Francia, della Romania, della

Jugoslavia, dell'Ungheria. Influenzati dalle idee di Mussolini sullo stato e

sulla società, in tutta l'Europa sorsero partiti e movimenti che si

ispiravano a Roma ed annunziavano la lotta ai partiti borghesi e

comunisti(H. W. Neulen, L'Eurofascismo e la seconda guerra mondiale, Volpe,

Roma 1982,) .

 

Mentre il Fascismo si diffondeva sempre più in Europa in virtù del suo

messaggio di liberazione, Hitler iniziò a battere per la Germania una via di

potenza alquanto differente, giacchè la weltanschauung nazionalsocialista,

incentrata sul mito della razza e sul concetto dello spazio vitale,

postulava l'uso delle armi. L'idea del Fuhrer fu quella di dare vita ad un

Impero Germanico della Nazione Tedesca, ossia ad un blocco europeo

autosufficiente, in grado di sottrarsi a qualsiasi pressione o

condizionamento extraeuropeo, egemonizzato e diretto dalla Germania, e nel

Mito del XX secolo, di Rosemberg. Fu straordinaria ed entusiasmante la

fioritura di giovani grandi Capi nell'Europa del Fascismo: oltre ad Hitler

ed a Mussolini, emerse Codreanu, si rivelò De Rivera, e Szalasi, e Pavelic,

e Degrelle, e Mosley, ed altri ancora. Ed incominciò a formarsi anche una

nuova specie di uomini: uomini puri, dallo spirito incontaminato,

dall'intelletto incorrotto, destinati ad essere quella Razza di Signori che

Hitler chiamava a vegliare per i tempi venturi sulla Fortezza-Europa. L'uomo

nuovo del Nazionalsocialismo germanico trovò espressione nelle SS, le

leggendarie formazioni di asceti guerrieri, non indegni epigoni degli

antichi spartani.

 

L'uomo nuovo del Fascismo italiano si sarebbe dovuto formare alla Scuola di

Mistica Fascista, fondata da Niccolò Giani. Tuttavia non vi fu il tempo per

realizzare nulla: non per precisare o consolidare ciò ch'era appena

abbozzato, non per maturare ciò ch'era soltanto intuito. Ebbe inizio la II

Guerra Mondiale, l'immane conflitto armato tra le forze della Tradizione e

le forze della Rivoluzione. Non è il caso di approfondire qui i come ed i

perchè dello scontro mortale, tanto essi appaiono scontati ed ovvii. Il

binomio Fascismo-Nazionalsocialismo e quello

Liberalcapitalismo-Socialcomunismo erano portatori di concezioni di vita

antitetiche, l'una negativa dell'altra: dunque non potevano coesistere. In

una tale ottica, perde rilevanza la causa contingente della guerra. Lo

scontro armato era necessario al Grande Parassita: prima per sopravvivere,

poi per conservare il dominio sui popoli. Ma, di fatto, era una via

obbligata anche per le Nazioni del Nazionalsocialismo e del Fascismo: prima

per affrancare l'Europa dalla trama dello sfruttamento, poi per edificarvi

una civiltà millenaria, fondata sui valori della Tradizione. La Plutocrazia

Cosmopolita chiamò a raccolta le forze di tutti i suoi Stati serventi,

allineando sul campo di battaglia gli eserciti della Gran Bretagna, degli

USA, dell'URSS, della Francia e di decine e decine di altri paesi di tutto

il mondo. Al fianco delle civiltà solari dello Svastica e del Fascio

Littorio, serrò le fila un'altra antica civiltà solare: quella del Giappone.

Esiste un bellissimo libro di Adriano Romualdi, intitolato "Le ultime ore

dell'Europa", che narra l'epilogo amaro di quella lotta drammatica e, quanto

altre mai, crudele e sanguinosa. Nell'Aprile 1945 le ultime Waffen-SS

caddero, senza arrendersi, nell'estrema difesa di una Berlino divenuta uno

spettrale cumulo di macerie. La migliore gioventú europea era accorsa

volontaria nelle loro file e vi aveva sacrificato la vita, nel sogno

dell'Europa Fascista come patria comune del domani.

 

5. Yalta: il patto degli sciacalli

 

Nel febbraio 1945, Roosevelt, Stalin, Churchill s'incontrarono in quel di

Yalta e concordarono pariteticamente i principi direttivi, ai quali la

successiva Conferenza di Potsdam si sarebbe poi attenuta nel fissare la

nuova sistemazione territoriale ed economica del mondo del dopoguerra. Tale

almeno è la tesi dei libri di storia che godono del placet del Grande

Parassita, i soli ammessi a fare cultura nelle scuole, nelle università, nei

seminari di studio, nei circoli accademici, nelle biblioteche. Aggiungono

tali libri che le decisioni allora adottate dai vincitori furono ispirate al

bene dell'umanità, in quanto mirarono ad assicurare al mondo un futuro di

pace e di prosperità.

 

Occorre forse specificare che si tratta - more solito- di una versione

completamente falsa e menzognera di ciò che accadde veramente? La verità è

che gli ebrei Roosevelt e Stalin, sicari eminenti del Potere Economico

Mondiale, dopo avere straziata l'Europa piú di quanto ogni esigenza

prettamente bellica richiedesse, ne spartirono sciacallescamente le spoglie

in due quantità piú o meno equivalenti, annettendole in forma vassallatica

l'una al Sistema Liberalcapitalista e l'altra a quello Socialcomunista

dell'Impero Mondiale del Capitale, in esecuzione di un accordo, ch'essi

avevano raggiunto segretamente già dal 1943. La prova di ciò è data da

Pierre Virion, il quale riporta in un suo libro, intitolato "Une super et

contre-Englise. Bientot un Gouvernement mondial?", una lettera segreta del

20 febbraio 1943, inviata da Roosevelt a M.Zabrousky, Presidente del Giovane

Consiglio d'Israele nonchè agente di collegamento con Stalin, per dare a

quest'ultimo assicurazioni precise in merito alla spartizione da effettuare

a guerra conclusa.

 

E' scritto in quella lettera, fra l'altro: "Noi accorderemo all'URSS un

accesso al Mediterraneo, verremo incontro ai suoi desideri concernenti la

Finlandia ed il Baltico, esigeremo dalla Polonia una giudiziosa attitudine

di comprensione e di compromesso. Stalin conserverà un vasto campo di

espansione negli incoscienti piccoli paesi dell'est-europeo e recupererà

totalmente territori che sono stati temporaneamente strappati alla grande

Russia. E soprattutto: il pericolo tedesco, dopo la spartizione del III

Reich e l'incorporazione dei suoi pezzi e degli altri territori, sparirà

definitivamente , sparirà in quanto pericolo per l'URSS, per l'Europa, per

il mondo intero. Quanto all'Asia: d'accordo con le sue richieste, salvo

complicazioni ulteriori. Quanto all'Africa: che volete? Gli USA entrano

parimenti nella partita per diritto di conquista e pretenderanno

necessariamente qualche punto vitale per le loro zone d'influenza" (P.

Virion, Bientot un gouvernement mondial? Une super et contre-eglise,

EdSaint-Michel, Saint-Céneré, Maienne 1967, France). Ma la lettera ricevuta

da Zabrouskj conteneva anche taluni altri accenti, ch'è parimenti necessario

riportare, per introdurre il discorso sulla Sinarchia Universale, progetto

di un nuovo ordine mondiale, finalizzato a trasfondere linfa di vita perenne

nelle vene del Grande Parassita.

 

6. Origine ed evoluzione storica del progetto sinarchico. Diceva ancora

Roosevelt, nella sua lettera a Zabrousky: "Nella riorganizzazione futura del

mondo del dopoguerra, l'URSS farà Parte del Consiglio d'Europa e del

Consiglio d'Asia. Alla pari dell'Inghilterra e degli USA, l'URSS sarà membro

dell alto Tribunale, che sarà creato per risolvere le divergenze fra le

nazioni. Riserviamo alla Francia, come premio per la sua resistenza d'oggi

ma come castigo per la sua debolezza di ieri, un Segretariato con funzioni

consultive ma sprovvisto di diritto di voto".

 

Consiglio d'Europa.., Consiglio d'Asia.., Alto Tribunale:donde traeva

Roosevelt espressioni di quella fatta, inconsuete ed inevocanti per

l'opinione pubblica degli anni '40 ed ignote ai piú anche oggi? Bene, per

rispondere ad un tale interrogativo, occorre inoltrarsi dietro le quinte

della storia e prendervi conoscenza di un particolare filone cospirativo:

quello mirante ad instaurare sulla terra, attraverso il sincretismo di tutte

le ideologie politiche e religiose, un nuovo modello

politico-economico-sociale, dotato d'intrinseca definitività, individuato

col nome di Sinarchia Universale. Chi voglia compiere un'indagine storica

sulla idealità sinarchica, dalla sua prima origine alla condizione attuale,

può trarre non indebite mosse addirittura da Mosè. Si legge infatti nel

libro di Saint-Yves d'Alveydre, intitolato "La mission des Juifs": "La forma

di governo istituita da Mosè, dietro ordine del proprio iniziatore Jethro in

nome di Javè, non fu altro che la Sinarchia".

