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Si intensifica la "reductio ad hitlerum" di Vladimir Putin
di Maurizio Blondet
Sapete chi sta istigando la secessione della Catalogna? Chi s’ingerisce delle questioni della Spagna per destabilizzare l’intera Unione Europea? Ma Vladimir Putin, ovviamente. Ve lo conferma David Alandete. Che non è un blogger ignoto,
ma il direttore editoriale
del maggior quotidiano progressista ispanico,
El Pais, l’equivalente del nostro La Repubblica. |
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Rt - lantidiplomatico.it - 26/04/2017 - "Gli Stati Uniti stanno sviluppando armi per un attacco globale istantaneo". Lo ha denunciato il rappresentante dello Stato maggiore russo, il tenente generale Víktor Poznijir secondo quanto riporta l'agenzia Interfax. "Per attuare il suo concetto militare di utilizzo condiviso di armi offensive e difensive, il Pentagono ha iniziato a sviluppare piani di un attacco globale immediato", ha denunciato in una conferenza stampa a Mosca. Questi elementi, secondo le parole del generale, indicano la volontà di lanciare attacchi rapidi e assicurare la distruzione di qualunque obiettivo in qualunque parte del mondo entro un'ora dalla decisione presa. "La comparsa dei primi complessi di armi di questo tipo nelle Forze armate degli Usa è prevista nel 2020", ha dichiarato. "L'esistenza delle basi di difesa antimissilistica statunitense in Europa, le portaerei missilistiche nei mari crea un sistema nascosto che rende possibile un attacco a sorpresa con missili nucleari contro la Federazione russa", ha denunciato il generale. Il sistema di difesa antimissili degli Stati Uniti rappresenta "una minaccia per il libero utilizzo dello spazio esterno da parte degli altri stati", ha concluso il rappresentante dello Stato maggiore russo, rivelando come i risultati delle simulazioni effetutate dai computer del Ministero della difesa russa hanno confermato che tale sistema sia, nonostante le smentite di Washington, puntato contro Russia e Cina. Per questo "viola la parità esistente in materia di armamenti strategici e crea un fattore di destabilizzazione che ostacola considerevolmente le possibilità di dialogo sulle questioni del disarmo nucleare".
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Prima un’inchiesta - Notizie Geopolitiche 13 aprile 2017 - Per l’ottava volta la Russia ha posto al Consiglio di Sicurezza Onu il veto su una proposta di risoluzione di condanna della Siria per l’uso di armi chimiche a Khan Shaykhun, un testo definito “inaccettabile” dal vice ambasciatore della Russia alle Nazioni Unite, Vladimir Safronkov.
Nella fattispecie la proposta sosteneva che “il Consiglio di Sicurezza condanna i casi di uso di armi chimiche in Siria, in particolare l’attacco a Khan Shaykhun”
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e che “nessuna delle parti in Siria deve usare, sviluppare, produrre, acquistare, stoccare o trasferire armi chimiche”. A tal proposito l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (Opac) ha messo in piedi una commissione, e nel caso la risoluzione fosse stata adottata tale missione sarebbe stata autorizzata a recarsi in Siria al di là del via libera di Damasco per “riportare i risultati della sua indagine il più presto possibile”. La Russia continua a chiedere “un’indagine approfondita” prima che sia emessa una condanna ufficiale e comunque un’analisi che riguardi tutta la provincia di Idlib, non solo l’area di Khan Shaykhun. Safronkov, ha commentato che “Ho sentito con stupore che gli esperti francesi sono già arrivati alla conclusione che quanto accaduto sia opera di Damasco: come fanno a sapere se nessuno ha visitato la scena del crimine?”. Per Mosca infatti i raid siriani non avrebbero sparato armi chimiche, bensì avrebbero colpito depositi della formazione qaedista di Jabat Fatah al-Sham, alleata dai ribelli. Il 30 ottobre gli stessi qaedisti, che erano ad Aleppo con i ribelli, hanno usato armi chimiche soffocando alcuni militari siriani nel tentativo di sfondare nella parte occidentale della città: in base alla tregua raggiunta in seguito, i qaedisti ed i loro alleati ribelli si sono trasferiti con le proprie armi proprio nella provincia di Idlib.
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sputniknews.com - 26.02.2017 - Il senatore russo Aleksey Pushkov ha dichiarato che il nuovo rappresentante permanente degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, Nikki Haley dovrebbe parlare della fossa comune di quattromila persone del gruppo terroristico dello "Stato Islamico" in Iraq, piuttosto che della Crimea. Nel suo primo discorso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la Haley ha detto che le sanzioni degli Stati Uniti contro la Russia legate alla Crimea, resteranno in vigore fino a quando la penisola non tornerà sotto il controllo dell'Ucraina. L'addetto stampa del presidente Dmitry Peskov ha dichiarato che il Cremlino sarà coerente e convincente nel comunicare la sua posizione circa la Crimea e l'Ucraina al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e agli altri partner, senza eccessivo ottimismo circa la posizione degli Stati Uniti riguardo le sanzioni. "In Iraq hanno trovato una fossa comune contenente 4000 vittime dello Stato Islamico. Dov’è la voce di Nikki Haley?! Bisogna parlare di questo, non della Crimea. In Crimea va tutto bene" ha scritto Pushkov su Twitter.
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Il ritorno
dei grandi imperi orientali
di Mauro Indelicato
Il vertice sulla Siria tenuto ad Astana nei giorni scorsi, solidifica il nascente asse Mosca – Teheran – Ankara: oltre ad un possibile avvicinamento della fine del conflitto siriano, dalla capitale kazaka esce fuori la prospettiva di un nuovo Medio Oriente. |
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