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14 Agosto 2019
I misteri dell’isola di Epstein: sequestrati i pc nella villa delle Virgin Islands
Passi avanti nell'inchiesta sul suicidio del finanziere: le guardie carcerarie secondo il Nyt si sarebbero addormentate. Intanto l'Fbi ha passato al setaccio la proprietà dove il miliardario organizzava i suoi festini a luci rosse.
Le due guardie carcerarie che avrebbero dovuto vigilare su Jeffrey Epstein la notte prima del suicidio si sono addormentate lasciando la cella del finanziere senza controlli per almeno tre ore. Gli agenti avrebbero poi falsificato il rapporto per nascondere il loro errore. Lo riporta il New York Times citando fonti investigative dopo che due agenti della prigione federale di Manhattan sono stati rimossi e messi in aspettativa.
SEQUESTRATI I COMPUTER DEI FESTINI
Intanto è al setaccio degli agenti dell’Fbi la villa nell’isola privata del finanziere, nelle Virgin Islands americane, dove nelle ultime ore è scattato un raid a caccia di prove sui festini organizzati con amici e ragazze minorenni. I federali su Little St. James – secondo quanto si evince dalle immagini riprese dall’alto da un drone – avrebbero trovato e sequestrato alcuni computer ed altro materiale che potrebbe risultare utile alle indagini. Indagini che vanno avanti nonostante il suicidio del finanziere.
LA PRIMA CAUSA LEGALE CONTRO IL PATRIMONIO
A New York, invece, una donna che ha accusato Epstein di sfruttamento e abusi sessuali ha presentato presso il tribunale della Grande Mela la prima causa civile che potrebbe aprire la strada a decine di azioni legali. La causa è intentata contro il patrimonio del finanziere suicida che ammonterebbe ad almeno 550 milioni di dollari. La vittima, Jennifer Araoz, 32 anni, fu adescata dalla rete di Epstein quando aveva 14 anni fuori dalla scuola e – secondo il suo racconto – fu abusata e violentata dall’età di 15 anni. La denuncia di Araoz anche contro la socia di Epstein, Ghislaine Maxwell. |
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14 Agosto 2019
Nella villa dove Epstein sequestrava le ragazze. Una vittima: "Ho provato a scappare a nuoto"
La sua complice, Ghislaine Maxwell, sottraeva i passaporti alle giovani. Continuano le indagini sulla morte del finanziere, sospese due guardie carcerarie, avrebbero falsificato il registro dei controlli
Jeffrey Epstein segregava le decine di ragazze di cui poi avrebbe abusato in una villa su un atollo delle Isole Vergini. Alle minorenni - alcune di loro avevano appena 14 anni - veniva sequestrato dai suoi complici anche il passaporto, in modo che non potessero andare via. Eppure qualcuna provava a scappare. Lo faceva a nuoto, non avendo altri mezzi, ma veniva rintracciata subito e riportata in quella galera dorata. Sono solo alcuni dei dettagli raccapriccianti che stanno emergendo pochi giorni dopo il suicidio in carcere del finanziere statunitense accusato di aver abusato di decine di ragazze. L’Fbi ha fatto irruzione nella villa dove avvenivano gli abusi per fare luce sulla rete di complici che Epstein aveva. Prima tra tutte la britannica Ghislaine Maxwell, che gli inquirenti non riescono a rintracciare.
Elementi inquietanti emergono dal racconto di alcune vittime. Una di loro ricorda stanze tappezzate di foto osé, “misteriose” cassette di sicurezza blindate e uno strano “tempio”, spazzato poi via dagli uragani Ira e Maria. La Stampa spiega di cosa si parla:
Una struttura distaccata a forma di cubo dai motivi vagamente egizi, di colore bianco e blu e coperto da una cupola d’oro. Ufficialmente era nata come sala musicale, con pareti insonorizzate e un grande pianoforte al suo interno. Ma c’è chi ritiene che là dentro succedessero cose estreme, che fosse quello l’epicentro delle orge o addirittura la gabbia dorata, dove Epstein teneva segregate le minorenni non del tutto consenzienti.
Proseguono, intanto, le indagini sulla morte. Due guardie carcerarie sono sospettate di aver falsificato i controlli che avrebbero dovuto fare nella cella di dove il finanziere era detenuto. Ieri sono state sospese dal servizio. Loquanto rivelano i media dopo che il dipartimento di Giustizia americano ha annunciato la misura precisando anche che è stato trasferito il direttore del Metropolitan correctional center, prigione federale nel centro di Manhattan dove sabato scorso è stato trovato impiccato nella sua cella il miliardario accusato di abusi, violenze e traffico di minorenni.
Le guardie che sono state sospese avrebbero dovuto controllare ogni 30 minuti la cella di Epstein per il quale era scattato il “suicide watch”, il controllo speciale per evitare tentativi di suicidio da parte dei detenuti, anche se secondo alcune fonti la misura sarebbe stata sospesa nei giorni precedenti alla morte del 66enne miliardario.
Ora si sospetta che le guardie abbiano falsificato i registri, dal momento che i video delle telecamere di sorveglianza non confermano tutti i controlli che sono stati registrati.
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