 

Quale esperimento sinarchico può essere riguardato anche il rozzo

sincretismo religioso promosso circa 300 anni piú tardi da re Salomone, il

quale fece erigere in Gerusalemme, a fianco dello splendido Tempio di Javè,

altri templi, dedicati ad Astarte, a Milcom, a Camos e ad altri Dei coevi

(S.Hutin, Governi occulti e società segrete, Mediterranee, Roma 1973, p.

185).

 

.Qualche studioso intravede nella Repubblica di Platone la prima esplicita

teorizzazione di un modello sociale ispirato all'ideale sinarchico. In

realtà, la nascita del pensiero sinarchico, come consapevole teorizzazione

politica, non è anteriore al XVII secolo, legandosi al nome di Jan Amos

Komensky (1592-1670), detto Comenius. Secondo Comenius, le forme culturali,

politiche, religiose avrebbero dovuto essere universalizzate attraverso le

seguenti tre organizzazioni internazionali:

 

1) il Tribunale dei Letterati (o Consiglio della Luce), avente il compito di

controllare ovunque la stampa, le librerie, i metodi ed i programmi

d'insegnamento, la cultura in genere;

 

2)il Tribunale Ecclesiastico (o Tempio della Pansofia), avente la missione

d'instaurare l'ecumenismo delle religioni del mondo, secondo un modello

tipicamente massonico;

 

3) il Tribunale Politico (o Aeropago del Mondo), con la funzione di

assicurare la giustizia e la pace fra i popoli. Dopo Comenius tuttavia il

pensiero sinarchico tornò nell'ombra per quasi due secoli, durante i quali

l'ingegno dei costruttori d'ideologie rivoluzionarie si applicò soprattutto

alla sistemazione concettuale del Liberalcapitalismo, nel quale era stato

intuito lo strumento ottimale e vincente Per frantumare, a favore

dell'emergente Classe Borghese, strumentalizzata dai Manipolatori di

Capitali, le strutture del potere teocratico, fondamento dell'egemonia

sociale della Nobiltà e del Clero. Poi, in pieno trionfo del

Liberalcapitalismo e mentre il messianismo ebraico andava per suo conto

riattualizzandosi negli schemi teorici del Socialcomunismo, il progetto

sinarchico tornò a fiorire, grazie alle riflessioni di Saint-Yves d'Alveydre

(1842-1909). Iniziato all'esoterismo cabalistico ed in rapporti di assiduità

con martinisti, spiritisti e teosofisti, Saint-Yves d'Alveydre sostenne in

numerosi scritti l'opportunità di dare vita ad una Chiesa Universale,

risultante dalla paritetica unione delle varie religioni, sotto l'alta

ispirazione della Cabala: in realtà, sotto il controllo della Massoneria. La

vagheggiata Chiesa Universale avrebbe dovuto accogliere nel suo abbraccio le

seguenti chiese particolari:

 

1) la Chiesa del Vangelo;

 

2) la Chiesa di Mosè;

 

3) la Chiesa dei Veda;

 

4) la Chiesa Protestante;

 

5) la Chiesa Islamica;

 

6) la Chiesa Buddista.

 

Anche l'organizzazione politica dei popoli avrebbe dovuto ispirarsi ad una

concezione universalistica analoga, assorbente rispetto alle forme politiche

particolari. Questi gli organi previsti:

 

1) un Consiglio delle Chiese Nazionali, competente in materia di religione,

di scienza, di cultura in genere;

 

2) un Consiglio degli Stati Nazionali, competente in materia di politica e

di giurisdizione;

 

3) un Consiglio dei Comuni Nazionali, competente in materia di economia, di

lavoro, di progresso civile.

 

Contemporaneo di Saint-Yves d'Alveydre fu l'abbè Roca (1830-1893), anch'egli

attivissimo propagatore dell'idea della Chiesa Universale in chiave

massonica. Roca, piú che all'opera della produzione intellettuale, si dedicò

a quella del proselitismo, mirando in particolare all'indottrinamento dei

membri del Clero, ch'egli pensò di trasformare in agitatori politici,

esortandoli a partecipare alle ordinarie attività lavorative e sindacali

della gente comune.

 

L'abbè Mélinge, noto con lo pseudonimo di dottor Alta, e l'abbè Lelong, noto

con lo pseudonimo di Siouville, ambedue collegati con società segrete di

matrice massonica, proseguirono nel XX secolo lungo la medesima via

dell'abbè Roca. Il principio della immanenza del divino nel mondo fu la

cornice concettuale predisposta dal dottor Alta per inquadrare col migliore

risalto la tesi, già sostenuta dall'abbè Roca, che i princìpi religiosi

devono marciare con la storia e subire così un processo costante di

revisione e di aggiornamento, funzionale al generale progresso sociale.

Siouville si agganciò a tale enunciato con un libro del 1925, intitolato "Il

principe di questo mondo ed il peccato originale", nel quale andò a

sostenere che la Chiesa Cristiana aveva tradito ed abbandonato il vero

insegnamento di Cristo da piú di mille anni e che dunque s'imponeva la

rigenerazione della Chiesa stessa attraverso la realizzazione di una mistica

democratica, ispirata appunto alla concezione della immanenza del divino

nell'umano. L'ideazione della mistica democratica, tendente ad accreditare

nell'opinione pubblica il primitivo Cristianesimo quale progenitore di un

socialismo purificatore e redentore, da porre a fondamento di un ordinamento

sinarchico venturo, corrispose, nell'area culturale di lingua francese,

all'esigenza di spostare il progetto sinarchico dal piano della proposizione

teorica a quello dell'operatività politica. Era stata la Massoneria a dare

nel 1922 il segnale della nuova fase da iniziare. "Non dobbiamo avere alcuna

esitazione", essa aveva proclamato, "nel fare la guerra a tutte le

religioni. Riprendiamo dunque la nostra feroce lotta di sempre al grido

rinnovato di Voltaire: "Schiacciamo l'infame! ".

 

Quello stesso anno era stato costituito in Francia il Mouvement Synarchique

d'Empire,organizzazione segreta avente il preciso scopo di promuovere la

nascita nel mondo del Nuovo Ordine Sinarchico.

 

En passant con riferimento all'opera teoretico-politica svolta da Saint-Yves

d'Alveydre, dall'abbè Roca, dal dottor Alta, da Siouville e dal Mouvement

Synarchique d'Empire, si è usata l'espressione di area culturale di lingua

francese. Tale accenno qualificativo è stato fatto a ragion veduta e

corrisponde, ancora una volta, ad una esigenza di chiarezza sistematica

nell'esposizione, giacchè vale ad introdurre l'esame di altre notevolissime

componenti del movimento sinarchico, da classificare tuttavia come

appartenenti ad un'area culturale diversa, ossia a quella di lingua inglese,

esplicantesi talvolta parallelamente, tal'altra indipendentemente, piú

spesso concorrenzialmente rispetto a quelle proprie dell'area culturale di

lingua francese.

 

Questa seconda parte del discorso storico intorno alla Sinarchia Universale

non può che iniziare col nome di John Ruskin (1819-1900), contemporaneo di

Saint-Yves d'Alveydre.

 

Ruskin, docente di Storia dell'Arte presso l'università di Oxford ma cultore

profondo anche di scienze sociali, economiche e politiche, si adoperò ad

introdurre nelle speculazioni teoretico-politiche ad orientamento

mondialista il principio che la tutela politica dei popoli del mondo

spettasse alla classe colta anglosassone. Ovviamente tale idea, mirante a

fare della Plutocrazia Anglosassone una istituzionalizzata èlite politica

mondiale, ebbe negli ambienti accademici e finanziari d'Inghilterra

risonanza subitanea e notevole favore.

