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venerdì 1 agosto 2014

Cosa pensano gli israeliani della guerra contro Gaza
di Luca Marchesini

Cosa pensano i cittadini di Israele dell'operazione Margine Protettivo e di quanto sta succedendo nella striscia di Gaza? Mentre la comunità internazionale si divide tra gli strenui sostenitori dello Stato Ebraico e quanti lo accusano di massacrare impunemente i civili palestinesi, un istituto di ricerca israeliano ha pubblicato, lo scorso 29 luglio, una rilevazione condotta su un campione rappresentativo della popolazione, per sondare l'opinione pubblica in relazione all'offensiva militare in corso.

L'Israel Democracy Institute, si legge nel sito dell'organizzazione, è "un think thank che agisce in maniera imparziale per rafforzare le fondamenta democratiche di Israele", attraverso la promozione del dialogo e la realizzazione di analisi e ricerche su argomenti “cruciali per il futuro democratico” del paese.

Nell'ambito del loro report annuale, il Peace Index, l'IDI ha condotto un sondaggio di opinione in tre fasi, su un totale di 647 adulti, chiedendo di esprimere una valutazione su diversi aspetti dell'operazione militare in corso.

Come sempre, in questi casi, occorre essere prudenti circa l'affidabilità dei risultati emersi, ma la tendenza generale sembra inequivocabile. Secondo i dati diffusi, solo il 4% degli israeliani pensa che l'esercito abbia fatto ricorso ad un uso eccessivo della forza e il 95% difende la liceità dell'operazione in atto. Peraltro, la metà di questi ha dichiarato di ritenere insufficiente la potenza di fuoco messa in campo dalle forze di difesa israeliane.

Dai dati emerge anche il supporto pressoché incondizionato di cui godono, nella fase attuale, il governo nazionale, le amministrazioni locali e il comando delle forze armate, con indici di gradimento sempre superiori al 80%.

Qual è invece la posizione degli israeliani su un eventuale cessate-il-fuoco? Di fronte alla prospettiva di uno stop unilaterale all'operazione di 48 ore, deciso dal governo di Gerusalemme, circa l'80% dei tre campioni interpellati ha espresso la propria contrarietà. Un 60% ha invece espresso parere positivo rispetto a un eventuale cessate-il-fuoco, ma solo nel caso in cui si riesca a raggiungere un accordo preliminare con il nemico, su basi concrete e con prospettive durevoli. Ma solo l'8, il 16 e il 30 per cento degli intervistati, nelle tre fasi della ricerca, credono che tale eventualità possa davvero realizzarsi e che si possa arrivare a una tregua di lungo periodo.

Il risultato del sondaggio non lascerebbe molte speranze a chi cerca una soluzione diplomatica che possa risparmiare ai civili palestinesi ulteriori insostenibili sofferenze. L'opinione pubblica ebraica sostiene l'esercito senza se e senza ma e apparentemente non viene condizionata dalla progressione quotidiana del numero delle vittime innocenti. Lo conferma anche una seconda indagine, pubblicata il 27 di luglio e condotta su un campione rappresentativo di 504 israeliani adulti. Il 71 % degli israeliani, dicono i dati, non si ritiene ancora soddisfatto dei risultati raggiunti dall'esercito nella Striscia. Quello che vogliono è una vittoria definitiva ed inequivocabile. Un eventuale cessate-il-fuoco, ha commentato la sondaggista Mina Tzemach, farebbe perdere a Netanyahu il gradimento di cui ha goduto fino ad ora. “Questo è un test per la sua leadership”, ha aggiunto.

Le drammatiche testimonianze, i video e le foto che continuano a trapelare dalla Striscia di Gaza martoriata dai bombardamenti e dai colpi di artiglieria non incrinano le certezze dell'opinione pubblica dello Stato Ebraico. Anzi, l'IDF rappresenta sempre di più il simbolo venerato dello spirito militarista di un popolo perennemente in guerra che insegue, con ogni mezzo, la chimera della sicurezza e l'ideale della propria forza. Per capirlo, basta dare un'occhiata all'account Facebook delle Forze di Difesa Israeliane. La pagina ufficiale dell'IDF può contare su ben 1 milione e centottantamila fan (non tutti israeliani, ovviamente, anche perché la pagina è in inglese), ma anche le pagine non ufficiali di sostegno all'esercito e all'offensiva di terra fanno registrare numeri sempre più consistenti. 

Il sostegno più entusiasta arriva dalle animatrici della profilo Standing with IDF, che con ardente partecipazione postano foto delle proprie nudità, i corpi pitturati con i colori e le sigle delle Forze di Difesa. La pagina conta 30.000 fan, ma qui il successo potrebbe non dipendere solo dalle posizioni filo-israeliane dei frequentatori.

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