sopra; Moreno a Mir Sada
a sinistra Suor Carla verso il ponte di Mostar
Suor Carla


Ponti al posto delle Frontiere, Bosnia Herzegovina, ottobre 1993. Venerdì 1 ottobre sul ponte di Mostar
e Domenica 3 ottobre sul ponte di Vrbanja a Sarajevo Vengono organizzate azioni dirette nonviolente concordate con le parti che si fronteggiano nella guerra di Bosnia Herzegovina

SUOR CARLA
Passiamo la linea del fronte.
Non mi sarei mai immaginata di andare così "dentro" la guerra!
Barricate, macerie, volti smagriti e occhi sbarrati di giovanissimi militari goffamente abbracciati ai loro fucili. Usciamo al di là delle barricate. Ci troviamo così in mezzo ai due fronti contendenti. Procediamo adagio, pregando. Teniamo alta la bandiera con tutti i colori ell'arcobaleno e con la scritta PACE. In mano, ben visibile, un grosso pane con la scritta "MIR" (Pace) in rilievo.
Scendiamo verso il ponte vecchio. Sulla strada solo macerie e desolazione. Ad un tratto veniamo fermati con l'intimidazione del fuoco da parte musulmana. Ci buttiamo a terra in quell'inferno di distruzione, sgomenti e ingenuamente increduli. Infatti, l'azione era stata preparata e concordata con ambo le parti nella sede ONU di Medjugorjie e con comunicazioni dirette fino all'ultimo momento. Allora: cosa non ha funzionato? Forse uno di quei cambiamenti improvvisi, tipici della guerra ... O forse un difetto di comunicazione interna ... Non sappiamo. Spari e consigli di tornare indietro, ci fanno prendere la decisione di ritornare nei camminamenti della linea croata.
Ma il pane è rimasto lì, sulla stada, fra le macerie. Ben visibile la scritta in rilievo "MIR" (pace).
"Questo è il mio corpo" . Appunto. Il suo corpo che continua ad essere rifiutato, flagellato, ferito dalle pallottole e dalle scheggie di granata, imprigionato, torurato, combattuto, crocifisso. E MIR (PACE) è il Suo Nome sempre villipeso, bestemmiato, boicottato, posposto al Mammona della vergognosa ricchezza procurata con il commercio delle armi.
Con poche ore di differenza, sul ponte Vrbanja a Sarajevo un altro piccolo gruppo di "Beati i Costruttori di Pace" porta avanti un'analoga manifestazione. Per loro il fuoco delle mitragliatrici non è stato solo un'intimidazione. E Gabriele Moreno Locatelli, 34 anni, di Brescia è caduto.
Come altri prima di lui, ha capito il valore dell'esistenza come un rischio che può cambiare il mondo e costruire una nuova umanità. I fiori che portava e il pane sono rimasti lì, fra le macerie.
"E' il mio corpo dato per voi".
Sono queste le azioni di diplomazia popolare, dell'ONU delle genti. Un'utopia?
Mi viene da pensare che - dopo Cristo - anche Francesco d'Assisi ha percorso questa strada: la sola capace di costruire un'alternativa di pace là dove trionfa la logica della guerra e della morte.
Quel pane, lì fra le macerie continua a gridare il suo MIR, pace. Mentre il Suo corpo caduto quì, fra queste macerie di umanità ferita e uccisa dalla non-pace, aspetta di risorgere a un mondo più vero, più giusto, più fraterno.
Il Comunicato Stampa dei Beati i Costruttori di Pace del 3 ottobre, si conclude così: - La scelta di questa iniziativa da parte del clero, vuole essere un'assunzione di responsabilità come Chiesa, perchè si smascherino i costruttori e commercianti di morte e la pace possa diventare la realizzazione storica della parola e del desiderio di vita di Dio. -