 

Il messaggio di John Ruskin si scolpì indelebilmente nell'animo del ventenne

Cecil Rhodes (1853-1902), il quale, privo di mezzi economici ma pieno

d'intraprendenza e particolare significativo - protetto dai Rothschild,

partì per il Sud Africa a cercarvi fortuna. Il successo gli arrise in breve

tempo. Attraverso la De Beers Consolidated Mines egli creò il monopolio

delle miniere di diamanti e successivamente impiantò la Consolidated Gold

Fields per lo sfruttamento delle miniere d'oro. In pochi anni si trovò a

disporre di un patrimonio personale incommensurabile, col quale cercò di

dare concretezza alle suggestioni politiche trasmessegli da Ruskin. Dopo

avere acquisito col denaro il controllo dei seggi parlamentari e dei partiti

politici sia nel Sud Africa che in Inghilterra, nel 1891 egli organizzò una

società segreta, piú tardi denominata Round Table Organization (C. Quigley,

Tragedy and hope, The MacMillan Company, New York, 1974,), alla quale affidò

il compito di promuovere dapprima la nascita di una federazione fra tutti i

popoli di lingua inglese e di portare in appresso tutti i paesi abitabili

del mondo sotto il controllo della federazione stessa, in applicazione delle

teorie di Ruskin. Molti dei piú vividi intelletti di Gran Bretagna

sostennero tale programma: fra essi Arnold Toynbee, Rudyard Kipling, Alfred

Milner, John B.Seeley, Albert Gray, Arthur Glazebook, Philip Lyttleton Gell,

William T.Stead.

 

Cecil Rhodes non visse abbastanza a lungo da potere condurre a compimento i

suoi propositi: tuttavia una parte considerevole del suo immenso patrimonio

fu destinata alla erezione, dopo la sua morte, di un istituto in Oxford, la

Rhodes Scholarships, preposto alla prosecuzione dell'opera avviata. Il piú

determinato nel dare corso ulteriore alla filosofia politica di Ruskin e di

Rhodes fu Alfred Milner, il quale, divenuto governatore generale del Sud

Africa, introdusse un grande numero dei suoi collaboratori, accuratamente

selezionati fra i migliori neolaureati d'Inghilterra, negli uffici piú

riservati ed influenti della vita politica e finanziaria internazionale,

mantenendoli collegati fra loro mediante Milner's Kindergarten, volta a

fiancheggiare la Round Table Organization. Quest'ultima, dal suo canto,

filiò in ogni parte del mondo, specialmente nelle colonie inglesi e negli

USA, innumerevoli sottogruppi semiclandestini, conosciuti come Round Table

Groups, i quali si dotarono di un giornale trimestrale, denominato The Round

Table, finanziato da Abe Bayley.

 

Grazie alla potente famiglia Astor, arricchitasi col traffico dell'oppio

cinese ( K. Kalimtgis-D. Goldman-J. Steimberg, Droga Spa - La guerra

dell'oppio, Ed.Logos Roma 1980, p. 47) entrata anch'essa a fare parte

dell'organizzazione, fu assunto il controllo del quotidiano The Times e di

alcune cattedre fra le piú rinomate, quali la Beit e la Montague Burton ad

Oxford, la Rhodes a Londra, la Stevenson a Chatham House, la Wilson ad

Alemstwyth, la Rhodes House ad Oxford. Tale complessa, multiforme, capillare

organizzazione fu in grado di esercitare, a cavallo fra il XIX ed il XX

secolo, una grande influenza non soltanto negli affari politici dell'Impero

Britannico ma anche in quelli delle altre nazioni.

 

Il successo crescente della cospirazione sinarchica invogliò la Grande

Finanza Internazionale ad uscire allo scoperto. Il sostegno economico della

Round Table Organization fu assunto dalla Morgan Bank di New York, in

collegamento con un gruppo di finanzieri londinesi, guidati dai fratelli

Lazard. Alla fine della I Guerra Mondiale l'organizzazione venne

ulteriormente affinata e nazionalizzata. Tutti i Round Table Groups

esistenti nell'Impero Britannico furono unificati in un nuovo, grande

organismo, denominato Royal Institute of International Affairs. Sorte

analoga toccò ai Round Table Groups degli USA, unificati come Council on

Foreign Relations. Le fonti di finanziamento aumentarono ancora, giacchè ai

Manipolatori di Capitali già menzionati si aggiunsero le famiglie

Rockefeller e Whitney, il Carnegie United Kingdom Trust, nonchè E.C.Grenfell

( W. C. Skousen, Il capitalista nudo, Armando, Roma, 1978, p. 50). Una testa

d'uovo di Harvard, Walter Lippman, già collaudato nella Round Table

Organization, fu incaricata di condizionare opportunamente l'opinione

pubblica statunitense e mondiale. Egli assolse molto bene il suo compito. i

suoi articoli presero ad apparire puntualmente su centinaia di fogli in

lingua inglese, al di qua e al di là dell'Atlantico, mentre cinque

quotidiani di larga tiratura, quali il New York Times, il New York Herald

Tribune, il Cristian Scienze Monitor, il Washington Post ed il Boston

Evening Transcript, scivolavano silenziosamente nell'orbita

dell'organizzazione.

 

7. Il British-Israel.

 

Un caso a parte fu rappresentato dal British-lsrael, un nuovo gruppo di

pressione a tendenza mondialista, costituitosi a Londra nel 1919 ( Ugo Di

Nicola, I movimenti mondialisti nella storia contemporanea, I Quaderni

dell'Alternativa, n-2, maggio 1976, Chieti, p. 6.), proteso a reclamare per

l'Ebraismo un ruolo di massima evidenza sulla scena del Sinarchismo

Universale. Il British-lsrael traeva spunto politico dalla credenza, assai

diffusa in Gran Bretagna, che gli Anglosassoni fossero i moderni

continuatori dell'antico Popolo d'Israele (L. Poliakov, Il mito ariano,

Rizzoli, Milano 1976, p. 54. ) Fino dall'alto Medio Evo infatti gli Inglesi,

attraverso la penna di oscuri copisti che forse riprendevano compilazioni

storiche di Beda il Venerabile, avevano preso a qualificarsi per discendenti

di Sem, lo stesso figlio di Noè dal quale era stato appunto originato

l'antico Popolo d'Israele. E, in aderenza a questa particolare chiave

interpretativa dei fatti del passato remoto, svariati personaggi

mitico-storici della tradizione anglosassone erano stati radicalmente

ebraizzati. Ad esempio, Sceaf, bambino-re anglosassone, era diventato prima

Seth e poi Seni. Ed ancora, Ebraucus, glorioso ed immaginario re bretone,

era stato identificato addirittura con David. Il culmine di questo processo

d'identificazione di strati del popolo inglese con gli Ebrei si era poi

avuto con l'avvento di quella particolare forma di Protestantesimo, detta

Puritanesimo. I Puritani si erano posti, nei fatti, non piú come i semplici

prosecutori in chiave moderna del Popolo d'Israele ma come il nuovo Popolo

d'Israele, che succedeva all'antico. Così i Puritani avevano stipulato con

Dio un nuovo patto, molto piú preciso e particolareggiato di quello ch'era

intercorso fra Javè ed Abramo. " E'piaciuto al grande Dio stipulare con noi,

sue povere creature, un trattato ed un accordo i cui articoli sono qui

compresi. Dio, per parte sua, s'impegna a provvedere a tutto ciò che

riguarda la nostra felicità, purchè noi accettiamo quegli articoli credendo

in lui ... ", così scriveva Richard Sibbes, teologo puritano (P,. Milier, Lo

spirito della nuova Inghilterra - Il Seicento, Il Mulino, Bologna 1967, p.

472). In particolare, il nuovo patto era riguardato come produttivo di

effetti su di un triplice piano: quello della grazia, quello sociale, quello

ecclesiastico. A ben guardare, ciò che i Puritani avevano realizzato

attraverso il loro nuovo e triplice patto con Dio era stato esattamente quel

tipo di atteggiamento che l'odierna Psicanalisi definisce col termine di

rimozione( La psicanalisi chiama "rimozione" il processo psichico in base al

quale un elemento intollerabilmente sgradito viene trasferito dalla sfera

del "conscio" a quella dell' "incoscio", nella quale ultima viene, per così

dire, segregato)

 

E ciò ch'essi, nuovo popolo di Dio, avevano rimosso si chiamava deicidio,

l'uccisione di Cristo, il peso insopportabile gravante da oltre quindici

secoli sulle spalle degli Ebrei, vecchio Popolo di Dio.

 

Sotto questa angolazione visuale, il viaggio dei Puritani verso il Nuovo

Mondo era stato dunque anch'esso una reinterpretazione dell'antica ricerca

della Terra Promessa. Ed è in questo senso che si può affermare che lo

spirito ebraico era andato a permeare dapprima le colonie della Nuova

Inghilterra ed a plasmare successivamente gli Stati Uniti d'America. Per

farla breve, non pochi settari protestanti si erano immedesimati a tale

punto nella parte di Popolo eletto da farsi circoncidere, mentre John

Sadler, amico di Oliver Cromwell, aveva manifestato l'avviso e la pretesa

che le leggi anglosassoni dovessero essere conformi al Talmud . "Alle vostre

tende, Israele.'", fu d'altra parte il grido col quale la borghesia puritana

d'Inghilterra rovesciò la monarchia, portando nel 1649 Cromwell al potere

(L. Poliakov, Storia dell'antisemitismo, 1 vol., La Nuova Italia, Firenze

1974, p 49).

