http://www.renovatio21.com/

8 luglio 2020

 

«Omofobia», perché Renovatio 21 non parteciperà alle prossime manifestazioni contro la legge

 

Nei prossimi giorni sono previste molte manifestazioni in varie città d’Italia per esprimere il dissenso nei confronti della futura legge sull’omofobia – la cosiddetta Scalfarotto-Zan.

 

Il rischio è abissale, perché con questa legge si introdurrà una volte per tutte nella nostra società il concetto di reato di opinione, o per usare il gergo orwelliano, lo «psicoreato».

 

È lo stesso foro interiore del cittadino ad essere in pericolo, in quanto la legge intende punire – severamente – il pensiero, e quindi «rieducare» la psiche del reo – esattamente come avveniva nella Cina di Mao. La deriva totalitaria è evidente e mostruosa.

 

Tuttavia, Renovatio 21 non parteciperà a nessuna delle proteste programmate, e sconsigliamo i nostri lettori dal farlo.

 

Il motivo è semplice: crediamo che attualmente la protesta sia guidata da forze vicine alla Conferenza Epsicopale Italiana. Il fine della CEI – e di tutti i democristiani che ne sono più o meno occultamente eterodiretti – non è impedire la legge, ma arrivare ad un compromesso.

 

I democristiani, clericali o laici che siano, non vogliono rigettare in toto questa mostruosità, come sarebbe giusto fare: vogliono giungere ad un punto d’incontro con il Male, un luogo dello spirito detto propriamente «Male minore».

 

Essi cercheranno quindi di accordarsi su qualche «paletto» (lo chiamano così), qualche emendamentino «salva-preti», «salva-Bibbia», «salva-San Paolo»; magari riusciranno pure ad addolcire le pene (meno anni di carcere, meno mesi di rieducazione). Quindi canteranno vittoria.

 

Ecco perché non andiamo in piazza: noi non vogliamo il compromesso, perché abbiamo visto dove ha portato in questi decenni questa politica: aborto illimitato, provetta illimitata, gender a scuola, omo-matrimoni, obbligo di vaccinazione totale.

 

Il Male minore apre la porta al Male maggiore – sempre.

 

Ecco perché non vogliamo il compromesso, né tantomeno il «dialogo», parola sputtanatissima che tanto piace ai massoni.

 

Non vogliamo il compromesso: noi vogliamo lo scontro. Perché la Verità è urto, la Verità è decisione, la Verità fa male. La Verità non è mai Grigio.

 

Da troppo tempo abbiamo visto questa logica in opera. Un’opposizione sintetica che raggruppa come carta moschicida tante persone per bene (specie cattolici), per poi portarla da nessuna parte, mentre i pupazzi della CEI in Parlamento votano l’ennesimo compromesso con la Cultura della Morte.

 

Quanti di voi ricordano sigle e manifestazioni a favore della Vita e della Famiglia di questi ultimi anni? Quali risultati hanno portato?

 

Noi ricordiamo cosa è successo: pillola abortiva RU486 per tutti (in ispecie per i topi e rane delle fogne che così possono nutrirsi dei feti gettati nel water domestico), gender Buona-scuola (votata da tanti parlamentari vescovili), «unioni civili» (votate con al governo un partito neodemocristiano), ormoni di Stato per i ragazzini confusi, bambini in provetta per tutti quanti – il conto lo paga la Regione – con produzione e impianto praticamente illimitato degli embrioni. Poi su un altro tema bioeticamente piuttosto rilevante – i vaccini, magari quelli fatti con cellule di feto abortito – questi non hanno detto una parola, chissà perché.

 

Sembrava volessero dar battaglia: hanno ottenuto, sempre, l’esatto contrario.

 

Abbiamo capito che ciò succede perché, da parte del clero e quindi dei suoi sottoposti, non c’è mai stata davvero la voglia di combattere davvero – e di vincere. C’era solo la necessità di accordarsi.

 

Potete leggere il quotidiano dei vescovi (5,5 milioni di euro di contributi pubblici nel 2018), che in questi giorni ha strizzato l’occhio alla legge anti-omofobia.