Suor Carla Leonelli
Francescana Missionaria di Maria


COMUNICATO STAMPA: ore 13.00
Oggi 3 ottobre, un gruppo di "Beati i Costruttori di Pace" che da luglio lavorano a Sarajevo, attraverserà il ponte Vrbanja dove è stata colpita la prima persona della guerra. Sosterà alcuni minuti in preghiera deponendo un mazzo di fiori e poi si recherà dai soldati bosniaci e serbi e dalle autorità religiose offrendo simbolicamente il pane e consegnando i documenti politici che hanno ispirato finora le iniziative dei "Beati i Costruttori di Pace". Inoltre consegneranno i documenti religiosi scaturiti nell'ultimo incontro ecumenico celebrato nei giorni scorsi.
L'iniziativa è stata concordata con tutte le parti in conflitto e si realizza nello stesso spirito di quella di Mostar.
BCP

COMUNICATO STAMPA: ore 17.00
Tramite radioamatori abbiamo comunicato con l'ospedale francese di Sarajevo dove si trova in questo momento Gabriele Moreno Locatelli.
Abbiamo ricevuto via satellite due telefonate dai permanenti dei Beati i Costruttori di Pace. Purtroppo dobbiamo confermare che Moreno è stato ferito, verso le H 13.30, con una sventagliata di mitragliatrice mentre con altri 4 permanenti (Luigi Ceccato, Padre Angelo Cavagna, Pier Luigi Ontanetti, Luca Berti. ndr) stava attraversando il ponte Vrbanja per un'azione precedentemente concordata. Ha già subito l'intervento e la prognosi rimane riservata.
BCP

COMUNICATO STAMPA: ore 20.30
Gabriele Moreno Locatelli di anni 34, residente a Brescia è deceduto a Sarajevo alle H 19.45 circa in seguito alle gravi ferite procurategli dall'azione vile dei cecchini mentre stava realizzando con altri quattro amici una straordinaria missione di Pace.
La notizia ci è stata comunicata direttamente dai suoi amici che con lui a Sarajevo stavano realizzando il progetto "Si vive una sola Pace".
BCP

Chi gli ha sparato ha fermato un corpo,
ma non ha certo potuto fermare la sua anima.

Sappiamo tutti come è morto e nonostante le belle frasi che possiamo dire o sentire o leggere, il dolore per una perdita così grande resta comunque il sentimento più forte.
In questi comunicati stampa sono ricostruite le sue ultime ore. Mancano gli sguardi, i rumori, l'angoscia, ma quelli sono dentro ciascuno di noi.
Un'ultima cosa, che non è riportata dai comunicati stampa, ma che a chi scrive sembra essenziale: Gabriele ha subito due operazioni dopo esser stato ferito, era debole, ma capiva di essere in ospedale e nonostante questo le sue ultime parole sono state per gli altri quattro amici che erano con lui sul ponte: - Stanno tutti bene? -

dal libro "La mia strada, dagli scritti di Gabriele Moreno Locatelli"
PRO MANUSCRIPTO finito di stampare 30/12/1993.

Il 3 ottobre 1995, dopo una raccolta di firme organizzata dai BCP locali tra gli abitanti di Sarajevo, il Comune della città assediata scopre la lapide a Gabriele Moreno Locatelli, di cui la vecchia Uliza Nevesinjska prenderà il nome. Alla celebrazione sono presenti i BCP le autorità comunali e la gente di Sarajevo.
La testimonianza di uno dei presenti vale per tutte:
Quella lapide è importante per molte persone, tutte le estati gli scout dell'A.G.E.S.C.I. si raccolgono proprio li sotto cogliendo l'occasione per pensare cos'è per loro la nonviolenza.
Quella lapide è importante per gli amici di Sarajevo, molti di loro si chiedono il perchè di quell'assassinio.
Quella lapide per me non è importante perchè di Moreno porto con me le cose più importanti.
Se quella lapide aiuta le persone a far memoria e a prendere sul serio la nonviolenza, allora sarò il primo a preoccuparmi della sua permanenza. Se quella lapide, diventa meta di pellegrinaggio a un "santo" è meglio che il muro che la regge crolli.
Quella lapide dovrebbe rappresentare l'energia che è in ogni persona che cerca la VERITA', quell'energia che nessuno può uccidere.

un piccolo uomo Gigi Ontanetti

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di Pierluigi Ontanetti

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