 

Facendo propria tale visione distorta della storia, in assenza di un reale

Stato d'Israele, il British-lsrael puntò dunque ad incalanare

nell'ascendente movimento sinarchico le inesauste e polivalenti attese

messianiche della Diaspora Ebraica, alla quale indicava nell'Impero

Britannico e negli USA gli strumenti temporali per l'instaurazione del

Governo Mondiale della Razza d'Israele, vale a dire del Regno di Dio

previsto dalle Sacre Scritture.

 

Su tali premesse la neonata organizzazione angloebraica entrò in stretti

rapporti dapprima con la Round Table Organization e poi col Royal Institute

of International Affairs. Negli USA essa stabilì inoltre un collegamento col

Rito Palladiano Nuovo e Riformato, ch'era stato organizzato alcuni decenni

addietro da Albert Pike, con lo scopo di coordinare e di dirigere

globalmente l'azione della Massoneria verso l'attuazione di un Governo

Mondiale.

 

8. Il direttorio USA - URSS-,primo passo verso l'instaurazione del Nuovo

Ordine Sinarchico.

 

Gli studi condotti da Henry Coston e da Pierre Virion hanno documentato che

il Mouvement Synarchique d'Empire mirava alla spartizione del inondo in

cinque aree politiche:

 

1) Paneurafrica, di pertinenza della Francia;

 

2) Common-wealth Britannico, di pertinenza della Gran Bretagna;

 

3) Paneurasia, di pertinenza dell'URSS;

 

4) Panamerica, di pertinenza degli USA;

 

5)Panasia.

 

Gli accordi segreti raggiunti nel 1943 da Roose velt e Stalin, tramite

Zabrousky, avevano già modificato parzialmente tale disegno a spese della

Francia, sostanzialmente tagliata fuori dalla futura spartizione. Il patto

di Yalta, nel 1945, disilludeva anche la Gran Bretagna, indotta ad allentare

le briglie del suo Impero ed a riconoscere via via l'autonomia e

l'indipendenza delle sue colonie.

 

In vero gli Stati Uniti d'America, centro-motore della civiltà

liberalcapitalista, e l'Unione delle Repubbliche Socialiniste Sovietiche,

depositaria del verbo socialcomunista,trovandosi ad essere ormai le maggiori

potenze del globo sotto il profilo economico-industriale e militare, non

intendevano piú rinunziare - neanche parzialmente ed a favore dei loro

alleati di guerra - alla conseguita egemonia mondiale, studiandosi ambedue

piuttosto di gestirla in condominio fra loro e di rafforzarla, con mutuo

consenso. Le demagogiche enunciazioni del Patto di Yalta e le ipocrite

giustificazioni che ne furono date costituirono dunque non piú che un

trompe-l'oeil su scala planetaria: l'ennesimo inganno del Grande Parassita,

per stringere ceppi piú saldi ai piedi dei popoli, senza ch'essi potessero

avvedersene. Tuttavia nè gli USA nè l'URSS consideravano quell'emergente

bipolarismo politico mondiale, che li vedeva protagonisti, come una

soluzione ottimale per il futuro, ambedue riguardandolo invece come una

semplice tappa intermedia di un percorso in gran parte ancora da compiere,

che avrebbe avuto per meta finale l'omogeneizzazione del mondo in un sistema

economico-politico-sociale unico ed indifferenziato. L'accordo fra le due

superpotenze però s'interrompeva proprio a tale punto, ciascuna delle due

tenendo per scontato che il modello di vita da imporre all'umanità fosse

precisamente quello già adottato al proprio interno. Ed assai singolare è la

circostanza che tanto gli USA che l'URSS ritennero di potere risolvere a

proprio favore quella difficile impasse con un identico machiavello: la

rinascita in Palestina del biblico Stato d'Israele. Ma, per inquadrare nella

giusta luce e con adeguata prospettiva questo episodio di storia,

regolarmente mistificato dagli storici omologati, è necessario effettuare un

flaschback sui primordi della Rivoluzione Russa, per seguirvi i primi passi

di un giovane agitatore, chiamato Koba, autore di uno scritto nel quale

indicava la Russia come la terra ove sarebbe sorto un giorno il nuovo

focolare del Popolo Ebraico . Koba era, come suole dirsi, un nome di

battaglia che intendeva riecheggiare la figura storica di Bar Koba, un

preteso Messia che dal 132 al 135 d.C. aveva capeggiato una feroce rivolta

degli Ebrei contro i Romani.

 

Ma chi era in realtà l'ispirato giovanotto, che al principio del 1900

ostentatamente si candidava alla guida carismatica della Diaspora Ebraica?

Bene, egli si chiamava Iosif David Vissarionovich Djugashvili e, piú tardi,

sarebbe stato conosciuto dal mondo col soprannome di Stalin. Morto Lenin e

sbarazzatosi prontamente di Kamenev, di Zinoviev, di Trotski e di Bucharin,

ossia degli altri capi rivoluzionari che avrebbero potuto accampare pretese

di primato personale nel quadro politico del neonato Stato Sovietico,

Stalin, ormai padrone della Russia, dovette però constatare con acre

disappunto che la stanza dei bottoni dell'Ebraismo Mondiale gli rimaneva

inesorabilmente preclusa, costituendo essa riservato dominio del Kahal di

New York. Il dualismo-antagonismo fra i due poli di potere della Diaspora

Ebraica - il polo anglo-americano ed il polo russo-sovietico - in breve si

aggravò. Le famigerate purghe staliniane degli anni '30 furono uno degli

episodi salienti di tale sotterranea contesa, giacchè esse consentirono al

despota sovietico di eliminare dalla scena politica quella parte della

dirigenza ebraica dell'URSS, che mostrava maggiore sensibilità e

disponibilità nei confronti della tradizionale autorità kahaliana del Nuovo

Mondo. L'atto comunque piú drammatico della contrapposizione del dittatore

socialcomunista alla leadership ebraica statunitense fu senza dubbio il

patto di non-aggressione fra l'Urss e la Germania di Hitler, concluso nella

immediata vigilia della II Guerra Mondiale. Quella clamorosa spaccatura, per

quanto interna alla Plutocrazia Mondiale Ebraica, ormai travalicava con

effetti imponenti da quell'ambito per costituire un pernicioso tumore nel

corpo stesso del Potere Economico Mondiale. E ciò costrinse i Manipolatori

di Capitali a correre urgentemente ai ripari. E' ancora la lettera scritta

nel 1943 da Roosevelt a Stalin, tramite Zabrousky, che viene presa qui in

considerazione. Quella lettera infatti è preziosa per la comprensione di

molte cose. In essa Roosevelt esprimeva apprezzamento e gratitudine per

avere ricevuto in dono il piú grande tesoro d'Israele, ossia un rotolo della

Torah, e così si accomiatava da Zabrousky: "Degnate, vi prego, di

partecipare la mia gratitudine verso l'AIta Entità che presiedete". Ecco, a

questo punto è necessario proporre i seguenti quesiti:

 

1) Come mai Roosevelt e Stalin, ambedue di origine ebraica ed alleati di

guerra, non trattavano direttamente fra loro e si avvalevano invece

dell'intermediazione segreta del Giovane Consiglio d'Israele, alta entità

presieduta da Zabrousky?

 

2) Quale motivo aveva Roosevelt di esprimere gratitudine al Giovane

Consiglio d'Israele, dopo avere fatte a Stalin concessioni politiche

immense, senza nulla averne ricevuto apparentemente in cambio?

 

3) Come mai il Giovane Consiglio d'Israele, in apparenza un modesto

intermediario fra le due massime potenze della terra aveva avuto il potere

di donare a Roosevelt niente di meno che un rotolo della Torah, ossia la

reliquia piú preziosa del Popolo Ebraico?