 

Oppure, per capire che le manifestazioni dei prossimi giorni non vanno da nessuna parte, basta che vi facciate una semplice domanda.

 

Perché, essendo che in pratica tutti i partecipanti sono cattolici, non organizzano invece una processione?

 

Hanno sicuramente contatto con preti e vescovi, per non dire di più. Probabilmente, sanno pure che una cerimonia religiosa, a differenza di ogni altro tipo di manifestazione, non necessita in alcun modo di permesso da parte delle autorità: per la legge italiana, gli organizzatori sono semplicemente tenuti ad informare dell’evento a chi di competenza.

 

Il Codice Penale protegge poi i riti religiosi punendo severamente chiunque li interrompa: cioè, se disturbi una marcia non succede nulla, se disturbi una processione vai al gabbio.

 

E poi, essendo che i fondatori di Renovatio 21 più di qualche processione la hanno organizzata, c’è la parte più importante: una processione è un atto forte, duro, indimenticabile. Un atto di fede irrevocabile, insostituibile, irriducibile. Puoi rimangiarti il tuo voto e la tua opinione, ma mai la tua Fede. I governi non temono il dissenso dei cittadini; tuttavia tremano quando a rivoltarsi sono i fedeli.

 

Se i «cattolici» che ora vogliono scendere in piazza organizzassero una processione, sarebbe un atto di scontro frontale. Nessuno potrebbe revocarla. Una processione pesca nel profondo, e resta per sempre nella memoria di una città. Indicendo una processione, tutti i fedeli si devono schierare da una parte o dall’altra. Bianco o Nero: Grigio addio.

 

Una processione avrebbe perlopiù un valore fondamentale ed assoluto: riparare allo scandalo perpetrato attraverso la sola intenzione di un simile disegno di legge.

 

Il DDL Zan-Scalfarotto, infatti, non ha solo l’obiettivo di «imbavagliare» chiunque voglia esprimere un democratico dissenso, ma mira altresì alla giunzione fra una richiesta di “diritti” contrari alla legge naturale  e un’ulteriore passo verso la normalizzazione di ciò che un tempo non sarebbe stato considerato tale.

 

Ecco il motivo per il quale, davanti ad una pubblica intenzione che tende ad oltraggiare pubblicamente e profondamente Dio stesso in qualità di unico Legislatore della legge naturale, fondata sulla Verità e sulla natura stessa, l’unica soluzione possibile è riparare pubblicamente a questa intenzione contraria alla natura e a Dio.

 

Il mezzo con il quale riparare, però, non potrà mai essere un mezzo «laico»: dovrà piuttosto essere il gran mezzo della preghiera, veicolo sostanziale ed in grado di congiungere la terra con il Cielo, la richiesta con l’ascolto, la riparazione con la pietas divina. I cattolici, se fossero tali, dovrebbero pensarla così.

 

Con una processione, in teoria la cosa più naturale per i cattolici, salterebbe ogni compromesso.

 

Per questo chi tira le fila manda avanti dei laici con le loro sterili piazzate. Perché non c’è la vera intenzione di combattere, non c’è la vera intenzione di vincere.

Chi si associa con chi vuole perdere, commette un gesto, se non stupido, inutile, se non sbagliato, nocivo.

 

La filiera del compromesso è già partita: monsignori, parlamentari timorati non di Dio ma dei vescovi, personaggi sempre più improbabili del carrozzone inconcludente prolifo-famigliota, più tanti ingenui che si prestano a fare da comparsa sperando che le foto della mandria cattorivoltosa vengano bene.

 

Resistenza simbolica, opposizione sintetica, opposizione controllata: chiamatela come volete.

 

Vi consigliamo: statene alla larga. La loro rete serve a realizzare l’esatto contrario di quel che dicono di voler fare.

 

Non siate soldatini ingenui del Male minore. Perché esso serve solo ad aprire la porta al vampiro che viene a divorarvi.

 

top