 

Il congiunto ricorso al metodo induttivo ed a quello deduttivo è una via

obbligata, addirittura ovvia, per chi voglia scrivere la storia degli

avvenimenti che si svolgono dietro la scena. Ed è appunto questa la via da

seguire anche ora, per avere risposte logiche e coerenti ai tre quesiti

appena formulati. Sulla base di una tale tecnica d'ermeneutica, emerge

chiaro innanzi tutto il motivo che impediva a Roosevelt ed a Stalin un

dialogo personale e diretto fra loro: perchè Roosevelt era un uomo allineato

al Kahal di New York, omogeneizzato dunque in quel tale sistema di potere,

del quale era componente organica la leadership ebraica statunitense: e

perchè Stalin, dal suo canto, a quella leadership non solo non intendeva

affatto piegarsi ma anzi le si contrapponeva in forma alternativa. Così, di

fronte al pericolo del proprio annientamento per auto-disintegrazione, la

Diaspora Ebraica si era infine risolta, per comporre quella interna

frattura, ad appagare la sfrenata ambizione di Stalin con l'ammissione

dell'URSS al condominio del mondo insieme agli USA. E la paziente, delicata

opera di tessitura diplomatica era stata affidata appunto al Giovane

Consiglio d'Israele, in quanto tale entità portatrice di una autorità morale

sicuramente accettata da tutta la Razza d'Israele. Infine il rotolo della

Torah, offerto a Roosevelt, aveva costituito ad un tempo il sacro suggello

per l'accordo ritrovato fra gli Ebrei ed il riconoscimento solenne delle

benemerenze acquisite dallo stesso Roosevelt verso il popolo eletto, alle

cui fortune aveva sacrificata una parte cospicua delle conquiste di guerra

degli Stati Uniti d'America. La realtà dei fatti è però che Stalin non si

ritenne affatto appagato dalla spartizione di Yalta, ch'egli anzi considerò

come la prova certa dell'irresolutezza e della sostanziale debolezza delle

Nazioni del Liberalcapitalismo nei suoi confronti, traendone rinnovato

incentivo al suo vecchio disegno d'essere, nel mondo, il solo punto di

riferimento di tutta la Diaspora Ebraica. Egli, per ciò, si dette subito a

ricercare una qualche strategia politica di ricambio, tale da consentirgli

di muovere nuovi passi sulla via del primato personale nel Mondo

dell'Ebraismo. E le circostanze parvero favorirlo. In Palestina, in quel

primo dopoguerra, era in atto una situazione di reiterata violenza e di

complessiva gravissima tensione, originata dalla pretesa dei coloni ebrei e

delle organizzazioni ebraiche internazionali di richiamare in vita il

biblico Stato d'Israele, dandogli Gerusalemme per capitale. Tale pretesa

incontrava l'ovvia opposizione delle popolazioni arabe, per nulla disposte a

tollerare che sui loro territori avesse ad installarsi un'entità sovrana

straniera. Quanto alla Gran Bretagna ed agli USA, nè questi nè quella erano

in grado di apportare elementi di chiarezza alla controversia, giacchè,

ambedue in intrinseca simpatia con l'Ebraismo e timorosi di pregiudicare le

proprie possibilità di accesso illimitato alle fonti energetiche petrolifere

in territorio arabo, miravano a mediare soluzioni di compromesso alquanto

ambigue, essenzialmente dilatorie ed interlocutorie, con ciò scontentando

Ebrei ed Arabi insieme. In un tale contesto, Stalin maturò repentinamente

l'idea di puntare le proprie residue chances di Messia degli Ebrei appunto

sulla carta della rinascita dello Stato d'Israele, confidando che

quest'ultimo avrebbe aderito con gratitudine all'implicito do ut des e gli

avrebbe infine riconosciuta quella investitura che il Kahal di New York si

ostinava a negargli. Fu così che Andrej Gromyko, in sede di Assemblea

Generale dell'ONU, nel novembre 1947 (N. Weinstock, Storia del Sionismo, 1

vol., Samonà e Savelli, Roma 1970, p. 215), capovolgendo il Punto di vista

che l'URSS in precedenza aveva sempre manifestato sul problema

ebraico-palestinese, concesse via libera ai Sionisti per la costituzione

della nuova entità statale, alla quale essi aspiravano. "Negare questo

diritto al Popolo Ebraico è inammissibile", egli affermò con

ostentazione.D'altronde la frettolosità subitanea di Stalin non era affatto

ingiustificata, giacchè, morto Roosevelt, le lobbies ebraiche newyorchesi

avevano favorito l'ascesa alla presidenza degli USA da parte di Harry

Truman,impegnatosi verso il Kahal di New York ad operare in favore della

causa sionista (N. Weinstock, Storia del Sionismo, I vol., Samonà e Savelli,

Roma 1970, p. 21 I.). Ecco dunque ben chiaro il motivo della repentina

sterzata di Stalin dalla precedente linea politica filo-araba alla nuova

posizione filosionista: il despota sovietico vi era stato ad un tratto

pressato dalla necessità di battere sul tempo

 

Harry Salomone Truman nell'assunzione in faccia al mondo del patronato

politico sul nascente Stato d'Israele. Le nazioni del Socialcomunismo,

succubi dei voleri di Stalin, si dettero per ciò alacremente ad assecondare

l'azione del Sionismo. Tuttavia il neonato Stato Ebraico, nonostante il

fondamentale appoggio politico tributatogli dalla Cecoslovacchia, nonostante

la legione di volontari polacchi inviata in suo soccorso contro gli Arabi,

alla fine si rivelò anch'esso ossequiente all'autorità del Governo Mondiale

Giudaico espresso dal Kahal di New York. Ciò rese furente Stalin, facendone

da quel momento e per il resto dei suoi giorni, un mortale nemico d'Israele.

Ma un tale epilogo deluse fortemente anche le aspettative della leadership

ebraica statunitense, che aveva sperato di potere alla fine riassorbire,

proprio per il tramite del risorto Stato Giudaico, la dissidenza ebraica

sovietica. Inoltre l'aggravata scissione dell'Ebraismo Mondiale nelle due

osservanze concorrenziali, la sovietica e la liberalcapitalista, determinò

un rude contraccolpo sull'assetto politico del mondo intero, rendendo

insanabile la scissione dei popoli nei due blocchi, l'occidentale e

l'orientale, scaturiti dal patto di Yalta.

 

9. Verso la Technetronic Age.

 

Tale situazione di crisi, determinata non soltanto dall'incapacità

dell'Ebraismo Mondiale di ricomporsi in unità ma anche dall'insofferenza

dello stato ad accettare una posizione non piú che comprimaria nel generale

assetto dell'Impero Mondiale del Capitale, impose in modo drammatico alla

Plutocrazia Internazionale dell'area liberalcapitalista il problema del che

fare?

 

Tuttavia la preoccupazione più immediata del Grande Parassita, non appena

conclusa la guerra, fu quella di tornare a stendere sul mondo la pesante

coltre d'inganni e di menzogne, che il Fascismo ed il Nazionalsocialismo

avevano incominciata a rimuovere. Il Potere Economico Mondiale quindi volle

che il messaggio di Mussolini e di Hitler fosse completamente rimosso dalla

coscienza dei popoli e che fossero radicalmente falsificati e travisati il

significato e la genesi dell'immane conflitto appena terminato. Per ciò

mobilitò le schiere dei suoi più qualificati mentitori - sociologi,

filosofi, storici, giornalisti per scatenare contro il nemico battuto una

campagna di diffamazione e di odio, tale da fare impallidire al confronto

quelle, pure forsennate, inscenate al tempo della Rivoluzione Francese,

della Guerra di Secessione Americana, della Rivoluzione Russa. Ma di piú:

per prevenire ogni reazione, per impedire ogni smentita, per rendere

impossibile ogni ristabilimento di verità, inventò tutta una serie di nuovi

reati, quali l'apologia del Nazionalsocialismo, l'istigazione all'odio

razziale, la diffamazìone del Popolo Ebraico, ed altri simili, onde potere

colpire con la persecuzione penale gli spiriti liberi, gli uomini ancora in

piedi fra le rovine. Subito dopo l'Usurocrazia Internazionale si volse ad

imprimere un piú accentuato impulso al processo di maturazione del progetto

sinarchico . Al riguardo, i Manipolatori di Capitali, non potendo operare

per il tramite delle forme ordinarie della politica ufficiale, a causa della

spartizione di Yalta e della consolidata scissione dell'Ebraismo Mondiale

nelle due osservanze rivali, delle quali si è detto, non fecero altro che

riesumare, mutatis mutandis, la identica metodologia di captazione

fraudolenta del consenso di massa, che già aveva dato risultati decisivi in

occasione delle grandi Rivoluzioni politiche del passato. Fu dunque

nuovamente sguinzagliata per ogni dove sulla terra la pletora variopinta e

multiforme delle società di pensiero, proprio gli stessi arnesi insomma del

1776, del 1789, del 1905, del 1917. Ma ciascuno di tali ectoplasmi, ad

eccezione dell'immarcescibile Massoneria, fu dotato di una targhetta di

fresco conio, del tutto rispettabile ed accattivante; e molti di essi

accomandati dalla personalità giuridica di diritto pubblico internazionale.

Ecco dunque che, in quattro e quattr'otto, al Council for Foreign Relations,

al Royal Istitute of International Affairs, cioè ai vari organismi già

menzionati nelle pagine precedenti, andarono così ad aggiungersi un

repertorio notevole di nomi del tutto nuovi: ad esempio, il Bilderberg

Group,la Trilateral Commission, le Conferenze Pugwash, il Club di Roma, il

Committee on Present Danger, l'Institute for World Order, il Fondo Monetario

internazionale, l'ONU, il MEC, il COMECOM, la Banca dei Regolamenti

Internazionali, i Partiti Radicali, i Gruppi Ecologisti, i Movimenti

Pacifisti, e tanti ancora. A prima vista, può sembrare azzardato ed

improprio equiparare alle vecchie società di pensiero questa moltitudine di

organismi, i quali, per forma, per natura, per dimensioni, per modalità

operative, per fini immediati o istituzionali, appaiono del tutto estranei

ed eterogenei non soltanto rispetto ai loro antecedenti storici ma perfino

fra loro, al presente. Tuttavia la loro effettiva, sostanziale omogeneità

non può non risultare evidente, quando si pensi invece all'assoluta

indifferenziazione del loro fine ultimo: l'universalizzazione delle

istituzioni politiche, economiche e sociali dell'umanità, secondo il

modello, appunto, della Sinarchia Universale. Per avere un'idea almeno

approssimativa della straordinaria efficacia dispiegata nella loro azione

dalle odierne società di pensiero, in realtà veri e propri laboratori per il

condizionamento culturale dei popoli, valga, fra i tanti possibili,

l'esempio seguente: la Fondazione Rockefeller, per orientare l'opinione

pubblica internazionale in senso favorevole alla pianificazione mondiale

dell'aborto, è in grado di mantenere attivi, essa da sola, ben 22.000 centri

di propaganda e di pressione. Nè occorre una particolare vivacità d'ingegno

per intuire quanto a fondo alcuni fra gli organismi appena menzionati, ad

esempio il Fondo Monetario Internazionale o la Banca dei Regolamenti

Internazionali, siano in grado di comprimere le sovranità nazionali e

d'incidere sulle condizioni di vita di vaste zone della terra. Ma esempi a

iosa, per chi voglia documentarsi meglio, Possono essere tratti dal libro Il

capitalista nudo, di W.C.Skousen, grazie al quale si apprende, fra l'altro,

che uno dei piú insidiosi strumenti di captazione fraudolenta del consenso

di massa, posti in essere ai giorni d'oggi dai Manipolatori di Capitali, è

dato da una sorta di super-gruppo di sociologi, che hanno il compito

specifico di diffondere nel mondo, con mezzi appropriati,una mentalità

nuova, tale a divenire che, sotto il profilo culturale e psicologico, possa

divenire l'idoneo retroterra di sostegno della Sinarchia Universale

 

ventura. C'è qui da fare una precisazione: il termine Sinarchia Universale,

abitualmente usato in queste pagine, non appare mai nel linguaggio ufficiale

dei vari gruppi ed organismi che ne perseguono l'attuazione. Ma ciò non deve

sorprendere nè meravigliare: è vera e propria condizione di esistenza e

norma di vita del Grande Parassita l'occultamento dei suoi veri obiettivi,

la dissimulazione delle sue intenzioni reali. I termini ch'esso preferisce

fare circolare presso l'opinione pubblica sono nomi schermati, tali cioè da

non suscitare allarme e da non stimolare la riflessione critica: nel novero,

ad esempio, rientra l'espressione Nuovo Ordine Mondiale e la parola

Socialismo, priva di ulteriore qualificazione.

 

L'organismo comunque piú rappresentativo a livello mondiale del disegno

sinarchico, quello cioè al quale il Potere Economico Mondiale ha affidato il

compito di gestire in via politica il progresso del progetto mondialista ed

al quale ha per ciò assegnati poteri d'istituto di eccezionale rilevanza, è

l'ONU. Scrive testualmente W.C.Skousen:",Alla fine della II Guerra Mondiale,

il Sistema si mise subito all'opera per creare un agglomerato d'intrighi

internazionali, appositamente studiato quale base per il potere politico,

finanziario e militare, necessaria a tradurre in realtà il sogno ardente del

Sistema, cioè un governo monolitico mondiale". L'agglomerato d'intrighi, del

quale parla Skousen, è appunto l'ONU. La sua sede fu posta a New York ed è

veramente significativo e caratterizzante il modo in cui tale scelta ebbe

origine e si perfezionò. Innanzi tutto l'indicazione degli USA, quale

nazione idonea ad ospitare tale organismo, era stata formulata già da tempo

addietro dalla Round Table Organization. La specifica localizzazione in New

York fu dovuta invece alle vive pressioni dell'URSS in tale senso, nonchè al

personale intervento dei Rockefeller, i quali donarono tutto il terreno

occorrente alla realizzazione dell'imponente complesso immobiliare. Ma non

basta: i Rothschild contribuirono al finanziamento delle installazioni e

dipendenze dell'UNESCO, branca dell'ONU, in Parigi. Quanto alla Carta

dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, pietra angolare della nuova

istituzione, i suoi contenuti di principio furono in buona parte desunti

dalla Costituzione dell'URSS. Round Table Organization, USA, URSS,

Rockefeller, Rothschild ... : occorre forse aggiungere altro?

 

Ma il fattore di omogeneizzazione fra i popoli, nel quale i Manipolatori di

Capitali oggi maggiormente confidano per la realizzazione del progetto

sinarchico, è indubbiamente quello economico, loro autentico cavallo di

battaglia, dimostratosi nei fatti uno strumento di condizionamento culturale

e Politico praticamente irresistibile. Scrive G.Luciani:"Lo Stato nazionale,

in quanto unità economica, è agli sgoccioli ... Abbiamo due sistemi di

sovranità nel mondo: lo Stato e gli organismi societari sovranazionali. Il

primo è in declino ... L'organismo societario sovranazionale è in piena

crescita numerica, dimensionale, politica, funzionale ... Le nazioni minori

dipendono sempre piú dall'organismo societario sovranazionale per i mezzi

necessari allo sviluppo economico, talvolta anche per la semplice

sussistenza ... L'organismo societario sovranazionale sembra essere la base

piú logica per la fondazione di un ordine sovranazionale non militare" (G.

Luciani, Il potere multinazionale, Buffetti, Roma 1977, p. 50.) . Sia

chiaro: gli organismi societari sovranazionali, dei quali parla G.Luciani,

non sono altro che le Imprese Multinazionali di Produzione e di Commercio,

le quali costituiscono , assieme alle Banche, la tipologia piú rilevante

delle Società Anonime Multinazionali di Capitali. Aggiunge infatti lo stesso

autore:"Sta diventando evidente che le Imprese Multinazionali troverebbero

redditizio imporre al mondo un internazionalismo che eliminasse tutte le

possibili barriere culturali, istituzionali e politiche alla loro espansione

senza limiti ... Le imprese Multinazionali hanno bisogno di un mondo senza

sorprese, come lo chiamano alcuni responsabili della pianificazione

d'impresa". In realtà, le Imprese Multinazionali sono oggi in una fase di

piena ed incontrastata ascesa, tanto da indurre due autori di sicura

competenza in materia, quali M. Mintz e J.S. Cohen (M. Mintz-J. S. Cohen,

America Inc., Editori Riuniti, Roma 1973, p. 54.), a scrivere già una

dozzina di anni or sono, con tono di vivo allarme: "Duecento società

controllano realmente l'intera economia americana. Il problema di chi

governa realmente gli USA deriva proprio dall'esistenza di queste duecento

società". Ma l'espansione del potere delle Imprese Multinazionali,oggi,

grazie alla pratica della conglomerazione industriale, ha ormai raggiunto

livelli assolutamente inimmaginabili per il comune uomo della strada: e,

d'altra parte, il Grande Parassita bada bene a mantenere il fenomeno

accuratamente defilato, nella sua essenza, all'opinione pubblica. Per

conglomerazione industriale s'intende la funzione o Concentrazione di una

molteplicità e varietà di attività industriali in un'unica ragione sociale.

Per usare un'immagine plastica di M. Mintz e di J.S. Cohen, tale tipo

d'impresa può essere assimilato ad una piovra gigantesca, con tentacoli in

una vasta gamma d'industrie. In verità, soltanto l'illustrazione di qualche

caso concreto, meglio di qualsiasi descrizione astratta, può dare un'idea

sufficientemente precisa della dimensione raggiunta da tale sconvolgente

prassi economica. Un perfetto esempio al riguardo è dato dalla Textron: nata

come industria tessile, ha gradualmente assorbito circa 70 imprese,

appartenenti ai piú svariati settori industriali: aerei, elicotteri,

cinturini per orologi, montature per occhiali, valvole, tubature metalliche,

accessori per bagno, macchine da scrivere, motori nautici, attrezzature

radiotelevisive, colle, vernici, seghe elettriche, cuscinetti a sfera,

mobilio di vario genere, allevamento di polli, calzature, medicinali, ecc.

Ancora un paio di esempi, a caso: la General Motors ha entrate maggiori di

quelle del Belgio o della Svizzera: la stessa ITT incassa di piú del

prodotto nazionale lordo del Portogallo o del Cile. Stretti senza requie

nella morsa degli strumenti di condizionamento e di omogeneizzazione, dei

quali dispone il Potere Economico Mondiale, inesorabilmente i popoli vanno

smarrendo la propria dimensione storica e, con essa, la propria identità

culturale. "La realtà attuale", scrive Guillaume Faye nel suo libro Il

sistema per uccidere i popoli, Edizioni dell'Uomo Libero, Milano 1983, "sono

le entità etnoculturali e nazionali minacciate di estinzione, i popoli poco

a poco svuotati della loro sostanza da una macrostruttura sovracontinentale.

Senza territorio, ma installata ovunque, questa piovra gigante si fonda

innanzitutto sull'organizzazione della tecnica e dell'economia. Culture,

nazioni, regioni, tutti i raggruppamenti umani forgiati dalla storia sono le

sue prede potenziali". Sorprendentemente chiaro, al riguardo, è stato

Zbigniew Brzezinski, uno degli executives di punta del Potere Economico

Mondiale. "Il mondo", egli ha detto (A. Ronchey, Prospettive delpensiero

politico contemporaneo, in "Storia delle idee politiche, economiche e

sociali", diretta da L. Firpo, Utet, Torino tuttora in corso di

pubblicazione ad iniziare dal 1979, 6 voli., VI vol., p.850.), "è alla

vigilia di una trasformazione piú drammatica, nelle sue conseguenze storiche

ed umane, di quella suscitata dalle rivoluzioni francese e bolscevica.

Considerate in lunga prospettiva, queste rivoluzioni semplicemente

graffiarono in superficie la condizione umana... Dall'anno 2000 sarà ammesso

che Robespierre e Lenin furono miti riformisti. A differenza delle

rivoluzioni del passato, la metamorfosi in corso non avrà capi carismatici

dalle stridenti dottrine ma il suo effetto sarà molto piú profondo". Quanto

ai mezzi, che dovranno consentire il compiersi della nuova rivoluzione e

l'instaurarsi del Nuovo Ordine Mondiale, lo stesso Brzezinski non esita ad

individuarli nei computers e, piú in generale, nel complessivo progresso

tecnologico. E' dunque alla Technetronic Age, all'Età della Tecnica e

dell'Elettronica, che il Grande Parassita ha programmato di affidare la

propria perennità.

 

Di fatto i segni di un tale evento ci sono già tutti, inconfondibilmente. Il

mondo senza sorprese va prendendo forma con progressione costante, via via

che si espandono e consolidano i suoi tre ingredienti principali: strutture

tecnoeconomiche sovranazionali, mentalità universalista, sottocultura di

massa. Il nuovo sistema, il nuovo ordine, assume consistenza man mano che i

popoli vengono inghiottiti nel meccanismo omogeneizzante, man mano che le

nazioni vengono sradicate interiormente. Il progetto sinarchico non procede

dunque al rullare dei tamburi e con un portabandiera alla testa, nè pretende

conquiste: si attua invece con una strategia ovattata, morbida, indolore,

ossia diffondendo ovunque le nuove strutture materiali e mentali,

insediandole al lato ed al di sopra dei valori nazionali e territoriali. Il

risultato che ne consegue è la generale obsolescenza della coscienza storica

e, di riflesso, il degradarsi delle comunità di destino in amorfe masse di

consumo, humus vitale del Grande Parassita. "Si voglia o non si voglia,

avremo il Governo Mondiale. Si tratta soltanto di sapere se questo Governo

Mondiale verrà instaurato con la forza o col consenso", aveva proclamato nel

1950, durante una seduta del Senato degli USA, James P.Warburg, della

Kuhn-Loeb e Co., figlio di quel Max Warburg che, assieme a Jacob Schiff, era

stato il massimo finanziatore della Rivoluzione Russa. La rozza ed arrogante

dichiarazione di James P.Warburg oggi si stempera e, nel contempo, si

precisa nelle parole di Aurelio Peccei, già fondatore e defunto presidente

del Club di Roma: "Bisogna arrivare ad un efficiente sistema mondiale,

governabile con le medesime tecniche del marketing". Ed è Precisamente

questo che oggi si sta compiendo nel mondo: un ordo pressoché clausus di

Grandi imprese Multinazionali è proteso a realizzare la concordata

spartizione delle aree di mercato, con conseguente cessazione di ogni forma

di concorrenza economica, ed anche politica, fra i popoli. E, quando un tale

evento si sarà effettivamente attuato, allora il Potere Economico Mondiale,

indistinguibile nella massa infinita di anonimi possessori di azioni delle

SPA, affiderà la gestione quotidiana dell'Impero Mondiale del Capitale alla

tecnocrazia. C'è uno studio molto interessante e del pari inquietante di

Jean-Jacques Servan-Schreiber, intitolato "La sfida mondiale" ( J.

Servan-Schreiber, La sfida mondiale, Club degli Editori, Milano 198 1, p.

289.). Vi si legge, fra l'altro: "Sta avvicinandosi il momento in cui ci

basterà parlare ai calcolatori perchè essi registrino le nostre istruzioni,

i nostri messaggi o l'espressione dei nostri pensieri, ed in cui essi

avranno imparato a trasmetterci le loro risposte, una volta compiuto il

lavoro richiesto. Gli scambi nei due sensi avverranno grazie alla parola:

voce umana da un lato, voce sintetica dall'altro". Ed ancora:" Un essere

umano, anche se incapace di leggere e di scrivere, capace solo di parlare e

di udire, potrà comunicare con un microcalcolatore e, di conseguenza,

partecipare all'attività generale". E' dunque il Grande Fratello,

l'implacabile super-potere descritto nel famoso racconto di George Orwell,

che ormai concretamente incombe sull'umanità. Il Grande Fratello del 2000 si

presenta con le fattezze del Computer. "Telematica, robotizzazione,

biotecnologia: basterà lasciarsi ispirare dalla loro voce per vedere sorgere

un mondo nuovo, migliore dell'attuale", assicura Maurizio Ortolani in La

scienza del futuro, in "11 Giornale d'Italia" del 6 agosto 1983, Roma.

Autorevoli conferme vengono da Claudio Finzi e da Guillaume Faye (C. Finzi,

Ilpotere tecnocratico, Bulzoni, Roma 1977, p. 56.) . "Se oggi ancora l'uomo

può scegliere fra diverse concezioni del mondo e continuamente deve

affrontare dilemmi morali e spirituali, domani non sarà piú così.. Avremo in

futuro soltanto scelte tecniche", osserva il primo. "L'ideologia delle

esigenze di carattere tecnico richiederà la spoliticizzazione interna di

ogni Stato a favore di un modello tecnocratico", ribadisce il secondo.

Proprio questa sarà la funzione dei Tecnocrati: essi dunque costituiranno

una storia di corporazione élitaria, accuratamente selezionata ed

opportunamente istruita, incaricata di operare, su base freddamente

razionale, scelte meramente tecniche, tutte però finalizzate a trarre

dall'onnipregnante rapporto produzione-consumo la redditività massima per il

Potere Economico Mondiale. Il processo di omogeneizzazione economica,

sociale e culturale, necessario quale retroterra di sostegno del Nuovo

Ordine Mondiale a regolazione tecnocratica, è del resto in stadio avanzato

ovunque e coinvolge ambedue i blocchi scaturiti dalla spartizione di Yalta,

gradualmente riavvicinandoli fra loro, sia pure per vie accidentate e

contorte. Gli Stati dell'area liberalcapitalista scoprono la teoria del

welfare State, che privilegia le esigenze del consumo su quelle della

produzione, nel mentre gli Stati dell'area socialcomunista, spostando

l'accento dalla distribuzione alla produzione, si accorgono che quest'ultima

può essere incentivata ridando qualche spazio all'egoismo individuale. Il

rapporto produzione-consumo esaurirà l'intera realtà del Sistema Sinarchico:

il resto sarà finzione scenica, folclore, bardatura, orpello senza valore

intrinseco. Un supermercato delle religioni, denominato Tempio della

Comprensione (G. Gili-O.Nardi, Attualità della rivoluzione, Ed. Saven,

Lugano 1979, p. 120). provvederà dagli USA a spacciare ai consumatori,

ovunque residenti sulla terra, la religione preferita, con possibiltà di

scelta in un campionario bene assortito. Perite le culture autoctone e

cadute nell'oblio le tradizioni, i valori spirituali finiranno sotto la

polvere di musei senza visitatori. Riservato alla Casta dei Tecnocrati

l'accesso all'istruzione superiore, il sapere delle masse sarà diminuito al

livello minimo compatibile col richiesto rendimento di lavoro. Jean-Jacques

Servan-Schreiber lascia affiorare un'ipotesi raggelante: che possa venire un

giorno in cui tutto il sapere del mondo sia riversato e custodito in un

gigantesco cervello elettronico, reso accessibile ai popoli della terra per

mezzo di una fantastica rete di terminali. Realizzata la Sinarchia

Universale, i Tecnocrati saranno gli officianti del Megacervello e di tutti

i Terminali, secondo i fini del Grande Parassita. A quel punto, l'Impero

Mondiale del Capitale avrà dominio usque ad sidera et usque ad inferos.

 

Riecheggiano le parole di Zarathustra: "La terra allora sarà diventata

piccola e su di essa saltellerà l'ultimo uomo, quegli che tutto

rimpicciolisce. La sua genia è indistruttibile, come la pulce di terra:

l'ultimo uomo campa piú a lungo di tutti. "Noi abbiamo inventata la

felicità" dicono gli ultimi uomini e strizzano l'occhio".

 

10. Dal denaro senza valore al mondo senza denaro.

 

Il quadro sin qui abbozzato sull'umanità del prossimo futuro è talmente cupo

che perfino al migliore dei romanzieri del filone-catastrofi riuscirebbe

difficile la resa di un'atmosfera altrettanto deprimente ed angosciosa.

Eppure il Grande Parassita ha in serbo ancora qualcosa d'altro: una sorta di

arma totale, destinata a cancellare dalla faccia della terra qualsiasi

potenzialità, anche meramente individuale, di dissenso e di opposizione. "La

nuova tecnologia", è stato scritto in "The Electronic Nightmare", "rende

possibile un sistema in cui un governo internazionale potrebbe estrarre dai

popoli tutte le informazioni necessarie al controllo delle loro vite e

trasmettere agli uomini solo quelle informazioni che aiutano quello stesso

controllo". E ancora, nel 1976, un dirigente del Federal Reserve Board,

organismo di coordinamento e di controllo dell'alta banca degli USA, ha

tenuto una inquietante conferenza, volta ad illustrare agli stupefatti

ascoltatori la possibilità che il commercio internazionale abbia a

svolgersi, ancora prima della fine di questo millennio, senza piú fare uso

del denaro. Ecco, il punto è proprio questo: dopo l'invenzione del denaro

senza valore, effettuata dagli Ebrei al tempo della loro autosegregazione

nel deserto del Sinai e punto di partenza per la costruzione del sistema di

potere dei Manipolatori di Capitali, quel che si annunzia per gli anni a

venire è l'invenzione, per quanto incredibile possa sembrare, di un mondo

senza denaro, nel quale la sopravvivenza di ogni singolo uomo, addirittura a

livello di pura e semplice sostentazione fisica giornaliera, dipenderà dal

favore o disfavore, autentico ius vitae et necis, emergente momento per

momento dai computers del Potere Economico Mondiale.

 

In verità, l'aspetto piú autenticamente caratterizzante della Technetronic

Age sarà dato appunto dal controllo pieno ed assoluto, che il Grande

Parassita sarà in grado di esercitare continuativamente ed ovunque su

uomini, ambienti, cose. A tale specifico scopo, scrive Derek Holland, " ...

si stanno introducendo identificazioni mediante l'uso di codici

interpretabili da macchine". D'altra parte, basta guardarsi attorno con un

minimo di attenzione per individuare alcune delle identificazioni che già

sono largamente in uso. Per esempio, sulle copertine dei libri, sui

barattoli delle bibite, sulle confezioni di generi alimentari, sulle piú

svariate mercanzie appare sempre piú spesso uno strano rettangolino,

composto da righe verticali e da numeri. Bene, tale rettangolino è appunto

espressione di un sistema cifrato, mediante il quale, negli USA ed altrove,

sono classificati manufatti commerciali. Negli ultimi anni, la catalogazione

e classificazione è stata estesa agli esseri umani: BCS, PIN, UPC, EAN sono

le sigle di alcuni dei codici utilizzati oggi per identificare e

classificare cose e persone. "Il codice", scrive Derek Holland, "identifica,

individua e classifica ogni unità di prodotto ed, una volta che tutti gli

articoli di commercio saranno segnati da una cifra, questa sarà la premessa

a che ogni' cosa, per essere comprata o venduta, dovriì necessariamente

avere il numero di codice... L'uso del codice è concepito in modo tale da

rendere impossibile, a chi voglia sottrarvici, la commercializzazione dei

prodotti... Infatti, una volta che gli articoli saranno tutti ed ovunque

codificati, tutti i sistemi di transazione saranno basati sul codice". Ma lo

scopo finale, al quale tende il Potere Economico Mondiale, è quello di

giungere ad un tipo di società, nella quale sia del tutto abolito l'uso del

denaro. Una volta che ogni confezione in commercio avrà impressa la propria

cifra di codice, anche agli esseri umani sarà attribuita la titolarità di

una carta di credito personalizzata e cifrata. Allora l'individuo dovrà

effettuare i suoi acquisti ed i suoi consumi senza piú utilizzare denaro,

tolto definitivamente dalla circolazione, ma soltanto esibendo al venditore

la sua carta di credito. Un terminale permetterà l'istantaneo controllo

della solvibilità dell'acquirente ed, in caso positivo, effettuerà un

passaggio di valore dal conto personale dell'acquirente al conto personale

del venditore, quale corrispettivo della mercanzia prelevata. Qua e là

funziona qualche modello sperimentale di società senza denaro: la Baylor

University nel Texas, ad esempio, ove ogni studente è in possesso di una

carta polivalente , che gli permette il pagamento di tutti i suoi conti.

Senza la sua carta egli non può mangiare, nè leggere in biblioteca, nè

nuotare, nè guardare il football, etc. Ovunque sia richiesta la riscossione

di un pagamento, egli non ha che da sottoporre la propria carta ad uno

scandagliatore, che identifica il suo possessore ed automaticamente deduce

la somma dal suo conto in banca. Ma si va persino oltre: Vern Taylor, uno

scienziato del Colorado, è già arrivato al punto di proporre che, in luogo

della carta cifrata personale, un microcircuito d'identificazione sia

impiantato direttamente nel corpo umano, in modo da renderlo inscindibile ed

inseparabile dall'individuo, cui si riferisce.

 

Quando una tale società di cose e di uomini numerati e cifrati sarà stata

compiutamente ed universalmente realizzata, il Grande Parassita potrà

comodamente sbarazzarsi di qualunque oppositore o dissenziente o persona non

gradita col privarlo della sua carta cifrata, col disattivare il suo

microcircuito personale, con l'azzerare la sua disponibilità di valore.

L'individuo, così colpito, non avrà alcuna possibilità di sopravvivenza.

 

11. La via della Tradizione.

 

Oggi è possibile lottare contro l'impero Mondiale del Capitale? C'è il modo

per impedire che sia instaurata la Sinarchia Universale, per sventare

l'avvento del Grande Fratello?

 

Non c'è dubbio: sono queste le domande di fondo, Che si prospettano alla

mente con urgenza assillante, nella situazione attuale. Ebbene, considerando

i fatti obiettivamente, le risposte,

 

almeno per il presente, non possono che essere crudamente negative. Oggi

l'ipotesi di una lotta efficace contro il Potere Economico Mondiale

configura un evento ch'è al di là delle possibilità umane. Non esiste forza

d'armi che possa abbattere il Grande Parassita, giacchè egli è il Signore di

tutti gli eserciti. Nè vi sono uomini numericamente sufficienti a tentare

per altra via l'impresa dacchè le masse, condizionate psicologicamente e

addirittura fisiologicamente dall'orgia incessante dei media-immagine e dei

media-oggetto, espressi dalla società dei consumi e che riflettono e

veicolano ulteriormente, la way of life correlativa, hanno persa ogni

capacità d'introspezione ed attitudine di consonanza, a fronte dei valori

della sfera metafisica, dell'ordine trascendente. E, d'altra parte, se pure

fosse oggi possibile caricare di valori etici e spirituali un singolo ed

intero popolo, tanto da indurlo alla sollevazione contro l'impero Mondiale

del Capitale, ciò non basterebbe ancora: quel popolo sarebbe isolato dal

cordone sanitario dei Manipolatori di Capitali ed, alla lunga, ne

risulterebbe soffocato. Non sono forse eloquenti in merito i casi dell'Iran

di Komeini e della Libia di Gheddafi, l'uno dissanguato economicamente per

mano dell'Iraq, l'altra costretta a subire nel Golfo della Sirte

l'ammonitrice presenza delle navi e degli aerei di Wall Street?

 

Eppure, nel mentre l'Oscuro Signore del Male si accinge a trangugiare d'un

colpo i mitici elisir dell'invulnerabilità e dell'eterna giovinezza,

l'imperturbabile Moira ne ha già decretata la fine.

 

Esistono indizi inequivoci dell'approssimarsi di una crisi su scala

planetaria: una crisi terribile e totale, che sconvolgerà l'assetto sociale

del mondo, gettando nel caos l'economia dei popoli, travolgendone le

istituzioni politiche. La causa principale del disastro, che appare

inevitabile,sarà data dall'esplosione demografica, già in atto e prossima a

produrre i primi effetti devastanti